Emergenza Intercettazioni: Gnocca-Gate

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Etrusco
00mercoledì 2 luglio 2008 10:53
"necessità ed urgenza" per chi?

*Intercettazioni, Berlusconi: È emergenza, forse ci sarà un decreto
Roma, 1 lug (Velino) -
“Probabilmente ci sono i termini di necessità e urgenza per procedere non con un disegno di legge, che richiede molto tempo, ma con un decreto legge. Vedremo...”.

Così il premier Silvio Berlusconi ha risposto a una domanda sul ddl intercettazioni durante la conferenza stampa ad Acerra, in provincia di Napoli.
“In questo momento - ha detto il premier - stiamo vivendo una situazione di emergenza, perché siamo fuori da una società che ha comportamenti civili.
Non credo che un paese possa permettersi ciò che sta accadendo
e ciò che potrebbe accadere in futuro.

E cioè - ha aggiunto Berlusconi - che privati cittadini sono sottratti del diritto alla privacy con interventi violenti”.
Ed è per questo, ha precisato Berlusconi, “che molto probabilmente ci sono i termini di necessità e urgenza per procedere non con un disegno di legge, che richiede molto tempo, ma con un decreto”. “Vedremo”, ha concluso Berlusconi.

(red/udg) 1 lug 2008 18:56
--IL VELINO SERA--



E' davvero paradossale che un annuncio simile, su una nuova emergenza,
venga lanciato proprio dalla Campania dove il Premier si era recato
per affrontare l'altra Emergenza Rifiuti..... [SM=x44467]

Tra l'altro anche l'Emergenza Alitalia tarda ad essere risolta dalla fantomatica Cordata Italiana tanto sbandierata da Berlusconi in campagna elettorale...

[SM=x44522]
Etrusco
00mercoledì 2 luglio 2008 13:21
ALLARME ROSSO
- "QUELLE TELEFONATE “PRIVATE” STANNO PER USCIRE.

LE HA IN MANO UN MAGISTRATO. BISOGNERÀ SOLO CAPIRE COME VERRANNO FUORI. E QUANDO.
PRESTO, TEMIAMO, LO USERANNO COME COLPO FINALE”…

Carmelo Lopapa per La Repubblica



Silvio Berlusconi

«Ci sono, ci sono, quelle intercettazioni private. Eccome se ci sono. E dentro c´è di tutto e di più.
Tutta roba privata, s´intende. Questa è l´unica cosa certa. Le ha in mano un magistrato. Bisognerà solo capire come verranno fuori. E quando. Presto, temiamo, lo useranno come colpo finale. Fa bene Silvio, non si può che ricorrere al decreto». Margherita Boniver, lunghissima militanza parlamentare socialisforzista a cavallo delle due repubbliche, la sa lunga su tutto ciò che accade in Transatlantico e dintorni. E dell´arietta per nulla tranquilla che soffia da un paio di giorni tra i banchi della maggioranza (e del governo) si fa interprete senza tanti giri di parole.

Nel palazzo, tra un voto e l´altro, ieri è stato tutto un giro di allusioni, mezze battute, ammiccamenti, «ma tu hai sentito di quella», «ma dai, anche la ministra».
E il riferimento non era alle intercettazioni già pubblicate dall´«Espresso» ma a quelle che, come ha paventato da Napoli Berlusconi per giustificare il ricorso all´atto d´urgenza, sono forse prossime a venire. A spizzichi e bocconi i giornali qua e là fanno trapelare. A Montecitorio se ne parla come se qualcuno le avesse lette davvero. Richiamano in causa il premier? Una, due, tre ministre?


Mara Carfagna
Foto da Repubblica

Berlusconi certo ha fretta, si è visto. Le ministre ieri ostentavano serenità.
Mara Carfagna ha convocato le deputate Pdl in mattinata al gruppo e ha illustrato il ddl sulla prostituzione che porterà al prossimo consiglio dei ministri. «Tranquilla e sicura come sempre» racconta chi le sta accanto. Mariastella Gelmini si è presentata in commissione Cultura e al termine dei lavori ha perfino festeggiato lì i suoi 35 anni con applauso dei deputati. «Figurarsi la Gelmini, rigorosa e irreprensibile, non potrebbe mai essere oggetto di allusioni piccanti - taglia corto Fabio Granata, An - e comunque se qualcuno pubblicasse colloqui privatissimi andrebbe punito».


Le sottosegretaria Michela Vittoria Brambilla, «non parlo, mi occupo d´altro», si preparava alla conferenza stampa di oggi sul turismo.
«È un clima insopportabile, in queste ore è come se accanto alla Camera ce ne fosse una seconda, una sorta di "Grande fratello", in cui tutto è gossip e chiacchiericcio», confessa la giovane Beatrice Lorenzin. Indignata: «Tutto questo sa di ricatto, tanto più odioso perché va sul privato delle persone. Sarebbe bello sapere chi ci sta dietro». Su chi ci stia dietro l´ex sottosegretaria Pdl alla Giustizia, Jole Santelli, ha le idee chiare, invece. «Una parte della magistratura ha perso ogni pudore nell´utilizzo di quello strumento e ora ha la tentazione di utilizzarlo come arma finale nella guerra politica al governo».


Gabriella Giammanco
© Foto U.Pizzi

Deborah Bergamini che, come racconta prima di entrare in aula, ha «vissuto e subito in prima persona» l´effetto intercettazioni (inchiesta Rai-Mediaset) e «quanto la vita di una persona possa cambiare quando si finisce in quel vortice», avrebbe una proposta. «I giornali si fermino, per una volta. Si convochino gli stati generali dell´informazione e dopo un lungo stop si riparta diversamente».

È stata «intercettata», ma solo dai fotografi in aula mentre con una collega rispondeva a un biglietto gentile del premier, la new entry Gabriella Giammanco. «C´è un clima da voyeurismo, come nel mio caso qualcuno chi si diverte a guardare nel buco della serratura. È insopportabile». Insomma, «si avverte una certa apprensione - per dirla col vicecapogruppo Pdl Osvaldo Napoli - la sensazione che la vita privata di qualcuno stia per essere gettata in pasto all´opinione pubblica. Sarebbe saggio che i giornali, semmai le avessero, gettassero via quelle carte».

Carmelo Lopapa per La Repubblica, 02 Luglio 2008
Etrusco
00mercoledì 2 luglio 2008 13:46
GNOCCA-GATE
– “LA TELEFONATA DI ... (NOME DEL MINISTRO) È QUELLA PIÙ FORTE.
ROBA DA PAURA. UNO SCANDALO.

C'È LEI CHE SPIEGHEREBBE A UN'ALTRA COME TRATTARE IL PREMIER... (UNA PRATICA CLINTONIANA)”…

Fabrizio d'Esposito per “Il Riformista”


Sono il Santo Graal della Terza Repubblica. Tutti le cercano ma non le trovano. È il Codice da Silvio
, che intriga molto, ma molto di più del blocca-processi e del lodo Alfano, testi aridi e noiosi. Ieri Dagospia ha annunciato che usciranno entro una settimana. E in quel momento, giura, si scatenerà l'Apocalisse. Testuale. Non a caso le redazioni dei quotidiani italiani sono in ansia da giorni e i loro direttori tentano di capire che cosa fare. Qualcuno le tiene chiuse in un cassetto, un altro le vorrebbe ma non ce l'ha, un altro ancora si augura che vengano censurate, come nel caso di Stefano Menichini di ‘Europa’.

Il più diretto, invece, è stato Vittorio Feltri di Libero: «Il vero guaio di Silvio è la gnocca». Insomma, a tenere banco tra gossip e realtà, parafrasando Ligabue, sono le presunte intercettazioni hard del Cavaliere su ministre, veline e attricette. Ossia i brogliacci telefonici usciti dall'inchiesta di Napoli sul duopolio collusivo Rai-Mediaset, quella su Saccà tanto per intenderci, e classificati come «non penalmente rilevanti». E tutto ciò fornirebbe inoltre una chiave di lettura ben precisa all'annuncio fatto ieri dal premier: «Sulle intercettazioni probabilmente ci sono i termini di necessità e urgenza per procedere con urgenza al decreto legge».



