Il forte si mesce col vinto nemico. Col novo signore rimane l’antico.

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radcla
00sabato 12 novembre 2011 22:24
“Il forte si mesce col vinto nemico.
Col novo signore rimane l’antico.
Dividono i servi, dividon gli armenti:
si posano insieme sui campi cruenti
d'un volgo disperso che nome non ha.”


Così Alessandro Manzoni scriveva nell’Adelchi, per ricordare agli italiani che non potevano affidarsi a un cambiamento di padrone per avere la libertà.

Non illudiamoci, non è stata l’opposizione, non è stato il movimento di lotta, non è stato neppure il referendum e la protesta di milioni di persone a far cadere Berlusconi. Sono l’Unione Europea delle banche e della finanza, il capitalismo internazionale che hanno sfiduciato il Presidente del Consiglio. Il capitalismo internazionale non sopporta più Berlusconi, lo considera inefficiente, inefficace, controproducente e lo vuole mandare a casa. Ma non certo per fare un favore a noi. Noi non abbiamo mai sopportato Berlusconi, da un tempo infinito abbiamo sperato di mandarlo a casa, anche quando tutte e tutti coloro che oggi lo abbandonano lo riverivano come il massimo della novità e dell’efficienza.

Noi però oggi corriamo il rischio di pagare tutta la bolletta, tutto il conto che Berlusconi ci lascia. I 39 punti contenuti nella nuova lettera dell’Unione Europea al governo italiano sono altrettanti diktat che colpiscono al cuore i nostri diritti, le nostre condizioni sociali, la nostra democrazia. Per questo dobbiamo già combattere i nuovi padroni, la Bce, il Fondo monetario internazionale, Wall Street. Essi vogliono farci pagare tutti i costi della loro crisi. Prepariamoci a lottare più di prima contro la dittatura della finanza e delle banche in Italia e in Europa.

Si preparano giorni difficili per il nostro paese commissariato. La riconquista dei diritti e della libertà richiede sia il rovesciamento di Berlusconi, sia il rifiuto dei 39 punti dell’Unione Europea e di tutti i vincoli che, così come in Grecia, distruggono anche la Costituzione e la civiltà nel nostro paese.

Giorgio Cremaschi, presidente FIOM

Fonte: centinaia di siti sul web

**************************************


Mentre questa sera Roma è invasa da gente festante per quello che chiamano "un nuovo 25 aprile", io sono molto perplesso, anzi, ho molta paura.
Le parole di Giorgio Cremaschi sono tristemente reali, è andato via un tiranno, è terminato un secondo triste ventennio della storia italiana ma oggi, a differenza del 25 aprile 1945 non abbiamo molto da festeggiare. Non siamo stati noi a cacciarlo.
E' stato scaricato dal potere delle banche perché a loro non più utile, per noi non cambia proprio nulla.
Anzi, cambierà molto ... purtroppo! [SM=x44465]

Saremo chiamati a pagare il fallimento delle politiche delle banche, il fallimento del capitalismo.
E lo pagheremo caro, lo pagheremo tutto.

Le poche tutele del lavoro che ancora sopravvivevano verranno eliminate, la sanità ci costerà sempre di più, l'istruzione sarà ancora più a servizio dei gruppi imprenditoriali privati. I trasporti saranno più cari, i servizi sociali spariranno, il patrimonio artistico sarà privatizzato. Per i dipendenti pubblici e i pensionati di oggi, e quelli che lo saranno domani (se lo saranno ...) si preannunciano tempi tristi.

Non a caso ci governerà una figura non politica, che non insegue il consenso, e quindi potrà fare carne da spezzatino a volontà, senza temere conseguenza alcuna.

Sinceramente, io questa sera non trovo proprio nulla da festeggiare, mi spiace per la tanta gente che ha invaso in modo massiccio le strade dei "palazzi del potere" nel centro di Roma.
Spero che la crudele violenza "legalizzata" che subiranno da domani gli porti ancora tanta forza, tante energie e tanta volontà per tornare in piazza il giorno che ci sarà da manifestare per difendere i nostri diritti base che ora le banche si apprestano a toglierci. [SM=x44465]
roadrunner
00sabato 12 novembre 2011 22:52
...grossomodo era quello che volevo intendere col riferimeno al biderberg...
sperminator
00sabato 12 novembre 2011 23:26
nessuno pensa che da oggi " l' italia e' libera ", ci mancherebbe ... diciamo che da stasera abbiamo recuperato agli occhi dell' estero un po' piu' di credibilita', completamente persa negli ultimi anni ... [SM=x44458]
radcla
00sabato 12 novembre 2011 23:32
Re:
roadrunner71, 12/11/2011 22.52:

...grossomodo era quello che volevo intendere col riferimeno al biderberg...




[SM=x44458]
[SM=x44465]


Stimolante per la riflessione anche questo articolo, letto su Indymedia Italia e scritto da Luigi Ambrosi (chi non lo conoscesse può trovare la sua pagina di presentazione sul GiornaleDiStoria):

OLTRE LA PADELLA E LA BRACE: ALLEANZA STRATEGICA COI BRICS E RIVOLTA POPOLARE

La padella berlusconiana da cui stiamo uscendo si è caraterizzata per: aumento del debito pubblico, agevolazioni e impunità fiscale per le classi benestanti, economia clientelare, illegale e criminale, spese militari e guerre, contributi al Vaticano, involuzione culturale generale della società, dalle contraddizione di genere a quelle individuo/società, con l'aggiunta di localismo quando era necessaria una dimensione internazionale.

