Gualazzi: "Vi farò innamorare del jazz"
Raphael Gualazzi è all’aeroporto di Berlino, al telefono la sua voce si perde tra rombi di aerei e annunci di arrivi e partenze. «L’Eurovision mi ha portato fortuna, adesso sono impegnato in una serie di passaggi in radio e tv per promuovere il disco, che è da qualche settimana in classifica», racconta. E poi arriverà il tour in Germania, a ottobre; intanto passerà l’estate tra festival jazz e concerti in Italia (a Torino suonerà per il Venaria Real Festival il 22 giugno, il 24 sarà a Roma al Parco della Musica).
Per il ventinovenne musicista marchigiano il secondo posto al festival della canzone europea ha aperto le porte di un successo più ampio di quello sanremese, dove pure è arrivato primo tra le nuove proposte. Il brano era lo stesso, Follia d'Amore, però in versione bilingue. «Come i grandi del jazz e dello swing - osserva - che cantavano in italiano e inglese, da Dean Martin a Frank Sinatra. Le mie canzoni devono potersi adattare a tutte le lingue, mi piacerebbe anzi conoscerne altre».
Due dischi all’attivo (il primo, Love Outside the Window nel 2005, il secondo, Reality and Fantasy quest’anno), Gualazzi definisce la sua musica come «una fusione tra la tradizione melodica italiana e lo “stride piano”, senza nessuna pretesa filologica». Dagli anni Trenta americani a Domenico Modugno, insomma, con una buona dose d’ironia e un occhio a illustri divulgatori, come Sergio Caputo o Paolo Conte. Qual è il segreto per portare il jazz al grande pubblico? «Abbattere i cliché: il jazz esprime libertà, non si ferma mai, si alimenta sempre delle novità che prende dal rock e dalla musica popolare. In fondo fino al 1950 le grandi orchestre jazz facevano ballare tutti, quello era il pop di allora».
Anche Gualazzi sa far ballare, anzi proprio grazie a un remix ha raggiunto i club di mezza Europa: il deejay francese Gilles Peterson ha inserito il suo Reality and Fantasy in una compilation assai fortunata («Ho registrato in un piccolissimo studio con una tastiera giocattolo e qualche giorno dopo il brano era in tutte le classifiche»). E poi gli spot (Fiat) e i film (Manuale d’Amore 3): una strategia per portare la sua musica al pubblico più ampio possibile? «Il mio lavoro è scrivere, suonare il piano e cantare e ho sempre cercato di farlo con la massima serietà, il resto riguarda i discografici, è un altro mestiere». Nello specifico, a farlo è Caterina Caselli, che ha messo sotto contratto Gualazzi nel 2009, subito dopo averlo scoperto: per la sua Sugar è l’ultimo di una serie di artisti di successo, da Elisa a Bocelli, passando per i Negramaro.
E, tra una cover e uno standard jazz, il giovane musicista sta già pensando al terzo album: «Mi porto dietro un piccolo pianoforte elettrico in tutti gli alberghi dove vado e compongo fino a notte fonda».
Alcune delle prossime date:
21 giugno Treviso
22 giugno (Torino), 24 giugno Roma
27 giugno Udine, 28 giugno Milano
2 Luglio Rimini. 4 luglio Sarzana
di BRUNO RUFFILLI
Fonte:
http://www3.lastampa.it/musica/