Sabato scorso il Riformista ha riferito che la telefonata più piccante riguarderebbe un'ex soubrette poi diventata ministro. [SM=x44466]
Il giorno dopo, sollecitata in merito dal Corriere della Sera, Giorgia Meloni di An, titolare delle Politiche per i giovani, se l'è cavata così: «Io? Io proprio no. Le sembro una con il fisico da showgirl?».
Dunque la Meloni non è. Chi resta? I nomi sono quelli lì e ieri poi un autorevole testimone de oculo, che sostiene cioè di aver letto qualche brano del prezioso Codice da Silvio, ha confidato a qualcuno che le ministre sarebbero addirittura due. In pratica, in una telefonata a un amico il premier farebbe una comparazione tra le qualità delle due donne. Solo voci? Pura fantasia? Fatto sta che in Transatlantico, ma anche altrove, non si parla d'altro.

Prima scena, ieri a Montecitorio.
Fuori nel cortile non si respira per il caldo.
Interlocutore maschio:
«La telefonata di ... (segue nome e cognome del ministro) è quella più forte. Roba da paura. Uno scandalo. C'è lei che spiegherebbe a un'altra come trattare il premier... (segue descrizione di una pratica già causa in un altro paese occidentale di impeachment)».


Altro capannello, altra telefonata:
«Il Cavaliere teme che esca una conversazione in cui riferirebbe a un altro le sue difficoltà...
(segue specificazione del campo in oggetto) e di come li avrebbe risolti grazie a un farmaco sperimentale».
Le due voci riportate sono poi indicative dei partiti che si stanno formando sul contenuto delle intercettazioni (sempre se ci sono) e sulle relative interpretazioni.


I partiti sono due. Il primo mette insieme deputati e senatori che concordano soprattutto su un punto: il Cavaliere non avrebbe nulla da perdere con queste telefonate. Anzi.
C'è pure chi ripete una frase pronunciata dal premier nei giorni scorsi. Questa: «Io paura? Sono altre a essere tormentate. Io sono tranquillo, non temo nulla. Al massimo verrà fuori che sono il più bravo anche in quello». [SM=x44488] Capito?
Il blocca-processi non sarebbe stato fatto per i dettagli scabrosi in incubazione alla procura di Napoli.
Il secondo partito, ovviamente, è convinto del contrario: il Cavaliere teme di perdere la faccia (tesi sostenuta anche da Feltri) per i particolari che verrebbero fuori. [SM=x44478]
Senza contare che poi lo scandalo investirebbe altri pezzi di governo. A quel punto non sarebbe esclusa una crisi.

Fantapolitica?
Può darsi, ma qualcuno ricorda che cosa successe quando furono rese pubbliche le insinuazioni su un ipotetico flirt tra Gianfranco Fini e un altro ministro.
Era qualche anno fa. Su un quotidiano uscì una conversazione intercettata al bar fra tre colonnelli di An e successe il finimondo, compresa un'epurazione ai vertice del partito.

Non solo. Terzo capannello a Montecitorio e altro interlocutore maschio:
«La vera questione non è il sesso. Uno scandalo del genere comporterebbe la separazione di Berlusconi dalla moglie Veronica. E a quel punto ciò che gli farebbero i giudici civili in una causa di divorzio sarebbe molto pesante.
Gli potrebbero portare via anche metà del patrimonio. Altro che i processi penali, qui rischia grosso».

[SM=x44497]

Riassumendo: in queste ore al centro della vita politica del paese ci sono le voci e i sussurri sulla vita privata del premier.
L'ennesimo conflitto d'interessi. Battute a parte, sarebbe in atto una vera e propria corsa contro il tempo per bloccare l'Apocalisse annunciata dal sito di Roberto D'Agostino.

Ieri, intervistato da Renato Farina per Libero , il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga ha detto che stavolta per il premier è scattata «la soluzione finale».
Che comprende anche il gossip e le intercettazioni a luci rosse. Di qui la decisione del Cavaliere di dare una stretta alla pubblicazione delle conversazioni sui giornali: decreto legge coi caratteri di urgenza e necessità. Anche perché il ddl varato dal consiglio dei ministri ancora non ha cominciato il suo iter parlamentare. Altro che refuso allora. Quando, infatti, il governo decise di intervenire sulle intercettazioni ci fu il giallo del decreto legge: a Palazzo Chigi il ddl divenne dl e il Quirinale si pronunciò duramente contro un'ipotesi del genere. Il Cavaliere si difese dicendo che era tutta colpa di un refuso e non c'era dolo.

Adesso che invece è partito il conto alla rovescia sulle trascrizioni provenienti da Napoli, è rispuntato fuori il dl. E stavolta non si tratta di un refuso. Stando alle indiscrezioni, allora, ciò che avrebbe preoccupato dall'inizio il premier era soprattutto Napoli, non Milano con il processo Mills.
La risoluzione dell'enigma sarebbe contenuta in quelle pagine. Forse verranno fuori, forse no. In ogni caso la guerra tra il Caimano e le toghe non è destinata a fermarsi.
Dice un berlusconiano autorevole. «I magistrati hanno cercato di colpire il bersaglio in tutti i modi. E visto che non ci sono riusciti adesso sono pronti a far uscire l'ira di Dio sul premier».
La «soluzione finale» come profetizzato da Cossiga, che in casi come questi ci prende sempre.
[SM=x44499]


Fabrizio d'Esposito per “Il Riformista”, 02 Luglio 2008

vassant69
00mercoledì 2 luglio 2008 13:54


Forse domani sera puntata speciale di matrix sulle intercettazioni, con ospite silvietto...
... e dopo, tutti saremo convinti che le intercettazioni sono un'emergenza e che....meno male che silvio c'è!!!

[SM=x44454]

il tobas
00mercoledì 2 luglio 2008 13:59
Re:
Etrusco, 02/07/2008 13.46:


Prima scena, ieri a Montecitorio.
Fuori nel cortile non si respira per il caldo.
Interlocutore maschio:
«La telefonata di ... (segue nome e cognome del ministro) è quella più forte. Roba da paura. Uno scandalo. C'è lei che spiegherebbe a un'altra come trattare il premier... (segue descrizione di una pratica già causa in un altro paese occidentale di impeachment)».





Quando usci la lista dei ministri commentai "Vedi a saper far bene i pompini?"

Scommetto che l'avevate presa per una semplice battuta......
paperino73
00mercoledì 2 luglio 2008 14:02
il tobas, 02/07/2008 13.59:


Quando usci la lista dei ministri commentai "Vedi a saper far bene i pompini?"

Scommetto che l'avevate presa per una semplice battuta......




[SM=x44456] [SM=x44456] [SM=x44456]

Mi era venuta in mente la tua frase appena ho sentito i rumors ...
Nikki72
00mercoledì 2 luglio 2008 14:09
Re: Re:
il tobas, 02/07/2008 13.59:




Quando usci la lista dei ministri commentai "Vedi a saper far bene i pompini?"

Scommetto che l'avevate presa per una semplice battuta......





