Il mondo ipogeo

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Etrusco
00giovedì 13 dicembre 2012 14:38
all'esplorazione delle bellezze naturali sottoterra...
In questo thread diamo spazio alle bellezze naturali del mondo sotterraneo: il buio, il vuoto, l’umidità, le strettoie, in una parola il sottoterra (con le sue leggende di draghi e diavoli) ha da sempre turbato molti. Poi però ci sono quelli che da tutto questo sono stati affascinati. Il regno delle tenebre è diventato la loro seconda casa. Certi li definiscono incoscienti, altri coraggiosi, altri ancora strani. Il dizionario li definisce SPELEOLOGI.

Ciò che accomuna tutti gli speleologi del mondo è l’interesse per il mondo ipogeo. Però in fondo ognuno di loro ha una ragione tutta sua per perdere ore ed ore nel buio delle grotte. C’è chi studia la flora o la fauna delle grotte, chi si interessa di geologia e idrologia, ci sono gli appassionati di archeologia, chi è affascinato dalla speleologia subacquea, chi vuole soltanto scattare belle foto da mostrare agli amici o fare un po’ di sport (perché di calorie, in grotta, se ne perdono davvero tante!).

Alcuni associano la speleologia alla “buona azione quotidiana”- sono i soci del soccorso speleo (CNSAS) altri ancora sono felici semplicemente di passare qualche giornata alternativa insieme a dei buoni amici.

Se volete scoprire qualcosa di più su questo mondo meraviglioso, se cercate una risposta a tutti i vostri dubbi, alle vostre perplessità e curiosità riguardanti la speleologia, entrate pure. Siete i benvenuti!
Etrusco
00giovedì 13 dicembre 2012 14:41
Booming Ice Chasm: Alberta, Canada
Two climbers explore a newly-discovered cave in the Crows Nest Pass area of the Rocky Mountains in Alberta, Canada.
The cave, 450 feet under the ground and nearly half a mile long, is called Booming Ice Chasm because of its remarkable acoustics, and because it is lined with ice dozens of feet thick. As melting snow and rainwater trickle down the entrance, it is turned into a natural frozen water slide.
Etrusco
00giovedì 13 dicembre 2012 14:44
Attrezzatura
Attrezzatura personale:
Impianto luce 
Casco 
Imbragatura 
Attrezzatura per la discesa 
Attrezzatura per la risalita 
Abbigliamento
Attrezzatura di gruppo: 
Corde 
Sacchi 
Materiali da armo 
Scale

  
 
ATTREZZATURA PERSONALE 
L'uso di questi attrezzi non è difficile, ma tentare di impararne l'utilizzo da soli può essere pericoloso. Meglio rivolgersi al più vicino gruppo speleologico, i cui soci saranno certamente lieti di insegnarvi la tecnica di progressione su corda. 

  
 

ILLUMINAZIONE: La fonte di luce è fissata al casco, così da lasciare libere le mani dello speleologo. Vengono normalmente utilizzate due fonti luminose indipendenti l'una dall'altra: 

La fonte di luce principale degli speleologi è la lampada a carburo, mentre si usa una lampada elettrica come appoggio. L'illuminazione a carburo, o più precisamente a gas acetilene, presenta il grande vantaggio di produrre una luminosità diffusa attorno alla persona, non limitata ad un fascio ristretto. Questa luce molto bianca si ottiene grazie alla fiamma che brucia il gas acetilene e al suo riflesso sulle pareti. Le lampade a carburo presentano alcuni punti a loro favore:


l'eccellente economia di esercizio, dovuta alla notevole autonomia d'illuminazione e al basso prezzo del carburo; 
 - facilità di utilizzo, poiché una ricarica di carburo può essere contenuta in un contenitore stagno, come un pezzo di camera d'aria.

Il suo utilizzo richiede particolare attenzione durante il caricamento del contenitore, infatti il gas infiammabile viene prodotto dal contatto del carburo con l'acqua. Iil flusso dell'acqua viene regolato da un rubinetto a vite posto all'esterno, mentre l'impianto piezoelettrico fissato sul casco innesca la scintilla che accende la fiamma. 
La comodità di tale tecnica, oltre all'economicità del carburo ed alla notevole luminosità che si ottiene, si spiega con le facile trasportabilità di carburo "nuovo" e la frequente reperibilità di acqua in grotta. 

