Israele: spedizioni punitive contro civili palestinesi

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Etrusco
00sabato 10 giugno 2006 20:38
Strane coincidenze: ogni volta che si sta per firmare la pace succede qualcosa che...
12 bagnanti palestinesi uccisi
su una spiaggia, nella striscia di Gaza,
sotto il cannoneggiamento di una nave da guerra israeliana.



Gaza, 9 giugno - Almeno dodici palestinesi sono caduti vittime nella striscia di Gaza.



Navi da guerra israeliane hanno aperto il fuoco dal mare aperto su famiglie di bagnanti che stavano giocando sulla spiaggia, approfittando del venerdi' di festa,
quando hanno cominciato a piovere le bombe
uccidendo sette persone, tra cui tre bambini piccoli:
un piccolo di tre mesi,
uno di tre anni,
uno di dieci,
oltre alla madre e al padre.


L'unica sopravvissuta della famiglia, Huda Ghalya, di sette anni,
stava nuotando in mare
quando la nave da guerra ha aperto il fuoco spazzando via la sua famiglia.


Stando alle agenzie internazionali, la bambina si è inginocchiata durante i funerali
per baciare il viso del padre dentro la bara,
chiedendo di non essere lasciata sola.
[SM=x44468]




«Perché hanno bersagliato la spiaggia? Siamo lontani dai campi usati dai militanti»
si chiede Ahmed.


Più tardi un razzo ha colpito una macchina a Beit Lahiya,
uccidendo almeno due civili palestinesi.


Sempre nella zona settentrionale della striscia di Gaza, a Beit Hanoun, un'auto con tre membri dei Comitati di resistenza popolari è stata distrutta con le persone a bordo in un altro attacco aereo israeliano.

Una delle auto colpite dai raid aerei

Abu Mazen ha definito le operazioni israeliane una guerra di "annientamento", un "pogrom contro dei civili",
"crimini senza eguali", chiamando la comunità internazionale a far fede ai propri impegni
e fermare queste stragi.

Dopo l'uccisione di ieri di Jamal Abu Samhadana, leader dei Comitati di resistenza popolari,
Hamas ha fatto sapere che tutte le opzioni sono aperte e
la resistenza palestinese si considera autorizzata a rispondere ai crimini.

Il braccio armato di Hamas, le Brigate al Qassam hanno annunciato, dopo la recente carneficina di civili, che riprenderanno a colpire lo Stato ebraico,
dopo aver osservato una tregua per oltre un anno
che non è stata però mai rispettata da Israele.

Il segretario generale dell'Onu Kofi Annan
ha sollecitato un'inchiesta approfondita sulla morte dei civili.

La strage ha dato nuovi argomenti al premier palestinese Hanyeh
per chiedere che non si tenga l'annunciato referendum
sulla ripresa dei negoziati di pace esull'implicito riconoscimento d'Israele.


In visita ai feriti l'esponente di Hamas ha chiesto "alla comunità internazionale
e ai fratelli arabi e musulmani di proteggere il popolo palestinese".

Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha decretato tre giorni di lutto
in tutti i territori.

Il Raìs ha chiesto anche l'intervento del Consiglio di sicurezza dell'Onu,
perché metta fine ai bombardamenti israeliani.

Washington non ha commentato l'accaduto, ma ha comunque ribadito che lo stato ebraico ha il diritto di "difendersi".


L'attuale governo israeliano, guidato da Ehud Olmert,
ha già fatto registrare un tragico bilancio:
in 35 giorni 55 palestinesi uccisi.

Fonti:
EuroNews.net



www.arabmonitor.info

La Repubblica


La Repubblica: Una nave spara verso la spiaggia, 10 vittime, donne e bambini
L'esercito di Tel Aviv
"rammaricato di aver colpito innocenti"
Gaza, bombe israeliane sulla spiaggia
Hamas:
"Risponderemo con la forza"



Studio Cataldi: portale d'informazione giuridica

L'Unità: Abu Mazen: Gaza, atto criminale. Hamas rompe la tregua


La Gazzetta del Mezzogiorno: Palestina – Navi israeliane bombardano Gaza: strage di civili sulla spiaggia

BasilicataNet.it "Libano chiede inchiesta internazionale"

Corriere della Sera

[SM=x44471] [SM=x44470]

[Modificato da Etrusco 10/06/2006 20.39]

Nikki72
00sabato 10 giugno 2006 20:56
Re:
[SM=x44465] :-: [SM=x44468] [SM=x44471] [SM=x44469] [SM=x44470]
=Matteo82=
00sabato 10 giugno 2006 23:32
In una situazione come quella che c'è in quei territori purtroppo la pazzia molte volte prende il sopravvento... Chissà se un giorno Ebrei e Palestinesi potranno vivere in completa pace, la vedo molto dura
KuntaKinte77
00domenica 11 giugno 2006 10:27
Vergogna!

Se non si sentissero così forti per l'appoggio delle nazioni occidentali farebbero meno cavolate... forse.
giogio232323
00domenica 11 giugno 2006 11:44
Mi guardo bene dall'approvare
il bombardamento dei civili palestinesi. Per quello che può servire, piango quei poveri morti innocenti. Nello stesso modo in cui piango i civili israeliani morti per attentati alla fermata dell'autobus, o a una festa di nozze, o in un supermercato. E non serve che qualcuno cominci a dire "Hanno cominciato loro per primi", a qualunque delle due parti ci si riferisca. L'unica cosa da fare sarebbe di piantarla di uccidere, sedersi intorno a un tavolo e porre le prime basi per una pacifica coesistenza. Ma questo non conviene a troppi: ai signori delle armi, alle sette sorelle del petrolio, agli integralisti teocratici delle due parti...
Per cui, quando qualcuno ci prova seriamente, si trova subito un fanatico che lo fa fuori. Fanatico di quale parte? Della parte dei figli di ... , quelli fanno partito a sè. Qualche esempio?
Sadat, Rabin, lo stesso Arafat (costretto a smentirsi per non essere liquidato anzitempo, nonostante il suo enorme carisma, riconosciuto anche dagli avversari, che lo hanno più volte risparmiato...). Comunque, finchè ci sarà un religioso disposto a dichiararlo eroe, il fanatico di turno non mancherà mai. Da ambo le parti.

