Il prezioso esempio di Ilaria Cucchi

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Etrusco
00martedì 24 novembre 2009 11:35
Lo Stato la ringrazi, e spieghi


c'è l’atroce sospetto che qualcuno non stia dicendo la verità su una vicenda allarmante
Il prezioso esempio di Ilaria Cucchi
Lo Stato la ringrazi, e spieghi


Una cittadina esemplare che non ha esitato a esprimere il proprio rincrescimento per gli atti di violenza che hanno mac­chiato a Roma una manifesta­zione, sacrosanta

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Il corteo per Cucchi


Lo Stato deve a Ilaria, la sorella di Stefano Cucchi, una spiegazio­ne.

Una spiegazione perché la morte del fratello è ancora avvolta nel mistero e la famiglia e l’opinione pubblica vivono an­cora nell’atroce sospetto che qualcuno non stia dicendo la verità su una vicenda allarmante.
Un ringraziamento per la di­gnità di una donna profondamente ferita nei suoi affetti, una cittadina esemplare
che non ha esitato a esprimere il proprio rincrescimento per gli atti di violenza che ieri hanno mac­chiato a Roma una manifesta­zione, sacrosanta e legittima, a favore della verità.
Il lancio di bottiglie, i casso­netti rovesciati, i fazzoletti che coprono i volti di chi vuole tra­sformare una dimostrazione in un’occasione di guerriglia, tutto questo Ilaria Cucchi non lo conside­ra un gesto di solidarietà, ma un «gesto sconsiderato».
Riti violenti che non han­no niente da condividere con l’impegno di una famiglia, ma a questo punto di tut­ta una comunità nazionale, tenuta al­l’oscuro sulla sorte del proprio figlio arre­stato non in una feroce dittatura, ma in una democrazia che non prevede la tortu­ra, il pestaggio, la sopraffazione su chi vie­ne fermato in possesso di sostanze stupe­facenti.
È stata la famiglia di Stefano Cuc­chi a rompere il muro di omertà.
Sono sta­ti loro a diffondere le foto agghiaccianti di Stefano.
Lo Stato ha risposto in modo contraddittorio, non fornendo una rispo­sta convincente,
ma anzi ufficializzando una ricostruzione piena di lacune e di pun­ti oscuri.


La famiglia Cucchi ha tenuto du­ro.
Ma appare ancor più istruttiva la lezio­ne di Ilaria Cucchi
che si rivolge ai manife­stanti per dissuaderli da gesti inutili, cari­chi di una violenza dannosa anche per chi non sopporta che nelle carceri italiane un ragazzo possa mori­re senza capire ancora perché, in quali circostanze, con quali responsabilità.
Quello di Ilaria Cucchi è un esempio raro:
anche per que­sto lo Stato le deve delle scu­se, delle spiegazioni e dei rin­graziamenti.
Marcare un confi­ne netto tra la solidarietà, la denuncia, l’in­dignazione civile e la pratica della violen­za costituisce una prova non solo della se­rietà di una famiglia che vuole sapere co­me sono andate le cose.
Ma anche della solidità culturale di una battaglia che non può essere ridotta a pretesto di un attacco cieco allo Stato in quanto tale.


Questa è la lezione di Ilaria Cucchi.
È bene che lo Sta­to se ne accorga.



Corriere della Sera - Pierluigi Battista - 08 novembre 2009



Etrusco
00martedì 24 novembre 2009 11:35




La storia - Il settimanale del «Corriere» giovedì in edicola
«Stefano, il fratello che mi proteggeva quando ero piccola»
Ilaria Cucchi intervistata su «Sette»


Anticipiamo qui sotto uno stralcio dell’intervista a Ilaria Cucchi che uscirà sul prossimo numero di «Sette»


Ilaria Cucchi mostra una foto del fratello, il geometra morto a 31 anni, una settimana dopo l'arresto per spaccio.

(G.Bruneau/Blackarchives)

Valerio, il nipotino di sette anni, non capiva.
Gli avevano raccontato che zio Stefano non c’è più per via di un brutto inci­dente, e poi perché Gesù è sem­pre in cerca di angeli e ogni tan­to ne prende qualcuno con sé.
«Quando sono anziani, però», aveva risposto il bambino; che c’entrava quello zio ancora gio­vane e mingherlino, che da pic­colo aveva fatto il lupetto come lui adesso, e quando veniva a ca­sa era sempre allegro e gioche­rellone?

Non c’entrava niente, infatti. Allora la mamma di Valerio, Ila­ria Cucchi — sorella di Stefano, morto con le ossa rotte a 31 an­ni nel reparto carcerario di un ospedale, a 7 giorni dall’arre­sto per qualche grammo di hashish — ha cominciato a rac­contargli un’altra storia.
«Zio Stefano è morto perché il mon­do è pieno di gente buona, ma ogni tanto s’incontra pure qual­che cattivo; a lui è successo, qualcuno gli ha fatto del male». (...)

