Clara Josephine Wieck Schumann

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Etrusco
00giovedì 13 settembre 2012 11:22
una delle prime grandi concertiste europee

Clara Schumann: una delle prime grandi concertiste europee

 Giovedì 13 Settembre 2012, 06:31 in Personaggidi 
 

Oggi si celebra il 193°anniversario dalla nascita d'una delle più grandi pianiste, nonchè tra le prime a far concerti in giro per l'Europa.

 

clara schuman.PNG

Google, oggi, celebra e porta alla ribalta dei più un personaggio molto interessante.
Una musicista, figura chiave del Romanticismo tedesco, ma prima ancora una gran donna che, forse con un'espressione molto abusata, oggi sarebbe stata definita una "donna coraggio". Si perchè Clara Schumann di cui oggi ricorre il 193° anniversario dalla nascita (avvenuta a Lipsia nel 1819) non ha avuto una vita particolarmente semplice, sempre a metà tra il dare seguito a passione e doti di pianista e le difficoltà cui la vita la costringeva a misurarsi.

Il logotipo di oggi la ritrae davanti a un pianoforte, insieme agli otto figli, avuti dal marito, pianista e compositore,Robert Schumann. Un accostamento che rappresenta molto bene la sua vita, sempre condivisa tra la musica e i doveri coniugali e materni.

La musica, del resto, era nel destino di Clara Josephine Wieck Schumann (questo il suo nome completo), sin dalla nascita. Suo padre, infatti, cantore e insegnante di piano, aveva fondato una fabbrica di pianoforti; la madre era cantante e pianista e il nonno un celebre compositore. La famiglia, ben presto, si accorge delle doti di Clara, che viene destinata a corsi privati, con l'intento di renderla una virtuosa del piano.

Alla scuola del padre, la donna conosce Robert Schumann e se ne innamora. Il matrimonio, osteggiato dalla famiglia, avviene al compimento dei suoi 21 anni e nel contempo la carriera della Schumann comincia a prendere il largo, con i primi concerti anche in giro per l'Europa.

Ben presto, però, Robert comincia a dare segni di squilibrio mentale e Clara è così costretta ad accudirlo, sino al necessario internamento. Ci sono 8 figli da crescere e per farlo la musicista decide di moltiplicare gli sforzi lavorativi. Nel 1854 realizza 22 concerti europei in appena due mesi e non si risparmia neanche nei mesi a seguire. Ben presto, però, il suo corpo comincia ad accusare grossi problemi, soprattutto a un braccio sinistro, che non sembra rispondere alle cure.

Nonostante le difficoltà che spesso la costringono ad annullare i concerti, Clara continua a comporre e suonare sino alla sua morte nel 1896.

Etrusco
00giovedì 13 settembre 2012 11:27

LA STORIA

Clara Schumann, la pianista 
che non volle arrendersi al dolore

Nell'800, un medico tedesco inventò per la concertista, bloccata da una sofferenza cronica, un'innovativa terapia

 

Clara Schumann
Clara Josephine Wieck Schumann
  - Nel 1857, Clara Wieck-Schumann scriveva al violinista Joseph Joachim : «Ho dovuto cancellare il concerto. I dolori alle braccia sono tornati, ho passato una notte terribile». Clara componeva musica, come il marito Robert Schumann, ed era una pianista: fu una delle prime donne a tenere concerti in giro per l'Europa, ma la sua vita di musicista fu minata dal dolore cronico. Un dolore contro cui divette combattere per anni e che derivava proprio dalla passione per il pianoforte, instillata dal padre fin da piccolissima. Papà Friedrich Wieck nel 1815, quattro anni prima che Clara nascesse, aveva aperto a Lipsia una scuola per musicisti; quando si rese conto che Clara aveva un talento musicale innato (a quattro anni già sapeva suonare a orecchio alcune melodie) iniziò a insegnarle il pianoforte. Friedrich era un maestro inflessibile, ma illuminato: profondo conoscitore delle teorie pedagogiche di Pestalozzi e Rousseau, non voleva che Clara si stancasse, per cui ogni giorno la bimba suonava per tre ore, poi per altre tre ore doveva fare esercizio fisico all'aria aperta. Perché non accumulasse tensioni, Friedrich insegnò a Clara a suonare mantenendo gomiti e polsi rilassati, con la massima economia dei movimenti; la sottoponeva a esercizi di stretching per le dita, le insegnava la postura migliore al piano. Clara suonò per la prima volta in pubblico a dieci anni: già allora chi la ascoltava restava incantato dalla perfezione della tecnica, dalla creatività e dalla dolcezza di giovanissima pianista.

