Clericus Cup

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Etrusco
00giovedì 1 marzo 2007 20:06


CLERICUS CUP
Questo è il trofeo per i vincitori della Clericus Cup
,
il torneo di calcio a 11 riservato a seminaristi e Sacerdoti
.
Le formazioni iscritte sono sedici, divise in due gironi.
Si affronteranno in gare di sola andata, ciascuna di due tempi da 30 minuti con un time-out per squadra per tempo.
L'arbitro dispone anche il cartellino azzurro, che decreta l'espulsione temporanea di 5 minuti.
Ad aprire il torneo sabato 24 febbraio alle 11 l'incontro tra i brasiliani dell'Università Gregoriana (quella che ha laureato quelli che poi furono eletti Papi nel '900) e il collegio Mater Ecclesiae, che conta molti messicani.
La fase iniziale (otto partite alla settimana) si disputerà in marzo e aprile sul campo sintetico dell'oratorio di San Pietro, a Roma.
La finale di giugno è prevista allo stadio dei Marmi.
A maggio quarti e semifinali con gare di andata e ritorno.
In campo scenderanno atleti di ben 50 nazioni.


(Max Rossi/Reuters)
Etrusco
00giovedì 1 marzo 2007 21:59
Calcio in Vaticano, la Chiesa scende in campo con la "Clericus Cup"

Si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della Clericus Cup, il primo torneo di calcio organizzato dal Vaticano che dal 24 febbraio vede affrontarsi rappresentative composte da soli preti e seminaristi.
Anche la Santa Sede schiererà una sua formazione dalla maglia gialla e bianca, è stato però precisato che non si può ancora parlare di nazionale vaticana.
Di quest'ultima squadra è stata presentata una maglia numero 10 recante il nome del cardinale Bertone, Segretario di Stato vaticano e grande amante di calcio, che è tra i promotori dell'evento. Sabato 24 febbraio sarà dunque un giorno storico per il calcio e per la chiesa. La gara d’apertura vedrà opporsi sabato prossimo alle 11, i brasiliani della Gregoriana e il collegio Mater Ecclesiae, che conta molti messicani. L'intera regular season (otto partite alla settimana), che si disputerà nei mesi di marzo e aprile, si giocherà sul campo dell'oratorio di San Pietro, La Petriana. La finale sarà a giugno ed è prevista allo stadio dei Marmi. Alla partita conslusiva ci si arriverà con la formula della Champions League: nel mese di maggio quarti e semifinali con gare di andata e ritorno. In campo scenderanno atleti di ben 50 nazioni. Gli italiani saranno ovviamente la parte del leone, ma saranno tante anche le presenze africane e latino-americane, i messicani, i croati, fino a giocatori da Papua, Nuova Guinea e Myanmar. Il presidente del Csi, Edio Costantini, ha commentato oggi: "Vogliamo fare dello sport uno strumento educativo, capace di rispondere al malessere, non solo giovanile, che investe la società. Vogliamo far vedere il calcio giocato bene entro le regole, e far riacquistare alle parrocchie e agli oratori la funzione di punto d’aggregazione per i giovani". Anche il presidente del Coni, Gianni Petrucci, è raggiante: "Si tratta di una iniziativa originale e intelligente che porterà novità nel mondo dello sport - ha detto -. Il vincitore è già sotto gli occhi di tutti. Bisogna sempre tenere insieme l'aspetto sportivo con quello morale ed educativo: sono d'accordo sul fatto che l'oratorio debba ritrovare la sua forza". "Spero che abbiate il sano agonismo - ha concluso Petrucci - per dimostrare che lo sport è divertimento, e spero anche che riusciate a rispettare le decisioni dell'arbitro”. "Lo sport sembra esternamente dividere - ha commentato invece monsignor Carlo Mazza, responsabile dello sport all'interno della Conferenza Episcopale italiana -, ma in realtà unisce le persone. La Chiesa è universale e anche la "Clericus Cup" rappresenta giovani provenienti da tutto il mondo. Credo che ci sia un desiderio profondo di qualcosa di bello e di nuovo. Speriamo di dare una lezione dal vivo di come dovrebbe essere fatto il calcio".