Le braci in cui stiamo cadendo sono quelle dei capitalisti BCE e anglo-americani, con la Goldman Sachs in sala regia: ad entrambi interessa saccheggiare quel che resta dell'apparato industriale italiano (il secondo in Europa), e privatizzare i beni comuni, dopo aver già ridimensionato la presenza e le commesse italiane in Libia.

Le braci sono: la svendita dell'apparato industriale italiano, a cominciare da ENI, Enel, Finmeccanica, Fincantieri (in particolare l'assalto strategico all'Eni, quindi anche al gasdotto SouthStream, rientra nella manovra di accerchiamento della Russia-Paese dei Brics); la privatizzazione delle aziende di servizi pubblici, esattamente in senso contrario all'esito del referendum (per i "prestiti all'Irlanda una clausola della BCE ha preteso l'obbligo di installazione dei contatori a domicilio per il pagamento dell'acqua). Le braci sono la pensione a 67 anni per tutti, l'inevitabile aumento delle tariffe pubbliche, la sostituzione dei contratti di lavoro nazionali con quelli aziendali, più precariato e più facilità di licenziamento, un calo dei salari reali tra il 10 e il 30%.

Se la BCE (che tra l'altro è privata e in mano alle principali banche franco-tedesche) avesse veramente voluto il risanamento e non il saccheggio dell'Italia, avrebbe preteso nella sua lettera una legislazione severa contro l'evasione fiscale, il lavoro nero, la criminalità organizzata, tasse patrimoniali e sulla rendita. Ma nulla di tutto ciò: solo scarnificare la manifattura, l'economia italiana e i redditi dei lavoratori. Le braci sul piano culturale saranno più sofisticate: tecnicismi economici, siamo sulla stessa barca, fare quadrato intorno la civiltà occidentale, le guerre come operazioni umanitarie (bombardamenti su Belgrado= la "difesa avanzata" di D'Alema; guerra in Afghanistan=mandiamo a scuola le bambine afghane; bombardamenti sulla Libia= "non siamo in guerra" di Napolitano).

Per chi si illude di un cambiamento economico in meglio dopo l'uscita di scena di Berlusconi, occorre ricordare che, con il cambio di governo e l'intervento e gli "aiuti" della BCE, nessun Paese dei Pigs ha visto ridursi gli interessi dei titoli di Stato che, anzi, si sono ulteriormente alzati. Il "risanamento" dell'Italia viene affidato ad ex-impiegati della Goldman Sachs: Monti, Draghi, e contigui tra le ombre, Prodi, Letta, Amato.

Una nota su Draghi: responsabile della Goldman Sachs per l'Europa, ha in prima persona aiutato il governo greco a camuffare i conti e a indebitarsi, con l'esito che abbiamo sotto gli occhi. Una nota su Monti: rappresentante della Trilaterale (una potente e feroce cupola del capitalismo occidentale, con Rockfeller e Kissinger), consulente della Goldman Sachs e del FMI, ultra-liberista. A chi pensa che il FMI possa aiutare l'Italia, basti ricordare che tutto il Sudamerica sfugge da tempo dai suoi aiuti, dopo la devastante esperienza dei due decenni passati, in particolare di Venezuela ed Argentina (approfondimento: Il Venezuela, una lezione per l’occidente in crisi)

Come è quindi possibile che risanino il bilancio italiano le stesse forze che hanno guidato l'attacco economico all'Euro, alla Grecia, alla Spagna, all'Irlanda, al Portogallo e alla stessa Italia?

La governance franco-tedesca dell'Europa, già divisa sulla questione libica, non sembra all'altezza di sostenere l'attacco delle multinazionali anglo-americane all'Europa e all'Euro, e tutto lascia intendere la fine politica di questo esperimento di autonomia europea, con la frantumazione dell'Euro o l'uscita della Germania da questa area monetaria. Solo un forte sostegno dei Paesi Brics poteva contenere questo imponente attacco dell'area dollaro e proteggere l'Euro, ma Brasile Russia India Cina si sono giustamente defilati: sono appena stati cacciati a suon di bombe dalla Libia da una coalizione comprendente gli europei, perché mai dovrebbero aiutarli?

I paesi Brics presentano il conto all'Europa della sconsiderata partecipazione all'aggressione imperialista. Quando si comincerà a fare un bilancio dei costi politici, oltre che economici e umani, della partecipazione alla Nato e alle sue guerre, allora saranno maturi i tempi per riconsiderare le alleanze internazionali.

A mio parere solo una coraggiosa uscita dalla Nato e un cambio di alleanze internazionali a fianco dei Brics e un processo di reindustrializzazione con loro concordato potranno aprire degli orizzonti meno cupi. Per intanto non ci resta che imitare la Grecia, preparare pazientemente scioperi generali, la paralisi del Paese e la rivolta della popolazione al programma di lacrime e sangue che i Papandreu italiani stanno mettendo a punto. Anche quanto successo nella americana Oakland può fare scuola: sciopero generalizzato auto-organizzato e paralisi della città. Il debito pubblico, creato dai nostri capitalisti per assorbire la loro sovraproduzione e salvaguardare i loro profitti, va pagato da quel 10% della popolazione che ha accentrato oltre metà del reddito nazionale. Anche a rate.

