Il Quebec al tempo del foliage

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killing zoe
00giovedì 6 ottobre 2011 23:17
Un'isola. Potremmo usare questa immagine per raccontare il Québec, la provincia più vasta e la seconda più popolosa (dopo l'Ontario) del Canada. Un'isola francese nel grande Canada inglese. Ma soprattutto una terra di incroci come poche altre al mondo: assolutamente francese nella lingua e nella cultura, inglese nella politica, americana nell'architettura (avete presente i grattacieli di Montréal?) e nativa-indiana nel cuore.
Benvenuti dunque in Québec, dove la natura domina incontrastata, dove anche la modernità è in tutte le cose e dove ovunque cogli i segni del passato: perché qui tutto ha più facce.
Il periodo migliore per visitarlo è proprio ora, l'autunno, soprattutto per godere dello straordinario spettacolo del foliage che offre all'occhio del visitatore colori sfolgoranti come il rosso, l'arancio, l'oro, il giallo e il marrone delle foglie che gli alberi perdono prima dell'inizio dell'inverno. Uno show romantico favorito dalle buone condizioni meteorologiche della stagione: lunghe giornate di sole e temperature ancora miti.
Il luogo più antico, quello dal quale partire alla scoperta di questa meravigliosa provincia canadese, è Québec City anzi Québec Ville, visto che qui si parla orgogliosamente francese. È una città che porta i segni della sua storia, nelle piazze, nei palazzi e nelle strade del centro che scendono attorno allo Château Frontenac che domina incontrastato. Il castello, oggi albergo della catena Fairmont, è surreale e fantastico: un luogo perfetto, non a caso scelto da Alfred Hitchcock che qui ha girato Io confesso (nel 1953) con Montgomery Clift. Nei vicoli che si snodano dalla vetta della città e che portano verso le strade principali, ci sono botteghe e negozi, ristoranti e pub, e moltissimi laboratori d'arte che propongono le opere di artisti quebecchesi. Ma la città è tutt'altro che "vecchia". Sia la parte antica, con le sue stradine strette, sia la parte moderna in basso (c'è anche una spettacolare funicolare che consente di salire e scendere con facilità), sono vivacissime, ed è proprio il continuo contrasto tra passato e presente il piatto forte offerto al visitatore.
Lasciata Québec Ville ci si immerge in una realtà completamente diversa, con le bellissime cascate Montmorency, le più alte del Québec (84 metri), trenta metri più di quelle del Niagara. Poi, in una quindicina di minuti di viaggio, si arriva all'isola d'Orleans, attraversando l'unico ponte che la collega alla terra. E ci si trova di nuovo immersi nella natura, tra vigneti e frutteti, case basse e grandi fattorie, una festa di colori, di odori e di sapori davvero unica. Nell'isola si possono celebrare (e assaggiare) le virtù del succo d'acero - che è uno dei prodotti tradizionali del Québec - o visitare le "cidrerie" dove gustare burro e marmellata di mele, mostarda e ketchup tradizionale. È un tour bellissimo tra le foglie autunnali che colorano le strade di campagna e i porticcioli che si susseguono lungo la costa fino alla punta dell'isola, Saint-François-de-l'Île-d'Orléans, da dove si gode una vista speciale dell'estuario del San Lorenzo.
Proseguendo il viaggio si può arrivare nel cuore della nazione indiana: Wendake è una cittadina a qualche decina di chilometri da Québec Ville ed è il centro della nazione Huron-Wendat, una delle popolazioni autoctone della regione. C'è un museo, lo Huron-Wendat Nation Museum, dove si ripercorre tutta la storia delle nazioni indiane in Canada e in particolare quella della Huron-Wendat in Québec.
Da Québec Ville a Montréal si può andare comodamente in aereo. Ma meglio sarebbe attraversare il Paese in treno. Il viaggio dal finestrino offre uno spettacolo imperdibile: il foliage accende scenari naturali mozzafiato.

Le ferrovie canadesi (Via Rail Canada) offrono anche un tour di sei giorni in carrozza per apprezzare fino in fondo i colori dell'autunno. I percorsi da scegliere sono molti, dalla regione dei monti Laurenziani - che prende nome dal fiume San Lorenzo ed è soprannominata "toscana canadese" per la bellezza della campagna - a quella delle Eastern Townships, area disseminata di piccoli centri storici fondati a fine Settecento e caratterizzati da casette di legno, chiese dai campanili aguzzi e, cosa rara a questa latitudine, da vigneti. Poi ci sono i parchi, come il bellissimo Gatineau Park, ideale per il trekking, o il Mount Sutton, che d'inverno si trasforma in un paradiso degli sciatori, o ancora il Parc National du Mont-Orford, che è uno dei più ricchi di alberi d'acero che producono il celeberrimo maple syrup.
Arrivati a Montréal si hanno davanti due città in una: la prima è all'aperto, piena di grandi parchi, grattacieli e frizzante vita notturna; l'altra, sotterranea, si snoda tra le gallerie della metropolitana e quelle che collegano palazzi e, soprattutto a Downtown, shopping center. Belli i musei e sempre di alto livello le offerte sia al Museo d'Arte Contemporanea che al Museum of Fine Arts. Ma ancora più interessanti sono le gallerie d'arte, soprattutto quelle piccole e alternative: molte le troverete al 372 di Sainte Catherine Street West, nel Belgo Building. Quanto alla musica non avrete di che lamentarvi: tra club notturni e artisti di strada troverete sempre ottimi musicisti.
Nel porto i palazzi antichi fanno da corona alle strutture come quella disegnata da Le Corbusier. E poi ancora gallerie d'arte, bistrot, piccoli alberghi, boulangeries: si susseguono una dopo l'altra nelle strette strade della città vecchia. Lontanissima da ogni segno nordamericano, c'è un pezzo della vecchia Europa nel cuore del nuovo continente. Come quella raccontata da Mordecai Richler nei suoi libri.



di Ernesto Assante
Fonte: http://viaggi.repubblica.it/
fabius039
00giovedì 6 ottobre 2011 23:35
Siamo nel pieno della classica "Indian summer"

killing zoe
00venerdì 7 ottobre 2011 20:58
Re:
fabius039, 06/10/2011 23.35:

Siamo nel pieno della classica "Indian summer"




con tutti quei colori...bellissima [SM=x44458]


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