Etrusco
00giovedì 1 marzo 2007 22:01
Altro che oratorio: in Vaticano si gioca la Clericus Cup


La Chiesa che scende in campo, per giocare. Al via sabato prossimo il primo campionato di calcio riservato a preti e seminaristi. Sedici squadre, calciatori di oltre 50 paesi e regole nuove per il torneo vaticano. In attesa della nazionale...



Da tutto il mondo, come si conviene ad un campionato che vuole essere “cattolico”, universale: oltre 50 nazioni rappresentate, e tutti agli ordini di un arbitro che non è vestito di bianco, non parlerà latino, ma sventolerà un cartellino azzurro e fischierà come tutti i direttori di gara più famosi. E non temete, perché a bordo campo non ci saranno le suore pon-pon. Parte sabato prossimo, 24 febbraio, il primo campionato di calcio riservato ai preti e ai seminaristi di tutto il mondo: promosso dal Centro sportivo italiano, ente di promozione di ispirazione cattolica, la Clericus Cup è la serie A vaticana, in attesa che si arrivi, un giorno (chissà!), alla creazione di una nazionale capace di rappresentare lo Stato della Città del Vaticano anche nelle competizioni internazionali ufficiali (se ne è già parlato a lungo, e dall’Uefa tengono le porte aperte…). Ancora la cosa è “prematura”, ma intanto c’è già la maglia: è bianca con bordi gialli e con lo stemma delle chiavi di San Pietro. Il numero 10 è stato assegnato di diritto al segretario di stato, il cardinale Bertone, mentre si lavora già per organizzare la Supercoppa fra la vincitrice della Coppa del Vaticano e la vincitrice della Clericus Cup. Date tempo al tempo, e chissà che un giorno…


Intanto, però, il campionato nazionale: gara inaugurale fra l’Università Gregoriana (e la sua folta rappresentanza di brasiliani) e il Collegio Mater Ecclesiae, che schiera invece un buon numero di messicani: campo di gioco “La Petriana”, il campo sintetico dell’oratorio San Pietro, dove andranno in scena tutte le partite della regular season. Le sedici squadre partecipanti sono state divise in due gironi da otto e si incontreranno in gare di sola andata: proibito il pareggio, in caso di segno “X” si andrà ai calci di rigore, assegnando due punti alla formazione vincitrice e uno a quella sconfitta. Le migliori piazzate accederanno a quarti e semifinali, in programma nel mese di maggio con la formula ad eliminazione diretta con partite di andata e ritorno. Infine, a giugno, la finalissima allo stadio dei Marmi di Roma. Fra le regole del gioco, alcune differenze: due tempi di trenta minuti ciascuno durante i quali ciascuna formazione potrà disporre anche di un time-out, come nel basket. E come nell’hockey, ecco l’espulsione temporanea, della durata di cinque minuti: decretata con un cartellino di colore azzurro.

"Far rientrare lo sport nell'esperienza di vita di sacerdoti e seminaristi - ha detto Edio Costantini, presidente del Csi - è il modo più solido perchè domani abiti nuovamente nei programmi pastorali delle parrocchie e degli oratori". "Vogliamo fare dello sport uno strumento educativo - prosegue - capace di rispondere al malessere, non solo giovanile, che investe la società. Vogliamo far vedere il calcio giocato bene entro le regole, e far riacquistare alle parrocchie e agli oratori la funzione di punto di aggregazione per i giovani". Decisamente soddisfatto il presidente del Coni, Gianni Petrucci: “Si tratta di una iniziativa originale e intelligente che porterà novità nel mondo dello sport - ha detto - Il vincitore è già sotto gli occhi di tutti. Bisogna sempre tenere insieme l'aspetto sportivo con quello morale ed educativo: sono d'accordo sul fatto che l'oratorio debba tornare a ritrovare la sua forza". "Spero che abbiate il sano agonismo - ha concluso Petrucci con una battuta - per dimostrare che lo sport è divertimento, e spero anche che riusciate a rispettare le decisioni dell'arbitro”.


Presente anche mons. Carlo Mazza, responsabile dello sport all'interno della Conferenza Episcopale italiana: “Credo che ci sia un desiderio profondo di qualcosa di bello e di nuovo. Speriamo di dare una lezione dal vivo di come dovrebbe essere fatto il calcio”. E il quasi omonimo ma ben più conosciuto don Antonio Mazzi parla di un “piccolo miracolo”, raccontando di come abbia salvato “molti ragazzi facendoli prima giocare a calcio e poi pregare: se ci fosse don Bosco” – ha detto – “sorriderebbe di fronte a questa grande iniziativa”. Grandi anche gli sponsor, con Ina-Assitalia e Lotto.


