L'Est secondo Salvatores "Quegli onesti criminali dell'Urss"

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killing zoe
00martedì 27 settembre 2011 22:41
Dalla fessura di una ruvida piccionaia di legno scuro si affacciano un bambino e un vecchio, Kolima e Nonno Kuzja, che è John Malkovich, in versione rurale, con pantaloni marrone grezzo, stivaloni e giacca di pesante panno nero. È lui a lanciare per primo una colomba verso l'alto, poi, con dolcezza, insegna al bambino il momento giusto per lanciare in volo il maschio, che raggiungerà la femmina per guidarla nel ritorno. Anche il rapporto con gli animali è parte dell'Educazione siberiana, il film dal libro di Nicolai Lilin (Einaudi), che Gabriele Salvatores sta girando a Vilnius, capitale della Lituania, dove ha ricostruito Fiume Basso, il villaggio della Transnistria, ex paese sovietico in cui lo scrittore è cresciuto.
Per il regista Educazione siberiana è un'esperienza piena di prime volte: "La prima volta di un film che non parte da me, mi è stato proposto da Cattleya, che lo produce e con cui avevo lavorato per Io non ho paura. È il primo film in costume, che copre un lungo arco di tempo, dalla fine degli anni 80 alla fine dei 90, e che giro in un luogo che non è quello dove si svolge la storia e dobbiamo cambiare insegne e scritte per le strade. Ed è la prima volta che lavoro con attori che non conoscevo: lo psicanalista
ha detto che forse per me è il momento giusto per crescere".

Non è stato facile "sceneggiare un libro che descrive in dettaglio la vita di una comunità di onesti criminali, come li chiama Lilin, che vivono secondo la legge dell'onore e le regole ferree di una cultura che ricorda quella della mafia dell'Ottocento, anche per il culto della famiglia allargata, in cui l'educazione dei bambini è affidata agli anziani, chiamati nonno o zio anche se non ci sono vincoli di parentela. L'unico episodio del libro era quella di Xenja, una ragazza oligofrenica stuprata e uccisa, che Kolima vendica. Ma il libro è molto altro e alla fine, lavorando con Rulli e Petraglia, abbiamo trovato la linea narrativa giusta".

Educazione siberiana è diventata "la storia di due ragazzi, Kolima e Gagarin, amici da bambini, che crescono insieme nella "onesta criminalità", entrando e uscendo dal carcere, finché Gagarin riceve una lunga condanna e quando esce trova che il mondo è cambiato, le "sue" regole non esistono più, ha vent'anni, cerca un'altra vita, da "absolute beginner" e mi sono preso la libertà di usare la canzone di David Bowie. Kolima invece non cambia, il suo destino è segnato dalle regole che gli ha insegnato Nonno Kuzja. Ad ogni costo, a qualunque prezzo".

Il film è diverso dal libro "ma dal libro trae la linfa vitale. Lilin ci è stato molto vicino, ha approvato ogni stesura della sceneggiatura. È stato lui a disegnare i tatuaggi che nella cultura criminale raccontano la storia della persona, ogni crimine e ogni arresto, ogni azione". Tra gli elementi che più attraggono Salvatores, "oltre alle scelte estreme di personaggi che mettono in gioco la propria vita come nei western, un genere che mi appassiona, è la possibilità di raccontare, attraverso la storia di una crescita in un mondo in continua mutazione, il più clamoroso cambiamento della storia recente, quello dell'Unione Sovietica, un prototipo del cambiamento. Senza intenzioni politiche o sociali, ma con la distanza geografica che diventa un valore".

Carcere, azioni criminali, brutalità della polizia sovietica, eppure, dice il regista, "non è un film violento con morti ammazzati e tante sangue. La violenza è più psicologica, nei racconti, nelle atmosfere evocate. Secondo me la violenza è molto più forte quando resta fuori campo. Non è neanche il mio film più cupo, era assai più cupo Denti, corrispondeva ad un momento cupo della mia vita".
Le riprese continueranno a Vilnius per altre tre settimane, poi la troupe si sposterà al monte Terminillo e a Roma per alcuni interni. "Torneremo in Lituania quando il paesaggio sarà ghiacciato, abbiamo bisogno di raccontare stagioni diverse. È un paese che mi piace, ha una grande tradizione teatrale, basta pensare a Nekrosius, non è stato difficile trovare Kolima e Gagarin, Arnas Fedaravicius e Vilius Tumalavicius, entrambi al primo film, uno studia filosofia e fa boxe, l'altro è un musicista". Con Malkovich, nel cast ci sono Peter Stormare ("Fargo") e Eleanor Tomlinson, 19 anni, inglese, che ha appena finito di girare il blockbuster di Bryan Singer "Jack the giant killer" che ha aderito con entusiasmo: "Dopo sei mesi di blue screen e di effetti speciali, lavorare con Gabriele per me è tornare alla vita vera".



di Maria Pia Fusco
Fonte:http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/
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