Islanda. L'estate è un'altra cosa

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killing zoe
00mercoledì 18 luglio 2012 21:39
Avviso ai naviganti: per quanto si possa leggere e cercare di sapere, non si è mai abbastanza preparati a quel che ci si troverà di fronte una volta atterrati in Islanda. In questo Paese appoggiato appena sotto il Circolo polare artico, seduto sulle acque termali, attraversato da geyser, altopiani, cascate, vulcani e montagne di fuoco, e maestosi ghiacciai che nascondono sorgenti calde e si spingono fino all'oceano, ci si sente davvero piccoli e indifesi, in balìa della natura. La sorpresa lascia senza fiato. Coinvolge tutti i sensi.
E ti lascia come incantato. La consistenza delle distese di muschio sotto le mani, l'odore dell'aria, il sapore dell'acqua, il rumore del vento e degli uccelli in picchiata, i colori dei deserti di lava e delle sterminate praterie a ridosso dei ghiacci rimandano al cuore e alla mente messaggi sconosciuti tutti da decifrare, che travolgono. Nonostante la latitudine di tutto rispetto, la presenza di correnti oceaniche di acqua tiepida molto salina rende il clima più temperato rispetto ad altre terre poste alla medesima latitudine. Riferendosi alla vicina Groenlandia, gli islandesi usano dire: "Greenlandia is always ice, Iceland always green".
Forse pochi viaggiatori possono affrontare l'avventura verso i luoghi più nascosti e incontaminati che si trovano all'interno, raggiungibili solo con mezzi speciali e grande esperienza. Ma per un viaggio emozionante, destinato ad imprimersi per sempre nella memoria, basta un'automobile e un semplice itinerario attraverso le zone più famose, qualche piccola deviazione e soprattutto la libertà di lasciarsi andare per godere di questo magico tempio della natura senza fretta e con la mente aperta.

Il circolo d'oro
Tappa obbligata di tutti i (pochi) turisti in Islanda: il circolo d'oro è davvero imperdibile. Un raro tesoro di bellezza: il parco nazionale di Phingvellir, pochi chilomentri a est di Reykjavik. Era la sede del parlamento vichingo, il più antico del mondo, fondato nell'anno 930. Ma non si tratta di un edificio. I rappresentanti del popolo si riunivano all'aperto, esattamente nel luogo della frattura tra la zolla tettonica europea e quella nord-atlalntica, che continuano ad allontanarsi al ritmo di qualche millimetro l'anno. In sostanza, è in questo punto, perfet-tamente visibile, che la terra d'America e quella d'Europa si sono separate. Ed è impressionante camminare sul muschio, circondati dalla tundra, nel cuore di un paesaggio surreale, dove la roccia di basalto si staglia sul verde, tra ruscelli e crepacci, e gole spettacolari. Un fiume, l'Oxarà, scorre in mezzo alla fenditura e sfocia in un lago creando una serie di cascate, la più incredibile delle quali, la Oxarasfoss, è nascosta dietro il bordo est della faglia. Chi ama le immersioni può esplorare la fenditura di Silfra, sotto le acque del lago, dove la visibilità è estrema.
Solo qualche chilometro lo separa dalla incedibile piana dei geyser, su una terra brulla, disseminata di fumarole, e poi quelle bolle di acqua turchese nelle cavità del terreno che erompono in un getto improvviso di vapore. Così misteriose, spaventose, vicine. Di fronte a spettacoli tanto intensi della forza della natura, l'animo umano ha bisogno di tempo. Anche la meraviglia va dosata. Non sempre si ha la forza per affrontarne subito un'altra - che pure si trova lì accanto -le famose cascate di Gullfoss. Il rumore dell'acqua che scroscia si avverte da lontano, quando le cascate sono ancora nascoste alla vista. Imponenti, teatrali, le acque tumultuose compiono un doppio salto scherzando col sole in incredibili giochi di luce.