Luigi Ambrosi
radcla
00sabato 12 novembre 2011 23:35
Re:
sperminator, 12/11/2011 23.26:

nessuno pensa che da oggi " l' italia e' libera ", ci mancherebbe ... diciamo che da stasera abbiamo recuperato agli occhi dell' estero un po' piu' di credibilita', completamente persa negli ultimi anni ... [SM=x44458]




volevi dire: agli occhi delle banche estere [SM=x44461]

Per la gente normale siamo quelli che non hanno saputo sconfiggere politicamente un tiranno ed allora gli è stato mandato il "maestro" dall'alto, cioè, da Goldman Sachs. [SM=x44465]
sperminator
00domenica 13 novembre 2011 09:06
Re: Re:
radcla, 12/11/2011 23.35:




volevi dire: agli occhi delle banche estere [SM=x44461]

Per la gente normale siamo quelli che non hanno saputo sconfiggere politicamente un tiranno ed allora gli è stato mandato il "maestro" dall'alto, cioè, da Goldman Sachs. [SM=x44465]




ok, pero' ammetti che i risultati delle elezioni amministrative e dei referendum di maggio - giugno, uniti ai sondaggi ( anche quelli piu' vicini a [SM=x44522] ), hanno certificato una chiara inversione di tendenza ... [SM=x44461]
radcla
00domenica 13 novembre 2011 12:32
Re: Re: Re:
sperminator, 13/11/2011 09.06:




ok, pero' ammetti che i risultati delle elezioni amministrative e dei referendum di maggio - giugno, uniti ai sondaggi ( anche quelli piu' vicini a [SM=x44522] ), hanno certificato una chiara inversione di tendenza ... [SM=x44461]




Infatti!

Proprio quando la situazione in cui ci hanno portato le politiche della destra e della lega, con sempre più strati della popolazione in estrema difficoltà, proprio quando le coscienze si sono risvegliate dal torpore nel quale erano state indotte dalle tv di Berlusconi, proprio quando gli si poteva dare un vero e definitivo colpo di KO, ci si è invece piegati al volere di poteri ancora più forti di Berlusconi.

Compiendo un errore strategico politico gravissimo, perché le politiche criminali che attuerà Monti porteranno la gente ad allontanarsi da chi lo sosterrà in parlamento, PD in primis.
E ne trarrà giovamento solo la lega, che dopo aver distrutto il paese, portandolo nella situazione in cui ci troviamo oggi, potrà poi farsi bella davanti agli elettori e dicendo di essere stata all'opposizione.
Opposizione sì, ma con Monti, prima però ha rovinato l'Italia! [SM=x44472]
radcla
00domenica 13 novembre 2011 12:33
Chi è Mario Monti
Volantino distribuito venerdi 11.11.11 durante 'Occupy Brescia':

MARIO MONTI: UNO DEI PRINCIPALI RESPONSABILI DELLA CRISI

Chi è :

Dal 1981, Monti riveste diversi incarichi politici: è relatore della

commissione sulla difesa del risparmio finanziario dall’inflazione

(1981), presidente della commissione sul sistema creditizio e finanziario

(1981-1982), membro della Commissione Sarcinelli (1986-1987) e del Comitato

Spaventa sul debito pubblico (1988-1989).

Dal 1988 al 1990 è vicepresidente della banca Comit.

Nel 1994 Monti è indicato come candidato italiano per la nomina a

commissario europeo dal primo governo Berlusconi. A lui vengono assegnate

le deleghe a Mercato Interno, Servizi Finanziari e Integrazione

Finanziaria, Fiscalità ed Unione Doganale.

Nel 1999 Monti viene confermato commissario europeo dal governo D’Alema I,

che indica Prodi come secondo rappresentante per la Commissione UE, di

cui lo stesso Prodi diviene presidente, e riceve la delega alla

Concorrenza.

Mario Monti è International Advisor di Goldman Sachs, è anche parte del advisory board di Coca Cola Company.

Goldman Sachs , per chi non lo sapesse, è una delle più grandi banche d’affari del mondo. Ha speculato sulla crisi dei mutui subprime (come scrive il Time)

Ha investito nel debito della Grecia, aiutando il governo greco a

mascherare le reali condizioni del proprio debito pubblico (lo scrive

Spiegel),continua a speculare e dettare condizioni sul debito greco

La Goldman Sachs, nel 2010, è stata anche incriminata dalla SEC(il Securities and Exchange Commission, ente statunitense per la vigilanza della borsa) per frode e truffa ai danni dei propri clienti.

È stato il primo presidente del "Bruegel", un think-tank, nato a Bruxelles nel 2005, composto e finanziato da 16 Stati membri dell'UE e 28 multinazionali.

È inoltre presidente europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di

interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller e membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg.

Portare un uomo Goldman Sachs al Governo dell’Italia è come dire che

l’alta finanza non si accontenta più di speculare economicamente, vuole

anche poter speculare politicamente, in maniera palese e senza più bisogno

di nascondersi.

I responsabili della crisi vogliono continuare a speculare arricchirsi e dissanguare lavoratori, disoccupati studenti e pensionati.

Il Governo Berlusconi che ci ha consegnati a tutto questo, e oggi Napolitano è il regista, e PD e centrosinistra sono i complici.

Per quanto continueremo a farci prendere per i fondelli?

Per quanto continueremo a farci dissanguare?

Occupy Brescia - Rivolta il Debito!
il tobas
00domenica 13 novembre 2011 12:55
mi unisco a Radcla nelle preoccupazioni
sbandieratore-solitario
00domenica 13 novembre 2011 13:25
L'Europa e la libera circolazione delle merci e del mercato.
La palla più grossa che potevano inventare.

Quando fa comodo, il popolo è un popolo europeo.
Quando non fa più comodo, il popoplo è un popolo italiano.

Faccio solo un esempio di cosa valga l'EUROPA.

FRONTIERE SPAGNA - FRANCIA
Non c'è la struttura, ma ci sono le pattuglie dalla finanza spagnola e francese ( douane ) che fermano i mezzi per controllare traffici illeciti.
Ai posti dove c'erano le frontiere !

