Si chiama Ifixit, ed è il vademecum per riparazioni 'fai da te' che dopo gli Usa sta conquistando l'Europa. Praticamente
fornisce gratis manuali di soluzioni per rimettere a posto 4.000 prodotti, soprattutto cellulari e apparecchiature hi tech, che altrimenti finirebbero in discarica. Non a caso a farlo conoscere all'Europarlamento ci hanno pensato gli ambientalisti dello European Environmental Bureau (EEB), che riunisce 140 organizzazioni in Europa, fra cui l'italiana Legambiente. Inutile dire che nel web sta spopolando.
E’ in questi giorni infatti che
Bruxelles sta lavorando al nuovo pacchetto di misure dell'economia circolare che include ecodesign dei prodotti, riuso e riciclo dei rifiuti, atteso entro la fine del 2015. "Avevo vent'anni, volevo riparare da solo il mio pc e alla fine ho scritto da solo il manuale e trovato i pezzi di ricambio", racconta Kyle Wiens, il fondatore statunitense di Ifixit, oggi trentaduenne e alla guida di un business che in Europa conta già circa 5 milioni di utenti al mese, di cui circa 500.000 italiani, nocciolo duro di clienti insieme a tre milioni di britannici, un milione di tedeschi e 600.000 francesi. "Il nostro
obiettivo è diventare la wikipedia delle riparazioni", racconta Wiens. "Ho imparato subito che i produttori non cooperano: vogliono consumatori che comprino un nuovo articolo e basta", aggiunge. Se è vero che l'Unione Europea vuole smettere di produrre montagne di immondizia, inclusi i rifiuti elettronici, con il pacchetto di nuove norme in arrivo "dovrà chiedere - sottolinea - l'accesso a manuali e pezzi di ricambio perché‚ le aziende non possono fornire un servizio di assistenza in ogni comune". Nel settore, prosegue,
c'è "un enorme potenziale di nuovi posti di lavoro: almeno 10.000 negozi di riparazione sono fioriti in Europa negli ultimi cinque anni", che chiaramente usano i suoi manuali gratuiti. "Per realizzare una vera economia circolare vorremmo vedere regole per il design ambiziose, che assicurino che i prodotti durino nel tempo, possano essere disassemblati e riassemblati", spiega Jeremy Wates, segretario generale di EEB, che preme perch‚ i produttori diano accesso a manuali e pezzi di ricambio. Si punta poi a incentivare i tassi di restituzione dei prodotti: "se riuso i componenti di uno smartphone recupero un terzo del suo valore, che crolla a pochi euro se li getto per riciclarli" aggiunge Wates, convinto che i prodotti rigenerati "dovrebbero avere un marchio 'verde' Ue che garantisca la qualità".
A Bruxelles le bocche sono cucite sui dettagli della strategia per l'economia circolare in arrivo. "L'imperativo è mantenere il valore aggiunto di prodotti e materiali il più a lungo possibile e di eliminare i rifiuti", rassicura il commissario Ue all'Ambiente, Karmenu Vella. "Stiamo valutando - aggiunge - target di riciclo, un uso intelligente delle materie prime e design dei prodotti, riuso, riparazione e riciclo".
Fonte: Contro la Crisi