La sua vita cambiò nel 1830, quando il ventenne Robert Schumann iniziò a prendere lezioni di pianoforte in casa Wieck. Clara si innamorò ben presto di Robert, ma la relazione fu osteggiata dal padre di lei, che forse si era accorto delle fragilità psicologiche dell'uomo. Clara e Robert riuscirono a sposarsi nel 1840, quando lei compì 21 anni. Per i primi anni tutto andò bene, poi le frequenti amnesie di Robert, i suoi disturbi nervosi e la sua instabilità si aggravarono finché, nel 1854, il musicista fu ricoverato nel manicomio di Endenich, a Bonn, dove morì due anni dopo. È dal ricovero di Robert che cominciano i guai di Clara. Rimasta sola a dover mantenere i 7 figli, si accollò un'enorme quantità di lavoro. Nel 1854 inanellò ben 22 concerti europei in appena due mesi, negli anni successivi non si risparmiò. E ben presto il suo corpo le chiese un conto salato: Clara cominciò ad accusare dolori fortissimi soprattutto al braccio sinistro. Spesso non riusciva a dormire, annullò diversi concerti, le cure a base di oppio e l'immobilità non le giovarono, perché dopo poco tempo i dolori ritornavano.

Ma Clara non volle fermarsi e anzi decise di impegnarsi in performance sempre più difficili: nel 1861 suonò l'impervio concerto N°1 in re minore di Brahms, che le richiese uno sforzo fisico immenso. «La Wieck-Schumann soffriva di quella che oggi chiamiamo "sindrome da sovraccarico — spiega Rosa Maria Converti, responsabile dell'ambulatorio "Sol Diesis" dedicato ai musicisti, dell'Istituto Don Gnocchi di Milano —. È una delle patologie più frequenti dei pianisti e dipende dal fatto che il musicista suona pezzi che sono al di sopra delle sue possibilità, senza un'adeguata preparazione fisica, oppure suona troppo: c'è chi va avanti anche 15 ore, magari senza pause, senza stretching». Clara, grazie alla forza di volontà, alla ferrea disciplina e alle buone regole di postura apprese fin da piccola non cedette, anche se le capitava di non riuscire a muovere altro che le dita. Poi, fra il 1873 e il 1875, il crollo: annullò tutti i concerti in Inghilterra e negli Stati Uniti per trovare finalmente una soluzione al suo dolore cronico e rischiò di cadere in depressione mentre tentava i curarsi in ogni modo, facendosi visitare da innumerevoli medici.

Nel gennaio del 1875 andò a Kiel, dal famoso medico Friedrich von Esmarch. E lui la curò con un approccio che precorreva di cento anni le moderne teorie di medicina del dolore, in un modo che oggi si chiamerebbe "multidisciplinare": la sottopose a massaggi e fisioterapia per sciogliere le tensioni muscolari, parlò molto con lei in una sorta di psicoterapia che mirava a restituirle fiducia e toglierle l'ansia. Soprattutto, non le proibì il piano come avevano fatto tutti gli altri: la spronò a suonare ritrovando il piacere di farlo, all'inizio dieci minuti per volta, ignorando il dolore. Oggi sappiamo che servì per restituire a Clara un rapporto positivo con lo strumento e soprattutto per "cancellarle" dal cervello l'associazione negativa fra il pianoforte e il dolore, associazione ormai automatica che contribuiva a innescare i sintomi. «Anche oggi la multidisciplinarità è fondamentale per guarire i musicisti con sindrome da sovraccarico — interviene Converti —. Purtroppo nel nostro Paese non ci sono molti centri che possano seguire in questo modo gli artisti, in più quando il dolore cronico è grave e compromette la vita quotidiana è difficile tornare come prima. Anche per questo è indispensabile la prevenzione attraverso abitudini corrette: una vita regolare, l'esercizio ritmato dalle pause, il controllo della postura e dello strumento. Se compare il dolore non bisogna ignorarlo, ma individuarne la causa: può bastare un cambio di tecnica o di impostazione posturale per risolvere il problema». Fu così anche per Clara: già nel marzo del 1875 tornò sul palcoscenico. Aveva imparato a dosare le forze, a scegliere un repertorio che non la stremasse (non suonò più i concerti per piano di Brahms); il dolore ogni tanto tornava, ma lei non lo temeva più perché sapeva come affrontarlo. Clara continuò a comporre e a suonare fino alla morte, nel 1896.

Fonte: Elena Meli per il Corriere della Sera -  30 marzo 2011 (ultima modifica: 31 marzo 2011)© RIPRODUZIONE RISERVATA


 

 

clara.clandestina
00giovedì 13 settembre 2012 15:48
Le Clare son roba buona... [SM=x44499]
aulo2011
00giovedì 13 settembre 2012 21:30
Re:
clara.clandestina, 13/09/2012 15.48:

Le Clare son roba buona... [SM=x44499]




Quoto! [SM=x44469] [SM=x44471]
clara.clandestina
00sabato 15 settembre 2012 16:00
Re: Re:
aulo2011, 13/09/2012 21.30:




Quoto! [SM=x44469] [SM=x44471]




[SM=x44477]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:42.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com