L'ultimo sogno del Cavaliere candidarsi ancora come premier

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KuntaKinte77
00mercoledì 9 novembre 2011 07:48
nota del postatore - Ovvero, tutte le tattiche e strategie per salvarsi il culo

di CLAUDIO TITO

"ADESSO puoi fare come Zapatero. Gli spazi ci sono". L'ultimo consiglio prima di salire al Quirinale glielo ha dato Umberto Bossi. Silvio Berlusconi ha raccolto il suggerimento.

Davanti alle due opzioni che il vertice del centrodestra gli aveva sottoposto ieri pomeriggio, sceglie quella studiata insieme a Gianni Letta, Fedele Confalonieri e i suoi figli. Non il passaggio di testimone a favore di Angelino Alfano o Renato Schifani, ma le dimissioni annunciate e non rassegnate per rinviare lo scontro finale almeno di un mese.

Di fronte alla cruda verità dei numeri, il premier ha preso tempo. La maggioranza alla Camera non c'è più, ma come un giocatore di poker ha fatto slittare l'ultima puntata. Perché la vera paura del Cavaliere in queste ore non erano le dimissioni, ma la nascita di un "governo per l'Europa" guidato da Monti e con un programma economico costruito sulla lettera inviata da Palazzo Chigi a Bruxelles. E quindi difficilmente criticabile dal Pdl.

La legge di Stabilità, allora, verrà approvata con ogni probabilità la prima settimana di dicembre. A Palazzo Chigi sperano addirittura di tirarla per le lunghe e arrivare a metà del prossimo mese. Il tutto per rendere più complicato il percorso per un esecutivo di larghe intese e agevolare lo scioglimento delle Camere. Con una campagna elettorale pilotata dal Cavaliere - ancora seduto sulla poltrona della presidenza del consiglio - e affrontata dal Pdl come il partito che ha varato la manovra "europeista" anti-crisi.

Del resto, nel disegno di Berlusconi la traiettoria è chiara: andare a votare a febbraio facendo balenare la possibilità di candidare Angelino Alfano. Ma lo schema che ancora sogna è un altro: ripresentarsi come aspirante premier, spiegare al segretario Pdl che non c'è più il tempo per le primarie che tutto il partito invoca. Quindi "correre" di nuovo sperando nella ricorsa nei sondaggi e avendo in mente l'elezione del successore di Napolitano fissata per la primavera del 2013.

Ma il progetto berlusconiano sembra al momento solo una tattica studiata a tavolino. Perché il capo dello Stato non ha fornito alcuna garanzia al presidente del consiglio sul voto anticipato. L'opposizione - che ha ben capito gli obiettivi del premier - sta cercando di giocare di anticipo. Stringendo, come ha chiesto il presidente della Repubblica, i tempi di approvazione della legge di Stabilità.

Il Pd e l'Udc hanno bisogno di fare avviare le consultazioni del Colle a novembre e non a dicembre. E anche la mossa che ha portato ieri all'astensione sul Rendiconto dello Stato mirava proprio a compattare il momento della verifica.

Ma soprattutto da qui alle prossime settimane, il Pdl rischia di dover fare i conti con una nuova slavina di fuoriusciti. Il Terzo polo, che i sondaggi quotano oltre il 15%, è una calamita. Il plotone di parlamentari del centrodestra contrari alle urne tocca quota cinquanta secondo i calcoli di un uomo esperto di numeri come Denis Verdini. Ma l'ostacolo maggiore per le elezioni anticipate è costituito dai mercati e dall'Unione europea.

Prova ne sono le pressanti richieste che ancora provengono da Bruxelles per un ulteriore intervento italiano sul debito pubblico. Una nuova correzione dei conti che sembra comprendere anche il richiamo a un governo tecnico di larghe intese. Le oscillazioni dello spread tra i Btp e Bund tedeschi, insomma, appaiono in questa fase molto più decisivi della dialettica politica nostrana.

Nel partito del Cavaliere, poi, molti - a cominciare da Formigoni e Scajola - vogliono evitare la tagliola elettorale. Preoccupati che Alfano gestisca le liste elettorali - con il Porcellum - costruendosi i gruppi parlamentari a sua immagine e somiglianza.

Lo stesso allarme è scattato nella componente maroniana della Lega. Il ministro dell'Interno, infatti, teme che l'"epurazione" minacciata dal cosiddetto "cerchio magico" bossiano prenda corpo proprio nelle candidature alla Camera e al Senato. Non a caso Maroni da qualche giorno spinge per il ritorno al Mattarellum: un sistema elettorale che sottrae alle segreterie il dominio delle candidature.

