IL BLOOMSDAY - 18 ore terribili per gli appassionati di Joyce (da leggere)

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Stevenson
00sabato 15 giugno 2002 10:27
A migliaia sono pronti.. non vedono l'ora di:

1) Infangarsi le scarpe nella sabbia di una spiaggia molliccia
2) Mangiare un inquietante pasticcio di rognone
3) Bere un bicchiere di borgogna di dubbia provenienza
4) Acquistare una saponetta a forma di limone
5) Salire e scendere da una torre
6) Entrare in due o tre bar
7) Sedersi in una hall di un vecchio albergo
8 ) Esplorare un cimitero
9) Curiosare davanti ad un ospedale
10) Varie ed eventuali.

Sono dei pazzi?

Quasi, sono Joyciani, ovvero gli appassionati lettori di James Joyce.
Domani come ogni 16 giugno, affolleranno le strade di Dublino, in occasione del "BLOOMSDAY", sarebbe a dire "Il giorno di Bloom", cioè Leopold Bloom, il protagonista dell'ULISSE, tremendo capolavoro della letteratura del novecento, che racconta proprio la giornata (16 Giugno 1904) di un agente pubblicitario, tra le otto del mattino e notte fonda.
[SM=x44455]
Che cosa fa il signor Bloom in circa diciotto ore?
In apparenza niente di speciale, incontra gente, parla, riflette e va a spasso.
Ogni 16 giugno, i Joyciani incalliti (e frotte di turisti) rifanno lo stesso giro, stavolta ancora con più gusto perchè ricorre l'ottantesimo anniversario della pubblicazione del romanzo.
;) :p ;) :p ;)
Alcune tappe del "BLOOMSDAY": La spiaggia di Sandymount, Eccles Street con la presunta casa di Bloom (dove oggi c'è l'ospedale), il Davy Byrne's Pub, l'antica farmacia Sweny (che ha forza di sentirseli chiedere ha davvero inventato i "Soap Lemons" ovvero saponette a forma di limone). E poi ancora i divani dell'Ormond Cafè e la cima della torre Martello.
Proprio su questa torre si avvia il romanzo. Una scena famosa: appare un uomo, ha in mano un pennello e una bacinella e una croce fatta con un pennello e un rasoio; dice "Introibo ad altare Dei", poi comincia a farsi la barba.
[SM=x44508] [SM=x44508] [SM=x44508] [SM=x44508]
Diciotto ore di passeggiata e mille pagine impervie e labirintiche. Chiunque dice di averle lette tutte mente, la stessa moglie di Joyce confessò candidamente di non essere mai andata più in là di pagina 27.
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ammiratore
00lunedì 17 giugno 2002 10:03
Re:


Ma no, non sono dei pazzi... E' come chi fà una caccia al tesoro.

Ma una domanda: ma quanta droga prendeva il sig. Joyce al giorno?

Sono sicuro che nemmeno lui ha letto quello che ha scritto!!














Scritto da: Stevenson 15/06/2002 11:27
A migliaia sono pronti.. non vedono l'ora di:

1) Infangarsi le scarpe nella sabbia di una spiaggia molliccia
2) Mangiare un inquietante pasticcio di rognone
3) Bere un bicchiere di borgogna di dubbia provenienza
4) Acquistare una saponetta a forma di limone
5) Salire e scendere da una torre
6) Entrare in due o tre bar
7) Sedersi in una hall di un vecchio albergo
8 ) Esplorare un cimitero
9) Curiosare davanti ad un ospedale
10) Varie ed eventuali.

Sono dei pazzi?

Quasi, sono Joyciani, ovvero gli appassionati lettori di James Joyce.
Domani come ogni 16 giugno, affolleranno le strade di Dublino, in occasione del "BLOOMSDAY", sarebbe a dire "Il giorno di Bloom", cioè Leopold Bloom, il protagonista dell'ULISSE, tremendo capolavoro della letteratura del novecento, che racconta proprio la giornata (16 Giugno 1904) di un agente pubblicitario, tra le otto del mattino e notte fonda.
[SM=x44455]
Che cosa fa il signor Bloom in circa diciotto ore?
In apparenza niente di speciale, incontra gente, parla, riflette e va a spasso.
Ogni 16 giugno, i Joyciani incalliti (e frotte di turisti) rifanno lo stesso giro, stavolta ancora con più gusto perchè ricorre l'ottantesimo anniversario della pubblicazione del romanzo.
;) :p ;) :p ;)
Alcune tappe del "BLOOMSDAY": La spiaggia di Sandymount, Eccles Street con la presunta casa di Bloom (dove oggi c'è l'ospedale), il Davy Byrne's Pub, l'antica farmacia Sweny (che ha forza di sentirseli chiedere ha davvero inventato i "Soap Lemons" ovvero saponette a forma di limone). E poi ancora i divani dell'Ormond Cafè e la cima della torre Martello.
Proprio su questa torre si avvia il romanzo. Una scena famosa: appare un uomo, ha in mano un pennello e una bacinella e una croce fatta con un pennello e un rasoio; dice "Introibo ad altare Dei", poi comincia a farsi la barba.
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Diciotto ore di passeggiata e mille pagine impervie e labirintiche. Chiunque dice di averle lette tutte mente, la stessa moglie di Joyce confessò candidamente di non essere mai andata più in là di pagina 27.
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