Giorgione

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Etrusco
00domenica 11 giugno 2006 13:58
Re: Mi guardo bene dall'approvare

Scritto da: giogio232323 11/06/2006 11.44
il bombardamento dei civili palestinesi. Per quello che può servire, piango quei poveri morti innocenti. Nello stesso modo in cui piango i civili israeliani morti per attentati alla fermata dell'autobus, o a una festa di nozze, o in un supermercato. E non serve che qualcuno cominci a dire "Hanno cominciato loro per primi", a qualunque delle due parti ci si riferisca. L'unica cosa da fare sarebbe di piantarla di uccidere, sedersi intorno a un tavolo e porre le prime basi per una pacifica coesistenza. Ma questo non conviene a troppi: ai signori delle armi, alle sette sorelle del petrolio, agli integralisti teocratici delle due parti...
Per cui, quando qualcuno ci prova seriamente, si trova subito un fanatico che lo fa fuori. Fanatico di quale parte? Della parte dei figli di ... , quelli fanno partito a sè. Qualche esempio?
Sadat, Rabin, lo stesso Arafat (costretto a smentirsi per non essere liquidato anzitempo, nonostante il suo enorme carisma, riconosciuto anche dagli avversari, che lo hanno più volte risparmiato...). Comunque, finchè ci sarà un religioso disposto a dichiararlo eroe, il fanatico di turno non mancherà mai. Da ambo le parti.

Giorgione

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[SM=x44462]
Etrusco
00domenica 11 giugno 2006 14:15
Mo: strage spiaggia, picchetto protesta a Tel Aviv
10/06/2006 20.39.00
[Notizie dal mondo]


(ANSA)-TEL AVIV,10 GIU


Dana Olmert, una delle figlie del premier israeliano,
ha preso parte a Tel Aviv a un picchetto di protesta per la strage di ieri a Gaza.

Circa trecento dimostranti israeliani si sono radunati nel rione di Zahala, a nord di Tel Aviv,
di fronte alla abitazione del capo di stato maggiore generale Dan Halutz.

Nel picchetto spiccavano le bandiere del partito comunista Hadash,
guidato in questa manifestazione dal deputato Dov Henin.
Non si segnalano incidenti.

Il primo ministro palestinese Haniyeh visita i feriti dopo l'attacco a Gaza.
Arjuna
00lunedì 12 giugno 2006 12:13
Re: Mi guardo bene dall'approvare

Scritto da: giogio232323 11/06/2006 11.44
il bombardamento dei civili palestinesi. Per quello che può servire, piango quei poveri morti innocenti. Nello stesso modo in cui piango i civili israeliani morti per attentati alla fermata dell'autobus, o a una festa di nozze, o in un supermercato. E non serve che qualcuno cominci a dire "Hanno cominciato loro per primi", a qualunque delle due parti ci si riferisca. L'unica cosa da fare sarebbe di piantarla di uccidere, sedersi intorno a un tavolo e porre le prime basi per una pacifica coesistenza. Ma questo non conviene a troppi: ai signori delle armi, alle sette sorelle del petrolio, agli integralisti teocratici delle due parti...
Per cui, quando qualcuno ci prova seriamente, si trova subito un fanatico che lo fa fuori. Fanatico di quale parte? Della parte dei figli di ... , quelli fanno partito a sè. Qualche esempio?
Sadat, Rabin, lo stesso Arafat (costretto a smentirsi per non essere liquidato anzitempo, nonostante il suo enorme carisma, riconosciuto anche dagli avversari, che lo hanno più volte risparmiato...). Comunque, finchè ci sarà un religioso disposto a dichiararlo eroe, il fanatico di turno non mancherà mai. Da ambo le parti.

Giorgione

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[SM=x44459] [SM=x44459] [SM=x44459]
cannonball
00lunedì 12 giugno 2006 14:43
Insomma prima sparano sui civili palestinesi facendo una strage
e poi recitano la parte delle vittime
dicendo che tutti ce l'hanno con loro?

e ora che non si venissero a lamentare che non riescono a portare avanti il processo di pace [SM=x44490]
Etrusco
00domenica 25 giugno 2006 23:34
E si continua: [SM=x44472]

Da Gaza attacco mortale contro Israele
Forte reazione israeliana:
irruzione di blindati protetti da elicotteri Apache


E' la prima azione militare dopo il ritiro dai Territori.
Un soldato di Tel Aviv è stato catturato. L'appello di Hamas: lasciatelo vivo


TEL AVIV - Sale la tensione nella Striscia di Gaza. All'alba militanti palestinesi hanno attaccato una postazione di confine controllata dagli israeliani. Nel raid sono morti due israeliani e anche alcuni degli assalitori. E' il primo attacco mortale lanciato dalla Striscia di Gaza contro Tel Aviv dal ritiro delle truppe israeliane la scorsa estate.

RISCHIO DESTABILIZZAZIONE - L'attacco rischia di destabilizzare la situazione, proprio mentre Hamas ed al-Fatah sembravano la scorsa notte vicini a un importante accordo.
L'operazione ha provocato una forte reazione militare israeliana,
che ha risposto con l'irruzione di cinque carri armati,
accompagnati da ruspe militari e protetti dal fuoco di elicotteri Apache.


E' la prima infiltrazione di militari israeliani nella Striscia dopo il ritiro dai Territori.


QUATTRO MORTI - Un primo bilancio parla di quattro morti accertati: un ufficiale e un soldato di Israele, un miliziano dei Comitati di resistenza popolare e uno dell'Esercito dell'Islam. Israele aveva poi annunciato che mancava all'appello uno dei suoi soldati. «Noi non diamo al nemico informazioni gratuite» ha risposto alla stampa Abu Obeidah, un portavoce del braccio armato di Hamas. Secondo una tv israeliana l'Egitto avrebbe quindi intrapreso una mediazione per costringere i palestinesi a consegnare il soldato. Israele ha lanciato un duro monito all'Anp: se il soldato non sarà riconsegnato, la reazione militare israeliana sarà molto dura. Dopo poche ore è stata diffusa la notizia che il militare dato per disperso è vivo. Non è chiaro però se sia stato preso prigioniero da un gruppo di militanti. Lo ha reso noto il capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Il governo di Hamas, che precisa di avere avuto notizie sulla vicenda soltanto da parte israeliana, ha lanciato un appello ai sequestratori affinché gli sia risparmiata la vita.

LA DINAMICA - All'alba, dopo aver scavato una galleria sotto la barriera di confine, i militanti palestinesi sono riusciti a raggiungere da Gaza una postazione di frontiera vicino il kibbutz israeliano di Kerem Shalom.
Qui hanno sparato un razzo anti-carro contro un mezzo blindato israeliano e hanno lanciato altri razzi Rpg e bombe a mano verso una vicina postazione dell'esercito.
Il commando palestinese si è quindi diviso in tre unità che hanno proseguito l'attacco, sfruttando la sorpresa causata fra i soldati israeliani.

Dopo aver distrutto altri due cingolati, i miliziani palestinesi sono rientrati alle loro basi a Gaza.

RIVENDICAZIONE - Il blitz di stamattina «è una reazione terremoto al massacro di civili», hanno detto in una dichiarazione congiunta Hamas e Comitati di Resistenza Popolare, due gruppi militanti che hanno rivendicato l'attacco.
I bombardamenti aerei israeliani hanno causato nelle ultime due settimane la morte di 20 palestinesi, 14 dei quali civili.

