Re:
Nikki72, 08/05/2009 15.54:
nessun danno, tranquilli. ...
Non sembra proprio, anzi...
per la cronaca:
E il tarlo del Cavaliere
ora è stravincere alle Europee
Giorni di umore nero
nel timore di conseguenze elettorali legate alla crisi familiare
I consigli di Confalonieri, che l’ha invitato a far spostare l’attenzione dalle vicende personali alle questioni politiche
Il consenso è sempre in prestito, e non c’è dubbio che gran parte del Paese continui a investire su Silvio Berlusconi.
Ma da due settimane qualcosa è cambiato, e la «sindrome del tarlo» si è insinuata nella mente del premier,
intaccando l’immagine di chi si sentiva ormai «il presidente di tutti gli italiani».
Per certi versi Berlusconi l’aveva previsto, «con sondaggi così alti posso solo scendere»,
ma immaginava che le difficoltà sarebbero arrivate per questioni di governo o per iniziativa dell’opposizione.
Invece, proprio in coincidenza con il primo compleanno del suo esecutivo, è costretto a fronteggiare una
crisi familiare che è tracimata nell’ambito politico, incidendo sull’umore e interferendo con l’azione.
C’è un tarlo che mina in queste ore il suo stato d’animo e che alla lunga rischia di eroderne l’immagine dinanzi all’opinione pubblica. Cosa già vista e vissuta,
non è un caso se ha evocato la parabola del
2001 come a esorcizzarla.
Francesco Cossiga, che giorni fa gli ha reso visita, conosce l’Italia delle piazze Venezia e dei piazzali Loreto, sa quali sono i sintomi della «sindrome del tarlo» e quali possano essere gli effetti:
«Alle Europee, con una vittoria elettorale, è chiaro che Berlusconi potrà spazzare tutto via.
Nella democrazia dei numeri chi prende i voti prende il banco.
Ma il premier — ecco il punto — d’ora in avanti dovrà stare attento, perché al primo scivolone gli italiani gli faranno pagare anche questa vicenda, e con gli interessi».
Perciò il Cavaliere deve scongiurare l’evenienza, deve impedire che il tarlo lo logori politicamente dall’interno.
Fedele Confalonieri, l’amico di una vita, è consapevole del problema, fin dall’inizio l’ha invitato a tenere i toni bassi sulla questione familiare.
Non è dato sapere se fosse d’accordo con il passaggio televisivo di Berlusconi, è certo che
all’indomani di «Porta a Porta» l’ha esortato a cambiar registro:
«Silvio, ora concentrati sulle cose da fare. Tu sei il presidente del Consiglio, occupati del governo, dei problemi economici, dell’Abruzzo, e lascia perdere il resto».
Ma non è semplice sdoppiarsi, infatti a ogni incontro, a qualsiasi interlocutore, il Cavaliere ripete che «quanto mi sta accadendo è incredibile.
Mia moglie poi, mia moglie...».
Con la signora Lario i rapporti sono interrotti.
Come sono interrotti i rapporti politici con Gianfranco Fini.
Raccontano che il suo umore sia pessimo, spesso lo sorprendono con il pensiero altrove.
Persino l’altra sera, alla cena con gli industriali, dove ha sfoggiato sorrisi di rappresentanza, a un certo punto si è lasciato andare.
È stato quando — elogiando gli esponenti del suo governo — ha speso parole particolari per Sandro Bondi:
«È la persona con il più alto tasso di coerenza e lealtà nei miei riguardi».
Tutti hanno capito, perché il ministro dei Beni Culturali è stato l’unico a presentarsi in tv a difenderlo sulla «dynasty all’italiana».
È davvero paradossale quanto accade, perché Berlusconi sta vivendo con il Paese la più lunga luna di miele della storia repubblicana,
nessun presidente del Consiglio era mai riuscito a tenere un legame così forte e duraturo con l’opinione pubblica, malgrado il tracollo dell’economia mondiale.
...
La mission in Abruzzo, il 25 aprile, il G8 all’Aquila, così
ipotizzava di realizzare il pieno nelle urne.
Ieri in Abruzzo non c’è andato più.
Domani non andrà a Marcianise,
domenica si dice salterà l’apertura della campagna elettorale per la provincia di Milano.
Intanto la Lega ha appiccicato i suoi manifesti in tutto il Nord, e nei report riservati sembra pronta a far man bassa in Veneto.
L’opposizione nel frattempo alimenta «il tarlo» e inizia a lavorarlo ai fianchi proprio sull’Abruzzo, dove Berlusconi ha suscitato aspettative altissime.
Da tre giorni Europa, quotidiano del Pd, batte sullo stesso tasto in prima pagina: «Basta con la tregua. È ora di alzare la voce».
Non a caso il governo ha modificato il decreto, affidando inoltre al sindaco dell’Aquila la responsabilità della ricostruzione.
È un modo per coprirsi il fianco.
Ma è un altro oggi il vero fianco scoperto del Cavaliere,
lui non ha bisogno degli amatissimi sondaggi per percepire l’umore del Paese.
Veleggia oltre quota 40%, è vero. Ma deve snidare il tarlo, quel dubbio che alla lunga può far presa sugli italiani.
E magari evidenziarsi in autunno, al primo incidente serio di percorso.
Per riuscirci
deve decidere come riproporsi dopo la crisi familiare, se tornare sulla scena o isolarsi per un po’.
In entrambi i casi deve mettere in conto dei rischi.
Esserci o non esserci (nelle piazze), questo è il suo dilemma.
Francesco Verderami
09 maggio 2009