L'Italia è sempre l'Italia, il resto della CEE è ancora l'estero !
roadrunner
00domenica 13 novembre 2011 15:42
..."il comitato Spaventa sul debito pubblico"...sicuramente lo misero a presiedere quel comitato per via del cognome che avrebbe reso formidabilmente l'idea riguardo la situazione [SM=x44452]
radcla
00domenica 13 novembre 2011 18:52
Re:
roadrunner71, 13/11/2011 15.42:

..."il comitato Spaventa sul debito pubblico"...sicuramente lo misero a presiedere quel comitato per via del cognome che avrebbe reso formidabilmente l'idea riguardo la situazione [SM=x44452]




[SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457]
Avadoro
00domenica 13 novembre 2011 19:44
Re:
il tobas, 13/11/2011 12.55:

mi unisco a Radcla nelle preoccupazioni




Io pure, visto che sto leggendo il libro di Daniel Estulin sui Bildeberg
Arsenio Lupin
00lunedì 14 novembre 2011 09:09
Leggo molti interventi preoccupati per l'arrivo di Monti. A cui vorrei rispondere: "e vabbè, allora ripigliatevi Berlusconi!" [SM=x44454]

Seriamente, anch'io penso che Monti non sia la migliore soluzione possibile, ma in questo momento è l'unica praticabile. Ripeto che la priorità era liberarsi di Berlusconi, ed è stato fatto. Monti è sicuramente meno peggio, ed è l'unico che oggi possa avere una maggioranza (visto che il consenso del PDL, o di parte di esso, è imprescindibile per avere i numeri in parlamento).

Il passo successivo è fare quelle due o tre riforme indispensabili per salvare la baracca ed evitare il default, ed andare quanto prima ad elezioni senza questa indegna legge elettorale. La battaglia definitiva sarà quella, perchè non credo che Silvio si dia per vinto così facilmente, e comunque chiunque vinca il rischio è di trovarsi sempre le solite facce, i soliti membri della "casta" preoccupati solo di accumulare benefici e prebende per sé ed i propri amici, piuttosto che fare crescere il Paese.

Speriamo bene... [SM=x44465]
sperminator
00lunedì 14 novembre 2011 10:04
Re:
Arsenio Lupin, 14/11/2011 09.09:

Leggo molti interventi preoccupati per l'arrivo di Monti. A cui vorrei rispondere: "e vabbè, allora ripigliatevi Berlusconi!" [SM=x44454]

Seriamente, anch'io penso che Monti non sia la migliore soluzione possibile, ma in questo momento è l'unica praticabile. Ripeto che la priorità era liberarsi di Berlusconi, ed è stato fatto. Monti è sicuramente meno peggio, ed è l'unico che oggi possa avere una maggioranza (visto che il consenso del PDL, o di parte di esso, è imprescindibile per avere i numeri in parlamento).

Il passo successivo è fare quelle due o tre riforme indispensabili per salvare la baracca ed evitare il default, ed andare quanto prima ad elezioni senza questa indegna legge elettorale. La battaglia definitiva sarà quella, perchè non credo che Silvio si dia per vinto così facilmente, e comunque chiunque vinca il rischio è di trovarsi sempre le solite facce, i soliti membri della "casta" preoccupati solo di accumulare benefici e prebende per sé ed i propri amici, piuttosto che fare crescere il Paese.

Speriamo bene... [SM=x44465]




quoto perfettamente arsenio ... nessuno pensa che con monti a palazzo chigi l' agnello si abbevera nella stessa fonte del lupo, ma IN QUESTO MOMENTO ECONOMICO non e' il caso di sottilizzare ...
fabius039
00lunedì 14 novembre 2011 23:30
Monti era l'unica scelta possibile, non la migliore, ma proprio l'unica, e meno male che almeno questa c'è.
Ovviamente a "progetto" (wella, un altro precario!), ma non a tempo.

Faccio un paragone semplicistico.
Sono un'azienda che tira avanti alla meno peggio da anni, mi barcameno, non faccio sfracelli, ma resisto. Anche grazie al fido che ho dalle banche, che rinnovo da un pezzo di anno in anno.

Improvvisamente la banca mi chiede di rientrare dalla mia esposizione: cacchio, come faccio? e perchè? non è cambiato niente, sono sempre io, con i miei soliti problemi e le mie solite speranza, ma adesso mi casca il mondo addosso perchè quell'avvoltoio di banchiere mi chiede un rientro impossibile in tempi brevissimi.
Che fare? La prima cosa è solo rinegoziare, devo riuscire a convincere la banca a rifinanziare il mio debito, magari spostando le date di scadenza a termini più lunghi. Ma sono anni che gli conto palle, non ci riuscirò, a meno di non affidarmi ad un professionista, ad uno che li conosce bene, magari che è stato loro "compagno di merende", appunto uno come Monti, mister Wolf di "Pulp Fiction".

E mentre lui riesce a metterci una pezza, devo però fare le cose vere che servono a rimettere in carreggiata la mia attività.

Lasciamo per ora, anzi sarebbe meglio per sempre, da parte le ideologie, e tappiamo le falle.

La Finanza è il diavolo, mi serve Mafistofele per combatterla, diciamo che Monti è una cura omeopatica (che non mi senta Scilipoti!).

Il problema vero è che non abbiamo un liberismo sociale, una linea di pensiero che coniughi l'efficienza ed il pragmatismo della gestione privata con l'etica e la solidarietà, e non ne vedo neanche un modello all'orizzonte.