OLMERT - Il capo di stato maggiore Dan Halutz ha convocato una seduta di emergenza a Tel Aviv.
Il premier Ehud Olmert discute l'eventuale reazione israeliana nella seduta del consiglio dei ministri, iniziata a Gerusalemme nella tarda mattinata.
Olmert ha addossato la responsabilità politica delle violenze al presidente palestinese, il moderato Abu Mazen, e al governo radicale di Hamas.
Allo stesso tempo un esponente dell'esecutivo israeliano ha affermato che i militari sono determinati a catturare i palestinesi coinvolti negli attacchi.
«Israele considera l'Autorità nazionale, guidata dal presidente Abu Mazen, e il governo palestinese responsabili per questo incidente», ha detto Olmert questa mattina nel corso della riunione settimanale del governo.

25 giugno 2006 Corriere della Sera


@roldo
00lunedì 26 giugno 2006 20:39
che tristezza,
dopo tanti anni ancora continuano a farsi la guerra [SM=x44471]
Etrusco
00mercoledì 8 novembre 2006 20:52
8 novembre 2007


Palestina, strage di civili a Beit Hanoun.
Un «tragico incidente» per Olmert


Medio Oriente. Strage a Gaza: 26 morti. Israele sotto accusa
RaiNews24

Strage a Gaza, Israele sotto accusa
La Stampa

Israele – L’esercito bombarda all’alba: famiglie palestinesi ...
La Gazzetta del Mezzogiorno

Gaza, Israele uccide 18 civili in un attacco
Reuters




TEL AVIV - Da almeno sei giorni i tank dell’Esercito israeliano erano impegnati a Beit Hanoun, nel Nord della striscia di Gaza, nell’operazione "nuvole d’autunno" per impedire gli attacchi dei missili Qassam contro Israele. C’erano già stati morti e feriti tra i miliziani ma tutto rientrava nella logica dello scontro tra fazioni armate.
All’alba di questa mattina, (erano le 5, 6 in Italia) da quegli stessi tank sono partiti i colpi di cannone che hanno centrato e abbattuto, a Beit Hanoun, l’abitazione della famiglia Atamne, tredici persone in tutto. Un fiume di civili si è riversato per strada e qui, secondo le fonti palestinesi, si sarebbe compiuto il vero massacro perché altri colpi avrebbero raggiunto i luoghi abitati uccidendo complessivamente 18 civili tra i quali quattro bambini e quattro donne. In sei anni di Intifada si tratta di uno degli incidenti più gravi con il più alto numero di vittime da quattro anni. Poco prima in Cisgiordania, vicino a Jenin altri cinque palestinesi, tre miliziani e due civili erano stati uccisi. Tra di loro anche Taher Abahema, leader locale delle Brigate dei martiri di Al Aqsa. Insomma lo stesso scenario della famiglia di nove persone uccisa sulla spiaggia di Gaza a giugno e della strage di Caana in Libano.
Rammarico per il "tragico incidente" è stato espresso subito dal Governo israeliano, dal premier Ehud Olmert, dal ministro degli Esteri, Tzipi Livni e dal ministro della Difesa, Amir Peretz. Tutti hanno annunciato l’invio di aiuti umanitari in soccorso della popolazione civile colpita. Peretz ha anche promesso l’apertura di un’inchiesta sull’accaduto. Fonti militari isrealiane hanno confermato l’attacco ma sostenendo che i carri armati avevano aperto il fuoco contro un’area disabitata a un chilometro da Beit Hanoun per impedire il lancio dei missili Qassam e che l’esercito proseguirà comunque le operazioni a Gaza.
Reazioni immediate da parte palestinese. Secondo il presidente dell’Anp, Abu Mazen «con questo massacro orribile e barbaro Israele ha distrutto tutte le possibilità di pace». Hamas e Fatah hanno annunciato la ripresa degli attentati suicidi in Israele provocando un immediato allarme su tutto il territorio israeliano con misure di protezione in difesa degli obiettivi più esposti. Il primo ministro di Hamas, il radicale Ismail Haniyeh, ha sollecitato una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Durissimo il commento del portavoce di Hamas, Ghazi Hamid, secondo il quale «Israele è una bestia che non da alcun valore alla vita umana; è un cancro che deve essere estirpato dalla faccia della terra». L’inviato dell’Onu per il Medio Oriente, Alvaro de Soto, ha condannato il bombardamento e deplorato la nuova spirale di violenza nei territori così come l’Alto rappresentante della politica estera e di sicurezza dell’Ue, Javier Solana.
Sul fronte italiano il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, ha definito «inaccettabile» questa spirale di violenza ed è tornato a sollecitare un’iniziativa internazionale che porti alla creazione di una Forza multinazionale per Gaza. Il ministro del Commercio internazionale e degli Affari europei, Emma Bonino, in queste ore a Tel Aviv per partecipare a due conferenze economiche, ha incontrato il vicepremier Shimon Peres, il ministro degli esteri Tzipi Livni e il vicepremier e ministro del Commercio estero Eliyahu Yashai leader del partito ultraortodosso Shas. Dai colloqui la Bonino ha tratto la convinzione che occorra «interrompere quanto prima la spirale di violenza» che sta incendiando i territori. «Quando si prendono certe decisioni militari - ha detto la Bonino alla Livni - bisogna anche mettere nel conto gli effetti politici che si provocano alzando il livello dello scontro».
Il ministro Bonino ha confermato che l’Italia è pronta ad appoggiare tutte le iniziative che promuovano la stabilizzazione economica e sociale del Medio Oriente.

Fonte: Il Sole 24 Ore
dall'inviato Gerardo Pelosi


Altre fonti:
Una replica in Palestina della guerra contro il Libano?



Strage a Gaza, Hamas minaccia vendetta.
Israele sotto accusa


Abu Mazen: "E' un giorno nero"

Gaza, 8 novembre 2006


E' stata una giornata di sangue nei territori palestinesi, interessati dalle operazioni di sicurezza delle truppe israeliane.
Il bilancio complessivo in prima serata è di 26 morti.

L'episodio più grave è avvenuto a Beit Hanun, una comunità situata nella parte settentrionale della striscia di Gaza:
prima dell'alba alcune case sono state colpite dalle granate israeliane.
Le vittime, sorprese nel sonno, sono state 18, tra cui 8 bambini e 3 donne.

Sotto il fuoco dei soldati israeliani prima dell'alba sono caduti anche cinque miliziani in Cisgiordania.

Hamas minaccia il ritorno a attentati suicidi
Durissima la reazione di Hamas, che ha minacciato il ritorno a attentati suicidi, alla strage di Beit Hanun.
Lo stato d'Israele deve essere cancellato "faccia della terra , ha detto il portavoce dell'esecutivo, Ghazi Hamad. "E' un cancro - ha affermato - che deve essere estirpato". Il leader supremo di Hamas, Khaled Meshaal, che vive in esilio a Damasco, ha avvertito che il suo movimento risponderà con le armi. Durante una conferenza stampa ha asserito:
"I sionisti hanno superato tutto quello che fecero i nazisti negli anni 30 e '40".

