“LA SIGNORA CARFAGNA HA USATO IL SUO CORPO PER ARRIVARE DOVE È ARRIVATA”
SVENTOLANDO CALENDARI L’ETERA CARLA RIBATTE ALLA LEZIONE DI SESSO-IPOCRISIA
“CHE REATO È? DIAMO ALLA GENTE QUELLO CHE VUOLE, SI VA IN GALERA PER QUESTO?”
1 - CARLA CORSO:
"ORRORE PER CHI VENDE IL CORPO? IL MINISTRO HA USATO IL SUO PER I CALENDARI"…
Carla Corso tra Irene Pivetti e Daniela Santanchè
foto U.Pizzi
Da “la Repubblica” -
«La signora ha usato il suo corpo per arrivare dove è arrivata, facendo calendari. Basta aprire Internet per vedere le sue grazie». Così ha risposto Carla Corso, una delle fondatrici del Comitato dei diritti delle prostitute, alle affermazioni fatte dal ministro Mara Carfagna che ha detto di provare «orrore per chi vende il proprio corpo». La leader delle prostitute ha aggiunto: «Per questo non capisco il senso delle sue dichiarazioni e neanche di Forza Italia che credevo un partito laico. E poi, certo, chi lo vende sulle strade lo vende per poco, non tutti possono venderlo bene. Insomma ognuno lo vende come può».
Secondo la Corso: le misure che sono state varate contro la prostituzione renderanno «più invisibili le prostitute e più in balia degli sfruttatori. I trafficanti toglieranno le donne dalla strada ma metteranno in piedi appartamenti dove farle lavorare e lo faranno con il beneplacito del governo».
2 - SULLA SALARIA TRA PAURA E IRONIA "BATTEREMO ALLA FERMATA DEL BUS"…
Massimo Lugli per “la Repubblica”
By Bastardidentro.it
«In galera? E che rubiamo?». Aljna schizza la sigaretta a tre metri di distanza con aria annoiata e la riassume così. Avrà vent´anni al massimo, una faccia simpatica e un po´ insolente e sembrerebbe una monella qualsiasi se non fosse che indosso ha solo una maglietta. «Non ci credo. Hanno messo le telecamere, eccole là - continua indicando un cavalcavia su cui campeggiano gli "occhi" elettronici che avrebbero dovuto allontanare i clienti - e continuiamo a lavorare. Ci portano in caserma, ci passiamo la notte e il giorno dopo ricominciamo. Qui da voi è sempre così: solo bla bla bla. Quelle come noi ci saranno sempre». Saggezza da marciapiede.
Via Salaria, duecento metri oltre il Gra, ore 18,30. È l´ora del rientro per i pendolari che tornano nei paesi e nelle borgate di Roma nord e si lavora parecchio. I gruppetti delle albanesi sono sparpagliati nelle due direzioni, andata e ritorno. Arrivano in tuta o jeans, si nascondono in qualche angolo, si vestono (meglio, si spogliano) e si piazzano ai loro posti. La strada più frequentata dalle lucciole, in questi ultimi anni, ne ha viste proprio di tutte: telecamere, pattuglioni, operazione "strade sicure", proteste dei residenti, divieti di fermata, pullmini della solidarietà, mediatori culturali. Acqua sulla roccia. E anche la prospettiva del carcere per due settimane o di una multa da 3 mila euro non spaventa nessuna.
«Io batto, è vero e allora? Che è, un reato stare per strada? -
ironizza Sandra, una bruna in carne - come fanno a dire che lavoro se non mi beccano col cliente?
E se mi metto alla fermata e dico che sto aspettando l´autobus? Che è, reato?».
Nessuna, ovviamente, sa del giro di vite prospettato dal ministro Mara Carfagna e bisogna spiegare bene. «Ma che stai a dì?» è la reazione più comune. Parecchie non hanno nessuna voglia di parlare: contrattano la prestazione, ma subito la conversazione si arena. Ma qualcuna ascolta. E s´arrabbia.
«Io so´ venuta per lavorare - spiega una bruna filiforme tutta in giallo con una specie di legaccio da schiava, in un romanesco approssimativo -
so´ finita a batte perché tanto dovunque andavo me se volevano fa´, tanto vale farsi pagare. E mo´ mi arrestano? Non ci credo».
Nessuna ammette di avere un protettore, tutte giurano che, appena messo da parte un gruzzolo per la casa, i figli, la mamma malata, se ne torneranno in Romania. Le solite storie, le bugie raccontate a catena, senza neanche un po´ di convinzione ai poliziotti, agli operatori che tentano di farle uscire dal giro e, adesso, al cronista di turno.
«Io non ci credo che arrestano pure i clienti - fa una biondina con la coda di cavallo appena scesa da una vecchia Punto color polvere - se la prendono con noi perché siamo straniere e non contiamo niente ma, sai come si dice: cane non mangia cane.
Quelli che fanno le leggi poi la sera ci vengono a cercare per una sveltina in macchina».
l'ex Onorevole Cosimo Mele (UDC)
Crocchi di tre, quattro ragazze che fumano, telefonano, si esibiscono a rischio di tamponamenti a catena. Sempre così.
Ecco Vanessa, un trans brasiliano da vent´anni sulla strada che sembra un monumento alla prostituzione e fa gli straordinari per le rate della Mini. Alla notizia che tra un po´ potrebbe finire in cella reagisce con umorismo tutto carioca. «La gente vole sexo e noi gli diamo sexo, e allora? Ste storie mi fanno ridere. Io ciò i documenti, so´ sposata con un´italiana (probabilmente una vecchietta che non ha mai visto in vita sua n.d.r.), in galera non mi ci possono mettere».
«Italianissima, pornostar, anche padrona. Ambiente climatizzato». Angela ha una bella voce roca e sensuale e non si stupisce più di tanto se al telefono non è il masochista di turno, ma un giornalista. Lavora solo a casa (senza portiere) e, almeno lei, è perfettamente d´accordo col ministro. «Era ora: le devono cacciare tutte quelle zozzone che portano solo malattie» s´arrabbia come un sindaco leghista. Poi taglia corto. In sottofondo si sente lo squillo discreto di un campanello. Avanti il prossimo.
12 Settembre 2008
Staremo a vedere
Spero solo che la situazione per le schiave del sesso non peggiori ancor più di quel già che è, dando via ad una caccia alle streghe...