Come può uno Stato...

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-Asmodeus-
00venerdì 11 maggio 2007 11:01
Smuoviamo un po’ le acque in questo mare di torpore che è diventato l’Attualità...serve della sana polemica. [SM=x44451]

Scusate ma...come può, giuridicamente e non giuridicamente parlando, uno Stato liberale e democratico (Art. 3 Cost.: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso... E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana...") riconoscere e agevolare (otto per mille) organizzazioni che praticano, nella loro organizzazione interna, una discriminazione sessuale? Ovviamente mi riferisco alla Chiesa e ad altre confessioni religiose. Si può derogare ad un principio costituzionale (anche ammesso e non concesso che sia stato addirittura il Cristo a non volere il sacerdozio femminile)? Perché, se io politico sono favorevole all’aborto, finisco giù, e se loro operano discriminazioni sessuali io non posso mandarli a...Poi, naturalmente, non intendo prendere il dettato costituzionale alla lettera (“rimuovere gli ostacoli” ), ma almeno non dovrei agevolare e promuovere le organizzazioni che operano discriminazioni.

Temo che questo tema durerà poco...Io ho cercato comunque di impostarlo in maniera rispettosa. Non è in questione il diritto alla Fede, quanto l’incompatibilità di certi precetti religiosi con i principi liberali e democratici.

Mi raccomando...voglio il sangue. [SM=x44452]
piperitapatty
00venerdì 11 maggio 2007 12:05
tipo la dichiarazione di benny l'altro giorno? "Suore, bando alle comodità!"

mah vabbeh io mi sono espressa già altrove, aspetto qualche altro spunto per attaccarmi.

una sola nota per l'8x1000. ieri ho visto la pubblicità su magazine. in una un bimbo presumibilmente brasiliano (la didascalia diceva i tuoi soldi sono arrivati a san paolo) che occupava tutta la prima pagina poi altre foto, con un don che legge (donazioni al culto), un don che aiuta un poveretto (donazioni ai poveri in italia) e una chiesa (restauro e conservazione del patrimonio)

peccato che la tabellina che riportava la spartizione del denaro fosse un po' sproporzionata con le fotografie [SM=x44455]
mah, a me par sempre più pubblicità ingannevole, ma forse sto uscendo dal discorso [SM=x44461]
[SM=x44475]

[Modificato da piperitapatty 11/05/2007 12.06]

Etrusco
00venerdì 11 maggio 2007 14:32
Re:

Scritto da: -Asmodeus- 11/05/2007 11.01


Scusate ma...come può, giuridicamente e non giuridicamente parlando, uno Stato liberale e democratico (Art. 3 Cost.: "... senza distinzione di sesso... rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana...")
riconoscere e agevolare (otto per mille) organizzazioni che praticano, nella loro organizzazione interna, una discriminazione sessuale?
Ovviamente mi riferisco alla Chiesa e ad altre confessioni religiose.
Si può derogare ad un principio costituzionale ...?
Perché, se io politico sono favorevole all’aborto, finisco giù, e se loro operano discriminazioni sessuali ...
Poi, naturalmente, non intendo prendere il dettato costituzionale alla lettera (“rimuovere gli ostacoli” ), ma almeno non dovrei agevolare e promuovere le organizzazioni che operano discriminazioni.

...



Purtroppo in Italia la politica è inquinata da troppe interferenze esterne
e con l'attuale legge elettorale (che dà enorma importanza a partitucoli/ago di bilancia di centro che con l'1,3% tengono sotto scacco tutto il Parlamento)
la situazione è anche peggiorata.

Q questo punto, visto che l'ultimo Concordato Craxi-Card.Casaroli del 1984
è stato unilateralmente disatteso:
o lo si abroga,
o lo si scrive un altro ex novo.

Nessuno Repubblica Democratica può permettere ingerenze e ricatti politici provenienti da organizzazioni terze o addirittura da uno Stato straniero (che tra l'altro, al suo interno, non offre ottimi esempi da emulare, anzi!).
la micia
00venerdì 11 maggio 2007 19:23
io lo dico da sempre...

l'IGNORANZA è IL TUMORE dell'umanità.