Il meglio che vedo, abbastanza diverso, è lo statalismo aperto ed efficiente dei paesi nordici, ma non so quanto sia esportabile ed imitabile.


fabius039
00lunedì 14 novembre 2011 23:59
E' certamente vero che la nostra crisi è stata accelerata dagli istituti finanziari e dalle banche, ma non è solo pura speculazione, è la nostra situazione che è stata finora benevolmente o colpevolmente trascurata, ed ora scoppia come un ascesso improvviso, che però covava da anni.

Il problema vero non è tanto e non è solo l'ammontare enorme del debito pubblico, il punto dolente è la natura del debito.

Il nostro debito si è formato ed ingigantito per spese correnti, e per pagare gli interessi sui debiti pregressi. Niente di buono, niente di positivo, niente che faccia ben sperare.
Ed è vero quello che dicono i sostenitori ad oltranza dell'ex governo, che il nostro debito è cresciuto meno degli altri paesi in questi ultimi anni, ma altri hanno fatto ricorso al credito per investimenti e rilancio dell'economia, non spese correnti.

Un conto è chiedere un prestito in banca per fare un viaggio, o peggio ancora per pagare altri debiti, un conto per investirlo in attività produttive.

Quando Tremonti diceva che noi siamo "usciti" dalla crisi meglio degli altri diceva una cosa tecnicamente sostenibile, ma sostanzialmente falsa: noi non abbiamo fatto praticamente nessuna azione, siamo rimasti in stato catatonico, anche perché non avevamo oggettivamente nessuna capacità di manovra. Altri governi si sono indebitati per investire, e qualche risultato lo stanno ottenendo.

Ecco perché noi siamo visti a rischio, e Stati Uniti e Giappone, più indebitati di noi, no.

E ricordo come reagì istantaneamente la Cina al primo insorgere della crisi, alla fine del 2008: grandiosi piani di investimento, centinai di aeroporti, migliaia di chilometri di ferrovie, porti, ospedali.

Le ricette giuste non sono né di destra né di sinistra, i cinesi hanno seguito i consigli della canzoncina di De Angelis: "Ma cos'è questa crisi.."
radcla
00martedì 15 novembre 2011 14:38
Re:
Arsenio Lupin, 14/11/2011 09.09:

Leggo molti interventi preoccupati per l'arrivo di Monti. A cui vorrei rispondere: "e vabbè, allora ripigliatevi Berlusconi!" [SM=x44454]




Vedi ... a mio avviso uno degli errori che ha fatto la sinistra nel recente passato (diciamo per circa l'ultimo ventennio) è stato combattere la persona Berlusconi e non le idee politiche che esso rappresenta. Anzi, spesso ha perseguito le sue stesse politiche.

Per me è sbagliato dire che se non ci sta bene Monti possiamo riprenderci Berlusconi, perché il menù che ci serviranno entrambi non è che si differenzi molto.

Occorre un deciso cambio di rotta, anche a livello europeo, che metta al centro il cittadino e non gli interessi delle banche, anche perché essi potrebbero essere realizzati comunque, come una diretta conseguenza di un maggiore benessere nella società civile.

Non sento parlare, ad esempio, di un piano energetico nazionale ora che, per la seconda volta, il popolo ha sonoramente bocciato il nucleare. Viviamo nel paese del sole, ci vorrebbero massicci investimenti in tal senso, per rilanciare economia, occupazione, risparmio energetico. Ma solo per fare un esempio tra tanti possibili per fare una politica alternativa a quella attuale che è identica nelle proposte dei vari schieramenti
il tobas
00giovedì 17 novembre 2011 11:30
perchè con Monti butta male
In Italia, data la maggiore influenza avuta dalla cultura marxista e la quasi assenza di una cultura liberale, si è protratta più a lungo, in una parte dell’ opinione pubblica e della classe dirigente, la priorità data alla rivendicazione ideale, su basi di istanze etiche, rispetto alla rivendicazione pragmatica, fondata su ciò che può essere ottenuto, anche con durezza ma in modo sostenibile, cioè nel vincolo della competitività. Questo arcaico stile di rivendicazione, che finisce spesso per fare il danno degli interessi tutelati, è un grosso ostacolo alle riforme. Ma può venire superato. L’abbiamo visto di recente con le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un po’ ridotto l’handicap dell’Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili.”

Mario Monti, Corriere della Sera, 2 gennaio 2011
radcla
00giovedì 17 novembre 2011 12:54
Re: perchè con Monti butta male
il tobas, 17/11/2011 11.30:

In Italia, data la maggiore influenza avuta dalla cultura marxista e la quasi assenza di una cultura liberale, si è protratta più a lungo, in una parte dell’ opinione pubblica e della classe dirigente, la priorità data alla rivendicazione ideale, su basi di istanze etiche, rispetto alla rivendicazione pragmatica, fondata su ciò che può essere ottenuto, anche con durezza ma in modo sostenibile, cioè nel vincolo della competitività. Questo arcaico stile di rivendicazione, che finisce spesso per fare il danno degli interessi tutelati, è un grosso ostacolo alle riforme. Ma può venire superato. L’abbiamo visto di recente con le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un po’ ridotto l’handicap dell’Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili.”