La Clericus Cup coinvolgerà queste squadre:
Mater Ecclesiae,
Pontificio Collegio Urbano,
Croati,
Tiberino,
Gregoriana (su 20 giocatori, 19 sono religiosi brasiliani ed uno napoletano),
OMI Team,
North American e PSG (non è il Paris St. Germain ma Pontificio Seminario Gallico)
nel girone A,

e Almo Collegio Capranica,
Redemptoris Mater,
Sedes Sapientiae,
Divino Amore,
Seminario Romano Maggiore,
Vicariato di Roma,
Università Lateranense
e Ordine di S. Agostino
nel girone B.


Sat 2000 assicurerà la copertura televisiva, la Radio Vaticana quella radiofonica. I giocatori tesserati prevengono da oltre 50 nazioni: un giocatore su tre è italiano, ma dai croati ai messicani, dagli africani agli asiatici, sarà rappresentato l’intero globo. Sono quasi tutti romani gli atleti della squadra “Il Vicariato di Roma”, pronti al derby con i vicini della “Pontificia Università Lateranense”. Ma tutti temono la “Gregoriana” e la sua verve brasiliana, come pure il “Pontificio Seminario Gallico”: sono tutti francesi, e la maglia – manco a farlo apposta – è bianca e blu. E se la finalissima di giugno mettesse di fronte, come un anno fa ai mondiali di Germania, italiani e francesi?



Etrusco
00giovedì 1 marzo 2007 22:04
Jesus chiude la porta
Selecao ko contro i seminaristi



Vittoria miracolosa per la formazione dell'Istituto americano Mater Ecclesiae, formata da messicani e colombiani e con un portiere che di nome fa Jesus. Il gruppo misto ha sorpresa ha battuto i brasiliani della Pontificia Università Gregoriana sei a zero


Il campionato di calcio in Vaticano parte subito con un colpo di scena: la piccola nazionale brasiliana della Pontificia Università Gregoriana, infatti, è stata battuta dai seminaristi della Mater Ecclesiae.

I brasiliani della Gregoriana (fatta eccezione per un giocatore, i seminaristi della squadra che gioca in maglia bianca sono tutti del Brasile), al campionato 'Clericus Cup' oragnizzato dal Cis e iniziato oggi all'oratorio San Pietro, sono stati incredibilmente battuti per sei reti a zero dall'Istituto americano Mater Ecclesiae, composto per lo più da messicani, ecuadoregni, colombiani e con un portiere che di nome fa Jesus.

Il fischio di inizio è stato dato dal cardinale Pio Laghi in qualità di presidente del Pontificio Oratorio di San Pietro. Il successivo incontro si è svolto martedì 27 febbraio.
Ad affrontarsi saranno i seminaristi della Pontificia Università Lateranense retta da monsignor Rino Fisichella
e la Sedes Sapientiae
.

Etrusco
00giovedì 1 marzo 2007 22:06
'Pregare con i piedi', è il mondiale in Vaticano

Padre Jose Eduardo Martins ha il codino e il cerchietto di corno tra i capelli, più una barbetta rada: a metà ripresa dribbla di sinistro due avversari sotto la tribuna e fa una veronica perfetta, poi si gira verso gli spalti e tira fuori la linguaccia come Del Piero. Si ride. Zico, che ha perso 6 a 0 ammette che "è un nome pesante da sopportare, ma lo porto con serena rassegnazione". Benvenuti alla Clericus Cup, terra senza tonaca di tocchi divini e trame celestiali.

E' il calcio col saio, il torneo provvidenziale, come ha detto il cardinal Bertone. Qui coi piedi non solo si pensa, come ha scritto Osvaldo Soriano, ma addirittura si prega. Tv dall'America latina alla Germania, fotografi di tutto il mondo, tamburi e bandiere assiepate sulla tribunetta del campo in sintetico della Petriana, sopra S.Pietro, che si affaccia letteralmente sul Cupolone. Gara d'esordio tra gli ispanici del Mater Ecclesiae e i brasiliani della Gregoriana, seminaristi poco più che ventenni contro sacerdoti studiosi quarantenni con la pancetta: è finita 6-0 per i primi.



