Clementina Forleo: indagini sui politici corrotti...

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Etrusco
00lunedì 23 luglio 2007 17:43
Mastella vs Di Pietro (tanto per cambiare)


CLEMENTE POCO CLEMENTE CON CLEMENTINA: “HA VIOLATO LA COSTITUZIONE. LA PRIMA BRUTTA ANOMALIA È LA DIFFUSIONE DELL’ORDINANZA PRIMA DELL’ARRIVO IN PARLAMENTO - NON SPETTA A LEI FORMULARE INTERPRETAZIONI” - E AN DIFENDE LA FORLEO…

Marco Galluzzo per il Corriere della Sera

«I miei amici mi dicono "chi te lo fa fare?".

E in effetti non hanno torto. Sembra quasi quasi che voglia fare l’avvocato dei politici, difendere "la casta", una cosa del tutto impopolare, in questo periodo disastrosa per l’immagine».

E invece?
«Invece ritengo che siano state violate delle regole. E come ministro della Giustizia ho il dovere di intervenire. Per evitare uno scontro fra poteri dello Stato che riporterebbe indietro nel tempo le lancette di questo Paese. Per far rispettare la Costituzione. E anche per evitare forse uno scontro interno alla magistratura, perché mi sembra che i pm milanesi abbiano fatto valutazioni diverse rispetto alla signora Forleo».

Clemente Mastella contro Clementina Forleo:
«Sembrerebbe una simpatica guerra punica fra persone che hanno casualmente lo stesso nome, ma non è così», dice il leader dell’Udeur e Guardasigilli, che appena appreso dell’ordinanza del gip di Milano, quella che accusa D’Alema e Latorre di essere «complici» di un disegno criminoso, ha chiesto ai propri uffici un accertamento sul comportamento del gip milanese. «Qui c’è in ballo solo il rispetto delle norme. E l’elenco delle possibili violazioni non è breve».

Cominciamo?
«La prima brutta anomalia è la diffusione dell’ordinanza prima dell’arrivo in Parlamento. Il Senato ha il portone aperto, anche oggi, l’ordinanza non so se sia ancora arrivata eppure ieri è stata pubblicata da tutte le agenzie di stampa».

Si meraviglia di una cosa che in Italia è prassi.
«Almeno il ministro avrà ancora il diritto di sorprendersi e richiedere accertamenti. O no? Le regole valgono per tutti. Io sono uno che non ha mai amato il conflitto fra poteri dello Stato, sono un uomo di mediazione. Ma quando è troppo è troppo».

Cosa è troppo?
«A giudizio del sottoscritto c’è un’evidente alterazione dei rapporti. Il gip, è mia opinione, ha superato i limiti imposti dall’ordinamento alla sua funzione, è andato al di là delle richieste dei pm. In sostanza, a mio giudizio, ha fatto una cosa extra ordinem».

La Forleo parla di D’Alema e Latorre come possibili imputati, a differenza dei pm. E’ a questo che si riferisce?
«Certo. La signora Forleo si è comportata da pubblico ministero, si sostituisce al ruolo dell’inquirente, trasforma delle persone estranee ad ogni procedimento in soggetti privi di garanzie, con un danno di immagine difficilmente recuperabile».

Un’ordinanza con il carattere di una sentenza?
«Per certi versi sì, con un effetto paradosso: prima della valutazione del Parlamento sull’utilizzabilità o meno delle intercettazioni si esprime un giudizio che è esorbitante rispetto alle richieste dei colleghi della stessa Forleo».

Per Antonio Di Pietro,
tanto per rinnovare la scintilla fra voi due, è lei che è «entrato a gamba tesa».

[SM=x44456]
«Il populista Di Pietro prende fischi per fiaschi. Che c’azzecca la mia gamba tesa, il gioco pesante non lo sto facendo io. Di gamba tesa, mi sembra, ho visto solo quella di una donna. Lo ripeto: io non ho alcun interesse politico a fare questa battaglia».

Secondo tanti la signora Forleo è nel pieno esercizio delle sue prerogative. Ravvisa un profilo penale personale e lo segnala al Parlamento.
«Escludo sul piano costituzionale che un gip abbia il potere di arrivare a richiedere l’uso di intercettazioni a fini di indagini mai richieste. Non spetta a lei formulare interpretazioni».

Ignazio La Russa, An, avvocato, dice il contrario.
«Credo che sia interesse di tutti essere amici di una giustizia autenticamente giusta, non essere amici di alcuni giudici. E’ accaduto troppo spesso nel passato che giudici difesi da alcuni partiti abbiano finito per candidarsi, guarda caso, proprio nelle liste di quei partiti».

C’è chi ha criticato la Forleo per l’uso di un certo linguaggio, per aver espresso giudizi sull’immagine del Paese.
«Quando si interpreta una funzione occorrerebbe maggiore prudenza. La tendenza di qualche magistrato è quella di usare un’etica hegeliana che consente una teologia morale in grado di giudicare tutto e tutti. Ma si tratta di magistrati non di storici, troppo spesso purtroppo lo dimenticano».


Dagospia 22 Luglio 2007
213.215.144.81/public_html/articolo_index_33325.html
Etrusco
00lunedì 23 luglio 2007 17:47
D'AMBROSIO: ERRORE FORLEO, MA DS DICANO SI' USO VERBALI…
(Apcom)
- Il pm che si sta occupando del caso Unipol-Bnl e delle responsabilità politiche che ne derivano Clementina Forleo "ha sbagliato perchè non è questa la fase processuale in cui può chiedere un'imputazione coatta su cui poi si pronuncia il gup. Doveva aspettare la richiesta di archiviazione". Lo spiega intervistato da La Repubblica l'ex procuratore di Milano, oggi senatore Ds, Gerardo D'Ambrosio. Secondo D'Ambrosio il pm "ha messo nell'ordinanza più di quanto fosse necessario, anticipando un giudizio che nessuno gli aveva chiesto e che pertanto non poteva emettere".

Inoltre "se ci sono solo quelle conversazioni non mi pare che esse siano di per sè sufficienti a supportare le ipotesi di reato prospettate nell'ordinanza". Le giunte di Camera e Senato dovrebbero poi dire di sì all'uso dei verbali: "se non lo fanno si alimentano solo i sospetti e si dirà che la Forleo aveva ragione". Al posto di Fassino, conclude D'Ambrosio, "sarei favorevole perchè ormai le conversazioni sono sulla bocca di tutti. A questo punto vorrei sapere se il pm mi iscrive e se lo dovesse fare avrei quanto meno la possibilità di difendermi".




VIOLANTE: CREDIBILITA' GIUDICI A RISCHIO…
(Ansa) -
Se i processi si fanno ''a mezzo stampa'' e' ''a rischio la credibilita' stessa degli uffici giudiziari di Milano''. Il monito arriva da Luciano Violante, esponente di primo piano dei Ds ed ex magistrato, che, in un'intervista alla Stampa, giudica ''ridicolo'' il fatto che le intercettazioni per le quali il gip Clementina Forleo ha chiesto la non distruzione ''sono note e stranote''. Violante non crede a un complotto contro i Ds ma si chiede: ''Possibile che una procura che ha dei magistrati in grado di scoprire l'identita' degli agenti Cia che hanno rapito Abu Omar non riesce a scoprire chi passa le intercettazioni ai giornali?''.

LE INTERCETTAZIONI SONO SEMPRE LE STESSE - '' Le intercettazioni sono sempre le stesse, finite sui giornali per tre anni, una trentina di volte. C'e' un punto politico: sta andando avanti un processo a mezzo stampa al segretario e al presidente dei Ds''. DI PIETRO SI OCCUPI DEL SUO CAMPO - ''Di Pietro mi pare che si stia occupando di tutto fuorch‚ del suo campo. Nulla vieta naturalmente che esprima opinioni, ma della giustizia si occupa il ministro della Giustizia''.

- MANCINO A MANTOVANO: CSM NON GIUDICA I MINISTRI…
(Apcom) -
"Pur avendolo sempre apprezzato, mi dispiace, questa volta, dover ricordare al senatore Alfredo Mantovano che non spetta al Consiglio superiore della magistratura elogiare o censurare un ministro". Il vicepresidente dell'organo di autogoverno delle toghe, Nicola Mancino, replica all'esponente di An che ieri aveva sollecitato a Palazzo dei Marescialli un intervento di "censura" nei confronti del Guardasigilli Clemente Mastella a proposito della procedura seguita dal gip di Milano Clementina Forleo per le intercettazioni dell'inchiesta sul tentativo di scalata di Unipol a Bnl. Aggiunge Mancino: "Invito il senatore Mantovano, che in questi giorni è un po` come il prezzemolo, a non sottrarsi alla considerazione che, fino a quando alcuni consiglieri del Csm - quorum ego - sono anche componenti della sezione disciplinare, valutare in anticipo, a favore o contro, gli atti dei giudici comporta il rischio d`essere ricusati".