Ci sarebbe rimedio...ma...

fa' comodo...

pensi che sia OT?

Non lo sono...purtroppo ...il potere...di qualunque colore...politico, religioso...o sportivo...porta sempre a DISASTRI!

Etrusco
00sabato 12 maggio 2007 01:17
Re:

Scritto da: la micia 11/05/2007 19.23
io lo dico da sempre...

l'IGNORANZA è IL TUMORE dell'umanità.

Ci sarebbe rimedio...ma...

fa' comodo...




L'ignoranza è un terreno fertile per i politici: possono fare quel che più gli fa comodo e poi infinocchiarci con le più stupide spiegazioni.
Pensa che potrebbero portare un partito da dx al centro
o dalla sx al centro
e senza nemmeno che i loro elettori se ne accorgano [SM=x44461]


la micia
00sabato 12 maggio 2007 15:24
Re: Re:

Scritto da: Etrusco 12/05/2007 1.17


L'ignoranza è un terreno fertile per i politici: possono fare quel che più gli fa comodo e poi infinocchiarci con le più stupide spiegazioni.
Pensa che potrebbero portare un partito da dx al centro
o dalla sx al centro
e senza nemmeno che i loro elettori se ne accorgano [SM=x44461]





potrebbero?
perchè che cosa stanno facendo gia' da un tot???
paperino73
00lunedì 14 maggio 2007 08:17

Scritto da: -Asmodeus- 11/05/2007 11.01
Smuoviamo un po’ le acque in questo mare di torpore che è diventato l’Attualità...serve della sana polemica. [SM=x44451]

Scusate ma...come può, giuridicamente e non giuridicamente parlando, uno Stato liberale e democratico (Art. 3 Cost.: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso... E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana...") riconoscere e agevolare (otto per mille) organizzazioni che praticano, nella loro organizzazione interna, una discriminazione sessuale? Ovviamente mi riferisco alla Chiesa e ad altre confessioni religiose. Si può derogare ad un principio costituzionale (anche ammesso e non concesso che sia stato addirittura il Cristo a non volere il sacerdozio femminile)? Perché, se io politico sono favorevole all’aborto, finisco giù, e se loro operano discriminazioni sessuali io non posso mandarli a...Poi, naturalmente, non intendo prendere il dettato costituzionale alla lettera (“rimuovere gli ostacoli” ), ma almeno non dovrei agevolare e promuovere le organizzazioni che operano discriminazioni.

Temo che questo tema durerà poco...Io ho cercato comunque di impostarlo in maniera rispettosa. Non è in questione il diritto alla Fede, quanto l’incompatibilità di certi precetti religiosi con i principi liberali e democratici.

Mi raccomando...voglio il sangue. [SM=x44452]



La tua tesi si basa su una ipotesi falsa: che nella Chiesa si pratichi la discriminazione sessuale.
Falsa l'ipotesi, falsa la teoria.

Ovviamente l'ipotesi è falsa perchè parte da un presupposto non oggettivo, ossia che l'assenza di discriminazione consista nel fatto che tutti, uomini e donne nel caso, possano fare le stesse cose. Ma questa è solo una tua opinione.

[Modificato da paperino73 14/05/2007 8.18]

lostin
00lunedì 14 maggio 2007 10:32
Effettivamente si tratta di un caso molto particolare, se lo è, di discriminazione sessuale.
Infatti non mi sembra che molti cattolici si oppongano o protestino... in fondo, una sorta di sacerdozio (con molte meno "mansioni pubbliche") all'interno della Chiesa c'è.
!!Carletto!!
00lunedì 14 maggio 2007 11:24
Re:

Scritto da: -Asmodeus- 11/05/2007 11.01
Smuoviamo un po’ le acque in questo mare di torpore che è diventato l’Attualità...serve della sana polemica. [SM=x44451]