Mario Monti, Corriere della Sera, 2 gennaio 2011




Mala tempora currunt, sed peiora parantur [SM=x44465]
radcla
00giovedì 17 novembre 2011 13:41
Re: perchè con Monti butta male
il tobas, 17/11/2011 11.30:

le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un po’ ridotto l’handicap dell’Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili.”





aumenterà il numero dei clochard nelle strade, ma questo non è problema, vero? [SM=x44465]

Mi era venuto in mente l'accostamento a Marchionne, nei giorni scorsi, proprio per il modo con il quale Monti ci sta proponendo il cetriolo nel posteriore.
Esattamente come Marchionne ha fatto con i referendum alla Fiat: o vi prendete il cetriolo oppure chiudo tutto, lo stesso sta facendo Monti e il parlamento italiano.
Leonessa73
00giovedì 17 novembre 2011 17:23
Pur condividendo i tanti elementi di preoccupazione, sto tafazzismo imperante non lo condivido proprio.
Se vogliamo rialzare la testa, dobbiamo CREDERE in qualcosa, in qualcuno, nelle istituzioni, negli ideali che han fatto nascere l'Italia.
Echeccacchio!
il tobas
00giovedì 17 novembre 2011 17:47
Re:
Leonessa73, 17/11/2011 17.23:

Pur condividendo i tanti elementi di preoccupazione, sto tafazzismo imperante non lo condivido proprio.
Se vogliamo rialzare la testa, dobbiamo CREDERE in qualcosa, in qualcuno, nelle istituzioni, negli ideali che han fatto nascere l'Italia.
Echeccacchio!




Puoi anche CREDERE OBBEDIRE E COMBATTERE ma pure quella volta li non è che sia andata poi benissimo.

Qua non è che si vuol fare del disfattismo ma se una cosa è già evidente da prima (vedi un Monti che si muove alla Marchionne) non è che credere nel siluro che ti sta entrando nel culo sia un grande omaggio alla nostra intelligenza e utile al nostro paese.

Un progetto di risanamento tipo Islanda o Ecuador mi darebbe qualche speranza in più.
roadrunner
00giovedì 17 novembre 2011 17:57
16/11/2011 09.20 Borse Internazionali
Attacco all'Euro, si moltiplicano i sospetti su Goldman Sachs (MF)

Si moltiplicano i sospetti su una regia di Goldman Sachs dietro gli attacchi speculativi all'euro. Secondo indiscrezioni già datate a febbraio del 2010 alcuni hedge fund tra i quali Sac Capital Advisors e Soros Fund Management sarebbero stati "ispirati" da Goldman Sachs nella scommessa su una futura parità euro-dollaro. Non a caso dopo pochi giorni George Soros aveva dichiarato che l'euro rischiava di andare in pezzi. Da Goldman Sachs proveniva anche Henry Paulson, l'ex ministro del Tesoro Usa che aveva promosso il salvataggio delle banche statunitensi da 700 miliardi di dollari. La stessa Goldman Sachs aveva aiutato la Grecia a camuffare le perdite di bilancio che poi sono state smascherati dall'Unione Europea e hanno dato il via alla crisi del debito sovrano. Un'inchiesta del Senato Usa indaga sul fatto che Goldman Sachs avrebbe contribuito a gonfiare la bolla dei muti subprime americani per poi lucrare sul crollo del mattone a stelle e strisce. Con Goldman Sachs hanno avuto rapporti di lavoro il neo premier greco Lucas Papademos, il neo presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, il neo premier italiano Mario Monti. Evidenzia questa serie di coincidenze stamane il quotidiano MF che però sottolinea anche che le debolezze europee permettono a Goldman Sach e agli altri speculatori degli "attacchi finanziari" (Prodi ha stimato in 12 mila miliardi di dollari la potenza di fuoco di Goldman e delle sue "sorelle) che un'Europa più decisa e solidale non potrebbe subire.


la stampa

killing zoe
00venerdì 18 novembre 2011 07:34
Re: Re:
il tobas, 17/11/2011 17.47:


Un progetto di risanamento tipo Islanda o Ecuador mi darebbe qualche speranza in più.



sarebbe stato possibile un intervento del genere solo se non facessimo parte della UE...perchè se cadiamo noi, o qualsiasi altro stato aderente, sai che effetto domino [SM=x44465]


Leonessa73
00venerdì 18 novembre 2011 08:56
Re: Re:
il tobas, 17/11/2011 17.47:





Un progetto di risanamento tipo Islanda o Ecuador mi darebbe qualche speranza in più.




Perché, che han fatto lì?
Leonessa73
00venerdì 18 novembre 2011 09:09
Re: Re:
il tobas, 17/11/2011 17.47:




Puoi anche CREDERE OBBEDIRE E COMBATTERE ma pure quella volta li non è che sia andata poi benissimo.





Bah, dire a me una cosa del genere [SM=x44498]

La mia opinione è questa:
Non ho mai sostenuto che un governo dei tecnici fosse cosa buona, anzi (st'estate ci ho fatto una litigata durante la riunione di redazione su sta cosa).
Questo perché un tecnico fa in modo che 1+1 faccia 2. Ma poi ci vuole un politico per sapere cosa farci, con quel 2.

Detto questo, nulla era praticabile per uscire dall'empasse berlusconiana se non un nuovo governo (andare a elezioni avrebbe significato 2 mesi di normale amministrazione del Parlamento, sarebbe stata una catastrofe!).

Non serviva un governo di tecnici ma uno di larghe intese, di assunzione di responsabilità, che ci portasse ALMENO al voto con una legge elettorale diversa e una sul conflitto di interessi.

Tutti hanno sostenuto (cittadini compresi) che ci vuole un governo dei tecnici.
Diffidiamo pure del curriculum di alcuni di questi e delle loro posizioni politiche, ma parlare di "governo dei poteri forti" è una cacofonia (o si fa finta di cadere dal pero, una delle due).

Ammesso e non concesso che i ministri siano esperti senza conflitti di interesse (cosa che mi auguro, anzi ci auguro), chi ci mettiamo a fare il ministro dell'economia, che sappia cos'è l'economia?
Un "tecnico" vero può essere solo uno che ha una formazione e una esperienza talmente rilevante da aver potuto addirittura piegare alle sue capacità (forse al suo interesse, ma è accettabile se parliamo di aziende private e non di istituzioni pubbliche!!!) lo status quo!