Sono quindi ancora tante le barriere che deve superare Berlusconi. A meno che nel centrosinistra qualcuno non abbia la tentazione di abbassarle sperando di lucrare sulle attuali posizioni di vantaggio per andare ad incassare nelle urne.

www.repubblica.it/politica/2011/11/09/news/sogno_berlusconi_candidarsi-24693847/?re...
KuntaKinte77
00mercoledì 9 novembre 2011 07:51
ecco, devo dire che io queste chiavi di lettura le riesco solo a trovare in qualche articolo del corriere, un pò più di frequente su Repubblica e spesso su Il Fatto Quotidiano. [SM=x44515]


e non è mica strateGGismo sentimentale, questo! [SM=x44452]
KuntaKinte77
00mercoledì 9 novembre 2011 08:27
Dimissioni, aspettando la vendetta del Caimano
di Peter Gomez

Avviso ai naviganti. Non è ancora finita. Prima che Silvio Berlusconi se ne vada ne vedremo delle belle. Anzi delle brutte. Il premier, raccontano i suoi, si sta preparando al colpo di coda. Da assestare alla prima occasione. Che, in questo caso, si chiama legge di stabilità. È in quella legge, destinata in teoria a soddisfare i mercati, che i suoi uomini tenteranno di inserire un pezzo della buonuscita del Cavaliere.

Il capo del governo, del resto, è stato chiaro. Le dimissioni scatteranno solo dopo l’approvazione della nuova manovra, nella quale verrà aggiunto al Senato un maxi-emendamento contenente parte delle misure riportate nella sua lettera d’intenti inviata la scorsa settimana in Europa. Interventi che, proprio dopo il voto alla Camera, il commissario europeo agli affari economici Olli Rehn ha giudicato “insufficienti”.

Ora il punto è che nessuno conosce il contenuto del maxi-emendamento. Mentre si conoscono (e bene) alcune bozze dei lavori preparativi al Consiglio dei ministri del 24 ottobre che avrebbe dovuto licenziare il decreto sviluppo.

Qualcuno se le ricorderà: s’introduceva una legge ad personam post mortem per favorire i figli di primo letto del Cavaliere dopo la dipartita del loro illustre genitore, si parlava di condoni, di militarizzazione della Val Susa. E quello era solo l’antipasto. Perché se si pensa ai conti dello Stato con un certo disagio viene in mente che con (inesistenti) ragioni economiche sono state in passato motivate dal Pdl pure le norme sulla prescrizione breve e quelle sulle intercettazioni.

Insomma il dibattito al Senato sarà l’occasione giusta per provare a far passare molto di ciò che davvero interessa a Berlusconi, assieme a norme draconiane sul mercato del lavoro e, probabilmente, le pensioni.

Una medicina amarissima che il futuro ex presidente del Consiglio vuole fare trangugiare a tutti in un colpo solo. Contando sulla spinta di uno spread sempre più alle stelle, sulle richieste dell’Unione Europea e sulle opposizioni costrette già oggi, e a scatola chiusa, a promettere che la legge di stabilità verrà votata celermente.

Allora e solo allora, si potrà capire se andremo a elezioni o se nascerà un nuovo governo. E Berlusconi, anche nella sconfitta, potrà ancora una volta pensare di aver vinto. Sarà la vendetta del Caimano. Gli italiani, c’è da giurarlo, la ricorderanno a lungo.

www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/08/dimissioni-aspettando-vendetta-caimano...
texdionis
00mercoledì 9 novembre 2011 15:18
odioso e bastardo fino alla fine, su questo non ci sono dubbi [SM=x44511]
Arsenio Lupin
00mercoledì 9 novembre 2011 15:47
Se solo osasse ricandidarsi alle prossime elezioni lo spread schizzerebbe a 900 punti! [SM=x44465]

Comunque questa è l'ennesima mossa in stile Berlusconi, cioè promesse vaghe per guadagnare tempo e tirare a campare.
In questo modo secondo me lui sperava di tenere buone le opposizioni ed i transfughi del PDL obbligandoli ad approvare la legge di stabilità a fronte della promessa delle dimissioni. Nel frattempo passano due-tre settimane che gli possono servire per "comprare" qualche altro deputato, e a dicembre potrebbe dire che la maggioranza c'è, e magari aggiungere "non ho mai detto di volermi dimettere".

Purtroppo per lui gli italiani possono bere tutte queste balle, ma i mercati no, e infatti oggi si è visto il risultato...
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