Scusate ma...come può, giuridicamente e non giuridicamente parlando, uno Stato liberale e democratico (Art. 3 Cost.: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso... E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana...") riconoscere e agevolare (otto per mille) organizzazioni che praticano, nella loro organizzazione interna, una discriminazione sessuale? Ovviamente mi riferisco alla Chiesa e ad altre confessioni religiose. Si può derogare ad un principio costituzionale (anche ammesso e non concesso che sia stato addirittura il Cristo a non volere il sacerdozio femminile)? Perché, se io politico sono favorevole all’aborto, finisco giù, e se loro operano discriminazioni sessuali io non posso mandarli a...Poi, naturalmente, non intendo prendere il dettato costituzionale alla lettera (“rimuovere gli ostacoli” ), ma almeno non dovrei agevolare e promuovere le organizzazioni che operano discriminazioni.

Temo che questo tema durerà poco...Io ho cercato comunque di impostarlo in maniera rispettosa. Non è in questione il diritto alla Fede, quanto l’incompatibilità di certi precetti religiosi con i principi liberali e democratici.

Mi raccomando...voglio il sangue. [SM=x44452]




...per me la Chiesa è agli sgoccioli, le sue tesi non reggono più, somiglia sempre più ad una setta piuttosto che ad una religione.. [SM=x44464]

p.s. (sempre meglio dei Testimoni del Genova)
-Asmodeus-
00mercoledì 16 maggio 2007 11:26
Re:

Scritto da: paperino73 14/05/2007 8.17


La tua tesi si basa su una ipotesi falsa: che nella Chiesa si pratichi la discriminazione sessuale.
Falsa l'ipotesi, falsa la teoria.

Ovviamente l'ipotesi è falsa perchè parte da un presupposto non oggettivo, ossia che l'assenza di discriminazione consista nel fatto che tutti, uomini e donne nel caso, possano fare le stesse cose. Ma questa è solo una tua opinione.



Concesso.

Ma a me sembra un giudizio più che oggettivo. D'altronde chedere alla Chiesa Cattolica di cambiare è come chiedere all'aristotelismo di essere competitivo con le moderne teorie cosmologiche. Oggigiorno la Chiesa fa marketing appellandosi alla sicurezza data dalla sua immobilità, secoli e secoli fa faceva proseliti appellandosi al suo dinamismo. Si badi bene, non sto parlando di possesso della Verità (assoluta e con la V maiuscola) quello è un assunto di base sempre presente, ma sto parlando della differenza di prospettiva sociale. Oggi chi guarda alla Chiesa guarda al passato perché si sente rassicurato dalla staticità in un clima in cui tutto si muove (e sembra muoversi per il peggio...). Duemila anni fa chi guadava alla Chiesa ci guardava con una prospettiva totalmente diversa perché era lui il nuovo che avanzava e distruggeva implacabilmente ed inesorabilmente il vecchio. Quindi l'evoluzione c'è stata ma è arrivata (come sempre accade) ai suoi limiti fisiologici.
Ci si potrebbe a questo punto chiedere, da un punto di vista puramente "ideologico" che senso ha chiedere alla Chiesa di cambiare su alcuni temi (p.es. sacerdozio delle donne, visto che è da quello che sono partito), quando, molto più facilmente, basterebbe abbracciare qualche confessione riformata? Il fatto è che diventare protestante (o altro) in Italia è molto "scomodo" per tutta una serie di motivi... logistici! Inoltre, ed è forse il punto più importante, oggidì il peso pratico dato alle indicazioni della Chiesa ed ai suoi dogmi, anche dalla maggior parte di coloro che si professano cattolici, è molto basso. Difficilmente un cattolico farà protestante perché gli sembra assurdo qualche dogma di cui probabilmente ignora l'esistenza ed il contenuto, di fatto lui è già protestante all'atto pratico quando si fa una religione personale a suo uso e consumo (e nessuno lo manda più al rogo per questo). Diventare protestante gli complicherebbe solo la vita perché dovrebbe sciropparsi parecchi chilometri in più per assistere al servizio domenicale...