 

CASCO : E' assolutamente indispensabile e costituisce un elemento fondamentale nella speleologia. .Va indossato sempre, anche durante esercitazioni all'aperto o in cavità che non presentano rischi evidenti.  
Serve a proteggere la testa da urti e cadute di sassi, detriti e materiale dall'alto, che a seconda dell'altezza possono acquistare un'energia cinetica rilevante e causare gravi danni. Serve anchè a sostenere l'impianto di illuminazione  per lasciare libere le mani dello speleologo. Si raccomanda l'utilizzo di caschi per speleologia o per alpinismo omologato UIAA, mentre si sconsiglia vivamente l'uso di normali caschi da cantiere. 
Il casco quindi, va considerato come elemento di principale importanza nella pratica della speleologia, e come tale deve essere estremamente sicuro ed affidabile. 
 

ABBIGLIAMENTO : gli speleologi di solito usano una sottotuta in 'pile' o in microfibra ed una tuta di nylon semi-impermeabile.  
 

CALZATURE : stivali di gomma o scarponcini vanno bene nella gran parte degli ipogei sia artificiali che naturali.  
  
  
  
  
  
 

ATTREZZATURE TECNICHE:
per affrontare dislivelli da superare con l'uso di corde, occorrerà munirsi di una imbragatura e di una serie di attrezzi (croll, maniglia, discensore, ecc.ecc.) per muoversi nel pozzo.

  
  
 

IMBRAGATURA: Serve a sostenere praticamente tutta l'attrezzatura personale, ma soprattutto chi la indossa quando si necessita una progressione su corda. E' utilizzata con il croll, la maniglia ed il pedale e serve per il trasporto dei vari accessori (bombola del carburo, moschettoni, sacchetto personale, ecc.). L'imbrago è costituito essenzialmente da due parti:

Una inferiore, più robusta, dotata di cosciali, ed una superiore, in genere più leggera, utilizzata soprattutto per mantenere la posizione verticale ed evitare ribaltamenti. 
Anche per gli imbraghi vale il discorso sicurezza: 
Verificare lo stato d'uso, soprattutto dei cosciali, soggetti a maggiore usura.

 

ATTREZZATURA PER LA DISCESA 
Al contrario della montagna e della falesia, la speleologia ci porta nelle cavità. All'ingresso della grotta la praparazione avviene per iniziare la discesa, sia a piedi o su corda. Ma lo speleologo attento deve considerare sempre la lunghezza della discesa e lo sforzo che dovrà fare dopo per tornare in superficie: dopo ore di marcia e contorsioni, esausto, appesantito dal peso del sacco e con gli arti intirizziti, dovrà risalire i pozzi con un movimento continuo di trazione sulle braccia e di spinta sulle gambe. 
 

DISCENSORE: Il discensore è un mezzo meccanico atto a facilitare il controllo della velocità in discesa. Ne esistono moltissimi tipi, più o meno utili, concepiti sia per l'alpinismo che per la speleologia. Nell'Europa continentale il piu' diffuso è quello inventato da Dressler e costruito da Petzi, che sfrutta l'attrito della corda passata ad "S" tra due pulegge fisse in lega di alluminio. Un particolare congegno d'apertura consente l'inserimento della corda senza dover infilare un capo della stessa e senza staccare il discensore dal moschettone (che deve essere provvisto di ghiera). Si raccomanda di verificare l'esatta posizione di lavoro del discensore e della corda prima di procedere alla discesa. 
Un utilissimo accorgimento consente di utilizzare un moschettone d'acciaio detto 'di rinvio' (senza ghiera), che migliora di gran lunga la capacita' del controllo della velocita'. 
  
 


ATTREZZATURA PER LA RISALITA

Per la risalita su corda vengono normalmente impiegati due attrezzi molto simili per funzionamento.  
Il croll viene fissato al ventrale dell'imbrago, mentre la maniglia debitamente accessoriata con longe e fettucce si impugna con una mano, mentre un piede, o entrambi, agendo sulla staffa ci spinge verso l'alto. Il braccio serve più che altro a far avanzare la maniglia sulla corda e a mantenere la posizione verticale. 
Anche in questo caso l'utilizzo di materiale in buone condizioni è fondamentale, in particolar modo deve essere sempre in buono stato la molla che richiude l'attrezzo, altrimenti si rischia di far sganciare la corda quando si effettuano movimenti fuori asse.