A fine gara il messicano Cesar Astorga alza la maglietta e mostra una shirt con l'immagine della Vergine impressa: "E' la protettrice dell'America Latina", spiega orgoglioso. Altro che ringraziamenti a ultrà o a purghe varie. L'arbitro, il signor Moretti, stringe le mani a tutti: "Una gara correttissima". Sbloccata da due rigori - davvero 'sacrosanti' - consecutivi fischiati al 22' del pt: primo tiro parato e fallo del portiere sull'attaccante, nuovo tiro dal dischetto e gol di Miranda, nome che rievoca un centravanti del Palermo. E nessuna protesta per il doppio fischio. Allegria e festa, corsa e gioco veri: l'allenatore messicano Marco Rosales del M.E. era medico e allenava in serie C nel suo paese prima di avere la chiamata.

"Sì - ammette - sappiamo di avere giocatori di qualità: Lui li ha chiamati a giocare con noi...", ride divertito guardando il cielo. I brasiliani della Gregoriana finché hanno fiato reggono, poi crollano. Ma è una partita divertente, seria: ci sono addetti ai lavori che affermano: "Livello da eccellenza-promozione, qualcuno potrebbe giocare anche in C". Specie i ragazzi blu del Mater Ecclesiae. Il centrale difensivo camerunense 22/enne Salomon M'Moo è una sorpresa, il migliore in campo: è della stessa tribù di Etòo: "Ho giocato nelle minori dello Yaounde", rivela. In panchina c'è Nsongan Beavdovin, cugino di Omam Biyik che fu ai mondiali di Italia '90. C'è gente che ha giocato nelle giovanili di squadre di serie A del loro paese, più d'uno. E' insomma calcio autentico e tutt'altro che disprezzabile. Battute non mancano quando Reginei José Modolo detto Zico calcia di destro una punizione: "Però, che parabola questo Zico...".


Oppure quando viene ammonito un giocatore e chiede scusa all'arbitro a mani giunte: "Ora si confessa". Ma c'è rispetto massimo e visto l'esordio sarà un torneo divertente. In campo è potenzialmente un 4-3-3, ma padre Rosales spiega che al massimo "possiamo fare una teologia del gioco, non una formula sportiva. Ma noi siamo qui perché vogliamo dimostrare di essere un gruppo e di poter portare i valori del calcio tra la gente, nei barrios...". "Abbiamo perso, ma accettiamo la lezione - ride Martins, provini per il Bahia e l'Atletico Mineiro - la sconfitta come errore da rimuovere". Arreola fa due gol poi si scopre che in Messico giocava in serie B di basket, o che Dino De Paz viene dal Chiapas come De La Cruz, per un popolo che cerca la pace anche nel segno della croce. I seminaristi sono 'indiavolati': "Sfido, giocano almeno un'ora al giorno, sabato e domenica anche due', rivela padre Martinez. Sul 3-0 i bianchi della Gregoriana hanno la lingua di fuori e a nulla serve la supplica di un loro collega sugli spalti,"a questo punto ci vorrebbe un miracolo". Finisce in goleada per i 'ragazzini' del seminario. Dopo la pesante batosta è a rischio la panchina di Joao Evangelista Batista? "Dipende dai tifosi - scoppia a ridere Zico -....Però, se vi siete divertiti, benedite questo calcio". Il terzino destro del M.E. si chiama Pablo Soriano, è messicano: "Osvaldo Soriano ha scritto 'Pensare con i piedi', vero? Noi ci accontenteremmo anche solo di aiutare la gente a pregare con i piedi".
Etrusco
00giovedì 1 marzo 2007 22:07
Si chiama M'Moo Salomon e gioca per il Mater Ecclesiae ha segnato un paio di goal l'altro giorno...diventerà il capocannoniere? :Sm12:





Etrusco
00giovedì 1 marzo 2007 22:10
Clericus Cup, arriva il primo espulso

E' il seminarista salvadoregno Jeronimo Cucufate, al quale oggi è stato mostrato il cartellino rosso, per un'entrata fallosa da dietro, al 16' del primo tempo della partita di Clericus Cup tra il collegio transteverino della Sedes Sapientiae (la sua squadra) e la Pontificia Università Lateranense

Il numero 2 in maglia arancione è stato allontanato dall'arbitro Zavagnini, per azione fallosa da ultimo uomo sulla trequarti difensiva, tra la sorpresa in panchina e sugli spalti.
C'é stata anche una vibrante protesta da parte del tecnico della Sedes Sapientiae, il basco Inaki Yarza, che avrebbe preferito per il suo giocatore il cartellino azzurro dell'espulsione temporanea. Oltretutto Yarza aveva già perso per infortunio al naso il portiere titolare, sostituito da un confratello non di ruolo.