Tutto ciò rende comunque la Chiesa molto potente, perché un soldato indisciplinato è comunque meglio di nessun soldato e questo si ripercuote sui rapporti di forza relativi in Italia.
paperino73
00mercoledì 16 maggio 2007 11:43
Re: Re:

Concesso.


[SM=x44499]


Ma a me sembra un giudizio più che oggettivo. D'altronde chedere alla Chiesa Cattolica di cambiare è come chiedere all'aristotelismo di essere competitivo con le moderne teorie cosmologiche. Oggigiorno la Chiesa fa marketing appellandosi alla sicurezza data dalla sua immobilità, secoli e secoli fa faceva proseliti appellandosi al suo dinamismo. Si badi bene, non sto parlando di possesso della Verità (assoluta e con la V maiuscola) quello è un assunto di base sempre presente, ma sto parlando della differenza di prospettiva sociale. Oggi chi guarda alla Chiesa guarda al passato perché si sente rassicurato dalla staticità in un clima in cui tutto si muove (e sembra muoversi per il peggio...). Duemila anni fa chi guadava alla Chiesa ci guardava con una prospettiva totalmente diversa perché era lui il nuovo che avanzava e distruggeva implacabilmente ed inesorabilmente il vecchio. Quindi l'evoluzione c'è stata ma è arrivata (come sempre accade) ai suoi limiti fisiologici.


Condivido l'analisi fatta, tranne la conclusione. Non credo nè che la Chiesa sia arrivata ai limiti fisioligici del cambiamento, nè che ora sia immobile. Si muove solo più lentamente. Oppure, che è la stessa cosa per il principio della relatività dei punti di riferimento, il mondo si muove più velocemente e la Chiesa sembra lenta o addirittura immobile.


Ci si potrebbe a questo punto chiedere, da un punto di vista puramente "ideologico" che senso ha chiedere alla Chiesa di cambiare su alcuni temi (p.es. sacerdozio delle donne, visto che è da quello che sono partito), quando, molto più facilmente, basterebbe abbracciare qualche confessione riformata? Il fatto è che diventare protestante (o altro) in Italia è molto "scomodo" per tutta una serie di motivi... logistici! Inoltre, ed è forse il punto più importante, oggidì il peso pratico dato alle indicazioni della Chiesa ed ai suoi dogmi, anche dalla maggior parte di coloro che si professano cattolici, è molto basso. Difficilmente un cattolico farà protestante perché gli sembra assurdo qualche dogma di cui probabilmente ignora l'esistenza ed il contenuto, di fatto lui è già protestante all'atto pratico quando si fa una religione personale a suo uso e consumo (e nessuno lo manda più al rogo per questo). Diventare protestante gli complicherebbe solo la vita perché dovrebbe sciropparsi parecchi chilometri in più per assistere al servizio domenicale...


Anche io mi chiedo che senso ha chiedere alla Chiesa di cambiare su alcune cose.
Anche se non è escluso che lo faccia (p.es. recentemente un cardinale di non so cosa ha ribadito che il celibato dei sacerdoti non è un dogma ma una regola, credo che lo stesso valga per il sacerdozio femminile ma non ne sono certo), io credo che i tempi debbano essere quelli interni all'organizzazione. Presupponendo, come ho già detto, che la Chiesa non sia immobile.
L'argomentazione sul farsi protestante è molto interessante - e te lo dice uno che si è interessato molto delle altre confessioni cristiane [SM=x44458] - soprattutto quello che ho evidenziato.
Ma sai, il problema sta tutto nel fatto che è più facile "dirsi" qualcosa che pensare a cosa vuol dire "essere" qualcosa. Se poi oltre a facile diventa anche utile non c'è più speranza [SM=x44463]
(p.es. - pensa quanti dicono "io sono comunista" [SM=x44452] )


Tutto ciò rende comunque la Chiesa molto potente, perché un soldato indisciplinato è comunque meglio di nessun soldato e questo si ripercuote sui rapporti di forza relativi in Italia.