  
  
  
 
ATTREZZATURE DI GRUPPO 
Anche qui vale lo stesso discorso di prima. Per utilizzare le attrezzature in piena libertà e sicurezza è necesario imparare le tecniche speleologiche ai corsi di speleologia che tutti i gruppi speleologici effettuano.



CORDE : servono a scendere o salire i pozzi. Su di esse ci si muove con le 'attrezzature tecniche personali'. Esistono molti tipi di corde: quelle usate sono esclusivamente le statiche per speleologia. Normalmete si usano le corde del diametro di 10 millimetri. Escludere tassativamente qualunque altro tipo di corda, in particolare quelle che si trovano nei negozi di ferramenta e quelle nautiche. L'uso delle corde (nodi, manutenzione, precauzioni nell'uso) presuppone un minimo di pratica da acquisire con un corso di speleologia. 
 
SACCHI: tutto quello che viene portato in grotta, oltre agli attrezzi personali che sono appesi ai vari anelli dell'imbrago, per comodità di trasporto viene collocato all'interno di appositi sacchi dotati di spallacci e maniglie. I sacchi devono essere robusti e resistenti, ma anche la forma affusolata è importante, permettendo al sacco di passare anche nei punti più stretti. 

MATERIALI DA ARMO: le corde vengono utilizzate fissandole alla roccia in più punti. Nelle grotte basta piantare un chiodo (uno SPIT o un FIX) sulla roccia calcarea. In ogni caso la corda deve essere fissata in almeno due punti e non deve assolutamente toccare la roccia: quando lo speleologo vi si appende: potrebbe tagliarsi! 
La tecnica corretta di attrezzaggio di un pozzo si apprende nei corsi di speleologia.

SCALE: quelle flessibili, con pioli di alluminio e cavetto di acciaio, di antica e gloriosa memoria speleologica, possono ancora essere usate per piccolissimi dislivelli. Comunque stanno pian piano andando in disuso. 
  

Etrusco
00giovedì 13 dicembre 2012 14:46

Fauna ipogea  

C'e' vita nelle grotte?

Certamente, ma attenzione: un ambiente sotterraneo, se fosse  completamente isolato, conterebbe un ecosistema incompleto e  quindi incapace di sostentarsi perche' mancante della luce che e'  la fonte primaria di energia dalla quale dipendono tutti gli esseri  viventi. All'esterno sono le piante verdi quelle che utilizzano la  luce per i processi di trasformazione delle sostanze minerali in  sostanze organiche (fotosintesi), innescando tutte le catene  alimentari che, partendo dalle piante, passano per i vegetariani e  finiscono ai carnivori e ai detritivori.  
Sottoterra la luce e' assente e quindi l'ambiente deve per forza  dipendere da quello esterno. Da su infatti, mediante veicoli come  certi animali esterni, le correnti d'aria, la gravita' e, soprattutto,  l'acqua, vengono immesse nel sottosuolo quantita' spesso  notevoli di materia organica. Qualche volta si tratta di esseri vivi  (animali invertebrati, spore, pollini e limi ricchi di batteri e  protozoi), ma in genere cio' che viene trascinato giu' e' materia  organica morta: detriti vegetali piu' o meno decomposti, guano,  cadaveri di animali grandi e piccoli e cosi' via.  
Insomma: il mondo sotterraneo e' un mondo privo di piante e di  vegetariani, si procura materiale energetico 'filtrato' dall'esterno  ed e' essenzialmente popolato da animali detritivori e dai loro  predatori. 
Bisogna pero' sottolineare che le grotte, in questo discorso,  costituiscono un concetto antropocentrico, in quanto sono dei  vuoti a misura d'uomo, cioe' percorribili ed esplorabili. Ma i  confini tracciati da un rilievo topografico sono solo l'espressione  dei nostri limiti esplorativi, oltre i quali un immenso mondo, di  gran lunga piu' vasto di tutte le grotte che ci e' dato conoscere, si  estende a dismisura nel reticolo tridimensionale di micro-fessure,  inesplorabile ma esistente in ogni massiccio montuoso. Questo e'  il vero ambiente sotterraneo, il piu' protetto, climaticamente piu'  stabile e biologicamente piu' popolato.  Le grotte sono soltanto delle comode (per noi) finestre aperte su  questo mondo, dei vuoti percorribili che ci permettono di  penetrare piu' o meno profondamente nel sottosuolo e nelle quali  gli organismi che 'escono' dalle loro piu' riparate fessure,  capitano solo casualmente: ma e' solo qui che noi, chiamandoli  un po' impropriamente cavernicoli, li possiamo incontrare. 
  