Abu Mazen condanna il "silenzio internazionale"

Il presidente Abu Mazen ha condannato "il silenzio internazionale" sulla strage.
"Questo - ha detto - è un giorno nero nella storia delle azioni di Israele contro il popolo palestinese".
Abu Mazen e il premier palestinese Ismail Haniyeh hanno interrotto le trattative
per la formazione di un nuovo esecutivo di unità nazionale
e hanno chiesto una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.

Olmert: "Rammarico"
Il premier israeliano Ehud Olmert ha espresso "rammarico" e ha offerto assistenza umanitaria
ai feriti,
mentre il ministro della Difesa, Amir Peretz, ha ordinato un'inchiesta militare immediata sull'attacco.

Livni: "Tragedia"
A sua volta il ministro degli Esteri, signora Tzipi Livni, ha parlato di "tragedia".
"Sfortunatamente a volte accadono queste tragedie. Ci dispiace".

L'inviato speciale delle Nazioni Unite in Medio Oriente ha condannato il bombardamento israeliano e ha chiesto l'immediata cessazione delle operazioni militari israeliane.

Solana: "Si metta termine alle violenze"
Il rappresentante Ue per la Politica estera Javier Solana ha affermato che "è tempo che si metta termine al ciclo di violenze attuali che condanno nei temini più forti".
"Bisogna lasciare una chance al processo di riconciliazione tra palestinesi", ha fatto presente, e "bisogna sostenere il presidente Abbas nei suoi sforzi per formare un nuovo governo".

Anche il ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha condannato la strage.
La strage ha suscitato rabbia e dolore nel resto del mondo arabo.
L'ambasciata della Siria a Roma condanna in una nota "il feroce massacro" di Beit Hanun e "il terrorismo di stato commesso, (facendo appello) all'unità nazionale contro i crimini israeliani".

www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsID=65224
sunalone
00giovedì 9 novembre 2006 08:33
che dire... il lupo perde il pelo ma non il vizio!!!

stavolta erano i moscerini che stavano provocando la guardia di frontiera??!!!


[SM=x44490] [SM=x44491] [SM=x44492]

Etrusco
00giovedì 9 novembre 2006 11:28
Re:

Scritto da: sunalone 09/11/2006 8.33
che dire... il lupo perde il pelo ma non il vizio!!!

stavolta erano i moscerini che stavano provocando la guardia di frontiera??!!!


[SM=x44490] [SM=x44491] [SM=x44492]




E' inutile cercare qualche appiglio per giustificare questi israeliani.

Hanno persino osato dire che si sarebbero sbagliati nel puntamento dei cannoni: hanno sbagliato di circa 1 Km! [SM=x44497]
Insomma dopo la strage ci vorrebbero anche passar per fessi [SM=x44491]

Ma ora basta:
pochi giorni fa abbiamo visto sui TG le donne palestinesi cadere sotto il fuoco dei cecchini israeliani,
ora quest'altra strage contro donne e bambini.

Lo scandalo più grande è il silenzio assordante dell'opinione pubblica mondiale [SM=x44471]
Etrusco
00giovedì 9 novembre 2006 19:48
Il premier è tornato a parlare del massacro di 18 civili a Beit Hanun
Olmert:
«Strage per un errore tecnico»
Ha assicurato che farà «tutto il possibile» per evitare il ripetersi di un incidente simile,
anche «s
e potra accadere di nuovo»


Il primo ministro israeliano Ehud Olmert (Reuters)

GERUSALEMME - Ehud Olmert è tornato a parlare della strage di mercoledì mattina a Beit Hanun: «E' stata dovuta a un inconveniente tecnico dell'artiglieria» ha detto il premier israeliano in una dichiarazione trasmessa dalle emittenti israeliane.
Nel mirino, secondo quanto ha spiegato Olmert, c’era un aranceto usato dai miliziani palestinesi per sparare razzi Qassam verso il territorio isaraeliano.


«ERRORI CHE POSSONO RIPETERSI» -
Olmert, parlando in inglese, ha rinnovato il suo dispiacere per l’uccisione dei 18 civili e assicurato che farà «tutto il possibile» per evitare il ripetersi di simili errori. Anche, se ha aggiunto, "può accadere". Il massacro di 18 civili palestinesi, per la maggior parte donne e bambini, non è stata, ha assicurato Olmert, «una questione politica». Le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza - ha aggiunto Olmert - per fermare il lancio di razzi Qassam verso Israele continueranno. Ehud Olmert aggiungendo che in futuro ci potranno essere altre tragedie come quella di ieri a Beit Hanoun in cui sono morti 18 civili palestinesi.

Beit Hanoun, dopo il bombardamento israeliano
(Emblema)

La rabbia di una donna palestinese...

INCONTRO CON ABU MAZEN - Il premier israeliano Ehud Olmert ha poi aggiunto di essere pronto a incontrarsi col presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) per negoziati di pace senza condizioni preliminari. Abu Mazen, ha affermato Olmert, «sarà sorpreso di vedere quanto avanti io sia disposto ad andare nei colloqui».

La disperazione di una donna al funerale del figlio ucciso durante i bombardamenti israeliani
(Emblema)




09 novembre 2006

www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/11_Novembre/09/olme...



Altre immagini raccrapriccianti delle vittime innocenti palestinesi.... foto 1

foto 2

foto 3
Fatascalza
00giovedì 9 novembre 2006 20:08
In quei paesi ho vissuto e a ragion veduta vi posso dire che fra di loro non ci sarà mai pace, purtroppo.
spx.
00giovedì 9 novembre 2006 20:49
Non lo so come siano andate le cose e non esprimo giudizi in merito, mi limito solo ad osservare che non vedo che interesse avrebbero avuto a fare strage di civili inermi mentre vedo invece l'interesse che potrebbero aver avuto a distruggere armi palestinesi.
Etrusco
00venerdì 10 novembre 2006 00:30
Re:

Scritto da: spx. 09/11/2006 20.49
non vedo che interesse avrebbero avuto a fare strage di civili inermi.


spx.
00venerdì 10 novembre 2006 19:54
Hai voglia a farne fuori 10 alla volta, di questo passo prima che abbiano 'risolto il problema' fa in tempo ad arrivare il Messia per guidarli alla riconquista della terra promessa... [SM=x44452]
sunalone
00sabato 11 novembre 2006 09:29
Re:

Scritto da: spx. 09/11/2006 20.49
Non lo so come siano andate le cose e non esprimo giudizi in merito, mi limito solo ad osservare che non vedo che interesse avrebbero avuto a fare strage di civili inermi mentre vedo invece l'interesse che potrebbero aver avuto a distruggere armi palestinesi.




hai mai pensato quale utilità reale aveva GWBush ad invadere l'IRAQ??

hai mai pensato quale utilità per gli USA hanno avuto i fatti del 11/9?

ecco siamo sulla stessa logica...


spx.
00sabato 11 novembre 2006 12:08
Re: Re:

Scritto da: sunalone 11/11/2006 9.29



hai mai pensato quale utilità reale aveva GWBush ad invadere l'IRAQ??

hai mai pensato quale utilità per gli USA hanno avuto i fatti del 11/9?

ecco siamo sulla stessa logica...