Concordo. Anche se questa non è una colpa della Chiesa.
Come dice Vittorio Feltri: la Chiesa parla, ma se poi non ci fosse nessuno che la ascolta non avrebbe peso nella politica italiana.
-Asmodeus-
00mercoledì 16 maggio 2007 12:17
Re: Re: Re:




Condivido l'analisi fatta, tranne la conclusione. Non credo nè che la Chiesa sia arrivata ai limiti fisioligici del cambiamento, nè che ora sia immobile. Si muove solo più lentamente. Oppure, che è la stessa cosa per il principio della relatività dei punti di riferimento, il mondo si muove più velocemente e la Chiesa sembra lenta o addirittura immobile.



Passi, ma all'atto pratico siamo vicini all'immobilità.


Ma sai, il problema sta tutto nel fatto che è più facile "dirsi" qualcosa che pensare a cosa vuol dire "essere" qualcosa. Se poi oltre a facile diventa anche utile non c'è più speranza [SM=x44463]
(p.es. - pensa quanti dicono "io sono comunista" [SM=x44452] )



[SM=x44452]


Concordo. Anche se questa non è una colpa della Chiesa.
Come dice Vittorio Feltri: la Chiesa parla, ma se poi non ci fosse nessuno che la ascolta non avrebbe peso nella politica italiana.



Verissimo, ma vero anche che viene ascoltata perchè parla...qui rimarremo perennemente nella nostra trincea di appartenenza. [SM=x44450]
bremaz
00mercoledì 16 maggio 2007 13:30
Re:

Scritto da: paperino73 14/05/2007 8.17


La tua tesi si basa su una ipotesi falsa: che nella Chiesa si pratichi la discriminazione sessuale.
Falsa l'ipotesi, falsa la teoria.

Ovviamente l'ipotesi è falsa perchè parte da un presupposto non oggettivo, ossia che l'assenza di discriminazione consista nel fatto che tutti, uomini e donne nel caso, possano fare le stesse cose. Ma questa è solo una tua opinione.

[Modificato da paperino73 14/05/2007 8.18]




scusa se tiro fuori un post vecchio di due giorni ma non mi sono potuto esimere dallo scannatoio.... sentivo odore di sangueeeeeeeeee [SM=x44456]

Però la chiesa ragionandoci una certa forma di discriminazione la fa, e spiego il perchè...

fermo restando che donne e uomini sono fisicamente e attidutinalmente, parlando per vie generali logicamente, diversi gli uni dagli altri, è normale che essi adempiano a compiti diversi.
Succede anche nella ns società... penso ad esempio all'accesso a certi lavori

Se sei uomo vedo difficile ad esempio che tu possa trovare lavoro come hostess
anche se molte barriere stanno cadendo...

Però la discriminazione nella chiesa risiede tutta nell'accesso al potere
che è di fatto impossibilitato per le donne, relegate al ruolo di assistenti negli uffici di potere
è impossibile per una donna accedere ad un ruolo di potere... e non è così proprio per ogni religione, semmai per le religioni del libro

Fermo restando che la chiesa in quanto religione ha il diritto di organizzarsi internamente come vuole... come stato fa un pò impressione che venga tutelato da un concordato
essendo di fatto una oligarchia dove le donne non hanno diritto all'accesso


Questa secondo me è una forma di discriminazione [SM=x44450]



Adesso diamo il via alla battaglia.... sangueeeeeee [SM=x44451]
[SM=x44456]
paperino73
00mercoledì 16 maggio 2007 13:39
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: -Asmodeus- 16/05/2007 12.17
Verissimo, ma vero anche che viene ascoltata perchè parla...qui rimarremo perennemente nella nostra trincea di appartenenza. [SM=x44450]



... e meno male che rimaniamo in due trincee diverse !
pensa se scoprissi di pensarla come te: come minimo avrei una crisi di identità [SM=x44455]
paperino73
00mercoledì 16 maggio 2007 13:42
Re: Re:

Scritto da: bremaz 16/05/2007 13.30
Però la discriminazione nella chiesa risiede tutta nell'accesso al potere che è di fatto impossibilitato per le donne, relegate al ruolo di assistenti negli uffici di potere è impossibile per una donna accedere ad un ruolo di potere... e non è così proprio per ogni religione, semmai per le religioni del libro



Il tuo ragionamente - di principio - non regge:
gli uomini nella Chiesa (comprese le gerarchie ecclesiastiche) non gestiscono un potere ma svolgono un servizio. [SM=x44454]

... poi si sa che la teoria e la pratica sono spesso differenti ...
bremaz
00mercoledì 16 maggio 2007 13:46
Re: Re: Re:

Scritto da: paperino73 16/05/2007 13.42


Il tuo ragionamente - di principio - non regge:
gli uomini nella Chiesa (comprese le gerarchie ecclesiastiche) non gestiscono un potere ma svolgono un servizio. [SM=x44454]

... poi si sa che la teoria e la pratica sono spesso differenti ...



nel momento in cui fanno da intermediari tra Dio e le genti, è vero, è un "servizio"

ma non quando gestiscono gli affari di uno stato.

E le donne sono giuridicamente, nello stato vaticano, che è il braccio temporale dell'istituzione religiosa Chiesa, escluse da ruoli dirigenziali [SM=x44452]

Quindi il problema ha una doppia faccia: dal punto di vista religioso il problema non sussiste, da quello amministrativo (anche la gestione di una parrocchia ad es.) la contraddizione c'è [SM=x44450]
paperino73
00mercoledì 16 maggio 2007 13:48
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: bremaz 16/05/2007 13.46
nello stato vaticano, che è il braccio temporale dell'istituzione religiosa Chiesa



Lo Stato Italiano sovvenziona l'istituzione religiosa, non lo Stato Città del Vaticano.
bremaz
00mercoledì 16 maggio 2007 13:53
Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: paperino73 16/05/2007 13.48


Lo Stato Italiano sovvenziona l'istituzione religiosa, non lo Stato Città del Vaticano.



Ecco qua qual è il problema

Essendo un'istituzione religiosa
Gli eventuali finanziamenti dovrebbero essere regolati da un'intesa
generale e non pensata per il soggetto, più impersonale

Mentre è regolata da un concordato con uno stato estero non con un'istituzione religiosa.
Questa è la differenza fondamentale che mina la validità costituzionale ai sensi dell'art.3 come ricorda asmodeus, del concordato [SM=x44458]
paperino73
00mercoledì 16 maggio 2007 15:38
Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: bremaz 16/05/2007 13.53


Ecco qua qual è il problema

Essendo un'istituzione religiosa
Gli eventuali finanziamenti dovrebbero essere regolati da un'intesa
generale e non pensata per il soggetto, più impersonale

Mentre è regolata da un concordato con uno stato estero non con un'istituzione religiosa.
Questa è la differenza fondamentale che mina la validità costituzionale ai sensi dell'art.3 come ricorda asmodeus, del concordato [SM=x44458]



resto un po' perplesso dalla tua impostazione logica.
ci penso e poi ti faccio sapere

[SM=x44473] [SM=x44475] [SM=x44473]

ps - non so cosa centri, ma se ti fa felice saperlo anche io abolirei il concordato.
bremaz
00mercoledì 16 maggio 2007 15:51
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: paperino73 16/05/2007 15.38


resto un po' perplesso dalla tua impostazione logica.
ci penso e poi ti faccio sapere

[SM=x44473] [SM=x44475] [SM=x44473]

ps - non so cosa centri, ma se ti fa felice saperlo anche io abolirei il concordato.



pensaci [SM=x44462]

non sono stupito dal fatto che anche tu aboliresti il concordato: questa idea me la diede in quarta superiore il mio prof di diritto, cattolico, mentre studiavamo sul libro di zagrebelsky

a dire il vero, non mi "aizzò" ad abolire il concordato.
Semplicemente, spiegò il passo del libro dove si parlava di intese e concordati.
Poi mi sono informato nel dettaglio e ho costruito una mia idea [SM=x44450]
paperino73
00mercoledì 16 maggio 2007 16:52
Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: bremaz 16/05/2007 13.53