L'ho pensato anch'io appena ho letto i nomi delle ministre (e non solo ministre)... [SM=x44488]
Etrusco
00giovedì 3 luglio 2008 12:42
Re: Re: Re:
Nikki72, 02/07/2008 14.09:





L'ho pensato anch'io appena ho letto i nomi delle ministre (e non solo ministre)... [SM=x44488]




Penso che l'avranno pensato la stragrande maggioranza degli italiani,
comunque, per la cronaca:

la Carfagna: «Solo gossip, non me ne occupo»
Intercettazioni, Donadi:
«E se Clinton avesse fatto ministro la Lewinsky?»
Il capogruppo Idv: «Nel caso di un leader di governo, l'informazione prevalga sulla privacy»


ROMA - «E se Bill Clinton avesse fatto Monica Lewinsky ministro del suo governo? Il dirimente tra pubblico e privato nella politica nel caso di un capo di governo è molto labile. Credo che l'informazione debba prevalere».
Così Massimo Donadi, capogruppo dell'Idv alla Camera, commenta a 'Radio Radicale' l'ipotesi della pubblicazione di nuove intercettazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che coinvolgerebbero, secondo indiscrezioni di stampa, alcune ministre.
«Io sono rispettoso al massimo della privacy dei cittadini italiani - dice Donadi - ma credo che nella vita di un uomo politico di privacy ce ne debba essere molto poca.
Se poi quest'uomo politico riveste cariche istituzionali di massimo rilievo prevale quasi sempre il diritto dei cittadini ad essere informati.
Negli Usa Bill Clinton è stato al centro di una bufera mediatica per vicende sessuali con Monica Lewinsky
- aggiunge il deputato Idv -.
Credo sia stato giusto che gli americani abbiano potuto conoscere la morale del loro massimo rappresentante politico».

CARFAGNA - Sul tema è stata interpellato il ministro per la Pari opportunità, Mara Carfagna: «Non mi occupo di intercettazioni, di gossip, di stupidaggini. Non fanno parte della delega del mio ministero, e quindi non me ne occupo».

03 luglio 2008 Corriere della Sera

Etrusco
00giovedì 3 luglio 2008 17:48


IL SILENZIO PESANTISSIMO DI VERONICA TERRORIZZA IL BERLUSCONI HARD-CORE
LA LETTERA DELLA LARIO A “LA REPUBBLICA” (2007) ATTACCAVA MARA CARFAGNA
LA MINISTRA: E' GOSSIP, NON ME NE OCCUPO - FACCI: MEGLIO CHE SI DIMETTA SUBITO





1 – IL SILENZIO DI VERONICA TERRORIZZA BERLUSCONI
Più che le intercettazioni hard-core o il processo Mills, è il silenzio di Veronica che terrorizza il Cavaliere.
[SM=x44497]
E gli ‘addetti ai livori’ in servizio permanente effettivo sentenziano: Se continua così, Veronica gli porta via Mediaset.

Già all’inizio del 2007 Veronica fece esplodere sulla prima pagina di Repubblica la sua ira furibonda nei confronti delle svenevolezze del marito nei riguardi della Mara Carfagna. Una letterina che vale la pena di rileggere integralmente (vedi alla fine dell’articolo).


Veronica e Silvio


Dove è finita la mancata First Lady de’ noantri? E’ da un bel pezzo in viaggio per le terre sudamericane. Ad aprile era decollata dalla Malpensa per la Cambogia-Tailandia (era stata avvistata tra i templi magnifici di Angor Vat, la Roma antica del Sud-est asiatico) e per un mese aveva svacanzato con la guida Planet in mano. Un viaggio che, more solito, era stato innescato da una violenta lite con il marito birichino, furioso dell’intervista concessa ad aprile a La Stampa in cui la Lario impiombava la Brambilla salmonata picchiando in testa al Cav.

(“Mio marito può portare sotto i riflettori della politica la Brambilla, mentre la moglie resta tranquillamente nell’ombra”, sillabò la Lario. Poi, alla domanda di Luca Ubaldeschi, ‘Quali donne vedrebbe bene al governo in Italia?’, arrivò la mazzata: «Donne con una storia politica e un peso specifico importanti. Recentemente, con questo clima da Bagaglino, con le battute e le barzellette si è un po’ imbastardito il discorso sulla presenza femminile in politica. Un clima che penalizza anche donne capaci come Anna Finocchiaro: è stata sconfitta drasticamente in Sicilia anche perché il Paese guarda le donne con diffidenza. Per dirla con una battuta di Daniela Santanché, le vede orizzontali».


A metà maggio Myriam Bartolini, in arte Veronica Lario, era tornata a Macherio. Ma era solo un breve interludio. Dopo appena una settimana, ha fatto armi e bagagli ed è volata in Perù e dintorni. E da allora si sono perse le tracce. Ecco perché il Califfo di palazzo Grazioli teme in chissà quale gesto, non solo mediatico ma soprattutto legale. Il Cavaliere deve trovare la quadra per dividere – in parti uguali – il suo impero billionaire tra i cinque figli. E la cosa non è affatto semplice.




2 – MIO MARITO HA LESO LA MIA DIGNITA’
Lettera di Veronica Berlusconi a La Repubblica (31 gennaio 2007)


Egregio Direttore
,
con difficoltà vinco la riservatezza che ha contraddistinto il mio modo di essere nel corso dei 27 anni trascorsi accanto ad un uomo pubblico, imprenditore prima e politico illustre poi, qual è mio marito. Ho ritenuto che il mio ruolo dovesse essere circoscritto prevalentemente alla dimensione privata, con lo scopo di portare serenità ed equilibrio nella mia famiglia. Ho affrontato gli inevitabili contrasti e i momenti più dolorosi che un lungo rapporto coniugale comporta con rispetto e discrezione. Ora scrivo per esprimere la mia reazione alle affermazioni svolte da mio marito nel corso della cena di gala che ha seguito la consegna dei Telegatti, dove, rivolgendosi ad alcune delle signore presenti, si è lasciato andare a considerazioni per me inaccettabili: " ... se non fossi già sposato la sposerei subito" "con te andrei ovunque".

Sono affermazioni che interpreto come lesive della mia dignità
, affermazioni che per l´età, il ruolo politico e sociale, il contesto familiare (due figli da un primo matrimonio e tre figli dal secondo) della persona da cui provengono, non possono essere ridotte a scherzose esternazioni. A mio marito ed all´uomo pubblico chiedo quindi pubbliche scuse, non avendone ricevute privatamente, e con l´occasione chiedo anche se, come il personaggio di Catherine Dunne, debba considerarmi "La metà di niente". Nel corso del rapporto con mio marito ho scelto di non lasciare spazio al conflitto coniugale, anche quando i suoi comportamenti ne hanno creato i presupposti.

Questo per vari motivi: per la serietà e la convinzione con la quale mi sono accostata a un progetto familiare stabile, per la consapevolezza che, in parallelo alla modifica di alcuni equilibri di coppia che il tempo produce, è cresciuta la dimensione pubblica di mio marito, circostanza che ritengo debba incidere sulle scelte individuali, anche con il ridimensionamento, ove necessario, dei desideri personali. Ho sempre considerato le conseguenze che le mie eventuali prese di posizione avrebbero potuto generare a carico di mio marito nella sua dimensione extra familiare e le ricadute che avrebbero potuto esserci sui miei figli.

Questa linea di condotta incontra un unico limite, la mia dignità di donna che deve costituire anche un esempio per i propri figli, diverso in ragione della loro età e del loro sesso. Oggi nei confronti delle mie figlie femmine, ormai adulte, l´esempio di donna capace di tutelare la propria dignità nei rapporti con gli uomini assume un´importanza particolarmente pregnante, almeno tanto quanto l´esempio di madre capace di amore materno che mi dicono rappresento per loro; la difesa della mia dignità di donna ritengo possa aiutare mio figlio maschio a non dimenticare mai di porre tra i suoi valori fondamentali il rispetto per le donne, così che egli possa instaurare con loro rapporti sempre sani ed equilibrati.

RingraziandoLa per avermi consentito attraverso questo spazio di esprimere il mio pensiero, La saluto cordialmente.





3 – INTERCETTAZIONI, CARFAGNA: E' GOSSIP, NON ME NE OCCUPO…
(Ansa) -
Il ministro per la Pari opportunita’, Mara Carfagna, non entra nel merito delle polemiche per le intercettazioni e bolla tutto come ’gossip’.

A chi le chiede un parere sul dibattito politico la Carfagna a Napoli risponde: ’Non mi occupo di intercettazioni, di gossip, di stupidaggini. Non fanno parte della delega del mio ministero, e quindi non me ne occupo’.