Nonostante l'inferiorità numerica gli 'orange' della Sedes Sapientiae hanno trovato allo scadere del primo tempo (di 30' l'uno) il guizzo vincente con l'altro confratello salvadoregno della squadra, Marcos Tullio Pena, che, dopo un prolungato slalom sulla destra ha infilato in diagonale il portiere della Lateranense, Pierpaolo Caputo.

Nella ripresa, il centravanti della Lateranense, don Carmine Salvato, ha pareggiato al 7' con un bel colpo di testa, poi il vantaggio al 18' è stato realizzato dal polacco Adam Mastowski. In pieno recupero, al 32', il terzo gol è stato segnato ancora da don Salvato, dopo l'espulsione (la seconda nel match e in assoluto del torneo pontificio) per doppia ammonizione del suo compagno Stefano Parasmo.

Una curiosità: delle nove reti finora realizzate sul campo principale della Clericus Cup, quello in erba sintetica della Petriana, si segna solo ad una porta, quella che guarda al Cupolone di San Pietro.

Con le spalle voltate al Vaticano il gol è riuscito solo su rigore: autore Miranda (Mater Ecclesiae), nell'incontro inaugurale del torneo, giocato sabato scorso.


La Pontificia Università Lateranense vince pertanto l'incontro 3-1

Etrusco
00giovedì 1 marzo 2007 22:11
Preti, non agnellini:
due espulsi alla Clericus Cup:
«Buon segno, vuol dire che non sono damerini, che è tutto vero, non è una messa in scena».



Non è dato sapere se fossero rosso cardinalizio o porpora vescovile, quel che è certo è che anche alla Clericus Cup, il torneo riservato a sacerdoti e seminaristi,
sono arrivati i primi cartellini di espulsione, addirittura due nella stessa gara.
E' successo durante l'incontro fra la Sedes Sapientiae e la Pontificia Università Lateranense, girone B. Al 16' del primo tempo un attaccante della Lateranense fugge verso l'area avversaria, il numero 2 della Sapientiae, il seminarista salvadoregno Jeronimo Cucufate, lo insegue e, come avrebbe fatto l'ultimo dei terzinacci, lo falcia da dietro. L'arbitro Zavagnini non ha dubbi: espulsione diretta. Dalla panchina arrivano le proteste del tecnico basco Inaki Yarza che grida: «Arbitro, è azzurro», alludendo al cartellino dell'espulsione temporanea, novità introdotta nella Clericus Cup, ma il direttore di gara è irremovibile.

Nella ripresa anche la Lateranense perde un uomo: il seminarista tricolore Stefano Parasmo, doppia ammonizione. Per la cronaca la gara finisce 3-1 per l'Università con doppietta di don Carmine Salvato. «Buon segno se anche i preti si danno qualche randellata, vuol dire che non sono damerini, che è tutto vero, non è una messa in scena» è il commento divertito di don Claudio Paganini, il sacerdote che segue il torneo come consulente del Csi. Del resto lui di giocatori se ne intende davvero, essendo il cappellano del Brescia

Etrusco
00giovedì 17 maggio 2007 13:48

Scritto da: Ratzigirl 17/05/2007 0.19
Clericus Cup: gioco e goal, ecco le magnifiche quattro



Sabato prossimo in campo le semifinaliste del torneo: Mater Ecclesiae, Sedes Sapientiae, Redemptoris Mater e Lateranense. La cronaca delle gare dei quarti, l’appuntamento per la finale.