 

Che animali ci sono nelle grotte?

Se tralasciamo quegli animali che vi arrivano per caso  dall'esterno o che utilizzano le zone prossime all'ingresso come  rifugio temporaneo (soprattutto vari mammiferi, compresi i nostri  simpaticissimi pipistrelli, ma anche uccelli, rettili e, tempo fa,  anche uomini), possiamo dire che le grotte sono abitate da  organismi molto specializzati, che vivono in permanenza nel  sottosuolo, stadio finale di una lunga evoluzione che li ha resi  perfettamente adatti a questo tipo di ambiente. A parte certi  Anfibi, tra cui il noto Proteo, e un certo numero di Pesci ciechi  che troviamo nella fascia intertropicale, in maggioranza si tratta di  invertebrati. Incontriamo Planarie, Anellidi, Molluschi, ma  soprattutto Artropodi, essenzialmente rappresentati da Insetti,  Crostacei, Diplopodi, Aracnidi. 
Fra le caratteristiche piu' evidenti di questi abitanti di un mondo  senza luce vi e' la scomparsa di accessori divenuti superflui,  come gli occhi e la pigmentazione (sarebbero solo un inutile  dispendio energetico), cosi' come certi organi deputati alla  respirazione. Essa avviene cosi' direttamente dai tegumenti,  delicati e 'porosi', adatti ad un ambiente saturo di umidita' e con  temperature stabili, cioe' da condizioni ambientali che evitano la  disidratazione. In compenso il loro corpo e' cosparso di  raffinatissimi organi di relazione molto sensibili, capaci di  'leggere' il mondo che li circonda. Altri caratteri, come il  rallentamento delle funzioni metaboliche, l'assenza di periodicita'  regolare nei cicli riproduttivi, la produzione di poche ma  voluminose uova, fanno parte di strategie di sopravvivenza e di  risparmio energetico in un ambiente piu' o meno stabile e  prevedibile. 
  
 

Da dove provengono gli animali che vivono nel sottosuolo?

Gli organismi che vivono in ambiente sotterraneo traggono le  loro origini da progenitori che, in ere geologiche diverse  dall'attuale, ci sono 'pre-adattati' poco per volta a gradire  condizioni ambientali con un grado di umidita' molto elevato,  come il suolo di ambienti forestali in zone ricche di precipitazioni,  e con temperature relativamente basse. Le alterne vicissitudini  climatiche avvenute sulla Terra (soprattutto i periodi piu' caldi e  piu' aridi) hanno spinto questi animali a popolare sempre piu' il  sottosuolo, garante di condizioni piu' stabili e favorevoli.  La variabilita' del clima esterno ha anche determinato fasi di  isolamento piu' o meno prolungato zona per zona, ad esempio su  distinti massicci montuosi, alternate a fasi di migrazioni dovute  alla ricerca di condizioni piu' favorevoli. Questa alternanza ha  favorito da un lato la frammentazione in numerose specie distinte  e con diffusione limitata (isolamento) e dall'altro di  rimescolamento e l'occupazione di zone diverse dalle precedenti  (migrazioni), quindi nuovi isolamenti e cosi' via.  
L'osservazione dell'attuale distribuzione geografica delle specie o  di interi gruppi faunistici, unitamente al grado di affinita'  filogenetica dato dai loro caratteri, e' la chiave di lettura per capire  la storia della loro evoluzione e costituisce uno dei capitoli piu'  interessanti ed appassionanti del loro studio.