4 - FACCI: MEGLIO CHE LA CARFAGNA SI DIMETTA SUBITO
«Meglio che la Carfagna si dimetta subito.
Facci, sul Riformista, taglia la testa al toro da monta: «Mara Carfagna ha cominciato a fare politica nel 2006 e a metà del 2008 è diventata ministro: è troppo, punto.
Mi si trovi un italiano che non pensi che sia diventata ministro per ragioni extrapolitiche.

Diventare ministri perchè si piace a Berlusconi dev'essere possibile a condizione che non lo si sappia, o a condizione che, anche senza saperlo, non venga da pensarlo».



DIVENTARE MINISTRI PERCHÈ SI PIACE A BERLUSCONI
Filippo Facci per il Riformista


Mi spiace, continua a non andarmi giù, e non m'interessa quel che si dice in giro, vorrei che non fossero necessarie intercettazioni o schifezze varie perchè Mara Carfagna debba dimettersi da ministro:
lo stato dell'arte mi pare più che sufficiente.
Abbiamo un governo che prosegue la sua favolosa luna di miele coi propri elettori e abbiamo un ministro che resta agli ultimi posti per popolarità: e una ragione ci sarà pure, forse più d'una.

Ho anche difficoltà a scriverne: mi sembra di sparare sulla croce rossa e, d'altra parte, ho il terrore che lei possa nuovamente rispondermi come già fece su questo stesso giornale, mettendomi in imbarazzo e peggiorando la sua situazione.


D'accapo, dunque. Mara Rosaria Carfagna dovrebbe dimettersi perchè tutto sommato è un danno per il governo cui appartiene. Dovrebbe dimettersi non per ciò che intrinsecamente è (non ci permettiamo giudizi personali) ma per come è dimostrato che venga recepita da chi l'ha indirettamente votata, oltre che da chi non l'ha votata. Se altre ministre-outsider svettano, rispetto a lei, è perchè il suo è probabilmente un caso limite, il punto di non ritorno per un elettorato cui puoi propinare quasi tutto ma non tutto.
Mara Carfagna ha cominciato a fare politica nel 2006 e a metà del 2008 è diventata ministro: è troppo, punto. Fosse anche vero che «le pari opportunità devono essere garantite anche al ministro che deve difenderle», come ci disse cortesemente lei, a tutto c'è appunto un limite, e questo limite per qualche ragione è diventato lei.

Probabilmente a tanti italiani non importa niente che il Parlamento (recepito ormai come una camera di compensazione burocratica, più che democratica) ridondi di belle signorine la cui apparenza non inganna: ma per un ministero è diverso, perchè le pari opportunità che portino un qualsiasi cittadino a diventare ministro dovrebbero ossequiarsi a percorsi più riconoscibili e meno apparentemente casuali. Forse la scarsa popolarità di Mara Carfagna è a suo modo un segno di maturazione del Paese.


Per farla breve: diventare ministri perchè si piace a Berlusconi dev'essere possibile a condizione che non lo si sappia, o a condizione che anche senza saperlo non venga da pensarlo.
Mara Carfagna, nella lettera che scrisse al Riformista, diceva tra l'altro: «Temo che negli anni passati. mentre io suonavo la “Patetica” di Beethoven al Conservatorio, danzavo nel “Lago dei Cigni” di Cajkovskij, gareggiavo agonisticamente nel nuoto stile libero, divoravo la letteratura francese dell’Ottocento e mi laureavo a pieni voti, Facci fosse fisso con lo sguardo sullo schermo di Piazza Grande a guardare le mie scollature.
Non avrei mai immaginato che un uomo intelligente come lui fosse caduto così in basso fermandosi all’apparenza».
La verità era anche più terribile: io non mi ero fermato neppure all'apparenza.
Prima del 2006 non avevo neppure mai sentito nominare Mara Carfagna in vita mia, e faccio il giornalista da più di vent'anni.

Infine:
se volessimo cedere alla retorica di giudicare il ministro Carfagna solo per il suo operato, ecco, a mia personalissima opinione andrebbe anche peggio.
Le sue dichiarazioni sulle coppie omosessuali e sul gay pride sono state dannose e soprattutto inutili.
Da eterosessuale senza tentennamenti (oggigiorno occorre ancora specificarlo) mi è difficile non condividere quanto pensa per esempio un pidiellino come Benedetto Della Vedova: un partito che rappresenta il 40 per cento degli elettori (tra cui giocoforza moltissimi omosessuali) dovrebbe cominciare a chiedersi perchè partiti appartenenti al Ppe di grandi paesi come la Francia, la Germania e la Spagna diano pieno riconoscimento giuridico delle convivenze omosessuali: il che non comporta né l'estensione dell’istituto del matrimonio né l'estensione di costosi benefici di welfare. Comporta solo fare uno sforzo di modernizzazione del Paese, anche di questo.


03 Luglio 2008
orckrist
00venerdì 4 luglio 2008 12:13

Operazione Distraction

Scritto da Barbara Di Salvo
giovedì 03 luglio 2008



Sono bravi, terribilmente bravi. Si vede che hanno studiato, conoscono le regole della Pravda a menadito.Siamo nel pieno della più massiccia operazione di disiformazione che si sia mai vista dalla caduta del muro.

Ogni giorno è un bombardamento continuo di armi di distrazione di massa che rischia di far perdere la trebisonda anche ai più corazzati.

Pauroso! Se non fossi schifata, li ammirerei.

Il governo era partito troppo bene. Pam, pam, una serie di provvedimenti rapidi, efficaci, necessari e condivisibili da chiunque abbia un po’ di buon senso. Non se l’aspettavano e per un attimo li ha colti impreparati.

Era troppo pericoloso lasciare che gli italiani si godessero finalmente la vista di un governo che fa quello per cui lo hanno votato.

Uolter era quasi imbambolato, più volte aveva pensato di mollare tutto e iscriversi al PdL perché almeno lì realizzavano quello che lui a malapena sogna.

Era tutto un fiorire di dialogo, persino il Papa aveva espresso la sua gioia per il nuovo clima.

Sembrava davvero che l’ascia di guerra fosse stata sotterrata e fosse possibile far partire quelle riforme di cui abbiamo un bisogno spasmodico.

Non scherziamo! Si rischiava di intaccare lo status quo ed ecco che hanno drizzato le antenne tutti quelli che ci sguazzano nell’anarchia italiana, nell’assenza di regole, nell’impunità generalizzata che elargisce a piene mani la disastrosa magistratura, nella legge della giungla che permette a mafie, banche e speculatori vari di dissanguare l’Italia.

Che poi alcuni di questi abbiano la proprietà della grande stampa è solo un caso, per carità.

E che dire poi delle varie caste? Dalla magistratura, ai sindacati alla selva oscura della pubblica amministrazione era tutta una fibrillazione.

Qui bisogna agire, e velocemente, altrimenti questo cambia davvero l’Italia e siamo finiti.

Ed eccoli pronti i loro fidi scudieri, quell’opposizione sgangherata e priva di idee che vadano oltre il “dagli all’untore”, quell’esercito di blateratori convinti che fare l’intellettuale sia un mestiere, quell’orda di presuntuosi antidemocratici, incapaci di accettare che se il popolo non pende dalle loro labbra non è per ignoranza, ma per profonda saggezza.

Chi connivente, chi inconsapevole di essere solo un burattino, erano tutti terrorizzati perché avevano capito che rischiavano davvero di non vedere più per molti lustri uno strapuntino di potere, che questo governo fosse solo il primo di una lunga serie.

Via! All’attacco!

L’obiettivo è sempre quello: distrarre l’opinione pubblica dai propri torti e fallimenti e dai successi e buone idee del nemico (altro che avversario).

Le tecniche sono sempre quelle, funzionano da secoli:

1) ignorare la notizia, far finta che una certa legge non sia stata mai approvata, né che un provvedimento sia stato preso, tanto si sa che gli italiani sono distratti;

2) se proprio non passa inosservata, sminuire e criticare con falsità le iniziative del nemico;

3) se non c’è scampo perché è troppo buona e rischia di diventare controproducente, creare dei diversivi e spostare l’attenzione su argomenti totalmente fuori tema o ingigantire problemi irrilevanti che può portare il nuovo provvedimento;

4) se non basta ancora, l’arma finale è attaccare il nemico sul piano personale.