- PARISI: BASTA CON COMMISTIONI POLITICA-AFFARI…
(Apcom) -
In Italia il problema vero non sono le intercettazioni, ma "la commistione tra politica ed economia. Una mescolanza antica e nel campo democratico, all'origine penso alle cooperative, una mescolanza addirittura gloriosa. Ma oggi una mescolanza assai pericolosa e incompatibile con le istituzioni e le regole della democrazia liberale". Così il ministro della Difesa Arturo Parisi, intervistato da La Repubblica. "Guardare dal buco della serratura è cosa che ritengo scorretta ma soprattutto inutile", continua Parisi che quanto al caso Unipol-Bnl, che ha scosso importanti esponenti del centrosinistra, sottolinea che non avrebbe "potuto cooperare per tanti anni e addirittura pensare ad un futuro comune nello stesso partito se avessi dubitato anche un solo momento della dirittura morale e del disinteresse personale dei dirigenti Ds". Semmai, ricorda il ministro concludendo, "la malattia che oggi dobbiamo combattere", che deriva proprio da quella mescolanza tra politica e affari, "ha da tempo un nome: berlusconismo. Una malattia che in emulazione con l'azione di Berlusconi, talvolta con l'alibi di difendersi da lui e in qualche caso in cooperazione con lui, ha aggredito la nostra democrazia".

- DINI: SU USO INTERCETTAZIONI MI RIMETTO A GIUDIZIO INTERESSATI…
(Adnkronos) -
"Dalle intercettazioni sembrerebbe che da parte di alcune personalita' si incoraggiasse Unipol ad andare avanti con quel tipo di operazioni. Ma da qui a dire che c'e' aggiotaggio o altro, dovra' essere dimostrato". Lo ha detto il presidente della commissione Esteri del Senato Lamberto Dini, ospite questa mattina della trasmissione 'Viva voce' su Radio24. Quanto ad un'eventuale autorizzazione delle Camere all'uso delle intercettazioni che riguardano esponenti politici, Dini dice di rimettersi "al giudizio degli interessati. Se ritengono giusto che venga data l'autorizzazione seguiro' la loro indicazione. Se uno non ha nulla da temere e' bene fare chiarezza. Non credo che nulla possa essere attribuito penalmente agli interessati". In ogni caso, sottolinea Dini, "meglio chiarire, se lo vogliono, anche perche' sono dei leader politici, non dimentichiamolo". C'e' stata polemica sui toni usati dal giudice Clementina Forleo nella sua ordinanza: "difficile dire -risponde Dini- se ha fatto bene o male a usare quelle parole. Comunque bisogna sempre avere pieno rispetto per la magistratura". Tuttavia, "a volte sono le tempistiche che ti fanno pensare", aggiunge il senatore della Margherita, pur sottolineando di non condividere l'opinione di chi parla di una "magistratura ad orologeria. A volte, pero' -sottolinea- ci sono coincidenze che non posso non notare". Quanto alle parole del vice premier Massimo D'Alema che ha parlato di 'spazzatura' commentando il modo in cui certa informazione ha trattato la vicenda, Dini ritiene che sia il "risultato di una certa irritazione". In ogni caso, aggiunge, "credo a D'Alema quando dice che non c'e' nulla di penalmente rilevante. E concordo con quanto lui ha detto".

Etrusco
00mercoledì 25 luglio 2007 17:48
Etrusco
00giovedì 26 luglio 2007 14:51
BERLUSCONI: SULLE INTERCETTAZIONI NOI VOTEREMO NO (IN CAMBIO CHE VUOLE?)…
(Ansa)
- Forza Italia votera' contro la richiesta del gip Forleo di utilizzare le intercettazioni telefoniche che riguardano sei parlamentari.
Lo ha annunciato Silvio Berlusconi ieri sera ad una cena
con i deputati 'azzurri'. Abbiamo dei principi - avrebbe motivato l'ex premier - che non mutano, indipendentemente dalle persone che sono coinvolte.

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2 - FANTASIOSE RICOSTRUZIONI SU RIUNIONI BERLUSCONI…
(Ansa)
- ''Tutte le ricostruzioni di due riunioni del presidente Berlusconi con i deputati e con i vertici di Forza Italia apparse sui quotidiani di stamane, compresi alcuni riferimenti personali, sono da considerarsi frutto di fantasia''.
Lo si afferma in una nota dell'ufficio stampa di Forza Italia.

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3 - LEOLUCA ORLANDO: GRAVE IL NO DI FORZA ITALIA…
(ANSA)
- ''Avevamo sperato in una scelta di sensibilita' istituzionale''.
Cosi' ha commentato Leoluca Orlando, portavoce nazionale dell'Italia dei Valori, la posizione di Forza Italia contraria all'utilizzo delle intercettazioni per l'inchiesta sulla scalata Rcs-Antonveneta che coinvolge alcuni suoi parlamentari.
''Il no all'utilizzo delle intercettazioni preannunciato dall'on. Berlusconi non e' soltanto
un ennesimo attacco al ruolo della Magistratura,
ma e' anche un ennesimo attacco alla credibilita' delle Istituzioni Parlamentari
ed alla dignita' della politica nel suo insieme.
Questo gesto e', ancora una volta, un contributo - ha concluso - al mantenimento dei privilegi di casta''
.



213.215.144.81/public_html/articolo_index_33424.html



Etrusco
00giovedì 26 luglio 2007 18:30
DI PIETRO: «ATTENTI ALLA TRAPPOLA»

- Immediata la reazione dell'Italia dei Valori alla dichiarazione dell'ex premier sulle intercettazioni. «Avevamo sperato in una scelta di sensibilità istituzionale» ha commentato a caldo Leoluca Orlando, portavoce nazionale dell'IdV.
Più esplicito il ministro Antonio Di Pietro:
«Il centrosinistra - ha detto - non cada nella trappola tesa da Berlusconi e dai suoi.
Farsi paladino nel dire no alle intercettazioni dei giudici di Milano - continua Di Pietro - è solo il tentativo per mettere, sullo stesso piano, i parlamentari direttamente interessati di Forza Italia e quelli del centrosinistra.

A me pare, invece, che ci sia una bella differenza; non fosse altro per il fatto che alcuni di essi che militano nelle fila del partito di Berlusconi sono già indagati».

www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/07_Luglio/26/berlusconi_intercettazio...

Nikki72
00venerdì 27 luglio 2007 10:33
Re:
Berlusca ha deciso per il "no" e avrà i suoi motivi, ma permettetemi di esprimere una delusione senza pari per le reazioni di Fassino & C. questi fino a ieri dicevano che bisognava lasciar lavorare i giudici, non interferire ecc. e adesso che sono loro ad essere "toccati", improvvisamente diventano ipergarantisti e fanno di tutto per bloccare la giustizia. ma l'avete sentito Fassino? io mi sono vergognata per lui. davvero sono tutti uguali e tirare in ballo sempre e solo Berlusconi è una scusa per non vedere lo squallore che c'è dall'altra parte. sono schifata e mi auguro che la Forleo non venga segata (con l'aria che tira non mi stupirei minimamente) [SM=x44465]

-Asmodeus-
00venerdì 27 luglio 2007 10:59
Vogliamo parlare della letterina di D'Alema e Fassino, scritta ben sapendo che il voto in giunta non passerà? [SM=x44463]
Etrusco
00venerdì 27 luglio 2007 12:18
Re:
-Asmodeus-, 27/07/2007 10.59:

Vogliamo parlare della letterina di D'Alema e Fassino, scritta ben sapendo che il voto in giunta non passerà? [SM=x44463]




Mi spieghi? [SM=x44466]
Fassino, seguito poi da D'Alema, hanno divulgato una lettera con cui autorizzano le indagini della Forleo sui parlamentari coinvolti nei recenti scandali finanziari.

Hai forse motivi fondati per ipotizzare un loro bluff? Sanno cioè che il voto non darà esiti positivi per quanto richiesto dalla Forleo? [SM=x44473]
-Asmodeus-
00venerdì 27 luglio 2007 12:46
Re: Re:
Etrusco, 27/07/2007 12.18:




Mi spieghi? [SM=x44466]
Fassino, seguito poi da D'Alema, hanno divulgato una lettera con cui autorizzano le indagini della Forleo sui parlamentari coinvolti nei recenti scandali finanziari.

Hai forse motivi fondati per ipotizzare un loro bluff? Sanno cioè che il voto non darà esiti positivi per quanto richiesto dalla Forleo? [SM=x44473]



La lettera, indirizzata alla giunta, è arrivata dopo le dichiarazioni della cdl, che ha avvertito che avrebbe votato contro l'autorizzazione.