Petta, qui si confonde il mezzo con l'obiettivo. L'obiettivo può non essere condivisibile, ma se il mezzo per raggiungerlo (bombardare 10 persone in spiaggia) è del tutto inadeguato a me viene da pensare a un errore, non a una volontà.
Per fare un es. stupido, posso non essere daccordo che tu salga in cima a una scala, ma se nel salire ti inciampi e pesti la coda al gatto non mi sembra si possa dire che l'hai fatto apposta perchè serviva al tuo obiettivo.

Allora, un conto è dire che se non ti fossi posto quell'obiettivo la coda non l'avresti pestata, un conto è dire che non te ne frega niente del gatto, c'è una bella differenza.

Ma comunque se vogliamo parlare di obiettivi non mi sembra che l'annientamento di Israele sia un obiettivo molto più nobile...
sunalone
00sabato 11 novembre 2006 12:21
Re: Re: Re:

Scritto da: spx. 11/11/2006 12.08


Petta, qui si confonde il mezzo con l'obiettivo. L'obiettivo può non essere condivisibile, ma se il mezzo per raggiungerlo (bombardare 10 persone in spiaggia) è del tutto inadeguato a me viene da pensare a un errore, non a una volontà.
Per fare un es. stupido, posso non essere daccordo che tu salga in cima a una scala, ma se nel salire ti inciampi e pesti la coda al gatto non mi sembra si possa dire che l'hai fatto apposta perchè serviva al tuo obiettivo.

Allora, un conto è dire che se non ti fossi posto quell'obiettivo la coda non l'avresti pestata, un conto è dire che non te ne frega niente del gatto, c'è una bella differenza.

Ma comunque se vogliamo parlare di obiettivi non mi sembra che l'annientamento di Israele sia un obiettivo molto più nobile...




il discorso è ancora un po' più ampio...
ricordo un vecchio, ormai, film 'War Games' in cui il supercomputer usava la strategia dei piccoli incidenti per allzare il livello di attenzione delle difese e far si che fosse possibile scatenare la guerra al massimo livello e senza averne colpa!

Anche in questo caso se la volontà è la pacificazione della zona è doveroso, anche se doloroso, evitare ogni possibile scaramuccia e contrattacco... chi è più intelligente inizi... in modo da calmare le acque... ma se invece lo scopo è attaccar briga senza pagarne il fio... certi errori umani sono proprio il cacio sui maccheroni... e d'altra parte il libano ci insegna!!!

E non dirmi che 10 civili sulla coscienza sono un peso enorme...

le migliaia di soldati e civili in IRAQ o le migliaia di vittine del 11/9 per Bush cosa dovrebbero essere..???

Fatascalza
00sabato 11 novembre 2006 13:45
Scusate l'intromissione .... ma la "guerra" Israele e Palestina, và oltre Bush, l'America, l'Iraq, la siria ecc...

Non avranno mai pace
spx.
00sabato 11 novembre 2006 14:23
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: sunalone 11/11/2006 12.21
il discorso è ancora un po' più ampio...
ricordo un vecchio, ormai, film 'War Games' in cui il supercomputer usava la strategia dei piccoli incidenti per allzare il livello di attenzione delle difese e far si che fosse possibile scatenare la guerra al massimo livello e senza averne colpa!

Anche in questo caso se la volontà è la pacificazione della zona è doveroso, anche se doloroso, evitare ogni possibile scaramuccia e contrattacco... chi è più intelligente inizi... in modo da calmare le acque... ma se invece lo scopo è attaccar briga senza pagarne il fio... certi errori umani sono proprio il cacio sui maccheroni... e d'altra parte il libano ci insegna!!!

E non dirmi che 10 civili sulla coscienza sono un peso enorme...

le migliaia di soldati e civili in IRAQ o le migliaia di vittine del 11/9 per Bush cosa dovrebbero essere..???




E io ti chiedo: qual'è l'interesse di Israele di avere la guerra al massimo livello circondata com'è da stati ostili?

Lo scopo primario di Israele non è garantire la pacificazione, il suo scopo primario è affermare il suo diritto a esistere e finchè ci saranno gruppi terroristici che hanno come scopo principale quello di cancellarlo dalla faccia della terra non può esserci pace è evidente.

Concordo che per raggiungere il suo scopo 10 morti per Israele non sono niente, ma offuscano la sua immagine internazionale e quindi sono un intralcio, non un mezzo.
sunalone
00sabato 11 novembre 2006 17:09
Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: spx. 11/11/2006 14.23


E io ti chiedo: qual'è l'interesse di Israele di avere la guerra al massimo livello circondata com'è da stati ostili?

Lo scopo primario di Israele non è garantire la pacificazione, il suo scopo primario è affermare il suo diritto a esistere e finchè ci saranno gruppi terroristici che hanno come scopo principale quello di cancellarlo dalla faccia della terra non può esserci pace è evidente.

Concordo che per raggiungere il suo scopo 10 morti per Israele non sono niente, ma offuscano la sua immagine internazionale e quindi sono un intralcio, non un mezzo.




mi spiace...
Israele il diritto ad esistere all'interno delle risoluzioni ONu la ha e nessuno lo tocca!!

il problema è che ad Israele cio' non basta e vuole più terra, più risorse, etc etc

Il problema è che prima di Israele in quelle terre non c'era deserto ma ci abitavano i palestinesi... vorrai con educazione cercare di conviverci o come accade invece tentare solo di scacciarli/schiacciarli!

Quando ha l'obiettivo di continuare a passare per vittima ed hai alle spalle la protezione degli USA in cui la lobby ebrea è potentissima... puo' capitare di trascurare la brutta figura internazionale...

PS: io contesto le scelte dello stato Israele non i diritti dei fedeli ebraici, questo per chiarezza.

la micia
00sabato 11 novembre 2006 17:37
la guerra il piu' grande fallimento
del mondo
spx.
00sabato 11 novembre 2006 17:53
Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: sunalone 11/11/2006 17.09
mi spiace...
Israele il diritto ad esistere all'interno delle risoluzioni ONu la ha e nessuno lo tocca!!

il problema è che ad Israele cio' non basta e vuole più terra, più risorse, etc etc

Il problema è che prima di Israele in quelle terre non c'era deserto ma ci abitavano i palestinesi... vorrai con educazione cercare di conviverci o come accade invece tentare solo di scacciarli/schiacciarli!

Quando ha l'obiettivo di continuare a passare per vittima ed hai alle spalle la protezione degli USA in cui la lobby ebrea è potentissima... puo' capitare di trascurare la brutta figura internazionale...

PS: io contesto le scelte dello stato Israele non i diritti dei fedeli ebraici, questo per chiarezza.