Sono, persino, banali e scontati nel loro modo di agire, però, maledizione, funziona sempre.

E anche questa volta, volenti o nolenti, ci sono cascati e sono costretti a giocare sulla difensiva.

Maroni fa partire una serie di provvedimenti sulla sicurezza sacrosanti e per lo più dettati da Bruxelles ed ecco che tutti lo accusano di razzismo. L’attenzione viene concentrata solo su due proposte, il reato di clandestinità e le impronte ai minori, quelle su cui è più facile fare leva sul sentimentalismo mammone e il gioco è fatto. Tutto il resto passa in cavalleria, anzi è talmente buono che persino l’opposizione si dice pronta a votarlo, sì, ma sottovoce, senza che si sappia troppo in giro.

Ed ecco che lo costringono a difendersi, anziché dargli modo di spiegare tutte le ottime novità e far capire agli italiani come sta rispondendo alle loro esigenze, deve perdere tempo a discutere delle dichiarazioni dell’ultimo degli uscieri della Commissione UE, che viene riferito in Italia come se provenisse direttamente dal Padreterno.

Che aggiungere poi sul giudice che ha mandato all’aria un’operazione di mesi scarcerando i rom orchi che costringevano i bambini a rubare? Il tutto solo per fare un dispetto al governo e cercare di farci credere che l’emergenza nomadi sia tutta una montatura di Bobone.

Questa è solo la punta dell’iceberg, perché la magistratura sta dando davvero il peggio di sé.

Ha capito di avere l’opinione pubblica contro e cerca di distrarla da tutta una serie di orrori che stanno venendo fuori, dalle scarcerazioni di delinquenti all’incarcerazione di innocenti, alle lentezze disastrose, al sostanziale indulto quotidiano denunciato dallo stesso capo della Polizia.

Si rende che sta per arrivare la sua ora e come un bestia ferita artiglia all’impazzata.

È allucinate assistere al continuo attacco del potere sovrano del parlamento, che neppure il cerchiobottismo di Napolitano è riuscito a frenare.

Ma cosa importa se il CSM fa carta straccia della Costituzione, l’importante è distrarre l’opinione pubblica dai propri disastri, impedire che gli italiani sappiano che già sono stati emanati i primi provvedimenti utili a riformare quella cloaca a cielo aperto, concentrando tutta l’attenzione su una norma, meramente organizzativa e del tutto meritoria, come la sospendi-processi e farla passare come la madre di tutta la battaglie, la linea Maginot varcata la quale c’è l’apocalisse democratica.

Ma il Pulitzer della disinformazione se lo aggiudica come sempre De Benedetti.

Imbattibile. Quando si dice incarnare il potere forte e sapere usarlo.

Arriva l’estate, gli italiani sono stanchi, accaldati, non hanno la testa per interessarsi dell’ottima finanziaria di Tremonti, la storia infinita della TAV li ha stufati da tempo e se ne fregano dello storico accordo, Brunetta ormai è un mito, ma faticano ad esaltarsi per una coda in meno allo sportello, e poi in fondo lo stanno aspettando al varco dell’attuazione pratica dei suoi progetti e sanno che ci vorrà tempo per vedere i primi effetti. I rifiuti di Napoli? Ancora? Basta!

E allora cosa c’è di meglio sotto l’ombrellone? Un po’ di sano gossip, qualche gnocca in copertina, una parolina di troppo al telefono, uno scandalo sessuale sotto il solleone e il gioco è fatto: ti ho messo in crisi il premier.

Che capolavoro di cattivo gusto!

In questi giorni rimpiango Cornacchione. Lui lo prendeva in giro, ma davvero mi fa pena, povero Ilvio. Mi vien male per lui ad immaginare quello che sta passando.

Con tutto quello di buono che già ha fatto questo governo, stasera, invece di parlare dei primi successi, sarà costretto a difendersi pubblicamente davanti agli italiani per accuse che non hanno nulla a che vedere con la sua attività politica. Pazzesco!

Ha raccomandato qualche squinzia in Rai? Non si può dire che sia un bugiardo perché lui qualche mese fa l’aveva detto chiaro e tondo che in Rai sono tutte prostitute o di sinistra. Evidentemente parlava con cognizione di causa.

Battute a parte, ma davvero questo può mandare in crisi il governo? Da quando siamo diventati bacchettoni e ipocriti come gli americani?

SIlvio ha un debole per la gnocca? Capirai che scoperta sensazionale.

Francamente è un problema di Veronica e non mio, ma sputtanarlo pubblicamente per defraudarci del nostro voto lo fa diventare un problema degli italiani. Ed è un problema maledettamente grave, che, se la materia non fosse pruriginosa e farsesca, puzzerebbe tanto di tentativo di colpo di stato.

Vi pare possibile che un pm a Napoli butti i nostri soldi per ascoltare e sbobinare 9000 telefonate per far cadere il governo che abbiamo eletto?

Ma la campagna di disinformazione è talmente subdola che nessuno se ne preoccupa e discutiamo, invece, se la tizia è diventata parlamentare per meriti intellettuali o fisici.

E chi se ne frega? L’importante è che abbia abbastanza cervello per schiacciare il pulsante giusto al momento del voto.

Ovvio che non è così che si dovrebbe entrare in Parlamento, ma se anche fosse che qualcuna oltre alla bravura ci ha messo il lavoretto, buon per Silvio che gliela offrono su un piatto d’argento.

Mi sembra evidente, però, che le parlamentari ed i ministri sono tutte molto in gamba, preparate e bisogna essere completamente idioti e sessisti per non capire che non sono lì solo per il sesso.

Ripeto, se anche venisse fuori che qualcuna ha avuto l’aiutino, le vogliamo giudicare per questo o per quello che fanno in Parlamento o al Governo?

Non le ammiro, umanamente e come donna mi fanno schifo, ma politicamente me ne frego.

Sono affari loro e delle loro coscienze, ma non è sui falsi moralismi di invidiosi e ipocriti che voglio sia governata l’Italia.

O davvero vogliamo che siano coloro che si considerano i migliori, gli eletti, i moralizzatori a scegliere chi ci deve governare?

È questa la democrazia a cui aspiriamo? Sottratta al popolo sovrano e lasciata in balìa di giudici e proprietari di banche e giornali? Basata su pregiudizi, sul gossip, sull’intrusione nella vita privata.

Davvero possiamo permettere che i governi non si giudichino sui fatti, ma con processi alle intenzioni basati sulle abitudini sessuali?

Mi viene in mente un test che girava via mail tempo fa.

È il momento di eleggere il Nuovo Leader del Mondo e il tuo voto conta molto. Quale candidato scegli?

Candidato A. è in combutta con politici corrotti, consulta gli astrologi. Ha due amanti. Fuma come un turco e si beve dagli 8 ai 10 martini al giorno.

Candidato B. è stato rimosso dal suo incarico due volte, dorme fino a mezzogiorno, all'università si faceva di oppio e ogni sera beve un litro di whisky.

Candidato C. è un eroe di guerra decorato. E' vegetariano, non fuma, beve una birra una volta ogni tanto e non ha mai avuto relazioni extraconiugali.

Quale di questi tre candidati sceglieresti?

Ebbene, come tutti avreste scelto il candidato C, il buon caro e vecchio Adolf Hitler, e avreste scartato Winston Churchill (candidato B) e Franklin D. Roosvelt (candidato A).

Complimenti!