A pensar male si fa peccato, ma si indovina sempre... [SM=x44451]
Nikki72
00venerdì 27 luglio 2007 13:02
Re: Re: Re:
-Asmodeus-, 27/07/2007 12.46:



La lettera, indirizzata alla giunta, è arrivata dopo le dichiarazioni della cdl, che ha avvertito che avrebbe votato contro l'autorizzazione.

A pensar male si fa peccato, ma si indovina sempre... [SM=x44451]





Quanto sono patetici! certo che vedere la sinistra che adesso grida contro la magistratura... bé, non ho parole. leggete che titoli: La Repubblica “Basta montature su Unipol” (ed un intervista a tutta pagina a D’Alema), Corriere “Mastella alla Forleo: “Ha violato la Costituzione” (e una intervista a Mastella), e non dimentichiamo Napolitano e la sua uscita (e meno male che doveva essere super partes) [SM=x44474]
orckrist
00venerdì 27 luglio 2007 15:39


"Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri"


Etrusco
00venerdì 27 luglio 2007 15:51
Re: Re: Re:
-Asmodeus-, 27/07/2007 12.46:



La lettera, indirizzata alla giunta, è arrivata dopo le dichiarazioni della cdl, che ha avvertito che avrebbe votato contro l'autorizzazione.

A pensar male si fa peccato, ma si indovina sempre... [SM=x44451]




Ma i DS con tutta la maggioranza hanno i numeri per far passare questa autorizzazione alle indagini della Forleo,
in più hanno anche l'appoggio di AN e di qualche leghista.

Quindi se non dovesse passar quest'autorizzazione [SM=x44465] ci sarebbe solo da inalberarsi contro Fassino, D'Alema & Co. [SM=x44493]
Etrusco
00venerdì 27 luglio 2007 16:05
BORRELLI FOR LEO
– CLEMENTINA NON AVEVA ALTRA STRADA
- SBAGLIATI I TONI, NON LA SOSTANZA
– NESSUNO SI CHIEDE: I POLITICI HANNO APPOGGIATO QUESTI AVVENTURIERI DELLA FINANZA? TU INDICHI LA LUNA, MA TUTTI GUARDANO IL SOLITO DITO…



Cinzia Sasso per “la Repubblica”



Francesco Saverio Borrelli, il procuratore della Repubblica di Milano degli anni di Mani Pulite, quindi del momento dello scontro più aspro tra la politica e la giustizia, adesso, da appassionato di musica, è solo il presidente del Conservatorio di Milano. Da cinque anni e mezzo ha lasciato la testa dell´ufficio giudiziario più potente d´Italia; è passato dall´ufficio indagini della Figc nel momento culminante dello scandalo del calcio, ma è sempre a lui, stimato da molti e amato da pochi, che vale la pena chiedere un giudizio su questa guerra infinita. E lui ripete quello che sempre detto: che se qualcuno indica la luna, il metodo per distrarre l´opinione pubblica è quello di focalizzare l´attenzione sul dito.



(Francesco Saverio Borrelli)


Dottor Borrelli, è un´estate rovente sul fronte della guerra mai sopita tra politica e giustizia. Un´altra. Come ai suoi tempi.
«Sì, sembra che il tempo non passi mai. Siamo sempre allo stesso punto».

Eppure è cambiato tutto. Il governo, il quadro politico...
«Che vuol fare? Si vede che sono gli italiani che non cambiano».

Ora al centro c´è il caso Forleo. Che cosa ne pensa?
«Io trovo che ancora una volta è successo che l´attenzione dell´opinione pubblica anziché essere portata sul merito del problema, sulla questione realmente importante, viene spostata sulle parole usate dal magistrato che sono un fatto del tutto marginale».

Qual è il merito del problema?
«A me sembra chiaro: se ci sono state delle spinte indebite, degli interessamenti o dei sostegni politici a determinate operazioni. Questo è il nocciolo della questione. E invece tutta l´Italia e tutto il mondo politico sono concentrati a discutere se la Forleo abbia fatto bene o male a usare la parola complicità - che poi a questo si riduce - piuttosto che a discutere se veramente alcuni appartenenti al Parlamento abbiano appoggiato questi avventurieri della Finanza».


(Il gip Clementina Forleo)


Lei dice: questa è la sostanza. Ma in diritto la forma non è sostanza? Vero o no che il giudice Forleo si è comportata come un pm?
«Senta: c´erano quelle intercettazioni nel materiale probatorio e per l´utilizzo di quelle intercettazioni, indipendentemente dall´estensione delle imputazioni ai politici, era necessario che il Parlamento consentisse l´utilizzo e l´approfondimento di quel materiale. La Forleo non aveva altra strada se non quella di interpellare il Parlamento».

Dal ministro Mastella al presidente Napolitano, si contestano però le parole usate nell´ordinanza.
«Ma questa è una questione del tutto marginale! Io non mi pronuncio su quella frase della complicità perché bisognerebbe avere il quadro completo che io non ho. Ma se per avventura si ritiene che le parole con le quali il giudice ha investito il Parlamento fossero troppo pesanti, che in questo momento anticipavano una valutazione che non competeva ancora al giudice, ciò non invalida il suo atto sotto il profilo processuale».

Quindi chi ha sollevato critiche pesanti ha sbagliato?
«Perché, ci sono dubbi? Il nocciolo che interessa l´etica politica nel nostro Paese - ammesso che ancora si possa parlare di etica in Italia - è se ci siano stati dei personaggi politici che abbiano appoggiato questi avventurieri del mondo della finanza nella scalata all´una o all´altra parte».



(Gerardo D'Ambrosio)


Anche il senatore D´Ambrosio ha criticato l´ordinanza della dottoressa Forleo.
«D´Ambrosio mostra molto equilibrio, come ex magistrato si sforza di non estremizzare le questioni giudiziarie. Forse questo è anche bene: vuole svolgere una funzione equilibratrice, attenua i suoi giudizi...».

Lei conosce personalmente la dottoressa Forleo?
«Sì, non bene, ma la conosco. È certamente una ragazza coraggiosa, intelligente e preparata».


213.215.144.81/public_html/articolo_index_33448.html


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CHI HA SCELTO WALTER-EGO ALLA GUIDA DEL PIDI’? MY DARLING CLEMENTINA

L'AFFARE UNIPOL E I GUAI IN ARRIVO PER FASSINO,
D'ALEMA E NICOLA LATORRE
POSSONO ESSERE CONSIDERATI ANCHE DA QUESTA PROSPETTIVA SINGOLARE



Giampaolo Pansa per “L’espresso”



Adesso è chiaro: è stata Clementina Forleo a candidare Walter Veltroni alla leadership del Partito Democratico.

Se cercavamo un grande elettore di Superwalter, bastava andare al Palazzo di giustizia milanese e bussare alla porta di questa giudice d'acciaio. Eccola lì, con la grinta e l'indipendenza che al Bestiario piacciono tanto. E un giorno la storia delle primarie per il Pidì le assegnerà il posto che merita.




Paradossale? Mica tanto. L'affare Unipol e i guai in arrivo per Piero Fassino, Massimo D'Alema e Nicola Latorre, più un trio di parlamentari del centro-destra che contano poco, possono essere considerati anche da questa prospettiva singolare. Proviamo a ragionare su qualche data.

Sino alla fine dell'aprile 2007, ossia alla conclusione del congresso Ds di Firenze, tutto sembra lineare in casa della Quercia. Certo, Veltroni aspira alla candidatura. E lo fa capire in un lungo discorso fervoroso-curiale. Walter ci spiega che il bene è tutto di sinistra. Tanto che è di sinistra anche aiutare una vecchia signora ad attraversare sulle strisce. Poi conclude rivelando di attendere da ben dieci anni l'avvento del Pidì.

Ma Veltroni non è il solo ad aspirare. Anche Anna Finocchiaro e Pierluigi Bersani aspirano, pur senza dirlo. Ma l'aspirante vero è Fassino. Lui si vede già in corsa per la vittoria. Un po' di ragione ce l'ha. Nel vertice della Quercia, Piero è il dirigente che si è speso di più per il Pidì. E dunque ritiene di avere più carte di chiunque per dirigerlo. Lo confessa un po' a tutti. Avverte che, concluso il congresso, comincerà a percorrere l'Italia in lungo e in largo per far nascere dovunque i comitati per il nuovo partito.

Poi, nel giro di poche settimane, lo scenario cambia di colpo: sarà Veltroni l'unico candidato diessino alle primarie. Che cosa è accaduto? Sono successi almeno due fatti. Il primo riguarda la forza mediatica di Walter. Al Botteghino si rendono conto che il sindaco di Roma ha dalla sua il peso dei quotidiani che contano di più nell'area dei possibili elettori del Pidì. Walter è visto come 'l'uomo dei miracoli', il solo in grado di ridar vigore a una truppa ammosciata e refrattaria. Una truppa che, rinunciando a votare nelle amministrative di fine maggio, ha causato un mezzo disastro per il centro-sinistra.