Pontificio Collegio Urbano - Sedes Sapientiae 1 - 3 dcr
Croati - Pontificia Università Lateranense 2 - 3
North America - Redemptoris Mater 0 - 1



Le semifinali:

C.I. Maria Mater Ecclesiae - Pontificia Università Lateranense
Redemptoris Mater - Sedes Sapientiae



Emozioni e goal, e quattro squadre volano alle semifinali della Clericus Cup. Un torneo che non poteva non parlare latino, e vede schierate allo sprint Mater Ecclesiae, Sedes Sapientiae e Redemptoris Mater, con la Lateranense a mantenere alto l’onore del “resto del mondo”. Sabato 19 sono in programma le semifinali, con le sfide fra i legionari di Cristo della Mater Ecclesiae e i giovani della Lateranense da un lato e fra i seminaristi trasteverini della Sedes Sapientiae e i neocatecumenali del Redemptoris Mater dall’altro.

Venerdì e sabato scorsi, 11 e 12 maggio, sono andati in scena i quarti di finale. Il portiere ecuadoriano Juan Miguel Castillo, 21 anni, è stato il protagonista del match fra la Sedes Sapientiae e il Collegio Urbano, vinto dai primi solo ai calci di rigore e grazie a due prodezze di Castello. I 60 minuti sessanta minuti dei tempi regolamentari erano terminati sul punteggio di 1-1: con reti per l’Urbano su rigore del birmano Do Kyan nel primo tempo e pareggio nella ripresa del salvadoregno Cucufate, capitano degli arancioni del Sedes Sapientiae. Urbano vicino alla vittoria con un tiro sulla traversa del centravanti congolese Dingida e poi la “lotteria dei rigori”, con quattro errori su altrettanti tiri da parte del Collegio Urbano, e due del messicano Gonzalez e del capocannoniere Peqa per il collegio trasteverino, vittorioso per 3-1.

E’ largo, ma non meno sofferto, il punteggio con cui il Mater Ecclesiae ha eliminato il Pontificio Seminario Romano Maggiore: i legionari di Cristo, per due terzi messicani in campo, volano in semifinale grazie alla rete del salvadoregno Pineta ma soprattutto alla tripletta del bomber boliviano Rolando Laime. Per il Maggiore in gol allo scadere esatto del primo tempo il romeno Cyprian Sascau.

Nel match tra i neocatecumenali del Redemptoris Mater ed il North American Villane, solo una bellissima punizione del numero 10 gialloblù, Piermarini, è riuscito a piegare il forte portiere statunitense Roza. Le speranze Usa sono cessate quando Jaime Gil, il numero 10, asso del seminario a stelle e strisce, è stato costretto ad abbandonare il campo per una lussazione alla spalla. E dopo la gara, neocatecumenali in massa al Family Day: “E’ giusto esserci anche noi, andiamo!”, le parole dell’allenatore a fine gara.

Gara combattuta anche l’ultimo quarto di finale, dove la Lateranense va sopra per 3-0 alla fine del primo tempo (doppietta del forte polacco Tumiel e rete di Di Giandomenico) per poi subire la rimonta, incompleta dei Croati: segnano Volarevic e Antolovic ma non basta: il 3-2 porta in finale la Lateranense.

Al torneo, iniziato lo scorso febbraio, si sono iscritte 18 formazioni: un vero e proprio mondiale con 351 religiosi e seminaristi tesserati, provenienti da 51 Paesi di tutti e cinque i continenti. La finale si giocherà il 26 aprile, ed è annunciata la presenza del segretario di stato vaticano, cardinale Bertone.

I risultati dei quarti di finale:
C.I. Maria Mater Ecclesiae - Pontificio Seminario Romano Maggiore 4 - 1

Etrusco
00mercoledì 3 ottobre 2007 21:41
ORA ET ANCONA



– LA CEI ACQUISTA LA SQUADRA DI CALCIO DEL CAPOLUOGO MARCHIGIANO
(PRIMA IN CLASSIFICA IN C1),
CHE ERA STATA TRAVOLTA DA CALCIOPOLI

– IL CLUB SI È AUTOIMPOSTO UN CODICE ETICO ALL’INSEGNA DEL “FAIR PLAY” E DELL’IMPEGNO SOCIALE.


AMEN…





Giacomo Galeazzi per “La Stampa”



La Chiesa scende in campo.
Per la prima volta nella sua storia, il C.S.I., il centro sportivo della Cei,
ha costituito una cordata di imprenditori cattolici per gestire una squadra di calcio professionistica.