'Nessuno lo tocca' mi sembrano parole molto grosse quando si leggono frasi come:

"Decine di miigliaia di militanti di Hamas in piazza per dire no al riconoscimento di Israele.

“Noi chiediamo a Dio di punire il cosiddetto stato di Israele e i suoi alleati, di punire chi lo riconosce e chi ci chiede di riconoscerlo” ha dichiarato il deputato di Hamas Mushir al-Masri"

E ancora:

"A dispetto della pomposa cerimonia con cui la forza multinazionale Onu si sta dispiegando in modo caotico e disordinato nel Libano meridionale, i venti di guerra stanno per rialzarsi. Israele è sempre la protagonista ma, rispetto all’ultimo conflitto libanese, il suo avversario non è più uno soltanto. Anzi, paradossalmente Hezbollah non sarebbe neanche, almeno nelle prime fasi, l’avanguardia dei nuovi attacchi, lasciando l’iniziativa ad altri: Siria, Hamas e Iran.
MODELLO HEZBOLLAH

Completato l’aggiornamento dell’arsenale, la Siria continua a dispiegare le sue batterie missilistiche in punti di lancio strategico, conservando lo stato di allerta attivato con il conflitto estivo Israele-Hezbollah. Il canale di comunicazione Siria-Hezbollah è tenuto aperto dal trait d’union di una frangia clandestina dell’esercito e dell’intellingence siriani, operativa in Libano sin dall’inizio degli anni ’80. Si tratta del Partito Socialnazionalista (!) Siriano, fondato a Beirut nel 1932 e composto da cristiano-ortodossi. Oggi è anche il secondo partito più forte in Siria dopo il partito Baath. Gli intermediari libanesi, eterogenei ma tutti concentrati nella città portuale di Tripoli, sono milizie sunnite e cristiano-maronite, ognuna in controllo di un quartiere della città. Sotto agli occhi dei volenterosi dell’Onu la Siria continua indisturbata il suo traffico illegale di armi verso Hezbollah: le ultime forniture riguardano missili anti-carro che Damasco ha acquistato dalla Russia di Putin e ha poi girato ad Hezbollah. Prima il ministro della difesa russo ha negato, poi si è rimangiato la parola scaricando la responsabilità sull’assenza di controlli all’export bellico. Poco importa se le armi passano sotto al naso della babilonica flotta internazionale di stanza nelle acque libanesi. Conta invece che la Russia abbia una forte presenza nei due principali porti libanesi e che i due battaglioni inviati in Unifil 2 siano musulmani ceceni. L’ultimo sequestro di armi russe sono 39 missili anti-carro nascosti in una postazione di Hezbollah nel Libano del Sud. Molti sono ancora conservati nel loro involucro originale e recano il numero di serie. Le tappe del loro viaggio sono evidenti: Mosca-Damasco-Hezbollah. Non c’è però bisogno di muoversi nell’ombra della clandestinità per smerciare armi in Libano. Basta anche farlo alla luce del sole, come fa l’Italia. Tra il 1998 e il 2003 le officine Galileo di Finmeccanica hanno fornito a Damasco i visori notturni per i suoi carri T-72, per una commessa di oltre cinquecento miliardi di lire. Quella volta la Siria fu l’intermediario di altri – cioè l’Iraq in procinto di essere attaccato dagli USA. Anche oggi tutto è limpido: l’Italia sta per vendere al governo libanese una batteria di missili Aster 15, prodotto in una joint-venture franco-italiana con Thomson-CSF, Aerospatiale e Alenia/Finmeccanica. Gli Aster 15 sono gli unici terra-aria con possibilità di controllo attivo per correggerne la traiettoria. Alta tecnologia richiede esperti in grado di istruire il primitivo esercito libanese, i cui ufficiali sono per metà sciiti. Ad Hezbollah bastano poche infiltrazioni per acquisire il know-how, e disporre di un’arma per neutralizzare i raid aerei israeliani. Sotto allo scudo UNIFIL, Siria ed Hezbollah stanno rafforzando la loro posizione spostando dalla loro parte l’equilibrio del potere con Israele. Anche nell’ipotesi di un inconcludente conflitto, le alture del Golan finirebbero comunque sul tavolo dei negoziati internazionali, sferrando un duro colpo alle difese di Israele, proprio come sta avvenendo adesso per il sud del Libano.

HAMAS 2.0

Adesso c’è anche un altro acquirente interessato alle armi siriane, ma non solo: Hamas, che si prepara alla prova di forza definitiva contro Al Fatah. A Damasco è stabilmente ospitato il leader politico di Hamas, Khaled Meshaal, protetto dai tentativi di arresto da parte di Israele. Il (pre)potente ministro dell’interno del governo Hamas, Said Siam, si è incontrato a Damasco, nella prima settimana di ottobre col suo collega siriano, Bassad Adbul Majid, per un intero fine settimana.

Per annientare gli odiati rivali di Fatah e le loro milizie (brigate dei martiri di Al Aqsa, Forza 17, i Tanzim) servono arsenali ma soprattutto istruttori per adottare il modello Hezbollah. Sarebbe questa l’evoluzione della specie necessaria per trasformare Hamas in una sofisticata macchina da guerra capace di resistere al ruolo compressore dell’esercito israeliano (IDF), non solo su Gaza ma anche in Cisgiordania. Ufficialmente Hamas riconosce questa “cooperazione” ma sposta il suo oggetto dalle tecniche di guerra alle tecniche di polizia, ma il risultato finale non cambia. Anzi cresce, perché il sostegno siriano è funzionale all’emarginazione delle milizie fedeli a Mahmoud Abbas, acquisendo Hamas il monopolio palestinese della resistenza anti-israeliana esattamente come fa Hezbollah in Libano.

NON SOLO NUCLEARE

Più in disparte, ma solo ufficialmente, è l’Iran. Dopo aver visitato la Siria, il ministro degli interni Said Siam è stato ricevuto a Teheran il 12 ottobre scorso. L’accordo sembra la fotocopia di quello con la Siria. Dal forziere degli ayatollah piovono quattrini, circa 60 milioni di dollari, per armare ed istruire le brigate Al Qassam. L’addestramento sarà tenuto dalle Guardie Rivoluzionarie, e avrà luogo nell’Iran meridionale per un ciclo di sei settimane, al termine del quale Hamas sarà pronta a dispiegare una forza d’urto notevolmente più efficace. La caratteristica più saliente delle Guardie Rivoluzionarie (chiamate anche “pasdaran”, cioè guardiani) è che formano un esercito (con tanto di aviazione, marina ed intelligence) autonomo dalle forze armate iraniane, alle dirette dipendenze del potere teocratico. Se per Hamas è una novità, per Hezbollah la cooperazione con Teheran risale all’invasione israeliana del Libano nel 1982 e non si è mai interrotta. L’intesa con l’Iran è una vera fratellanza, simboleggiata dalla bandiera di Hezbollah che riprende il logo della Guardia Rivoluzionaria. I pasdaran hanno attivato un’unità speciale, la “forza di Gerusalemme”, guidata da Qassem Suleimani. Il cervello politico che invece manovra sia Hezbollah che Hamas è lo storico ambasciatore iraniano a Damasco, Alì Akbar Mohtashamipour, ora a capo del quartiergenerale per il sostegno all’Intifada, centro specializzato che offre assistenza medica e logistica ai terroristi feriti nei territori occupati. Il piano che potrebbe scattare presto prevede un attacco congiunto di Siria-Hezbollah ed Iran contro Israele, per annientarne la capacità offensiva estromettendo la stella di David dall’interferire all’infuori dei suoi confini – profondamente ridefiniti sia con il Libano che soprattutto con i territori palestinesi.