 

Cenni di Biospeleologia

Le grotte sono caratterizzate dalla riduzione o dall'assenza di luce, una umidità vicina al punto di saturazione, temperature poco elevate corrispondenti alla media annuale esterna con ristrette escursioni termiche durante il giorno e durante l'anno. L'illuminazione naturale di una grotta varia molto con la morfologia di questa e con la diminuzione della intensità luminosa si passa da piante verdi superiori, alle felci, ai muschi, alle alghe, e nella totale oscurità, ai funghi ed ai batteri. Non esistono piante completamente adattate alle grotte come invece per gli animali, ma ci sono vegetali che si trovano in ambienti simili alle grotte. Tra i batteri che hanno trovato vie alternative alla fotosintesi ci sono i Ferrobatteri, che trasformano il ferro in idrossidi di ferro nelle terre rosse delle grotte carbonatiche, i Solfobatteri che fissano lo zolfo della decomposizione di sostanze organiche e i calciobatteri che anneriscono le concrezioni calcitiche nei tratti non lontani dall'ingresso. Tra i funghi ce ne sono alcuni che formano cuscinetti bianchi su sostanze organiche in putrefazione (muffa bianca del pane) o altri che parassitano insetti troglofili. 
Le alghe formano strati gelatinosi di colore verdazzurro sulle pareti. I muschi e le felci sono abbastanza comuni nelle zone illuminate a causa della forte umidità. Essendo la vegetazione all'interno della grotta così ridotta, la produzione primaria, cioé la base della catena alimentare, è insufficiente alla sopravvivenza di erbivori e di tutti gli altri organismi, così pochi sono gli organismi strettamente cavernicoli mentre molti animali trascorrono solo parte del loro ciclo vitale all'interno della grotta arricchendola troficamente. 

La grotta quindi non è un ambiente indipendente e completamente isolato ma è strettamente legato all'apporto di sostanze nutritive dall'ambiente esterno. Molti organismi che svolgono l'intero ciclo vitale nella grotta dipendono troficamente dagli animali che si nutrono del guano dei pipistrelli. Gli adattamenti principali degli animali cavernicoli sono la specializzazione degli organi sensoriali, per esempio l'ecolocazione, lunghe appendici tattili, chemiorecettori ecc.; l'allungamento di arti e appendici; la rudimentalizzazione degli occhi; la perdita di pigmentazione; l'aumento del volume delle uova; il rallentamento del metabolismo e la perdita della ritmicità. Quelli che genericamente chiamiamo pipistrelli fanno parte dell'ordine dei chirotteri. I chirotteri sono dei mammiferi completamente adattati al volo con delle vere e proprie ali costituite da una membrana alare, il patagio, distesa dalle dita della mano, all'avambraccio e alla zampe posteriori. Un altro adattamento particolare dei chirotteri è quello della ecolocazione che permette loro di muoversi nell'oscurità totale e di catturare in volo gli insetti di cui si nutrono. I pipistrelli emettono degli ultrasuoni, non udibili dall'orecchio umano, con la laringe o, come nei rinolofidi, tramite il naso, e quando questi incontrano un ostacolo vengono riflessi e l'animale ne capta l'eco, proprio come un sonar. Questo sistema è utile sia per orientarsi nelle grotte che per catturare gli insetti. 

Il volo comporta un grande dispendio di energie e per questo i chirotteri sono voracissimi cacciatori di insetti: un pipistrello è in grado di mangiare 3000 insetti in una notte! Questo li rende estremamente utili, ma anche vulnerabili alle disinfestazioni operate dall'uomo. La credenza che i pipistrelli si attaccano ai capelli di visitatori indesiderati è falsa essendo il loro sistema di ecolocazione così efficiente e essi stessi di comportamento schivo e innocuo. I chirotteri si accoppiano dall'autunno fino alla primavera, ma le femmine sono in grado di ritardare la fecondazione anche di 7 mesi in modo da partorire, dopo poche settimane di gestazione, tutte nello stesso periodo. La madre porta sempre con se il proprio piccolo allattandolo anche in volo. Alcuni insetti hanno sviluppato sistemi di difesa contro i chirotteri: alcuni sono in grado di intercettare gli ultrasuoni del pipistrello cambiando improvvisamente rotta, altri addirittura emettono loro stessi degli ultrasuoni confondendo il predatore, altri ancora sono ricoperti di una peluria che attutisce gli ultrasuoni impedendone l'eco.  
 