Si può andare contro i grandi quotidiani d'opinione? Al Botteghino sanno di non avere più la forza per farlo. E a denti stretti varano la candidatura solitaria di Veltroni. Qualcuno azzarda anche un parallelo storico. Nel 2001, l'uomo più adatto a guidare la battaglia elettorale contro Silvio Berlusconi era ritenuto Giuliano Amato. Ma la pressione dei media spinse al suo posto Francesco Rutelli. Che tuttavia, in coppia con Fassino, venne poi sconfitto dal Cavaliere.

Il secondo fatto è ancor più decisivo. Dal Palazzo di giustizia di Milano arrivano voci allarmanti sull'inchiesta Unipol. Riguardano le intercettazioni delle telefonate intercorse nel 2005 fra Giovanni Consorte e tre eccellenti dei Ds: Fassino, D'Alema e Latorre. Il Gip, ossia la dura Clementina, sta preparando una mossa molto pericolosa: chiedere al Parlamento di utilizzare a fini probatori le conversazioni dei tre diessini a proposito delle fallite scalate all'Antonveneta, alla Bnl e al 'Corriere della sera'.

Al Botteghino conoscono di sicuro quanto sta per accadere. È impossibile che non lo sappiano. Ai tempi delle Botteghe Oscure conoscevano sempre tutto. E qualcosa di quel potere onnisciente i Ds di oggi l'avranno pur conservato. Del resto, che partito sarebbe quello che non avverte l'arrivo del temibile uccello padulo che vola sempre all'altezza ben nota? Sta di fatto che Fassino rinuncia a correre per il Pidì. Anche D'Alema non dice più: "Il capotavola del Pidì sarà dove siedo io". Ci va pure di mezzo il povero Latorre, inguaiato dall'amicizia con Max.


(Nicola Latorre con Clemente Mastella - Foto U.Pizzi)


E così, oggi, la situazione per il Botteghino è senza vie di uscita. Fassino, D'Alema & C. potranno anche risultare del tutto illibati. Ma sbagliano a strillare che il loro partito non ha mai mischiato politica e affari. Lo strillavano anche nel 1992, all'inizio di Tangentopoli. E si è visto come è andata a finire. Invece, contro il gip Clementina si sta scatenando la terza guerra mondiale. Con il prevedibile risultato che la signora Forleo diventerà la donna più popolare d'Italia.

Se debbo azzardare un'ipotesi, prevedo che sarà lei, Clementina contro tutti, a vincere la guerra. La Quercia non è l'albero degli sciocchi. E i Ds, a cominciare dai tre eccellenti, diranno sì alla sua richiesta. Anche nella loro area si levano voci che sconsigliano l'errore degli errori: dire di no e, in questo modo, affossare quel poco di credibilità rimasta al ceto politico. Dunque, meditate, gente, meditate. Un po' di tempo ce l'avete. Perché la stagione delle nespole mature, ossia della decisione del Parlamento, verrà non prima dell'autunno. O almeno così sembra.

213.215.144.81/public_html/esclusivo.html

Etrusco
00sabato 28 luglio 2007 02:48
Etrusco
00martedì 31 luglio 2007 20:18
Clementina Forleo, la legge sopra tutti
di Silvia Grassetti


In questa nostra rubrica, che racconta storie di donne che fanno la storia, il giudice Forleo non poteva mancare. Specie nella Seconda Repubblica dei cittadini che non hanno fiducia nelle istituzioni, rincuora sapere che nei Palazzi risuona anche la voce di chi nelle istituzioni ci lavora e ci crede.

Clementina Forleo
, pugliese, prima di diventare magistrato è stata poliziotta «per qualche mese.
È stata un’esperienza utilissima. Ogni magistrato dovrebbe fare prima il poliziotto. Come ogni poliziotto dovrebbe fare prima l’immigrato. Come tutti i politici dovrebbero ricordarsi che i loro nonni sono stati a loro volta immigrati. Immigrati non si nasce. Lo si diventa per fame».

Il padre Gaspare, avvocato con la passione per l’agricoltura, e la madre Stella, insegnante di matematica – entrambi deceduti a fine agosto 2005 in un incidente stradale – hanno trasmesso alla piccola Clementina un forte senso del dovere e della giustizia.
Ormai è quasi leggenda la storia dell’egiziano difeso dalla Forleo sul vagone della metro:
l’immigrato non aveva il biglietto, i poliziotti stavano contestando l’illecito forse con troppa enfasi.
Clementina intervenne e si offrì di testimoniare in favore dell’uomo.

La paladina degli umili?
«Se un pentito inguaia un presunto terrorista islamico è credibile. Se parla di imputati eccellenti… Previti… Andreotti, bisogna cercare mille riscontri.
Da magistrato lo dico ad alta voce: la legge non è uguale per tutti».

Così disse Clementina a Claudio Sabelli Fioretti, uno dei pochi giornalisti che sono riusciti a intervistarla.
E continuò: «Detesto la violenza e l’arroganza. Soprattutto quando è esercitata sui deboli.
E intervengo, non mi faccio i fatti miei. Se nel mio condominio sento delle urla femminili, immagino che sia una donna picchiata e corro in suo aiuto».


Clementina Forleo festeggia il primo anniversario del matrimonio con Giuseppe, avvenuto il 30 luglio 2006, in un clima rovente.
Come due anni fa, quando, titolare dell’inchiesta Bpi – Antonveneta, fece arrestare Gianpiero Fiorani e altri cinque personaggi con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e all’aggiotaggio.

Stavolta Clementina è sotto il fuoco incrociato bipartisan della politica.
Antonio Di Pietro, che di legge se ne intende probabilmente più del suo antagonista Mastella, è intervenuto segnalando la «trappola tesa da Berlusconi»:
«C'è l'intenzione di uniformare centrodestra e centrosinistra alla stessa logica di un attacco ai magistrati, piuttosto che indurre ad una doverosa sottomissione alla legge e alla giustizia».

I pochi che non le danno addosso, definiscono Clementina “coraggiosa”
per aver chiesto al Parlamento l’autorizzazione a utilizzare 68 intercettazioni telefoniche che, nell’ambito delle indagini Antonveneta – Bnl - Rcs, coinvolgono sei onorevoli, tre di Forza Italia e tre diessini: Luigi Grillo, Salvatore Cicu, Romano Comincioli (FI), e Nicola Latorre, Massimo D’Alema e Piero Fassino (DS).

Secondo il gip Forleo, questi politici sarebbero «complici consapevoli di un disegno criminoso di ampia portata ai danni dei piccoli e medi risparmiatori, in una logica di manipolazione e lottizzazione del sistema bancario e finanziario nazionale».

Altro che sesso debole.

www.telegiornaliste.com/donne.htm

paperino73
00lunedì 6 agosto 2007 10:42
La Forleo ha sbagliato due volte:
ha scritto in termini non spettanti al suo ruolo;
ha sollevato un polverone che ha fatto rinviare la decisione della giunta a settembre e prolungare i tempi.

Quindi - detto che non condivido Cossiga quando dice che lo ha fatto apposta perchè il parlamento voti contri e l'inchiesta si insabbi - credo che è inutile prendersela eccessivamente coi politici, quando la magistratura ha le sue colpe.
Leonessa73
00venerdì 17 agosto 2007 21:05
Re:
paperino73, 06/08/2007 10.42:

La Forleo ha sbagliato due volte:
ha scritto in termini non spettanti al suo ruolo;
ha sollevato un polverone che ha fatto rinviare la decisione della giunta a settembre e prolungare i tempi.

Quindi - detto che non condivido Cossiga quando dice che lo ha fatto apposta perchè il parlamento voti contri e l'inchiesta si insabbi - credo che è inutile prendersela eccessivamente coi politici, quando la magistratura ha le sue colpe.




[SM=x44473] Non ho mica capito [SM=x44467]


paperino73
00lunedì 20 agosto 2007 08:17
Re: Re:
Leonessa73, 17/08/2007 21.05:


[SM=x44473] Non ho mica capito [SM=x44467]



Secondo Cossiga la Forleo ha agito in maniera platealmente scorretta per far suscitare lo sdegno parlamentare e non far autorizzare l'uso delle intercettazioni.
L'inchiesta di conseguenza si insabbia e lei in pratica ha fatto un favore a D'alema, Fassino e La Torre.

... personalmente credo che siamo all'accanimento dietrologico ...


Leonessa73
00lunedì 20 agosto 2007 21:34
Re: Re: Re:
paperino73, 20/08/2007 08.17:



Secondo Cossiga la Forleo ha agito in maniera platealmente scorretta per far suscitare lo sdegno parlamentare e non far autorizzare l'uso delle intercettazioni.
L'inchiesta di conseguenza si insabbia e lei in pratica ha fatto un favore a D'alema, Fassino e La Torre.