NO ISRAELE? NO USA

Iran e Siria stanno dunque lavorando allo stesso progetto, che è quello di sdoppiare il fronte del conflitto sui confini di Israele. Un Libano sempre più fagocitato da Hezbollah si avvicina ad una striscia di Gaza dove Hamas diventa la forza indiscussa. La morsa su Israele si chiude nel momento in cui sia Hezbollah che Hamas, sostenute dagli stessi sponsor, riescono a coordinare le loro energie. E’ ciò che sta accadendo. In una visuale più ampia, un Israele attaccato ai fianchi diventa incapace di lanciare bombardamenti sulle installazioni nucleari iraniane, affossando così la politica estera americana in Medioriente. Neutralizzando il potenziale deterrente di Israele, Siria, Libano ed Iran riescono ad allargare i margini delle loro manovre, restringendo quelli americani, specialmente in Iraq ed Afghanistan, posizioni troppo difficili da mantenere – entrambe." fainotizia.radioradicale.it/filtra/hamas

Questo per uscire dal solito coro di Israele in piena guerra espansionista.

Sicuramente la scelta degli americani di piazzare lì Israele nel dopoguerra furono quantomeno infelici (anche se comodi per loro). Ma ora che vogliamo fare? Facciamo sloggiare Israele? Dove lo mandiamo?

Aggiungo anche che non è di sicuro una guerra che si stà combattendo per quei 4 palestinesi che potrebbero tranquillamente essere già emigrati in un qualsiasi stato arabo circostante (tu non lo faresti per sfuggire a una guerra che prosegue da 50 anni e non sembra finirà mai?). E' una guerra di religione e di conquista, non nascondiamoci dietro a un dito. Gli estremisti islamici non possono tollerare uno stato ebraico nelle loro terre riconoscimento internazionale o no.

Per quanto riguarda gli americani il discorso è diverso, per loro sì, si tratta di potere e influenza internazionale.



sunalone
00sabato 11 novembre 2006 17:58
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: spx. 11/11/2006 17.53


'Nessuno lo tocca' mi sembrano parole molto grosse quando si leggono frasi come:

"Decine di miigliaia di militanti di Hamas in piazza per dire no al riconoscimento di Israele.

“Noi chiediamo a Dio di punire il cosiddetto stato di Israele e i suoi alleati, di punire chi lo riconosce e chi ci chiede di riconoscerlo” ha dichiarato il deputato di Hamas Mushir al-Masri"

E ancora:

"A dispetto della pomposa cerimonia con cui la forza multinazionale Onu si sta dispiegando in modo caotico e disordinato nel Libano meridionale, i venti di guerra stanno per rialzarsi. Israele è sempre la protagonista ma, rispetto all’ultimo conflitto libanese, il suo avversario non è più uno soltanto. Anzi, paradossalmente Hezbollah non sarebbe neanche, almeno nelle prime fasi, l’avanguardia dei nuovi attacchi, lasciando l’iniziativa ad altri: Siria, Hamas e Iran.
MODELLO HEZBOLLAH

Completato l’aggiornamento dell’arsenale, la Siria continua a dispiegare le sue batterie missilistiche in punti di lancio strategico, conservando lo stato di allerta attivato con il conflitto estivo Israele-Hezbollah. Il canale di comunicazione Siria-Hezbollah è tenuto aperto dal trait d’union di una frangia clandestina dell’esercito e dell’intellingence siriani, operativa in Libano sin dall’inizio degli anni ’80. Si tratta del Partito Socialnazionalista (!) Siriano, fondato a Beirut nel 1932 e composto da cristiano-ortodossi. Oggi è anche il secondo partito più forte in Siria dopo il partito Baath. Gli intermediari libanesi, eterogenei ma tutti concentrati nella città portuale di Tripoli, sono milizie sunnite e cristiano-maronite, ognuna in controllo di un quartiere della città. Sotto agli occhi dei volenterosi dell’Onu la Siria continua indisturbata il suo traffico illegale di armi verso Hezbollah: le ultime forniture riguardano missili anti-carro che Damasco ha acquistato dalla Russia di Putin e ha poi girato ad Hezbollah. Prima il ministro della difesa russo ha negato, poi si è rimangiato la parola scaricando la responsabilità sull’assenza di controlli all’export bellico. Poco importa se le armi passano sotto al naso della babilonica flotta internazionale di stanza nelle acque libanesi. Conta invece che la Russia abbia una forte presenza nei due principali porti libanesi e che i due battaglioni inviati in Unifil 2 siano musulmani ceceni. L’ultimo sequestro di armi russe sono 39 missili anti-carro nascosti in una postazione di Hezbollah nel Libano del Sud. Molti sono ancora conservati nel loro involucro originale e recano il numero di serie. Le tappe del loro viaggio sono evidenti: Mosca-Damasco-Hezbollah. Non c’è però bisogno di muoversi nell’ombra della clandestinità per smerciare armi in Libano. Basta anche farlo alla luce del sole, come fa l’Italia. Tra il 1998 e il 2003 le officine Galileo di Finmeccanica hanno fornito a Damasco i visori notturni per i suoi carri T-72, per una commessa di oltre cinquecento miliardi di lire. Quella volta la Siria fu l’intermediario di altri – cioè l’Iraq in procinto di essere attaccato dagli USA. Anche oggi tutto è limpido: l’Italia sta per vendere al governo libanese una batteria di missili Aster 15, prodotto in una joint-venture franco-italiana con Thomson-CSF, Aerospatiale e Alenia/Finmeccanica. Gli Aster 15 sono gli unici terra-aria con possibilità di controllo attivo per correggerne la traiettoria. Alta tecnologia richiede esperti in grado di istruire il primitivo esercito libanese, i cui ufficiali sono per metà sciiti. Ad Hezbollah bastano poche infiltrazioni per acquisire il know-how, e disporre di un’arma per neutralizzare i raid aerei israeliani. Sotto allo scudo UNIFIL, Siria ed Hezbollah stanno rafforzando la loro posizione spostando dalla loro parte l’equilibrio del potere con Israele. Anche nell’ipotesi di un inconcludente conflitto, le alture del Golan finirebbero comunque sul tavolo dei negoziati internazionali, sferrando un duro colpo alle difese di Israele, proprio come sta avvenendo adesso per il sud del Libano.