Davide D'Onofrio
  
I PIPISTRELLI
 

I pipistrelli fanno parte dell’ordine dei Chirotteri, che sono gli unici mammiferi completamente adattati al volo con delle vere e proprie ali. Sul Carso triestino troviamo due specie di Chirotteri: i Rinolofidi (fam. Rhinolophidae) ed i Vespertilionidi (fam. Vespertilionidae)  
Per via della grande ma sottile superficie alare i Chirotteri sono soggetti a disidratazione e perciò preferiscono gli ambienti umidi, come le grotte, le cantine, le fessure dei muri o l’interno degli alberi cavi. 
Per orientarsi e per catturare gli insetti di cui si nutrono, i pipistrelli emettono degli ultrasuoni aventi una frequenza compresa tra i 50.000 e 100.000 Hz. Quando questi incontrano un ostacolo vengono riflessi e l’animale ne capta l’eco, deducendone sia l’esistenza che la distanza degli oggetti che lo circondano. 
Il volo comporta un grande dispendio di energie e per questo i Chirotteri sono voracissimi cacciatori di insetti, in grado di mangiare fino a 3000 insetti a notte! Vari insetti hanno sviluppato sistemi di difesa contro i Chirotteri: alcuni emettono ultrasuoni per confoderli, altri sono ricoperti di una peluria che attutisce gli ultrasuoni impedendone l’eco, altri ancora sono in grado di intercettare gli ultrasuoni del predatore cambiando improvvisamente rotta. 
  
  
  
  
 

Il Proteo

Il Proteo adulto ha il corpo lungo circa 25-30 cm, anguilliforme, e gli occhi sono nascosti sotto la pelle. Gli arti interiori possiedono tre dita, quelli posteriori due. Di solito è di colore bianco, talvolta rosato. Può diventare scuro se esposto alla luce.  
La riproduzione del Proteo è stata per lungo tempo quasi sconosciuta. Le ricerche hanno poi dimostrato che i Protei sono ovipari, anche se, tenuti in condizioni anormali, possono diventare vivipari. 
Il Proteo adulto si ciba di piccoli Crostacei cavernicoli, ma non disdegna neanche Oligocheti, Molluschi ecc. esogeni, trasportarti dalle acque all’interno delle grotte. Può sopravvivere per anni senza cibo. Normalmente vive fino a cento anni.

Etrusco
00giovedì 13 dicembre 2012 14:48
Speleologia e Archeologia

  
 

Per prima cosa bisogna chiarire un punto fondamentale. Lo speleologo non va in grotta alla ricerca di reperti storici, ritrovamenti archeologici o paleontologici e gli unici tesori nascosti a cui ambisce sono nuove cavità inesplorate possibilmente più profonde, più estese e meglio concrezionate di quelle scoperte in precedenza. 
  
Nonostante ciò, può capitare che lo speleologo si imbatta in alcuni reperti. Può succedere, e di fatto a volte capita, ma qui termina la missione dello speleologo, poiché qualsiasi ritrovamento di questo tipo sconfina in altri campi che non competono alla speleologia. <palign=justify>A questo punto, lo speleologo ha il dovere di fermarsi, di tornare sui propri passi e di lasciare il campo ai professionisti di mestiere: gli archeologi e paleontologi. La prima cosa che noi speleologi (ma non solo, anche tutti i cittadini) dobbiamo fare è avvertire lo Stato e comunicare l’esatta ubicazione della grotta e il tipo di ritrovamento incontrato. 
In Italia la tutela del patrimonio archeologico è affidata al Ministero peri i Beni Culturali e Ambientali. Ci sono poi organi periferici del ministero, le Soprintendenze per in beni ambientali e archittettonici, le Soprintendenze archivistiche, gli archivi dello Stato, nonchè le biblioteche pubbliche statali. 
Per quanto concerne il Friuli-Venezia Giulia, la tutela dei beni archeologici e degli scavi è affidata alla Soprintendenza “mista” (che ha cioè competenza anche per i beni ambientali, architettonici, artistici e storici) di Trieste.

Da qui in poi lo speleologo può assumere solo una valenza “consultiva”, ovvero può guidare gli studiosi alla grotta, prestando aiuto tecnico per raggiungere i ritrovamenti. Si tratta in fondo di un lavoro marginale, ma comunque necessario.