... personalmente credo che siamo all'accanimento dietrologico ...






Cossiga è totalmente andato eh... [SM=x44463]

Etrusco
00giovedì 4 ottobre 2007 11:15
ECCETTO NAPOLITANO, DE MAGISTRIS HA INTERCETTATO TUTTI, DA PRODI A BERLUSCA
POTEVA USARE UN SOFTWARE DEL VIMINALE, PERCHÉ HA RICHIESTO I DATI AI GESTORI?
E PER LA PUNTATA DI STASERA SANTORO TELEFONA ALLA FORLEO PEL CASO D’ALEMA


Guido Ruotolo per La Stampa


Luigi De Magistris, il pm di Catanzaro che il ministro di Giustizia Clemente Mastella ha chiesto di punire,

e che decine di migliaia di giovani calabresi e non solo, Beppe Grillo, l’Italia dei Valori e decine di associazioni della «società civile» difendono a spada tratta, ha acquisito migliaia di tabulati telefonici di cittadini le cui utenze telefoniche (di cellulari ma anche di rete fissa) erano emerse tra i contatti di diversi suoi indagati.
E’ impressionante l’elenco di personalità, di vertici delle istituzioni e dei centri nevralgici della Repubblica, i cui traffici telefonici sono finiti sulla scrivania del pm De Magistris. All’appello manca solo il Capo dello Stato.




Nell’elenco ci sono, tra gli altri:
il presidente del Consiglio, Romano Prodi,
l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, i ministri dell’Interno, Giuliano Amato, e della Giustizia, Clemente Mastella; il viceministro dell’Interno Marco Minniti; il presidente del Senato, Franco Marini, l’ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa. Altri nomi che emergono sono quelli del vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, che proprio lunedì, come presidente della Sezione Disciplinare, si troverà a dover decidere sul trasferimento «cautelativo» del pm De Magistris chiesto da Mastella.

I movimenti dei numeri telefonici acquisiti riguardano anche il capo di gabinetto del ministro Amato, il prefetto Gianni De Gennaro, il vicecapo vicario della Polizia, il prefetto Luigi De Sena, il direttore del Sisde, Franco Gabrielli, il direttore del Servizio di polizia postale e delle comunicazioni, Domenico Vulpiani, il generale di divisione Cosimo Sasso, direttore della Dia, il generale di Corpo d’armata Giorgio Piccirillo. Non mancano i magistrati: il presidente dell’Anm, Giuseppe Gennaro, il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, il pm antiterrorismo di Roma Pietro Saviotti, i quattro sostituti della Procura nazionale antimafia Alberto Cisterna, Giovanni Di Leo, Enzo Macrì e Roberto Pennisi (ci sarebbe anche un quinto sostituto del procuratore antimafia Piero Grasso). E ancora: diversi membri della Commissione parlamentare antimafia, deputati e senatori, questori della Camera, presidenti di commissioni di Palazzo Madama.


La notizia della mole di tabulati acquisiti dalla Procura di Catanzaro naturalmente ha messo in fibrillazione i «palazzi».
E la notizia è trapelata all’esterno per via di un imprevisto. Dunque, il pm Luigi De Magistris, nell’ambito delle sue diverse inchieste sugli intrecci tra imprenditoria e politica - in particolare la «Why Not» (quella nella quale risulta indagato anche il presidente del Consiglio, Romano Prodi), ha affidato al vicequestore (fuori ruolo da 15 anni) Gioacchino Genchi le consulenze tecniche sul traffico telefonico (mobile e di rete fissa). In questi mesi, Genchi ha inoltrato circa venti provvedimenti di acquisizione di tabulati ai diversi gestori della telefonia (da Tim a Wind e Vodafone), l’ultima dovrebbe risalire agli inizi di settembre. Ogni provvedimento comprendeva richieste di decine di numeri di utenze. E oggi Genchi ha una banca dati impressionante.
Autorevoli costituzionalisti e luminari del diritto confermano che il pm De Magistris nel chiedere l’acquisizione di questi tabulati ha agito secondo la norma.
Insomma, anche se esiste un programma informatico dei ministeri dell’Interno e delle Comunicazioni che, inserendo il numero telefonico, consente di risalire in tempo reale all’identità del suo titolare, De Magistris ha agito nel rispetto della legge.
Se volesse utilizzare i tabulati telefonici di personalità protette dall’immunità, il pm, anzi il gip dovrebbe inoltrare una richiesta di utilizzazione al Parlamento. Resta inquietante e misterioso il motivo per il quale De Magistris maneggi i tabulati dei vertici della Repubblica.

Una volta che il numero telefonico viene inoltrato al gestore della telefonia mobile o fissa, questo viene trattato con procedure automatizzate, a garanzia della privacy e soprattutto del segreto investigativo.
In questo caso, però, il meccanismo automatizzato si sarebbe «inceppato» e il pescaggio dei tabulati sarebbe avvenuto manualmente.
Diversi responsabili della sicurezza dei gestori della telefonia si sarebbero così resi conto della materia «incandescente» che avevano tra le mani. E come una scossa tellurica, la notizia si è propagata nei «palazzi» della capitale. Ovviamente, la disponibilità di tabulati di migliaia di telefoni utilizzati da «personalità», imprenditori, magistrati, esponenti della intelligence e delle forze di polizia, di semplici cittadini è di per sé una miniera di «informazioni». Secondo gli addetti ai lavori che si occupano di privacy, per certi versi è più importante il tabulato della stessa intercettazione telefonica perché le informazioni che fornisce sono molte di più (il luogo dove si trovava l’utente, chi aveva chiamato prima e dopo quella telefonata, ecc.).

In questi mesi di polemiche al vetriolo tra magistrati di Catanzaro, di indagini ispettive del ministero di Giustizia, i fascicoli aperti alla Prima commissione del Csm, le inchieste giudiziarie sulle ripetute fughe di notizie, l’inchiesta «Why Not» è andata avanti. Il pm De Magistris ha proceduto a perquisizioni e atti d’indagine che hanno messo a soqquadro la politica calabrese e non solo. Lunedì la Sezione disciplinare del Csm dovrà decidere se trasferire «cautelativamente», come chiede il Guardasigilli Mastella, De Magistris e il suo capo, il procuratore Mariano Lombardi. Per (una parte) della società «civile» calabrese De Magistris è un eroe. Se sarà trasferito diventerà un martire. Martire o eroe? In questa partita che si sta giocando tra Roma e Catanzaro, la posta in gioco alla fine è un’altra: la credibilità della giustizia.


LA FORLEO COLLEGATA AD «ANNO ZERO», POSSIBILI SCINTILLE…


Paolo Colonnello per “La Stampa” -
Per la puntata di questa sera di Anno Zero si prevedono scintille.
Dedicata al possibile trasferimento del pm di Catanzaro Luigi De Magistris, potrebbe vedere tra gli ospiti, in collegamento, anche il gip Clementina Forleo.
Il gip dell'inchiesta Bnl e autore dell'ordinanza sulle intercettazio­ni di Massimo D'Alema sta però anco­ra valutando la sua presenza.



Nonostante l'argomento della trasmissio­ne esuli dalla vicenda Bnl, tra gli ospi­ti ci sarà anche Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo;
il timore della Forleo è che in qualche modo il programma possa affrontare anche l'argomento delle intercettazioni.
Il che accadrebbe proprio nel giorno in cui dalla Camera dovrebbe arrivare all'ufficio della Forleo il fascicolo rela­tivo alla posizione di D'Alema, nei cui confronti il Parlamento si è dichiara­to «incompetente».


Dagospia 04 Ottobre 2007



(Il G.I.P. Clementina Forleo in bikini sul mare pugliese - Foto da 'Chi')

tc-3
00giovedì 4 ottobre 2007 11:49
Questa secondo me è la classica donna coi c0gli0ni...
Etrusco
00giovedì 4 ottobre 2007 15:14
Re:
tc-3, 04/10/2007 11.49:

Questa secondo me è la classica donna coi c0gli0ni...




e poveretto il marito quando avrà con lei qualche divergenza di vedute! [SM=x44452]
Etrusco
00sabato 6 ottobre 2007 14:52

Forleo De Magistris



ANNOzero, puntata sul caso del pm di Catanzaro.
Giudici in tv: «Pressioni e isolamento»»
De Magistris: «Ho subito pressioni e intimidazioni». Il Gip Forleo: «Siamo lasciati soli». Il pubblico applaude



ROMA - «Al di là delle ispezioni del ministero, e io rispetto quello che sarà l’esito»,
il pm Luigi De Magistris «sta subendo intimidazioni e pressioni per aver scoperchiato pentole che non andavano scoperchiate
e per aver finalmente lumeggiato sulle cosiddette “toghe lucane” ».