Da oggi l’Ancona, che quattro anni fa giocava in serie A e oggi è capolista del campionato di C1, dipende dal «Centro sportivo italiano»
fondato dall’Azione Cattolica
e i cui responsabili ecclesiali vengono nominati dalla Conferenza episcopale.


Un colpo di scena e una svolta moralizzatrice in una piazza «a rischio» che, tra i fallimenti e le bufere giudiziarie delle presidenze di Edoardo Longarini ed Ermanno Pieroni, è stata una delle culle di Calciopoli.

Adesso, divenuta la «squadra dei preti», adotta, unica in Italia, un Codice Etico all’insegna del «fair play» e dell’impegno sociale. Al decalogo del «progetto Soccer» saranno tenuti ad aderire giocatori, dirigenti e tifosi. In caso di comportamenti non etici, falli gravi, di reazione o intolleranza, i calciatori verranno sanzionati con ore di volontariato; gli utili della società saranno investiti in opere di sostegno per il Terzo Mondo e negli oratori; i giocatori potranno svincolarsi dalla società e i loro contratti seguiranno una linea di equità; i biglietti saranno venduti a prezzi ridotti; i tifosi dovranno rinunciare a comportamenti scorretti con le tifoserie avversarie e ad esporre striscioni offensivi.

«E’ un modo per moralizzare il calcio, per riportare un po’ di etica in un settore che attraversa una grave crisi di valori», spiega l’arcivescovo di Ancona, Edoardo Menichelli, a sua volta calciatore per beneficenza contro la Nazionale cantanti, in occasione della recente visita di Benedetto XVI al santuario di Loreto.

«Scommettiamo sul vero significato dello sport - precisa il presidente del Csi, Edio Costantini -. Vogliamo far sì che il calcio torni ad essere uno strumento educativo e che non sia più ancorato a valori esclusivamente economici. Dimostreremo che per i ragazzi il calcio non è solo un’illusione o un cattivo maestro».

E’ un «importante e delicato esperimento», aggiunge l’assistente spirituale nazionale, don Claudio Paganini, al quale il Csi lavora da tempo. «Sono stato destinato al mio incarico dal cardinale Camillo Ruini e dal segretario generale della Cei, Giuseppe Betori - spiega - l’idea che ha ispirato il progetto di Ancona ci è venuta da due eventi. Il primo è il Giubileo degli sportivi, quando il Papa rilanciò i valori dello sport. L’altro è la “Clericus Cup”, il campionato del Vaticano, un’esperienza molto positiva».

Il presidente dell’Ancona, Sergio Schiavoni ha venduto l’80% della società ad un gruppo di finanziatori milanesi del Csi, ma è rimasto con una quota del 20 per cento «perché condivide lo spirito dell’iniziativa», puntualizza don Paganini. Si comincia dall’Ancona e il sogno è la Nazionale Vaticana, magari per favorire il dialogo con l’Islam e le altre religioni anche attraverso il calcio e lo sport.

Un progetto gradito al segretario di Stato, Tarcisio Bertone, grande esperto di calcio e tifoso juventino, il primo a ipotizzare «una squadra di calcio di serie A del Vaticano, per competere ad armi pari con grandi formazioni come Juve, Inter, Milan, Roma». Il premier della Santa Sede aveva rivelato in varie occasioni di «non escludere» che il Vaticano potesse allestire in futuro «una formazione di calcio di grandissimo valore, allo stesso livello dei club superblasonati».

Fornendo anche alcune indicazioni operative sulla strada da seguire: «Se, ad esempio, valorizzassimo i ragazzi dei nostri oratori e prendessimo tutti gli studenti brasiliani delle nostre università pontificie, potremmo fare una magnifica squadra. Ai Mondiali del ‘90 contai 42 giocatori delle nazionali che erano giocatori in oratori o centri salesiani».

Intanto oggi udienza dal Papa in Vaticano e «cerimonia di consegna della nuova maglia dell’Ancona al Santo Padre», poi al Pontificio Oratorio San Pietro di Roma presentazione ufficiale della prima società professionistica «cattolically correct». E alle 15 partita amichevole tra l’Ancona e la selezione dei migliori calciatori della «Clericus Cup».


Dagospia 03 Ottobre 2007
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