Non dimentichiamo che alcuni archeologi sono anche speleologi, e, data la loro capacità tecnica, è più facile per loro studiare i reperti in grotta, ma questo non significa che tutti gli speleologi siano archeologi. Il fatto di aver lavorato o di lavorare a stretto contatto con loro, di aver appreso molte nozioni e tecniche specifiche non ci da il via libera per intrapprendere degli scavi. 
Gli scavi archeologici hanno oggi lo scopo, più che di recuperare monumenti e oggettti artistici, di acquisire il maggior numero possibile di dati per ampliare la nostra conoscenza delle antiche civiltà; richiedono perciò organizzazioni sempre più complesse, con metodi e attrezzature sempre più perfezionati. Le grotte preistoriche sono il luogo da cui si sono tratte e si stanno traendo informazioni insostituibili per la conoscenza paleoantropologica della nostra regione. 
Purtroppo però l’indagine scientifica viene irrimediabilmente compromessa dagli scavi abusivi. E’ imporante quindi mantenere inalterati i reperti nel loro contesto originario fino all’intervento del personale autorizzato. 
 

Spesso gli speleologi scrivono libri e succede che, parlando di alcune grotte, è impossibile non menzionare l’importanza archeologica o paleontologica che tali grotte hanno avuto o che tuttora hanno, perciò raccolgono informazioni e si buttano nello studio delle conclusioni alle quali gli specialisti sono arrivati per inserirle in un altro contesto, quello divulgativo. 

Etrusco
00giovedì 13 dicembre 2012 14:51

Foto & Video  
Foto:

Immagini dall'archivio storico della F.S.T. 
Kleine Berlin 
  
Foto Gallery 1 
Foto Gallery 2 
Foto Gallery 3 
Foto Gallery 4 
Foto Gallery 5 
 

Video: 
  
 

Video 1 
Video 2 
Video 3 
Video 4

N.B. Per visualizzare i filmati avete bisogno del programma Quick Time.

Etrusco
00giovedì 13 dicembre 2012 14:58
 Grotte Frasassi, italia - Sono il gioiello ipogeo  italiano, e sicuramente tra i complessi sotterranei più importanti e spettacolari del mondo. Scoperte da più di 50 anni (correva il 1971) queste grotte sono un ottimo esempio di gestione di un ambiente sotterraneo. Nonostante il grande afflusso di pubblico, le visite ben regolate ed un sistema di porte di sezionamento, e di refrigerazione, hanno contribuito a mantenere l'ambiente  come fu trovato durante la prima avventurosa visita. Qui le concrezioni calcaree, le stalattiti le stalagmiti e le colonne (unione di una stalattite e una stalagmite) sono di una purezza straordinaria, e vengono illuminate in modo scenografico. Da non perdere la Grande grotta del Vento, così ampia da poter contenere il duomo di Milano, la sala Bianca e la sala delle Candeline, per un complesso sotterraneo che attualmente raggiunge i 13 km, ma ci sono ancora zone inesplorate. [SM=x44450]

Etrusco
00giovedì 13 dicembre 2012 15:04
Etrusco
00giovedì 13 dicembre 2012 15:13
Etrusco
00giovedì 13 dicembre 2012 15:20
Etrusco
00giovedì 13 dicembre 2012 15:29
Foto cortesia: geniodimarica

Etrusco
00giovedì 13 dicembre 2012 15:33
Djara Cave Deserto del Sahara, Egitto - Questo è un raro e magnifico esempio di grotta fossile, cioè non più attiva da almeno 5.000 anni. D'altra parte si trova nel deserto del Sahara ed in particolare nel deserto occidentale dell'Egitto. Si chiama Djara Cave ed era stata abitata fino al neolitico, come testimoniano alcuni graffitipresenti nelle sue pareti. Fu scoperta nell'800 da un esploratore Svizzero, ma poi dimenticata, e ritrovata solo negli anni'80. La grotta si apre come un buco nel terreno in un vasto e arido altopiano, vicino alla grande duna di Abu Muharriq, ma una volta dentro si apre una caverna come una cattedrale, ricca di concrezioni e stalattiti. Pensate che la grotta è in realtà grande il doppio: il pavimento è ricoperto da circa 6 metri di sabbie. un luogo magico, in un contesto unico ed irripetibile.