Lo ha detto il gip di Milano, Clementina Forleo, ospite della trasmissione tv «Annozero» condotta da Michele Santoro dedicata al magistrato della procura di Catanzaro nei confronti del quale il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ha chiesto il trasferimento dopo il responso dell'indagine degli ispettori ministeriali.


Un'immagine dall'intervista a De Magistris


POTERI FORTI - «Ho sentito il dovere - ha detto ancora il giudice di Milano - di intervenire come magistrato che, come il collega De Magistris e tanti altri colleghi che operano su quel territorio difficile, ha avuto la sventura di imbattersi di imbattersi più di una volta nei cosiddetti poteri forti o meglio negli interessi collegati ai poteri forti. Sono qui anche come cittadino e come donna del sud perché ben conosco realtà simili in cui De Magistris e colleghi del sud si stanno imbattendo».

ISOLAMENTO - «Dopo aver assunto scelte scomode – si è quasi confidata la Forleo - io e altri colleghi ci siamo ritrovati a non avere più inviti a pranzo o a poter andare a cinema. Poi, i consigli sono tanti; anche oggi qualcuno mi ha telefonato raccomandando: sii prudente. Ma spesso – si è lamentata - il giudice è lasciato solo anche dai propri colleghi».


L'INTERVISTA AL PM - L'intervento del Gip di Milano è stato uno dei punti caldi della trasmissione, basata sul caso De Magistris anche attraverso una lunga intervista al pm di Catanzaro. «Credo di aver subito molte intimidazioni e pressioni proprio dagli ambienti istituzionali - ha detto tra l'altro - Ho segnalato alle sedi competenti lo stillicidio di intimidazioni e pressioni che sto subendo da quando ho cominciato a occuparmi di determinate inchieste». Alla domanda se avesse subito minacce, il magistrato ha precisato di averne ricevuto «pochine» di tipo classico: lettere o proiettili. «A me non piace il magistrato etico che cerca il consenso dell' opinione pubblica - ha spiegato de Magistris -. Le polemiche fanno un po' parte del lavoro. Può pesare ma è una cosa assolutamente naturale». Quanto alle ispezioni, il pm ha detto: «Da circa tre anni senza soluzione di continuità sono sotto ispezione. Ciò da un lato conferma la bontà del lavoro investigativo e processuale che uno sta facendo, dall'altro che ormai da un paio d' anni trascorro un paio di giorni alla settimana a dovermi difendere, soprattutto il sabato e la domenica». De Magistris ha confermato di avere la «tutela» ma ha precisato di utilizzare una vettura blindata «che mi viene fornita senza benzina. Per poterla utilizzare devo metterla io».

www.corriere.it/politica/07_ottobre_04/forleo_santoro.shtml
Etrusco
00lunedì 29 ottobre 2007 16:34


GRILLO, SOCCORSO WEB PER CLEMENTINA DELEGITTIMATA DA VIOLANTE E DA MIELI
“IL CORRIERE È IL POPOLO D'ITALIA CON AL POSTO DI MUSSOLINI I NUOVI POTERI FORTI”
UN SOGGETTO ISTITUZIONALE ALLA FORLEO:GETTA VIA LE INTERCETTAZIONI DI D’ALEMA


1 - LA SOLITUDINE DI CLEMENTINA
Beppe Grillo per www.beppegrillo.it


Paolo Mieli è il direttore del Corriere della Sera. Alcuni dicono che sia uno storico, altri lo credono un giornalista, molti pensano che sia il postino del consiglio di amministrazione di RCS. Paolone ha preso qualche anno fa, in tutta fretta, il posto di Ferruccio De Bortoli che si è rifugiato al Sole 24 Ore. I motivi della sua fuga non sono stati resi noti.
Di sicuro, dopo la sua uscita, la schiena del Corriere si è piegata ancora. Non sembrava possibile, ma Paolone ha fatto il miracolo. Il Corriere è allineato più di Fede, meglio di Riotta.

E’ il Popolo d'Italia con al posto di Mussolini i nuovi poteri forti. Il consiglio di amministrazione di RCS rappresenta la Confindustria e l’Associazione Bancaria Italiana. Cosa fa più paura ai poteri forti in quest’Italia senza guida e senza futuro? La risposta è una sola: la magistratura.
I magistrati che alzano la testa vanno delegittimati.

Sul perchè dei pubblici ministeri rischino la loro vita e quella dei loro cari di fronte all’ignavia dei politici e all’indifferenza (perchè disinformata) di gran parte dell’opinione pubblica non so darmi una risposta.
Non so le ragioni per cui una donna che si batte per far luce sulla vicenda Unipol sia isolata dai politici, diffamata, indotta al silenzio, minacciata e, nonostante tutto, non si arrenda.
(Il giudice Clementina Forleo)

Clementina Forleo ha pianto sabato mentre ritirava il «Premio Borsellino per l'impegno sociale e civile», perché stanca dei continui attacchi e dei tentativi di delegittimazione da parte di un giornale nazionale che da di lei “l'immagine di un fiume in piena e di una pazza”.

Luciano Violante, il companero di D’Alema e Fassino coinvolti nell’inchiesta Uniipol, ha dichiarato ieri: “Un magistrato non deve utilizzare i mezzi d'informazione per cercare consenso o farsi pubblicità”.

La Violante Rossa ha colpito ancora. I magistrati usano i media, quei pochissimi che ancora dicono la verità, per salvarsi la pelle. Più parlano, più rimangono in vita.
Clementina ha ricevuto molte minacce,
una di queste: “Preannunciava entro la fine dell'estate la morte di entrambi i miei genitori, che effettivamente morirono in un incidente stradale il 25 agosto 2005",
considerata una fatalità.
[SM=x44473]



(I tre piccoli diessin, D'Alema, Fassino e Violante)

Un'altra la riguardava direttamente: “Se non fossi stata attenta analoga sorte sarebbe toccata a me e a mio marito". L'incidente fu preceduto da un incendio “doloso” che devastò l'azienda agricola e la casa di famiglia.

2 – PRESSIONI SULLA FORLEO PER SALVARE D’ALEMA
Stefano Zurlo per Il Giornale


Pressioni per non depositare le intercettazioni di D’Alema nell’inchiesta Unipol.

Ecco l’ultimo capitolo, ancora inedito, delle «intimidazioni» di cui Clementina Forleo aveva parlato in tv ad Annozero. Un soggetto istituzionale, nella primavera di quest’anno, la contattò e le suggerì un passo preciso: non depositare in cancelleria i testi delle conversazioni in cui il presidente dei Ds parlava col numero uno di Unipol Giovanni Consorte della scalata di Unipol al Bnl.
Il gip milanese, naturalmente, respinse la proposta e mise a disposizione della parti processuali quei testi; nei prossimi giorni, secondo quanto risulta al Giornale, il gip porterà a conoscenza dell’autorità giudiziaria anche questa storia.

Il 24 ottobre la Forleo aveva presentato un primo corposo esposto al Nucleo operativo dei carabinieri di Milano. Il giudice, esasperato dal clima di tensione creatosi intorno a lei dal 2005, aveva ricostruito una serie di episodi inquietanti ambientati nella sua terra d’origine, Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi: telefonate mute a casa dei genitori, un incidente che aveva distrutto le coltivazioni della proprietà di famiglia estesa per quasi 90 ettari, altri fatti preoccupanti. Soprattutto, la Forleo se l’era presa con l’inerzia dei Pm brindisini e della polizia giudiziaria della città pugliese che, a distanza di oltre due anni, non erano ancora riusciti a scoprire chi fossero i suoi nemici.


In coda, il magistrato aveva aggiunto poche, esplosive righe aprendo un altro, delicatissimo fronte: «Mi riservo, perché non ho al momento raccolto adeguata documentazione, di esporre prossimamente alcuni episodi che potrei definire intimidatori o comunque di pressing del mio operato giurisdizionale, ad opera di soggetti aventi un ruolo istituzionale: episodi verosimilmente connessi all’indagine concernente la scalata Unipol a Bnl».

A chi si riferiva la Forleo?
Il magistrato aveva confidato ad alcune persone, anche colleghi, il tentativo di ammorbidimento da parte del «soggetto istituzionale» e ora il Giornale è in grado di specificare:
qualcuno, probabilmente un uomo di legge, tentò nei mesi scorsi di far finire su un binario morto quelle telefonate che riguardavano, oltre a D’Alema, altri due big dei Ds: Piero Fassino e Nicola Latorre.