Da un mese la vita di Ilaria è cambiata.
Per cercare delle ri­sposte alla morte del fratello di 4 anni più giovane;
per spiegare a tutti che non è stata una disgrazia, della quale ci si può fare una ragione;
per grida­re che lei e i suoi genitori non si accontenteranno di mezze veri­tà.
«E pensare — ricorda — che da ragazzini era lui a essere pro­tettivo con me.
Dormivamo nel­la stessa stanza, io avevo paura del buio e Stefano mi rassicura­va, mi diceva che non dovevo te­mere nulla perché c’era lui».(...)
Crescendo, Ilaria e Stefano hanno cominciato a frequenta­re persone diverse, ma senza mai allontanarsi.
«Lui andava dai lupetti e poi dagli scout, gli piaceva molto e si divertiva alle uscite di gruppo; io invece sono un tipo a cui piacciono le como­dità e dopo che al primo campo mi hanno messo a lavare pento­loni ho smesso.
Però abbiamo continuato a raccontarci tutto, Stefano portava a casa le prime fidanzate e me le presentava, le cambiava spesso. Si vede che aveva successo...»
, sorride Ila­ria.

Con le ragazze sono arrivate nuove amicizie, e poi le discote­che: «Magari è da lì che è comin­ciato il problema della droga, di cui noi a casa ci siamo accorti a fatica.
Perché Stefano prendeva la cocaina, che dà una dipenden­za diversa dall’eroina, meno ap­pariscente.
Adesso tutti pensa­no che era così magro per via della droga, ma non è vero:
è sempre stato magro, alto come me, un metro e sessanta, e pesa­va meno di 50 chili.
Piccolo, ma sempre attento al fisico e alla sa­lute.
Ultimamente andava a cor­rere tutte le mattine, la sera in palestra, e stava attento a quello che mangiava». (...)
E quando ha capito che dove­va fare pace anche con se stes­so, è stato lui stesso a decidere di entrare nella comunità per tossicodipendenti di don Pic­chi. (...)
Dalla comunità Stefano scriveva spesso a Ilaria. «Tutte le difficoltà che ora sto incon­trando mi rafforzano molto. Tor­nerò, lo giuro, alla grande!»,
prometteva in una lettera del­l’aprile 2004, nella quale parla­va anche di Valerio, il nipotino di cui teneva la foto accanto al letto:
«Gli do la buonanotte tut­te le sere, e il suo sorriso così stupendo mi dà voglia la matti­na di alzarmi con una motivazio­ne in più, cioè quella che quan­do uscirò potrò giocare insieme a fare lo Zio, con la Z maiusco­la ». (...)

Dopo la morte del fratello, Ila­ria e i suoi genitori hanno deci­so di diffondere le foto del cada­vere di Stefano, per sensibilizza­re l’opinione pubblica ed evita­re che calasse il sipario sulla «burocratica negligenza omici­da » che l’ha ucciso.

Immagini tremende:
«Fanno venire in mente i deportati di Auschwitz, guardarle e diffonderle è stata un’ulteriore sofferenza.
Però ab­biamo pensato che mostrarle potesse servire a trovare delle ri­sposte » .



Corriere della Sera - Giovanni Bianconi
24 novembre 2009



Etrusco
00giovedì 26 novembre 2009 01:36

Ieri notte Ilaria Cucchi ha partecipato a Matrix
per dibattere del caso di suo fratello, Stefano Cucchi.


Dati Auditel - Ornella Petrucci per "Il Velino"


In seconda serata
su Rai1 "Porta a Porta", in onda dalle 23.48,
ha riportato il 23,77 per cento di share, con un milione 444 mila telespettatori.

Su Rai2 "Novantesimo Minuto Champions", in onda dalle 23.16,
è stato visto da un milione 580 mila telespettatori, con il 14,77 per cento di share.

Su Rai3 il varietà "Parla con me", in onda dalle 23.26,
è stato seguito da un milione 422 mila telespettatori, con l'11,08 per cento di share.

Su Rete4 la prima tv del film "L'acchiappasogni", con Morgan Freeman, in onda dalle 23.09,
ha ottenuto 769 mila telespettatori e l'8,28 per cento di share.

Su Canale5 "Matrix", in onda dalle 23.56, ha riportato il 10,48% di share, con 599 mila telespettatori.


Su Italia1 "Chiambretti Night", in onda dalle 23.49,
ha siglato l'8,66 per cento di share, con 502 mila telespettatori.

Su La7 "Victor Victoria", in onda dalle 23.35, ha registrato 232 mila telespettatori e il 2,57 per cento di share.

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