HAMAS 2.0

Adesso c’è anche un altro acquirente interessato alle armi siriane, ma non solo: Hamas, che si prepara alla prova di forza definitiva contro Al Fatah. A Damasco è stabilmente ospitato il leader politico di Hamas, Khaled Meshaal, protetto dai tentativi di arresto da parte di Israele. Il (pre)potente ministro dell’interno del governo Hamas, Said Siam, si è incontrato a Damasco, nella prima settimana di ottobre col suo collega siriano, Bassad Adbul Majid, per un intero fine settimana.

Per annientare gli odiati rivali di Fatah e le loro milizie (brigate dei martiri di Al Aqsa, Forza 17, i Tanzim) servono arsenali ma soprattutto istruttori per adottare il modello Hezbollah. Sarebbe questa l’evoluzione della specie necessaria per trasformare Hamas in una sofisticata macchina da guerra capace di resistere al ruolo compressore dell’esercito israeliano (IDF), non solo su Gaza ma anche in Cisgiordania. Ufficialmente Hamas riconosce questa “cooperazione” ma sposta il suo oggetto dalle tecniche di guerra alle tecniche di polizia, ma il risultato finale non cambia. Anzi cresce, perché il sostegno siriano è funzionale all’emarginazione delle milizie fedeli a Mahmoud Abbas, acquisendo Hamas il monopolio palestinese della resistenza anti-israeliana esattamente come fa Hezbollah in Libano.

NON SOLO NUCLEARE

Più in disparte, ma solo ufficialmente, è l’Iran. Dopo aver visitato la Siria, il ministro degli interni Said Siam è stato ricevuto a Teheran il 12 ottobre scorso. L’accordo sembra la fotocopia di quello con la Siria. Dal forziere degli ayatollah piovono quattrini, circa 60 milioni di dollari, per armare ed istruire le brigate Al Qassam. L’addestramento sarà tenuto dalle Guardie Rivoluzionarie, e avrà luogo nell’Iran meridionale per un ciclo di sei settimane, al termine del quale Hamas sarà pronta a dispiegare una forza d’urto notevolmente più efficace. La caratteristica più saliente delle Guardie Rivoluzionarie (chiamate anche “pasdaran”, cioè guardiani) è che formano un esercito (con tanto di aviazione, marina ed intelligence) autonomo dalle forze armate iraniane, alle dirette dipendenze del potere teocratico. Se per Hamas è una novità, per Hezbollah la cooperazione con Teheran risale all’invasione israeliana del Libano nel 1982 e non si è mai interrotta. L’intesa con l’Iran è una vera fratellanza, simboleggiata dalla bandiera di Hezbollah che riprende il logo della Guardia Rivoluzionaria. I pasdaran hanno attivato un’unità speciale, la “forza di Gerusalemme”, guidata da Qassem Suleimani. Il cervello politico che invece manovra sia Hezbollah che Hamas è lo storico ambasciatore iraniano a Damasco, Alì Akbar Mohtashamipour, ora a capo del quartiergenerale per il sostegno all’Intifada, centro specializzato che offre assistenza medica e logistica ai terroristi feriti nei territori occupati. Il piano che potrebbe scattare presto prevede un attacco congiunto di Siria-Hezbollah ed Iran contro Israele, per annientarne la capacità offensiva estromettendo la stella di David dall’interferire all’infuori dei suoi confini – profondamente ridefiniti sia con il Libano che soprattutto con i territori palestinesi.

NO ISRAELE? NO USA

Iran e Siria stanno dunque lavorando allo stesso progetto, che è quello di sdoppiare il fronte del conflitto sui confini di Israele. Un Libano sempre più fagocitato da Hezbollah si avvicina ad una striscia di Gaza dove Hamas diventa la forza indiscussa. La morsa su Israele si chiude nel momento in cui sia Hezbollah che Hamas, sostenute dagli stessi sponsor, riescono a coordinare le loro energie. E’ ciò che sta accadendo. In una visuale più ampia, un Israele attaccato ai fianchi diventa incapace di lanciare bombardamenti sulle installazioni nucleari iraniane, affossando così la politica estera americana in Medioriente. Neutralizzando il potenziale deterrente di Israele, Siria, Libano ed Iran riescono ad allargare i margini delle loro manovre, restringendo quelli americani, specialmente in Iraq ed Afghanistan, posizioni troppo difficili da mantenere – entrambe." fainotizia.radioradicale.it/filtra/hamas

Questo per uscire dal solito coro di Israele in piena guerra espansionista.

Sicuramente la scelta degli americani di piazzare lì Israele nel dopoguerra furono quantomeno infelici (anche se comodi per loro). Ma ora che vogliamo fare? Facciamo sloggiare Israele? Dove lo mandiamo?

Aggiungo anche che non è di sicuro una guerra che si stà combattendo per quei 4 palestinesi che potrebbero tranquillamente essere già emigrati in un qualsiasi stato arabo circostante (tu non lo faresti per sfuggire a una guerra che prosegue da 50 anni e non sembra finirà mai?). E' una guerra di religione e di conquista, non nascondiamoci dietro a un dito. Gli estremisti islamici non possono tollerare uno stato ebraico nelle loro terre riconoscimento internazionale o no.
Per quanto riguarda gli americani il discorso è diverso, per loro sì, si tratta di potere e influenza internazionale.







e viceversa!!

ripeto chi ha più giudizio abbassi la cresta!!

quanto al 'non toccare Israele' ribadisco ONU, USA, Europa vogliono che nessuno ne metta in discussione l'esistenza!

la micia
00sabato 11 novembre 2006 18:55
Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: sunalone 11/11/2006 17.09



mi spiace...
Israele il diritto ad esistere all'interno delle risoluzioni ONu la ha e nessuno lo tocca!!

il problema è che ad Israele cio' non basta e vuole più terra, più risorse, etc etc

Il problema è che prima di Israele in quelle terre non c'era deserto ma ci abitavano i palestinesi... vorrai con educazione cercare di conviverci o come accade invece tentare solo di scacciarli/schiacciarli!

Quando ha l'obiettivo di continuare a passare per vittima ed hai alle spalle la protezione degli USA in cui la lobby ebrea è potentissima... puo' capitare di trascurare la brutta figura internazionale...

PS: io contesto le scelte dello stato Israele non i diritti dei fedeli ebraici, questo per chiarezza.





le lobby ebree sono piuttosto potenti anche all'interno del nostro paese...anche se non se ne parla...

il potere...che brutta bestia [SM=x44464]
sunalone
00sabato 11 novembre 2006 19:03
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: la micia 11/11/2006 18.55



le lobby ebree sono piuttosto potenti anche all'interno del nostro paese...anche se non se ne parla...

il potere...che brutta bestia [SM=x44464]



[SM=x44462] [SM=x44462]

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