Cueva de Los Verdes, Lanzarote - Oltre al celebre Parco Nazionale di Timanfaya, l'isola di Lanzarote, la più orientale dell'arcipelago delle Canarie, possiede altri vulcani che nel corso della storia hanno prodotto numerose eruzioni. Una di questa avvenne circa 4.000 anni fa sul vulcano La Corona, sulla punta nord dell'isola, vicino alla località di Haria: la lava si è raffreddata esternamente, mentre ha continuato a fluire all'interno, che svuotandosi ha creato un tunnel naturale, la Cueva del Los Verdes, chiamata così per i minerali dalle tinte verdi delle sue pareti. E' considerato il tunnel vulcanico più largo del mondo, e per la sua ottima acustica la grotta è utilizzata anche comeauditorium per dei concerti. La sua lunghezza complessiva è di circa 6 km - © Skowron / Shutterstock.com 
Sambucco77
00giovedì 13 dicembre 2012 15:54
Castellana Grotte
Il cuore della terra degli ulivi secolari e del mare azzurro custodisce un tesoro: lo spettacolo incantato delle Grotte di Castellana, importante richiamo turistico del comprensorio. Castellana si chiama “Castellana Grotte” dal 1950 in omaggio al meraviglioso mondo sotterraneo scoperto nel 1938 dal Prof. Franco Anelli. Uno scrigno d'alabastro custodito nel buio per millenni è pronto a rivelarsi, una meraviglia di pietra che non potrete dimenticare. Si snoda attraverso un affascinante scenario che a partire dalla Grave, la caverna che comunica con l’esterno attraverso lo splendido lucernario naturale, si estende per un chilometro e mezzo tra caverne e corridoi dai nomi fantastici e mitologici, fino alla meravigliosa grotta bianca, a ragione definita tale per la sua lucentezza e tra le più belle grotte al mondo.

Sambucco77
00giovedì 13 dicembre 2012 15:58
Re: Castellana Grotte
Sambucco77, 13/12/2012 15:54:

Il cuore della terra degli ulivi secolari e del mare azzurro custodisce un tesoro: lo spettacolo incantato delle Grotte di Castellana, importante richiamo turistico del comprensorio. Castellana si chiama “Castellana Grotte” dal 1950 in omaggio al meraviglioso mondo sotterraneo scoperto nel 1938 dal Prof. Franco Anelli. Uno scrigno d'alabastro custodito nel buio per millenni è pronto a rivelarsi, una meraviglia di pietra che non potrete dimenticare. Si snoda attraverso un affascinante scenario che a partire dalla Grave, la caverna che comunica con l’esterno attraverso lo splendido lucernario naturale, si estende per un chilometro e mezzo tra caverne e corridoi dai nomi fantastici e mitologici, fino alla meravigliosa grotta bianca, a ragione definita tale per la sua lucentezza e tra le più belle grotte al mondo.





Etrusco
00giovedì 13 dicembre 2012 18:30
Castellana Grotte
Sambucco77, 13/12/2012 15:58:








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Etrusco
00giovedì 20 febbraio 2014 15:52
Emilie 1 Emilie2 Felicity1
Felicity2 Felicity3 Felicity4
Lisa1 Lisa2 Sasha1




http://www.eroticunderground.net/
Etrusco
00giovedì 20 febbraio 2014 15:55
Etrusco
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Etrusco
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SpeleoWorld - Photo: Ryan Deboodt www.ryandeboodt.com
Etrusco
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Etrusco
00giovedì 20 febbraio 2014 15:59
Photo: Jorge Sanchez
Etrusco
00giovedì 20 febbraio 2014 16:00
Cueva de La Busta, Cantabria
Photo: Jose Ramon Saiz Barreda
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00giovedì 20 febbraio 2014 16:01
Photo: Radoslav Husak
Etrusco
00giovedì 20 febbraio 2014 16:02
Photo: Peter Goossens
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00giovedì 20 febbraio 2014 16:03
Photo: Philippe Crochet
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Photo: Philippe Crochet
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00giovedì 20 febbraio 2014 16:05
Photo: Robbie Shone
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00giovedì 20 febbraio 2014 16:08
limestone mine in Derbyshire, UK
Photo: Rob Eavis
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00giovedì 20 febbraio 2014 16:09

Photo: Philippe Crochet
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