Dorina Bianchi - voltagabbana o..?

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Etrusco
00mercoledì 29 giugno 2011 14:43
Salta dal PD al PDL

La senatrice che passa da PD a UDC e arriva al PdL

29 giugno 2011

Dorina Bianchi passa nella maggioranza. Dopo la trombatura a sindaco

Qualcuno, molto ingenuo, potrebbe anche trovare inspiegabile o di cattivo gusto l’atteggiamento della Senatrice ex Udc Dorina Bianchi, che alle scorse elezioni è stata scaricata dal partito e direttamente dal leader Casini (via sms) alla vigilia delle elezioni amministrative, in cui figurava tra i candidati sindaco per Crotone.

UNA RISATINA DI TROPPO - La goccia che ha fatto traboccare il vaso, in quell’occasione, è stata una risatina di circostanza al momento sbagliato. Cioè mentre Berlusconi durante uno dei suoi comizi (l’indimenticabile in cui ha detto che la gente di sinistra non si lava!) ha ripetuto per l’ennesima volta che Casini e Fini sono stati la ragione che ha impedito al governo di fare le riforme che aveva promesso. La platea è rimasta basita non tanto dalla tiritera di Silvio, sentita e risentita, ma dalla serafica tranquillità con cui la Senatrice ha incassato il colpo, anzi se n’è lavata le mani.

TRADIMENTO! MA VA?! – «Al suo posto gli avrei dato una bella pedata», si sfoga quel giorno un senatore centrista. E il segretario Cesa salta la tappa di Crotone e va direttamente a Cosenza: «Da Dorina mi sarei aspettato un gesto in difesa del partito che si è impegnato su di lei come candidata». Qui Cesa ha proprio peccato d’ingenuità, o forse ha la memoria corta. Il talento della Bianchi nel saltare sul carro del vincitore, o di chi offre di più, è preclaro. E comunque basta dare un’occhiata alla sua pagina di Wikipedia per accorgersi che in pochi anni Dorina se li è fatti tutti, gli schieramenti.

UNA CARRIERA POLICROMA - Dal 2001 al 2006 passa dalla destra alla Margherita, per esempio. E va bene che il partito di Rutelli non è mai stato famoso per specchiata coerenza, ma insomma. Dal 2006 al 2008, la Bianchi sceglie finalmente, in un moto d’orgoglio, di prendere posizione e di uscire dal minestrone indistinto in cui ha nuotato fino ad allora, e passa alla sinistra. Prima con l’Ulivo, nel 2006, poi con Veltroni gioca alle primarie nel 2007, entrando a far parte della costituente del PD. Il che, a voler fare le pulci, dice qualcosa sulle fondamenta del “partito a vocazione maggioritaria” che rappresenta oggi la sinistra italiana. Nel 2008, con mirabile resistenza, la Bianchi è riuscita a non stufarsi del suo schieramento. Ma niente paura, lo farà presto, giusto un anno dopo, per la precisione il 6 dicembre, quando lascerà il PD per tornare all’ovile dell’UDC.

SPIRITO DA CROCEROSSINA? - Il resto è noto: ma come può Cesa dire che da lei non se l’aspettava? La pasta di cui è fatta la Senatrice è abbastanza chiara, magari ha un tempismo non proprio impeccabile, questo sì. Con Veltroni ai tempi di una delle peggiori figuracce politiche degli ultimi dieci anni, oggi con un PdL morituro al fianco di un leader che nessuno più vuole e le cui manie di grandezza si stanno rivelando per il loro accento patologico. “Culo flaccido” è uno degli epiteti meno pesanti che sono stati rivolti al premier da chi lo conosce bene, eppure Dorina lo sceglie come nuovo padrone proprio alle porte della sua fine ingloriosa. Spirito da crocerossina?

LE BIONDE DEL PDL – Oppure, e questo è innegabile, un certo senso estetico che l’ha portata a riconoscersi nella parte femminile del PdL: fanciulle bionde, bella presenza, che sorridono quando non c’è niente da ridere e stanno zitte quando sarebbe ora di aprire bocca. Simpatiche svampitelle: al Corriere della Sera Bianchi spiega che “mentre Berlusconi parlava era distratta e quindi non ha sentito i riferimenti a Casini, che comunque non avrebbe potuto interromperlo, non voleva interrompere la festa, e comunque si stupisce di tanto rumore”. Distratta solo quando serve, comunque, perché poi quando si tratta di portafogli pingui ha un occhio raffinatissimo: «Siamo fuori intervista, no? Beh, allora, scusi: tra Cesa e Berlusconi, secondo lei, chi è che mi riempie un palazzetto dello sport, eh?».

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