ORA ET ANCONA
– LA CEI ACQUISTA LA SQUADRA DI CALCIO DEL CAPOLUOGO MARCHIGIANO
(PRIMA IN CLASSIFICA IN C1),
CHE ERA STATA TRAVOLTA DA CALCIOPOLI
– IL CLUB SI È AUTOIMPOSTO UN CODICE ETICO ALL’INSEGNA DEL “FAIR PLAY” E DELL’IMPEGNO SOCIALE.
AMEN…
Giacomo Galeazzi per “La Stampa”
La Chiesa scende in campo.
Per la prima volta nella sua storia, il C.S.I., il centro sportivo della Cei,
ha costituito una cordata di imprenditori cattolici per gestire una squadra di calcio professionistica.
Da oggi l’Ancona, che quattro anni fa giocava in serie A e oggi è capolista del campionato di C1,
dipende dal «Centro sportivo italiano»
fondato dall’Azione Cattolica
e i cui responsabili ecclesiali vengono nominati dalla Conferenza episcopale.
Un colpo di scena e una svolta moralizzatrice in una piazza «a rischio» che, tra i fallimenti e le bufere giudiziarie delle presidenze di Edoardo Longarini ed Ermanno Pieroni, è stata una delle culle di Calciopoli.
Adesso, divenuta la «squadra dei preti», adotta, unica in Italia, un Codice Etico all’insegna del «fair play» e dell’impegno sociale. Al decalogo del «progetto Soccer» saranno tenuti ad aderire giocatori, dirigenti e tifosi. In caso di comportamenti non etici, falli gravi, di reazione o intolleranza, i calciatori verranno sanzionati con ore di volontariato; gli utili della società saranno investiti in opere di sostegno per il Terzo Mondo e negli oratori; i giocatori potranno svincolarsi dalla società e i loro contratti seguiranno una linea di equità; i biglietti saranno venduti a prezzi ridotti; i tifosi dovranno rinunciare a comportamenti scorretti con le tifoserie avversarie e ad esporre striscioni offensivi.
«E’ un modo per moralizzare il calcio, per riportare un po’ di etica in un settore che attraversa una grave crisi di valori», spiega l’arcivescovo di Ancona, Edoardo Menichelli, a sua volta calciatore per beneficenza contro la Nazionale cantanti, in occasione della recente visita di Benedetto XVI al santuario di Loreto.
«Scommettiamo sul vero significato dello sport - precisa il presidente del Csi, Edio Costantini -. Vogliamo far sì che il calcio torni ad essere uno strumento educativo e che non sia più ancorato a valori esclusivamente economici. Dimostreremo che per i ragazzi il calcio non è solo un’illusione o un cattivo maestro».
E’ un «importante e delicato esperimento», aggiunge l’assistente spirituale nazionale, don Claudio Paganini, al quale il Csi lavora da tempo. «Sono stato destinato al mio incarico dal cardinale Camillo Ruini e dal segretario generale della Cei, Giuseppe Betori - spiega - l’idea che ha ispirato il progetto di Ancona ci è venuta da due eventi. Il primo è il Giubileo degli sportivi, quando il Papa rilanciò i valori dello sport. L’altro è la “Clericus Cup”, il campionato del Vaticano, un’esperienza molto positiva».
Il presidente dell’Ancona, Sergio Schiavoni ha venduto l’80% della società ad un gruppo di finanziatori milanesi del Csi, ma è rimasto con una quota del 20 per cento «perché condivide lo spirito dell’iniziativa», puntualizza don Paganini. Si comincia dall’Ancona e il sogno è la Nazionale Vaticana, magari per favorire il dialogo con l’Islam e le altre religioni anche attraverso il calcio e lo sport.
Un progetto gradito al segretario di Stato, Tarcisio Bertone, grande esperto di calcio e tifoso juventino, il primo a ipotizzare «una squadra di calcio di serie A del Vaticano, per competere ad armi pari con grandi formazioni come Juve, Inter, Milan, Roma». Il premier della Santa Sede aveva rivelato in varie occasioni di «non escludere» che il Vaticano potesse allestire in futuro «una formazione di calcio di grandissimo valore, allo stesso livello dei club superblasonati».
Fornendo anche alcune indicazioni operative sulla strada da seguire: «Se, ad esempio, valorizzassimo i ragazzi dei nostri oratori e prendessimo tutti gli studenti brasiliani delle nostre università pontificie, potremmo fare una magnifica squadra. Ai Mondiali del ‘90 contai 42 giocatori delle nazionali che erano giocatori in oratori o centri salesiani».
Intanto oggi udienza dal Papa in Vaticano e «cerimonia di consegna della nuova maglia dell’Ancona al Santo Padre», poi al Pontificio Oratorio San Pietro di Roma presentazione ufficiale della prima società professionistica «cattolically correct». E alle 15 partita amichevole tra l’Ancona e la selezione dei migliori calciatori della «Clericus Cup».
Dagospia 03 Ottobre 2007