In effetti, il gip aveva davanti a sé una possibile via di fuga: di quelle conversazioni non esistevano i brogliacci ma solo audiocassette mai trascritte.
Clementina Forleo tirò dritta per la sua strada: nominò un perito che sbobinò tutte quelle chiamate - relative a tre parlamentari dei Ds e ad altrettanti di Forza Italia - e infine quei dialoghi sono diventati pubblici.
Compreso il brano in cui il numero uno di Unipol Giovanni Consorte dice a D’Alema a proposito della scalata a Bnl: «Massimo, noi ce la mettiamo tutta». E il ministro degli Esteri replica: «Facci sognare, vai».

Ora la Forleo sta scrivendo questa nuova denuncia, sempre in un clima di tensione.
Sabato, a Pescara al termine della cerimonia in cui le è stato conferito il premio Borsellino, si è rifiutata di salire sull’auto blindata dei carabinieri e ha comunicato all’Arma la sua decisione:
«Non voglio più la scorta, tanto non mi tutelate».

Ieri, di ritorno a Milano, la Forleo ha trovato ad attenderla all’aeroporto di Linate i militari. E ancora una volta non ha accettato il passaggio. A casa c’è andata con suo marito.


3 - FORLEO: CONTINUERO' A PARLARE FINCHE' UN EDITTO NON ME LO IMPEDIRA'…
(Adnkronos) -
"Finche’ non ci sara’ un editto che stabilisca quali magistrati possono parlare e quali non possono, quando
possono o non possono farlo, sempre al di la’ della riservatezza sulle questioni legate agli atti d’ufficio, io riterro’ di parlare, come fanno gli altri miei colleghi, assumendomi tutte mie responsabilita’. Ci sono molti magistrati indipendenti che vogliono far sentire la loro voce". Lo ha affermato Clementina Forleo, il gip di Milano criticato da piu’ parti per le sue prese di posizione, a quanto riporta oggi il "Corriere della Sera".

4 - MANCINO (CSM): STUPEFATTO DA CHI VIOLA RISERBO CHE AMAREZZA LA GIUSTIZIA SHOW…
(Adnkronos) -
Aveva deciso di cucirsi la bocca per "dare il buon esempio".

Martedi’ aveva apprezzato le parole di Napolitano che invitava tutti, giudici compresi, alla riservatezza e aveva raccomandato anche ai suoi colleghi di essere "sordi e muti".
Quindi silenzio, anche dopo la trasmissione tv ’Annozero’ con i magistrati Clementina Forleo e Luigi De Magistris.
Poi il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, si e’ accorto, non senza "molta amarezza", che i magistrati continuavano a parlare lo stesso, incuranti di qualsiasi appello.
Ha taciuto ancora per 48 ore, poi ha deciso di raccontare in un’intervista a "La Repubblica" le sue preoccupazioni. Perche’, afferma, "chi dovrebbe essere tenuto al riserbo non vi si attiene".



(Nicola Mancino con Antonio Maccanico - Foto U.Pizzi)

"Nel ruolo di componente della sezione disciplinare, ancor piu’ che in quello di presidente, -dice Mancino- devo mantenermi fuori della mischia, leggere e ascoltare per quanto possibile tutto di tutti, ma non prendere parte a favore di nessuno. Non e’ facile capire come si possa conservare una siffatta neutralita’, ma la ’grazia di Stato’ aiuta. Io questa grazia la avverto, anche perche’ l’ho potuta vivere piu’ di una volta". Riguardo la Forleo e De Magistris e la loro partecipazione ad un’altra puntata di ’Annozero’, Mancino afferma ancora: "Personalmente posso solo richiamare l’articolo 6 del codice deontologico dei magistrati, che recita: ’Nei contatti con la stampa e con gli altri mezzi di comunicazione il magistrato non sollecita la pubblicita’ di notizie attinenti alla propria attivita’ di ufficio’. Altro non desidero dire. E nel particolare non desidero entrare".

Per Mancino, inoltre, bisognerebbe "portare la disciplinare fuori dal Consiglio Superiore della Magistratura" e nella sezione "potrebbero andare ex presidenti della Consulta o della Cassazione". Il vicepresidente del Csm, infine, interviene anche sul sistema elettorale: "Dico da sempre si’ al sistema elettorale tedesco, purche’ sia puro, senza premio e con sbarramento".


Dagospia 29 Ottobre 2007
213.215.144.81/public_html/esclusivo.html
Etrusco
00martedì 30 ottobre 2007 18:23
CLEMENTINA LA "ROMPISCATOLE"

– LE SCENATE IN TV, LE FOTO IN LACRIME, LE MINACCE DALLE ISTITUZIONI: LA FORLEO È “IMPAZZITA”?

– LO SCONTRO CON I CARABINIERI SULLE TELEFONATE MINATORIE: “VOLEVANO FARMI PASSARE PER MITOMANE, ORA CI SONO LE PROVE”...




Paolo Colonnello per “La Stampa”







In questi giorni Clementina Forleo rischia di avvitarsi su se stessa.
I titoloni sui giornali, le comparsate in televisione, le fotografie in lacrime.
«Ma mi ero commossa per il premio alla memoria di Paolo Borsellino, era un momento di tensione emotiva, non ci si può ricamare sopra...».


E adesso la lettera bomba inviata al Prefetto e al Procuratore generale per spiegare la sua rinuncia alla scorta con un attacco frontale all’Arma e a non meglio precisati «personaggi delle istituzioni» che le avrebbero fatto pressioni per non farle ritrascrivere le telefonate dei parlamentari intercettati nell’inchiesta sulle scalate bancarie. «Ma non faccio alcun nome, per ragioni di sicurezza ho riferito alcune circostanze solo ai miei famigliari e a persone del mio entourage».



Un crescendo che nel palazzaccio inizia a infastidire e che a diversi suoi colleghi pare gratuito: in fondo qui non c’è magistrato che non abbia ricevuto minacce e pallottole. E allora perché Clementina continua a lanciare l’allarme? Esagera? E’ impazzita come malignamente qualcuno racconta nei corridoi? No, non lo è. Ma teme l’isolamento: «E’ la cosa che uccide davvero». Chiarisce: «Voglio dirlo una volta per tutte: la morte dei miei genitori non c’entra nulla, quello fu un incidente d’auto. Guidava mio marito e non ho mai pensato a freni manomessi o a cose di questo genere».

Però la morte dei suoi genitori rappresenta uno zenit, la parte finale di un periodo di minacce capitate proprio nel pieno delle sue ordinanze per l’inchiesta della procura sulle scalate bancarie, Antonveneta e Bnl-Unipol.
Era l’agosto del 2005 e sui giornali cominciavano a uscire i primi verbali, le prime intercettazioni sui «furbetti del quartierino»
, i primi squarci di verità sulle responsabilità «istituzionali» del risiko finanziario.

E a Francavilla Fontana, il paese pugliese d’origine di Clementina, i suoi genitori (e il contadino che condivideva il telefono in duplex), venivano svegliati quasi ogni notte da chiamate mute.
Poi un incendio doloso nell’azienda agricola di famiglia.
E quindi le lettere indirizzate al «gip Forleo», insulti, minacce di morte.
In una, arrivata verso fine luglio, anche l’annuncio della morte imminente dei suoi «cari».




(Il gip Forleo sul piccolo schermo)


Eppure in quel periodo la Forleo non era così tesa. Preoccupata, questo sì. Tanto che, un mese prima della morte dei suoi, si rivolse ai carabinieri di Francavilla denunciando queste continue molestie al telefono, la strana concomitanza con le minacce per lettera.
Il risultato è che, a due anni di distanza, si trova scritto sui giornali a nome dell’Arma che «le presunte telefonate di minaccia ricevute dai genitori del giudice» non sono mai esistite.

Quasi un paradosso. «E comunque non penso a un complotto». D’altronde quello che «l’Arma» riferisce è null’altro che l’esito dell’inchiesta condotta dai carabinieri di Francavilla guidati dal tenente Pasquale Ferrari e che viene trasmessa al pm di Brindisi.
La Forleo lo viene a sapere e va su tutte le furie: non ci sta a passare per mitomane.
Chiama il tenente dei carabinieri e ne scaturisce una telefonata di fuoco. Volano parole grosse, urla.
Il tenente l’accusa di voler «pilotare le indagini», mette in vivavoce la telefonata del gip facendola ascoltare a due marescialli e poi presenta querela.

Affida il deposito dell’atto a un avvocato che, così riferisce la stessa Forleo nella denuncia presentata tre giorni fa ai carabinieri di Milano, riceve l’incarico di depositarla «in un giorno stabilito» e «su input di due magistrati di Brindisi, il dottor Santacaterina e il dottor Negro».
In particolare il dottor Santacaterina, così avrebbe confermato il legale davanti a testimoni, «aveva riferito al tenente che “bisognava darmi una lezione, perché stavo rompendo troppo le scatole».