È sempre utile riflettere prima di sparare giudizi o di lasciare che un PM giudichi al posto nostro.

www.barbaradi.splinder.com




Etrusco
00venerdì 4 luglio 2008 16:26
AL MACERO BERLUSCONI HARD-CORE?
CALMI, C’È “LA REPUBBLICA” DEL BUCO
"SILVIO" E "FEDELE" SULLE VIRTÙ DI UNA GIOVANE (DALLO SHOW ALLA POLITICA)

LO RIVOLTI PER 20 ANNI COME UN CALZINO. E ALLA FINE COSA TROVI ? LE CORNA


Foto dal settimanale 'Oggi'



1 - LE PAROLE MALIZIOSE CANCELLATE A MILANO
Giuseppe D’Avanzo per La Repubblica


Il regime di Berlusconi è ipnotico. Combina l'agenda del governo come se fosse un palinsesto televisivo. Da giorni, come una giacca al chiodo, il Paese è appeso a un dilemma:
che cosa dice Berlusconi nelle conversazioni privatissime registrate dalla procura di Napoli?
Le sue parole sono davvero così viziose da metterlo nei guai? Addirittura da costringerlo alle dimissioni? È vero che, in un documento acustico, spiega a Fedele Confalonieri le ragioni postribolari dell'ingresso di qualche ministra nel governo (gli uomini di Di Pietro arrivano a chiederlo in pubblico)?

La politica di Palazzo Chigi è soprattutto arma psicologica. Le necessità e le urgenze nascono, come nella performance di un illusionista, in un mondo di immagini, umori, riflessi mentali, paure, odio del tutto artefatti come le emozioni dinanzi alla visione di un film. Il metodo dovrebbe essere ormai familiare. Qualcuno grida qualcosa, lo grida di nuovo e ancora più forte finché non diventa un mezzo fatto, un quasi fatto.

Ecco allora che cosa strilla un'aquila del Partito della libertà (Boniver): "Quelle intercettazioni private. Eccome se ci sono. E dentro c'è di tutto e di più. Le ha in mano un magistrato. Bisognerà solo capire come e quando verranno fuori". Le fa eco un'altra voce femminile del partito blu (Santelli): "Una parte della magistratura ha perso ogni pudore nell'utilizzo delle intercettazioni e ora ha la tentazione di usarle come arma finale nella guerra politica del governo".

Dunque le cose stanno così, strepitano i corifei mossi dal sovrano: i magistrati spiano Berlusconi; ne registrano le conversazioni; ne raccolgono flussi verbali privatissimi e licenziosi, pronti a farne una mazzuola per ferirlo a morte. È necessario un provvedimento con immediata forza di legge che impedisca le intercettazioni della magistratura; che punisca con la galera i giornalisti che le pubblicano, che mandi in rovina gli editori.
Giorgio Napolitano dovrà ricredersi e riconoscere, come non ha voluto fare finora, l'urgenza di quel decreto: ricattano il capo del governo, accidenti.

Nel tableau di cartapesta, la memoria deperisce, i fatti si confondono
.
Nessuno si chiede se siano "fatti" o "quasi fatti", se abbiano appena un palmo di attendibilità.
Il fasullo appare più vero del vero, nel regime ipnotico del mago di Arcore.
Il fumo è più concreto dell'arrosto.

Nel bailamme, non si ode la domanda più ragionevole e pratica: esiste a Napoli un'intercettazione telefonica tra Berlusconi e Confalonieri? Posta la domanda, si può scoprire che neppure può esistere quella telefonata a Napoli perché, nel rispetto della legge, Berlusconi non è stato mai intercettato direttamente e Confalonieri, nell'affare Saccà, è una comparsa del tutto marginale (e quindi mai sottoposto ad "ascolti" diretti).

Non a Napoli, ma a Milano andrebbero cercate le conversazioni tra il presidente di Mediaset e il mago di Arcore. A Milano, nei faldoni elettronici dell'inchiesta sul fallimento di Hdc, la società di Luigi Crespi, sondaggista e fortunato inventore del "contratto con gli italiani". In quei file-audio, c'è un colloquio alquanto simile a quello che, soltanto immaginato, ingrassato dalla malafede o dall'ingenuità, ammattisce istericamente i Palazzi di Roma e ingolosisce le redazioni. "Silvio" e "Fedele" si intrattengono sulle virtù di una giovane signora planata dallo spettacolo nella politica. Ma nessuno, fortunatamente, potrà più ascoltare le loro parole. La registrazione è stata mandata al macero, il 13 giugno, per decisione del giudice delle indagini preliminari Marina Zelante: la telefonata era irrilevante per il processo.

Il capo del governo, come gli avrà spiegato senza dubbio il suo avvocato-senatore-consigliere Niccolò Ghedini, può stare tranquillo:
non ne esistono copie perché il software utilizzato dalla ditta milanese che lavora, in appalto, per la procura di Milano impedisce che i file-audio possano essere copiati senza lasciarne traccia elettronica.

Serenità, il presidente del Consiglio, dovrebbe ricavare anche da quel che presto accadrà a Napoli.
Nei prossimi giorni saranno distrutte le conversazioni di Berlusconi irrilevanti per il processo, come Ghedini sa e maliziosamente, malignamente non dice (anche se parla tanto e quotidianamente).
Sono conversazioni malinconiche, a quanto pare.
Il mago si protegge da ogni tentazione giovanile e pressing femminile. Appare consapevole, con qualche nostalgia, dell'ingiuria che il tempo infligge all'energia. Le soubrette ne parlano tra di loro, deluse.

[SM=x44468]


Ricapitoliamo. In due inchieste - a Milano, per il fallimento di una società di sondaggi legata a Mediaset;
a Napoli, per i traffici di Agostino Saccà -
affiora la voce di Berlusconi. Gli investigatori la raccolgono e catalogano. In alcuni casi, è utile a ricostruire i fatti.
In altri, è inservibile perché parla d'altro.
Nel primo caso, in contraddittorio con la difesa, dinanzi a un giudice terzo, il pubblico ministero domanda che sia chiesto al Parlamento l'utilizzo della memoria acustica.
Nel secondo, alla presenza degli avvocati della difesa e dinanzi a un giudice che decide, l'accusatore chiede che quei documenti sonori siano distrutti, come prevede la legge.

La procedura è lineare. Protegge gli interessi di tutti gli attori.

Permette l'efficacia dell'accertamento dei fatti (che cosa è accaduto e per responsabilità di chi?). Tutela la privacy degli indagati e di chi è coinvolto nell'inchiesta, malgré lui.
Se ne potrebbe dedurre che il sistema, nonostante riforme sgorbio, traffici legislativi, procedure sovraccariche, ha coerenza, appare adeguato e regolato da una magistratura equilibrata.

Vediamo al contrario, che cosa accade nel regime ipnotico.

Con un tramescolio di carte, notizie storte affidate a fedeli e famigli, veleni insufflati in un circo mediatico disposto a enfatizzare e credere, senza raziocinio, a qualsiasi intrigo, paradosso, salto logico, lavorando come fosse un'utile leva anche la sprovvedutezza degli avversari, il mago di Arcore confonde la scena. Anzi, la modella a mano con la sua "macchina fascinatoria".

Il furbo Silvio usa la carta per non essere intercettato
"Mi spiano illegalmente, geme. Vogliono ricattarmi con intercettazioni private, raccolte illegalmente e abusivamente consegnate alla redazioni."
L'anatema gli consente di non discutere delle accuse che gli sono mosse. Imperversa, allora, come ossessionato da se stesso e dai suoi fantasmi. Protesta, deplora, minaccia incursioni televisive o requisitorie parlamentari.
La pantomina, che si è affatturato con la complicità del suo avvocato-consigliere, lo autorizza a chiedere alle Camere genuflesse una nuova legge cucita per la sua silhouette.

Si sente abilitato a pretendere dal capo dello Stato di riconoscere l'urgenza costituzionale di un decreto legge che di necessario ha soltanto la sua personale ansia di impunità.

Berlusconi, a quanto pare, avrebbe voluto già oggi un provvedimento che vieta, pena la galera per il giornalista e la disgrazia dell'editore, la pubblicazione delle intercettazioni. Non l'avrà, almeno per oggi. Il gran rumore di queste ore se l'è procurato da solo. Che buona medicina sono i fatti.