Il pane nel monte
Trentacinque chilometri a est di Reykjavik, sulla strada principale del Paese, si nasconde il villaggio delle montagne fumanti, Hverageroi. Tutto il villaggio è circondato da colonne di vapore che si levano dal terreno, finanche nei giardini delle case. I ragazzi del posto, quando sono innamorati, si armano di impasto di pane e uova fresche e s'inoltrano tra le ampie vallate, sul costone delle montagne nere vulcaniche coperte di erba, col grande fiume che scorre sul fondo e le tante cascate sulla roccia, lungo un sentiero di circa quattro chilometri che conduce al geyser nascosto e al fiume caldo che ne fuoriesce. Si scava un po' di terra e si mette il pane a cuocere, nel ventre del monte, mentre le uova, adagiate in una retina, si calano nel geyser e sono sode in un momento. Il fiume ti accoglie nelle sue tiepide acque per un bagno al centro dell'immensità silenziosa. Cosa può esserci di più romantico?

I cavalli selvaggi
Proseguendo verso est si arriva a Vik. Ci si lasciano alle spalle le praterie coi cavalli, le mucche e le pecore che gironzolano in libertà. E d'un tratto ci si trova di fronte a un arco di roccia scurissima, che si staglia sullo sfondo blu del mare e del cielo, e a immensi faraglioni che allungano la loro ombra sulla spiaggia vulcanica: una striscia verde e nera s'incunea tra il mare e la distesa del ghiacciaio di Myrdalsjökull. Si incontrano pochissime persone e la natura estrema del paesaggio spinge a uno stato d'animo difficile da sperimetare altrove. La zona è disseminata di fattorie che offrono ospitalità. Quella della famiglia Vellir, proprio sulla strada che porta a Vik, ha il maneggio sul retro. La padrona di casa tiene corsi di equitazione e accompagna i turisti in passeggiate mozzafiato sui docili cavalli islandesi.
Altrimenti, con un paio di scarpe comode, ci si avvia verso Pórsmork. Il sentiero passa tra gole serpeggianti, ruscelli glaciali, rocce di ossidiana e la «grotta che canta »: uno dei luoghi più belli del Paese. Siamo vicinissimi al ghiacciaio più grande e spettacolare di tutta l'Islanda, quello di Vatnajökull: 8.300 chilometri quadrati di superficie e uno spessore che raggiunge il chilometro. Lingue di ghiaccio scendono dalla calotta verso pianure di deserti detritici. Iceberg imponenti si staccano e galleggiano nella laguna glaciale di Jökulsarlon per raggiungere il mare. Un paesaggio polare del tutto inatteso si spalanca davanti agli occhi. E si resta attoniti. È un luogo così particolare che è stato scelto per ambientare più di un film di James Bond.

La laguna blu
La chiamano la Disneyland dell'Islanda, ma non ha nulla a che vedere con Disney. Lasciatela come ultima tappa, prima di ripartire per l'Italia dall'aeroporto di Keflavik: si trova a poca distanza. Arrivando da est, lungo il mare, si entra a un certo punto in una gigantesca colata lavica, nera, rocciosa, frastagliata, che continua per molti chilometri. Nel cuore di questo inferno, d'un tratto si incontra una laguna di colore azzurro latteo alimentata dalla vicina centrale geotermica di Svartsengi. È una spa con piscine e bagni di vapore di acqua di mare superriscaldata ricca di alghe bluverdi, sali minerali e fango di silice. Immergetevi. Non per esagerare, ma la pelle ne esce come nuova. Unica annotazione: gli islandesi ci tengono alle loro belle piscine: prima di entrare, bisogna fare la doccia, senza costume!



di Fiammetta Cucurnia
Fonte

killing zoe
00mercoledì 18 luglio 2012 21:40
Questo viaggio per me è un sogno e una promessa fatta [SM=x44450]
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