Sennò che tecnico è? Ci fa paura? E chi ha voluto un governo di tecnici, scusate? Cosa dovevamo fare, metterci un commercialista stile Tremonti? Le sue competenze infatti ci hanno aiutato molto, finora.
O ci mettiamo l'ex impiegato di cassa dell'Unicredit ora disoccupato?

Siamo realisti, per favore. Se non siamo realisti, ora che il governo dei tecnici lo abbiamo avallato, non andremo da nessuna parte.

Il problema è che alle prossime elezioni ci andremo ancora col porcellum, senza legge sul conflitto di interessi, per eleggere ancora 1000 onorevoli invece che (almeno) la metà, con gli stessi costi della politica!
il tobas
00venerdì 18 novembre 2011 11:03
Re: Re: Re:
Leonessa73, 18/11/2011 09.09:




Bah, dire a me una cosa del genere [SM=x44498]

La mia opinione è questa:
Non ho mai sostenuto che un governo dei tecnici fosse cosa buona, anzi (st'estate ci ho fatto una litigata durante la riunione di redazione su sta cosa).
Questo perché un tecnico fa in modo che 1+1 faccia 2. Ma poi ci vuole un politico per sapere cosa farci, con quel 2.

Detto questo, nulla era praticabile per uscire dall'empasse berlusconiana se non un nuovo governo (andare a elezioni avrebbe significato 2 mesi di normale amministrazione del Parlamento, sarebbe stata una catastrofe!).

Non serviva un governo di tecnici ma uno di larghe intese, di assunzione di responsabilità, che ci portasse ALMENO al voto con una legge elettorale diversa e una sul conflitto di interessi.

Tutti hanno sostenuto (cittadini compresi) che ci vuole un governo dei tecnici.
Diffidiamo pure del curriculum di alcuni di questi e delle loro posizioni politiche, ma parlare di "governo dei poteri forti" è una cacofonia (o si fa finta di cadere dal pero, una delle due).

Ammesso e non concesso che i ministri siano esperti senza conflitti di interesse (cosa che mi auguro, anzi ci auguro), chi ci mettiamo a fare il ministro dell'economia, che sappia cos'è l'economia?
Un "tecnico" vero può essere solo uno che ha una formazione e una esperienza talmente rilevante da aver potuto addirittura piegare alle sue capacità (forse al suo interesse, ma è accettabile se parliamo di aziende private e non di istituzioni pubbliche!!!) lo status quo!

Sennò che tecnico è? Ci fa paura? E chi ha voluto un governo di tecnici, scusate? Cosa dovevamo fare, metterci un commercialista stile Tremonti? Le sue competenze infatti ci hanno aiutato molto, finora.
O ci mettiamo l'ex impiegato di cassa dell'Unicredit ora disoccupato?

Siamo realisti, per favore. Se non siamo realisti, ora che il governo dei tecnici lo abbiamo avallato, non andremo da nessuna parte.

Il problema è che alle prossime elezioni ci andremo ancora col porcellum, senza legge sul conflitto di interessi, per eleggere ancora 1000 onorevoli invece che (almeno) la metà, con gli stessi costi della politica!




In una simile situazione strade praticabili non se ne vedevano e l'unico modo per avere le larghe intese era il governo tecnico perchè la nostra irresponsabile classe politica non è in grado di trovare un accordo comune ma solo di accettare un terzo apparentemente sopra le parti.

Però mi pare che il nuovo governo sia partito già col piede sbagliato.

Le premesse "sacrifici ma con equità" stanno per essere smentite.

Perchè il ritorno dell'ICI si poteva anche digerire se accompagnato da una patrimoniale sugli altri redditi e sui capitali "scudati" ma così da sola è la riproposizione di un vecchio copione.
Oltretutto quando l'ICI venne abolita non è che ci trovammo con + soldi in tasca che adesso andremmo a ridare allo stato ma venne compensata dall'aumento dell'addizionale IRPEF comunale (ovvero prima io pagavo l'ici, adesso sia io che mia moglie paghiamo l'addizionale irpef).

Poi la prima dichiarazione del neo ministro dell'ambiente (con successiva retromarcia), favorevole al ritorno al nucleare, è un altro campanello d'allarme. Ma come, solo 5 mesi fa il popolo si è espresso con un referundum; e allora la democrazia, la sovranità popolare dove sono finite?

Io da un governo tecnico mi aspetterei che avesse un programma di pochi punti ma fondamentali; risanamento dei conti pubblici e poi legge elettorale con conseguente ritocco della costituzione (nei termini di diminuzione dei parlamentari) visto che solo con le larghe intese si riesce a fare e dopodichè si va a votare.
Invece Monti si pone l'obbiettivo di finire la legislatura.....

Per finire se speri che i nuovi ministri non abbiano confliti di interessi guardati il filmato di Travaglio di ieri sera a "Servizio Pubblico" riguardante il ministro Passera.

il tobas
00venerdì 18 novembre 2011 11:17
ma da noi funzionerebbe?
Belgio, senza governo è meglio
Non ha l'esecutivo, ma tutto funziona.