Ecco qua qual è il problema

Essendo un'istituzione religiosa
Gli eventuali finanziamenti dovrebbero essere regolati da un'intesa
generale e non pensata per il soggetto, più impersonale

Mentre è regolata da un concordato con uno stato estero non con un'istituzione religiosa.
Questa è la differenza fondamentale che mina la validità costituzionale ai sensi dell'art.3 come ricorda asmodeus, del concordato [SM=x44458]



il limite del ragionamento, o il paradosso, sta nell'unicità del caso dello Stato Vaticano, che è sì uno Stato estero - per cui va bene un accordo tipo concordato e verso il quale lo Stato italiano non può avanzare nessuna pretesa - ma che ha "diramazioni" nella società italiana tramite associazioni ed enti giuridici (le parrocchie).
Per cui credo che lo stato italiano faccia un accordo con la CV che regola e dirige questi enti per non poterlo fare con tutti loro singolarmente.
Io non trovo applicabile il tuo ragionamento, perchè l'applicazione del principio costituzionale si dovrebbe applicare alle manifestazioni nazionali della CV, ossia a quello che noi abbiamo definito l'istituzione, e non allo Stato in sè come stato estero - verso il quale l'Italia non ha "giurisdizione".

Per quanto riguarda il finanziamento dell'8xmille esso viene regolato da un'intesa generale che comprende altre istituzioni, per cui oggi non è più una relazione stato-chiesa. Forse era più discutibile all'inizio, ma ormai è slegato dalla relazione particolare.

spero di essermi spiegato. [SM=x44465]
bremaz
00mercoledì 16 maggio 2007 17:00
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: paperino73 16/05/2007 16.52


il limite del ragionamento, o il paradosso, sta nell'unicità del caso dello Stato Vaticano, che è sì uno Stato estero - per cui va bene un accordo tipo concordato e verso il quale lo Stato italiano non può avanzare nessuna pretesa - ma che ha "diramazioni" nella società italiana tramite associazioni ed enti giuridici (le parrocchie).
Per cui credo che lo stato italiano faccia un accordo con la CV che regola e dirige questi enti per non poterlo fare con tutti loro singolarmente.
Io non trovo applicabile il tuo ragionamento, perchè l'applicazione del principio costituzionale si dovrebbe applicare alle manifestazioni nazionali della CV, ossia a quello che noi abbiamo definito l'istituzione, e non allo Stato in sè come stato estero - verso il quale l'Italia non ha "giurisdizione".

Per quanto riguarda il finanziamento dell'8xmille esso viene regolato da un'intesa generale che comprende altre istituzioni, per cui oggi non è più una relazione stato-chiesa. Forse era più discutibile all'inizio, ma ormai è slegato dalla relazione particolare.

spero di essermi spiegato. [SM=x44465]



Hai individuato il problema un'altra volta...

come tu dici giustamente il Vaticano ha una particolarità, oltre ad essere religione è anche stato, con le sue diramazioni giuridiche.
In pratica, avalla dei diritti territoriali sugli immobili di sua proprietà nel nostro paese.
E non ci riferiamo ad ambasciate, ma a migliaia di chiese ed edifici [SM=x44464]
Quindi per questo si rende necessario un concordato, il cui problema è confondere la sfera del diritto e della tutela dello stato estero (sembra quasi un patto di non aggressione) con la sfera religiosa.

Insomma, il concordato dovrebbe essere abolito e sostituito da un'intesa in campo religioso, e da vari accordi per ciò che riguarda le questioni burocratiche e territoriali.
D'altronde, la chiesa possiede immobili in tutta europa, ma solo in italia esiste un concordato.
Ciò significa che esistono altri modi più rispettosi del suddeto art.3 per garantire i diritti alla confessione religiosa, e in maniera distinta il riconoscimento dello stato
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