2 – CONTRO D’AVANZO: PERCHE’ NON PUBBLICATE?
Carlo Aimeri


Ah che goduria leggere il retroscena di davanzo su repubblica. Il cane rabbioso è a due cm dall’ osso (ha le intercettazioni di berlusca sul tavolo) , sbava ringhia, ha il pelo dritto, ma poi il collare si stringe e tutto si dissolve in un guaito incomprensibile. Il suo padrone (oops scusate, libero editore ) questa volta ha qualche partita grossa da giocare è ha chiuso lo strangolo.

Una domanda: se è come racconta Fido, perché non pubblicano? Aspettano la legge liberticida? Mandati a letto i bambini, si può offrire la spiegazione per adulti. Se al governo ci sono i cattocomunisti chi mena la danza in italia dal dopoguerra se la cava con le mance. Sono pauperisti e si accontentano. Li mantieni con poco e si li porti nel salotto scodinzolano e non sporcano.In cambio ti danno tutte la cassa integrazione che ti serve, ti regalano concessioni autostradali, concessioni telefoniche a prezzi di saldo, sconti fiscali. S’ accontentano del loro paradiso fiscale delle coop. Se esagerano e vogliono mettersi in proprio con le banche gli pianti un calcio in culo e li rimetti al loro posto.

Ma se vince Silvio, che un debenedetti se lo compra e lo pianta in giardino a fare lui il nano di arcore, che si fa? Come ci tratti con uno così? ha già tutto.! Soluzione: lo rivolti per 20 anni come un calzino.

E alla fine cosa trovi ? che fa le corna alla moglie con le attricette.
Dubito che questi nuovi partigiani di libertà e giustizia possano salvare la democrazia:
stanno dietro il buco della serratura e in mano stringono altro che un fucile……

Carlo Aimeri


04 Luglio 2008
Etrusco
00venerdì 4 luglio 2008 16:53

Il preoccupato Silvio!

1 - GIP NAPOLI, PRONUNCIA SU PREMIER ENTRO 7 GIORNI…
(Apcom) -
Il gip di Napoli, Luigi Giordano, si è riservato di decidere sulla richiesta da inoltrare al Parlamento per utilizzare le telefonate tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e l’ex direttore di Rai Fiction, Agostino Saccà. Il giudice dovrebbe pronunciarsi entro sette giorni e dovrà anche esprimersi in merito alla questione di competenza territoriale sollevata dai legali del premier che vorrebbero che il procedimento fosse trasferito nella capitale. Per l’8 luglio, invece, è fissata l’udienza preliminare davanti al gup, Lia Paola Laviano, che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio.

2 - BERLUSCONI FRENA SU DECRETO. TRASCRIZIONI AL MACERO…
(Asca) -
I segnali distensivi provenienti dalla procura di Napoli e la cautela dimostrata dagli alleati verso l’adozione con procedura d’urgenza di un provvedimento sulle intercettazioni telefoniche che limita fortemente lo spazio investigativo della magistratura e la liberta’ della stampa di riferirne gli esiti, frenano la determinazione del Cavaliere. All’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi il decreto blocca-gossip non c’e’, anche se alcuni esponenti di governo non escludono che il tema verra’ comunque affrontato.

E’ il risultato di una giornata convulsa culminata con la rinuncia del presidente del Consiglio a partecipare alla puntata serale di Matrix, che doveva essere l’occasione per Berlusconi di spiegare, faccia a faccia con il pubblico, le ragioni di un intervento legislativo che blocca la gogna mediatica alla quale il premier si sente condannato e ridimensiona l’iniziativa della procura di Napoli nel rinvio a giudizio per corruzione basato sul contenuto delle conversazioni tra il patron di Mediaset e allora capo dell’opposizione e il direttore di Raifiction Agostino Sacca’.

La paventata nuova ’lenzuolata’ di intercettazioni sulle anticipazioni delle pagine dell’Espresso in edicola oggi, data per scontata da molti osservatori, questa volta non c’e’ stata. Anzi il settimanale del gruppo De Benedetti si e’ affrettato ieri nel pomeriggio a smentire l’imminente pubblicazione di una nuova puntata dello stillicidio di ’brogliacci’ proveniente dalla procura di Napoli, che nel frattempo manda un inaspettato segnale di pace: i testi delle intercettazioni che non sono attinenti direttamente all’indagine verranno distrutte.

Questa mattina il giudice Luigi Giordano decidera’ se chiedere al Parlamento l’autorizzazione ad utilizzare le sei conversazioni sulle quali il pm Vincenzo Piscitelli ha basato l’accusa di corruzione contestata al premier in concorso con Sacca’. L’avvocato di Berlusconi, Niccolo’ Ghedini sembra intenzionato a chiedere che sia riconosciuta l’incompetenza territoriale con il trasferimento del procedimento a Napoli. Sul fronte degli alleati di governo esponenti di An sono intervenuti riproponendo la linea illustrata da Gianfranco Fini al Cavaliere nel pranzo dei giorni scorsi: l’urgenza di un intervento in materia c’e’ ma l’ingorgo di provvedimenti all’esame del Parlamento potrebbe vanificare l’effetto di un decreto che rischierebbe di non essere riconvertito.

Il presidente della Camera ieri ha anche risposto alle preoccupazioni per un possibile esproprio delle prerogative del Parlamento e dei diritti dell’opposizione determinati da un eccessivo ricorso alla decretazione d’urgenza, messe nero su bianco da Walter Veltroni e Pier Ferdinando Casini.
I tempi del dibattito sono stati garantiti, ribatte Fini, nessuna lesione quindi della dignita’ del Parlamento, ma il presidente riconosce che il problema e’ annoso e va comunque affrontato.
Intanto, il segretario del Pd minaccia un’opposizione parlamentare senza sconti e con il ricorso a tutti gli strumenti regolamentari a disposizione se non verra’ ritirato l’emendamento blocca-processi e se questa mattina verra’ varato il decreto sulle intercettazioni. Uno dei due obiettivi sembra essere stato centrato.



3 - SACCA': DG NON PUO' NULLA, FUFFA NUOVE INTERCETTAZIONI…
(Ansa) -
Sulle vecchie intercettazioni 'Cappon non puo' fare nulla', e le nuove 'sono solo fuffa'. Al suo rientro in Rai dopo l’autosospensione, Agostino Sacca’ guarda al futuro e liquida il polverone sollevato dalle sue intercettazioni come ’tutta una grande ipocrisia’. La Rai, ribadisce, ’e’ un’azienda politica, lo dice la legge Gasparri’. Allora ’che c’e’ di strano se tra dirigenti si parla di sostituzioni? Forse che gli altri dirigenti Rai o i direttori dei Tg non fanno lo stesso con i loro referenti?’.

Sacca’ ricorda che nessuna raccomandazione, comunque, e’ andata a buon fine, ’ho dovuto dire dei no dolorosi, anche a Letizia Moratti che e’ una cara amica’. Per il futuro della Rai auspica l’amministratore unico, proposta avanzata dal Pd di Veltroni che sembra non piacere al premier: ’Pazienza - conclude il capo di RaiFiction - per la Rai sarebbe la cosa migliore’.

04 Luglio 2008
Etrusco
00venerdì 4 luglio 2008 17:56
[SM=x44497] CON UN VOLO RIO DE JANEIRO-MALPENSA E’ TORNATA VERONICA
E SILVIO CORRE SUBITO A MACHERIO
[SM=x44497]
- L’ORIGINE DELL’ETERNA CRISI TRA I DUE? LA DIVISIONE DELL’IMPERO (PER 5 O PER 2?)
– COSSIGA PIZZICA SCALFARI…




Veronica Lario e Silvio Berlusconi

© Foto La Presse

1 - Fermi tutti: con un volo proveniente da Rio de Janerio è sbarcata (due giorni fa) alla Malpensa Lady Veronica Lario. Per ora – ha confidato agli amici – resta a guardare come va a finire il gnocca-gate…

2 - (ASCA) -
Un ’mordi e fuggi’ a Milano per incontrare la moglie, Veronica Lario. E’ cosi’ che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, avrebbe riempito il ’buco’ di qualche ora apertosi ieri nella sua agenda dopo aver rinunciato a partecipare a Matrix.
Secondo quanto riferiscono fonti qualificate, una volta terminati i suoi impegni romani, il premier avrebbe deciso di salire su un aereo per volare a Milano. Infatti, poco prima delle 18,00 di ieri lasciava Palazzo Grazioli a Roma. Una decisione presa per incontrare la consorte. I due, sempre da quanto si e’ saputo, si sarebbero visti nella residenza di Macherio.
Un ’tete a tete’ durato soltanto qualche ora. Berlusconi e’ infatti rientrato a Roma in serata.