di Marco Todarello

Il 21 luglio, giorno della sua festa nazionale, il Belgio ha ben poco da festeggiare. Il Paese è senza un governo da 400 giorni, un record. E l’uomo che il re Alberto II aveva scelto come mediatore nella formazione di un nuovo governo, il socialista di origini abruzzesi Elio Di Rupo, prima ha gettato la spugna l’8 luglio, poi, due settimane dopo, ha annunciato al sovrano di mettersi di nuovo all'opera per riavviare i negozionati tra gli otto partiti che si disputano gli incarichi.
La sua prima bozza di accordo sul programma di governo non è piaciuta ai nazionalisti fiamminghi di N-Va, uno dei due partiti usciti vincitori dalle elezioni di giugno 2010.
Il piano per un risanamento delle finanze pubbliche da 22 miliardi di euro entro il 2015, presentato da Di Rupo per evitare di finire sotto la lente delle agenzie di rating, è solo uno dei nodi su cui valloni e fiamminghi non riescono a mettersi d’accordo.
I conti in salute: fondi razionati e amministratori oculati

Tuttavia, nonostante le agenzie di rating alle calcagna e le preoccupazioni dell’Unione europea per la stabilità politica del Paese, la macchina statale belga continua a lavorare senza grandi problemi. Anzi, lo stallo della politica sembra avere favorito il funzionamento dell'amministrazione tout court. Il Paese ha gestito con rigore il semestre di presidenza dell’Unione europea, ha partecipato all’intervento militare in Libia e soprattutto ha visto crescere, anche se di poco, la sua economia, con il Pil che è salito del 2,4%.

LE DODICESIME SALVA DEBITO. «Il Paese va avanti, non può mica fermarsi», ha spiegato a Lettera43.it Marc Uyttendaele, professore di Diritto costituzionale alla Libre Université di Bruxelles. «Il governo provvisorio di Yves Leterme si occupa dei soli affari correnti e deve garantire la continuità dello Stato, in attesa di un esecutivo che legittimi il risultato delle elezioni».
Tra i vantaggi di un governo a competenze limitate c’è anche il rigore della politica di bilancio. I ministri belgi, per esempio, sono limitati dalle 'dodicesime provvisorie': non avendo un bilancio annuale, ricevono ogni mese un 12esimo dei fondi stanziati lo scorso anno. Una disposizione che permette di risparmiare denaro pubblico, dato che i ministri non sono autorizzati a prendere nuove iniziative.

«I GUARDIANI DEL PAESE». Inoltre, ha ricordato il quotidiano in lingua fiamminga De Standaard, la nuova situazione ha giovato anche all’immagine dei funzionari delle varie amministrazioni, che in Belgio sono divise su due livelli sovrapposti (comunità e regioni) per ognuna delle tre comunità francofona, neerlandofona e germanofona. Abituati a lavorare dietro le quinte, spesso considerati noiosi e sbiaditi, ora si prenderanno tutti i meriti del funzionamento statale. Saranno considerati «guardiani del Paese e della prosperità».
Le amministrazioni hanno anche colto l'occasione per risolvere i problemi che erano stati lasciati in sospeso a causa di altre priorità date dalla politica, come la riorganizzazione dell’archivio elettronico delle pensioni individuali. Un lavoro importante che il ministero del Welfare rimandava di anno in anno.

Gli atavici contrasti tra valloni e fiamminghi non riguardano, però, la semplice amministrazione dei servizi. Ci sono, piuttosto, contrasti strutturali e per certi versi insanabili. In primis la difesa della propria lingua, unico vero collante sociale e politico che, dopo la nascita delle frontiere nel 1963, è diventata anche uno dei simboli dell’identità di ciascuno dei due gruppi. L'erezione di un muro tra due mondi culturali è arrivato subito dopo.

BRUXELLES CONTESA. Per dirne una, nelle scuole comunali dei 19 comuni della regione di Bruxelles (la terza dopo dopo Fiandre e Vallonia) i bambini sorpresi a parlare in francese vengono puniti con una serie di esercizi di lingua olandese. Proprio il controllo della regione della capitale è uno dei nodi storici della questione: mentre la maggior parte degli abitanti dell’area e il relativo territorio sono fiamminghi, Bruxelles è a maggioranza francofona e bilingue per Costituzione.

LE RICCHEZZE DEL NORD. L’altro punto fondamentale, più crudamente, riguarda la distribuzione della ricchezza e la conseguente riforma fiscale. I fiamminghi vogliono un sistema di tasse che renda giustizia all’economia del nord del Paese, più ricca e produttiva, rispetto alla Vallonia che oggi arranca, ma che fino agli Anni ’60, all'epoca delle miniere e dello sviluppo agricolo, era il vero motore della nazione.
I più critici evocano per il Belgio una separazione di velluto simile a quella, indolore, che ha diviso cechi e slovacchi. Ma quanto pare, in fondo, i belgi pensano che con una scissione ci sarebbe più da perdere che da guadagnare.

PARADOSSI DEL FEDERALISMO. «Il federalismo non è inconciliabile con la centralità dello Stato», ha confermato Marc Uyttendaele, «e l’antagonismo tra due culture non è un buon motivo per pensare alla separazione. Uno dei grandi paradossi del Belgio è che siamo riusciti ad avere uno Stato formato da comunità che tra loro non hanno molto in comune. E fa parte dei paradossi anche il fatto di conservare una struttura unica quando movimenti radicati nella parte settentrionale del Paese chiedono l'autonomia»

http://www.lettera43.it/economia/macro/21535/senza-governo-e-meglio.htm
il tobas
00venerdì 18 novembre 2011 11:19
aggiornamento
Dal 9 ottobre 2011 il Belgio ha un governo

Malgrado l'assenza di un Governo, il Belgio ha visto aumentare il proprio Pil del 2,3% nel 2010 e, secondo le stime, del 2,4% quest'anno, mentre il tasso di disoccupazione è sceso dall'8,5% dell'aprile 2010 al 6,8% di agosto.
La crisi della banca franco-belga Dexia e l'impatto della crisi dell'Eurozona hanno però indotto Moody's a minacciare un declassamento del Paese
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