CLAMOROSO - Troppi Casini, Udc C’est Fini (Articolo del 24 giugno 2015 di Franco Bechis)
Scrivono i membri del collegio sindacale di avere raccomandato inutilmente “in occasione delle nostre visite periodiche la drastica riduzione immediata delle spese di gestione correnti, nonchè della pressochè inesistente contribuzione degli iscritti e simpatizzanti, sia persone fisiche che giuridiche comoresi Deputati, Senatori, Eletti e Nominati appartenenti al partito”. Ma non è accaduto nulla. Ultimo disperato appello: “Si invita il partito al reperimento di contribuzioni onde evitare ulteriori nuovi aggravi sul patrimonio ed evitare il blocco della continuità aziendale della Associazione che comprometterebbe l’erogazione dei residui contributi elettorali”. Fosse una società, l’Udc sarebbe a un passo dal portare i libri in tribunale. Certo, il partito fondato da Pierferdinando Casini e guidato da Lorenzo Cesa (nella foto) sembra davvero a fine corsa...
La relazione del collegio sindacale al bilancio 2014 dell’Udc fotografa un partito in stato pre-fallimentare. Se ne rende conto anche la società di revisione, la Moore Stephens Sicilia srl, che scrive: “il Partito ha chiuso l’esercizio con una perdita netta di euro 1.941.558 euro. Questo risultato incrementa notevolmente il disavanzo del patriomonio netto. Tale circostanza indica l’esistenza di un’incertezza rilevante che può fare sorgere dubbi significativi sulla continuità aziendale del Partito anche a seguito di quanto evidenziato e suggerito dal collegio sindacale”. I numeri non lasciano scampo, anche perchè le casse del partito non hanno di fatto più entrate: 176.712 euro in tutto nel 2014. Ma di questi 71.988 euro sono entrate straordinarie, non ripetibili. Le quote associative valgono 12.790 euro. I rimborsi delle spese elettorali ammontano a 31.195 euro. Dal 2 mille Irpef sono arrivati appena 3.084 euro: significa che nemmeno gli eletti del partito hanno barrato la casella del 2 per mille Irpef a favore dell’Udc.
Lorenzo Cesa (segretario UDC) e Pier Ferdinando Casini (leader UDC)
Nemmeno i contributi privati questa volta aiutano: arrivano 56.655 euro da persone fisiche (l’anno precedente erano stati 563.500 euro) e appena mille euro da persone giuridiche (nel 2013 erano 950 mila euro). Significa che anche il suocero di Casini, Francesco Gaetano Caltagirone così come gli altri membri della famiglia hanno chiuso il portafoglio, che generosamente aveva finanziato l’Udc negli anni precedenti. Il patrimonio netto del partito è oggi negativo per 2.692.994 euro. E non bastano liquidi in cassa e crediti esigibili in futuro per pareggiarlo: i primi ammontano a 451.092 euro, i secondi a 752.669 euro. Ci vuole un cavaliere bianco. Se Caltagirone si è tirato indietro, l’unica speranza è Angelino Alfano, il leader del Ncd con cui Udc dovrebbe fondersi. Ma si caricherà lui quel milione e mezzo di euro che manca all’appello?