(Clementina)


A dimostrazione che forse Forleo non ha tutti i torti, il gip di Brindisi ordina a settembre di riaprire le indagini e ieri, quando i testimoni indicati dalla giudice milanese sono stati ascoltati dagli inquirenti, è arrivata la conferma delle minacce.
Perché quelle minacce hanno tutte a che fare con la sua attività di gip nell’inchiesta sulle scalate bancarie.

Un’attività che, racconta adesso Forleo, subisce anche da «persone delle istituzioni» delle notevoli pressioni.
In particolare proprio sul deposito delle telefonate di D’Alema, Fassino, Latorre, Cicu, Comincioli e Grillo.
I parlamentari, di entrambi gli schieramenti per i quali poi è nata la polemica sulla richiesta di autorizzazione firmata dalla stessa Forleo.
Hai voglia a far star zitta Clementina. E’ più forte di lei:
«Perché possono parlare solo alcuni e altri devono sempre stare zitti?». Già, perché?


Dagospia 30 Ottobre 2007
213.215.144.81/public_html/articolo_index_35509.html

jfk
00venerdì 2 novembre 2007 18:19
Gente d'Italia
non appena si toccano i poteri politici succede il finimondo
Etrusco
00martedì 6 novembre 2007 15:42
UN GIORNO IN PROCURA

– IERI
LA FORLEO È STATA INTERROGATA PER CINQUE ORE DAI COLLEGHI BRESCIANI: HA RICOSTRUITO GLI “EPISODI INQUIETANTI” DI CUI SAREBBE STATA VITTIMA

– OGGI
SARÀ AL CSM, PER SPIEGARE LE “PRESSIONI ISTITUZIONALI” RICEVUTE…





Oriana Liso per “la Repubblica”


Oltre cinque ore davanti ai colleghi bresciani, che indagano sul proiettile recapitatole per posta il 17 ottobre scorso.
Con loro, il giudice milanese Clementina Forleo ha ricostruito gli «episodi inquietanti» che avevano preceduto quella busta chiusa e che hanno radici lontane, spingendosi fino alla sua terra natale, il brindisino, e fino a una serie di telefonate mute di oltre due anni fa.

Oggi, invece, Forleo avrà altri interlocutori:
i consiglieri della prima commissione del Consiglio superiore della magistratura,
che l´hanno convocata per le diciotto per chiederle conto di alcune affermazioni fatte sulla stampa, riguardo presunte «pressioni istituzionali» che il giudice avrebbe ricevuto durante i mesi caldi delle inchieste sulle scalate bancarie, delle intercettazioni dei politici, della commistione tra i palazzi del potere.


Dichiarazioni che hanno preoccupato Palazzo dei Marescialli, tanto da decidere di aprire un fascicolo per capire meglio quelle parole e quelle accuse, messe nero su bianco - come ha detto la stessa Forleo - soltanto in una lettera all´amico ed ex collega Ferdinando Imposimato.

Nella sede della procura di Brescia - competente per i reati che si consumano a Milano - il giudice Forleo è arrivato ieri pomeriggio, poco dopo le 15,30. Accompagnata dal marito, senza l´ombra della scorta che le era stata rafforzata proprio dopo l´arrivo di quel proiettile e che lei, invece, aveva deciso provocatoriamente di rifiutare pochi giorni dopo.

Un rifiuto che ha creato un caso istituzionale - con la convocazione dei vertici della sicurezza milanese per discutere del caso - e che Forleo aveva motivato così: «Non salirò sulla macchina della scorta fino a quando i vertici dell´Arma dei Carabinieri non mi daranno spiegazioni su quanto ho denunciato sulle protratte condotte omissive di alcuni suoi appartenenti».

Il riferimento, in questo caso, era ai carabinieri di Brindisi
, accusati dal giudice di non aver sufficientemente indagato sulle minacce telefoniche, sulle lettere e sugli avvertimenti ricevuti da lei, suo marito e dai suoi genitori (prima che questi ultimi morissero in un incidente stradale che per il giudice non ha alcuna attinenza con l´oscura vicenda).

Ma alla fine della lunga deposizione davanti al procuratore aggiunto Fabio Salamone e al sostituto Marco Dioni, il giudice è uscito da una porta secondaria, subito raggiunta dalla sua auto di scorta che è partita di gran corsa dietro quella del marito.

Nessuna dichiarazione ai cronisti presenti, ma una lunga e articolata deposizione, che segue un´altra, fatta pochi giorni dopo aver ricevuto il proiettile direttamente nelle stanze del comando provinciale dei carabinieri, in via Moscova a Milano.

Proprio in quell´occasione Forleo aveva aggiunto poche, ma pesanti righe al capitolo delle minacce:
«Mi riservo, perché al momento non ho raccolto adeguata documentazione, di esporre alcuni episodi che potrei definire intimidatori o comunque di pressing sul mio operato giurisdizionale ad opera di soggetti aventi un ruolo istituzionale, episodi verosimilmente connessi all´indagine concernente la scalata di Unipol a Bnl».

Una frase poi spiegata come pressioni per non depositare le intercettazioni dei politici legati a banchieri e imprenditori coinvolti in quella vicenda.
Chi sono questi soggetti istituzionali?
E perché il giudice non aveva finora fatto una denuncia?

Soprattutto di questo dovrebbe trattare la convocazione urgente che oggi porterà il giudice a Roma, davanti ai membri del Csm.

213.215.144.81/public_html/articolo_index_35643.html
=Victor Von Doom=
00mercoledì 7 novembre 2007 10:14

La Clementina ora è prontissima per candidarsi in Forza Italia alle prossime elezioni!!!


Difficile audizione davanti all'organo di autogoverno del gip di Milano.
Attribuisce a distorsioni della stampa le frasi sulle "minacce" subite.
Forleo piange davanti a Csm: "Mai parlato di pressioni da istituzioni".
La Repubblica

ROMA - E' scoppiata più volte in lacrime Clementina Forleo durante la sua audizione davanti alla Prima commissione del Consiglio superiore della magistratura. Un'audizione difficile per il gip di Milano, alla quale hanno partecipato quasi tutti i consiglieri di palazzo dei Marescialli. E ai quelli che volevano saperne di più sulle intimidazioni denunciate, avrebbe spiegato di non aver mai detto di aver subito pressioni da organi istituzionali in occasione di decisioni cruciali sull'inchiesta sulle scalate bancarie. Ma semmai di essere stata fraintesa dalla stampa.

Clementina Forleo è apparsa stanca, provata ed emozionata, al punto da abbandonarsi alle lacrime più volte. "Sembrava un fiume in piena" racconta chi ha partecipato all'audizione. E al centro delle dichiarazioni di Forleo c'è stata soprattutto la vicenda dell'inerzia che ci sarebbe stata a Brindisi, o comunque della lentezza a procedere da parte di chi doveva indagare sulle minacce, le telefonate mute, ricevute da lei e dai suoi genitori, prima che questi morissero in un incidente stradale. Una vicenda che ha spinto il magistrato a rinunciare alla scorta - riconfermata qualche giorno fa dal Comitato per l'ordine e la sicurezza di Milano - in polemica con i vertici dell'Arma dei carabinieri che non avrebbero risposto alle sue domande sulle omissioni che ci sarebbero state in questa indagine.

Quanto invece all'inchiesta sulle scalate bancarie, il gip - incalzata dalle domande dei consiglieri - avrebbe dunque escluso di aver subito pressioni da esponenti delle istituzioni in momenti chiave dell'indagine, come quando si trattava di decidere la sorte delle trascrizioni delle intercettazioni che riguardavano i politici. E avrebbe attribuito alla stampa la responsabilità di aver dato una "rappresentazione fuorviante" della vicenda. Nello stesso tempo si sarebbe lamentata dell'isolamento in cui si sarebbe trovata quando la sua decisione sulla trascrizioni è stata criticata dai politici e, in particolare, del silenzio dell'Anm.

"L'unica impressione è che siamo ben lontani dalla rappresentazione di complotti e intimidazioni data dai giornali", dice alla fine dell'audizione il vicepresidente della Prima commissione, Letizia Vacca, laica di centrosinistra, che spiega che i consiglieri non hanno ancora stabilito se e come andare avanti nella loro istruttoria: "Leggeremo la trascrizione dell'audizione e la prossima settimana decideremo come proseguire, se abbiamo qualcosa da fare". Parole dunque che non escludono che il Csm ora potrebbe anche fermarsi.
(6 novembre 2007)



Come volevasi dimostrare... [SM=x44463]


piperitapatty
00mercoledì 7 novembre 2007 11:46
accidenti mi ha deluso. che usi la solita scusa del fraintendimento della stampa non ci sto. le ha dette lei determinate cose.
peccato [SM=x44471]
-Asmodeus-
00mercoledì 7 novembre 2007 12:10
Perchè non mi stupisce? [SM=x44463]

Passerà all'incasso anche lei.
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