3 – Sotto il primo strato di orgoglio ferito di Veronica batte sempre la ferita della divisione dell’impero berlusconiano.
Secondo gli “addetti ai livori”, in parole povere, il reale motivo della crisi eterna tra Silvio e la moglie avrebbe origine dalla divisione.

Ora il frutto di primo letto sono Marina e Piersivio, quelli sfornati dai lombi della Lario sono invece tre: Luigi, Barbara ed Eleonora.
Ora se la matematica non è un’opinione si prende il montepremi dei sudori del Cav e lo si divide per 5: 20% ciascheduno. Facile, no? Invece, qui sta il casino:
dividendo così i tre pargoli di Veronica avrebbero il 60%, [SM=x44465] ergo la maggioranza e Silvio non ci sta: vuole il 50% per il primo letto e l’altra metà ai pargoli di Veronica.
Così raccontano.

[SM=x44522]



4 - COSSIGA: AMORI DI BERLUSCONI? A CHI INTERESSA?...
(Ansa) -
’Cosa volete che ne freghi agli italiani, per i quali il sesto ed il nono Comandamento altro non sono se non il sesto ed il nono Comandamento, se Silvio Berlusconi ha avuto degli amorazzi con qualche attricetta o anche di piu’?’.
Lo chiede il senatore a vita Francesco Cossiga a proposito delle intercettazioni telefoniche, secondo cui ’quelle che sembrano essere rivelazioni eclatanti in materia per cosi’ dire ’sentimentale’ possano avere qualche influenza sulla attuale situazione politica italiana’.

’Per come sono fatti gli italiani, specie quelli di oggi e i cattolici (tutti peccatori) - rileva - la cosa puo’ andare ad onore di Berlusconi. [SM=x44488] [SM=x44487] [SM=x44509]
Gli unici ad obiettare saranno Eugenio Scalfari, noto per la sua fedelta’ matrimoniale e per la sua profonda avversione all’adulterio o peggio ancora a vite e famiglie parallele;
e magari i cattolici democratici, per potere poi difendere i Dico anche a tre o la inseminazione delle lesbiche’.

In verita’, secondo Cossiga, ’i pericoli per il governo sono altri. La magistratura militante - spiega - terrorizzata dalla vittoria del Cavaliere ha deciso che ’o ora o mai piu’’. Si tratta di vedere se vorranno umiliarlo condannandolo prima o ancor peggio durante il G8 o se per rispondere agli appelli del presidente Napolitano lo condanneranno dopo’.

04 Luglio 2008

orckrist
00martedì 8 luglio 2008 09:29

[mode carogna ON]

Mi frulla per la mente un nome: Leonilde Iotti.

[mode carogna OFF]





Etrusco
00mercoledì 6 agosto 2008 08:27
Re:
orckrist, 08/07/2008 9.29:


[mode carogna ON]

Mi frulla per la mente un nome: Leonilde Iotti.

[mode carogna OFF]






Ti accontento subito:
controlla sull'elenco di tutti gli italiani intercettati (LINK)
se compare anche la Iotti [SM=x44515] [SM=x44461]
Etrusco
00mercoledì 6 agosto 2008 08:33
STRANE COPPIE
– CONVERSAZIONI TRA LA SANTADECHÉ E VITTORIO FELTRI [SM=x44482]
– ARRIVA LA BOMBA EROTICA DELL’ESTATE: IL LIBRO “SESSO, POTERE E INTERCETTAZIONI AL TEMPO DEL CAVALIERE”
– TOP SECRET SUI CONTENUTI… [SM=x44515]



Matteo Orsucci per “Libero”


«Daniela è proprio una persona buona, sono venuto solo per lei», ci dice Solange al tavolino del Caffè de La Versiliana.

Daniela è l’onorevole Santanchè. Ieri pomeriggio c’era il pienone ad ascoltare la pasionaria de La Destra. Molti i presenti, ma pochi si aspettavano l’annuncio dell’uscita del nuovo libro a quattro mani tra la Santanchè e il direttore di questo giornale, Vittorio Feltri. «Uscirà nella prima metà di agosto - spiega l’onorevole - e altro non è che la sbobinatura di una serie di colloqui tra me e il direttore Feltri». Come dire: meglio raccoglierli subito in un libro prima che siano intercettati…

«Il nuovo volume si intitola “Sesso, potere e intercettazioni al tempo del Cavaliere” e parte da una constatazione precisa: per quale motivo in questo Paese spendiamo più di ogni altro Stato per intercettare solo alcune persone? C’è un accanimento nei confronti di alcuni personaggi politici e pubblici da parte della magistratura, che però ne esce sempre più che pulita. D’altra parte la magistratura che processa se stessa…».

La presentazione è stata ufficiale, ma il dibattito procedeva su due filoni.
Due le questioni fondamentali del dibattito: intercettazioni, appunto, e cocaina.
Che un modo come un altro per tirare in mezzo chi fa informazione. «Vorrei sapere come mai alcuni giornali hanno sempre l’esclusiva di certe carte, perché deve esserci una rincorsa a pubblicare in prima pagina la foto del mostro che alla fine è innocente… Mi viene in mente il padre di Gravina di Puglia, che si è scoperto essere estraneo ai fatti. Mi sembra di essere Alice nel paese delle meraviglie». Un vero e proprio boato da parte del pubblico.

La regolamentazione
in materia d’intercettazioni telefoniche l’ha spiegata molto bene Aldo Giubilaro, Sostituto Procuratore Generale della Corte d’Appello di Firenze (che è stato l’elemento di collante per i due grandi temi trattati).

A difendere i diritti di categoria (quella dei giornalisti) c’era appunto la Santanchè, mentre a difendere procure e giudici c’era Giubilaro. Il quale ha detto che l’attuale normativa in materia è scritta nero e su bianco e andrebbe pure bene.
«Andrebbe bene
- ha aggiunto - se davvero fosse applicata, se nelle procure non circolassero decine di persone che sono oggettivamente poco gestibili.
Infatti ogni procedura interna per violazione di segreto d’ufficio si è sempre risolta in un nulla di fatto».

Nel mondo ideale tutto funziona, in quello reale non funziona mai nulla. E qui si torna al libro della Santanchè e di Feltri.

La seconda parte del pomeriggio è stata dedicata alla discussione dell’argomento droga, giovani e in particolare la diffusione della cocaina. Hanno preso parte al dibattito Gianluigi Gessa, professore neurofarmacologo e autore del libro “Cocaina”, Ubaldo Bonuccelli, professore neurologia presso l’Università di Pisa, e Matteo Viviani de “Le Iene” autore del servizio sulla droga in Parlamento. L’Arno, tanto per dire, è stato trovato “positivo” a tracce di coca, nei mesi scorsi l’aria di Roma aveva alte concentrazioni della polverina…

La Santanchè è categorica su questi temi, opponendosi a ogni forma di lassismo, linee morbide, sconti e distinzioni tra droghe pesanti e leggere. Ma siamo nella cornice di Marina di Pietrasanta, siamo in Versilia ed è agosto. Le cronache dicono di una decina di segnalati per possesso di coca nell’ultima settimana. E anche questo è un segno dei tempi.


Matteo Orsucci per “Libero”, 05 Agosto 2008

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 18:29.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com