L'unica volta che provarono a suonare in Italia

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radcla
00venerdì 24 giugno 2011 18:12
Led Zeppelin, 40 anni fa il Vigorelli
Non erano mai venuti a suonare in Italia, e non ci sono neanche mai più tornati dopo.

Era il 5 luglio 1971 e alla tappa del Cantagiro che si teneva al Velodromo Vigorelli, gli organizzatori invitarono anche i Led Zeppelin, che avevano appena pubblicato "Led Zeppelin IV" contenente l'epica Stairway To Heaven.



L'unico concerto italiano dei Led Zeppelin durò solo quasi mezzora, poi fu interrotto dai lacrimogeni sparati con troppa facilità dalla polizia nel tentativo di reprimere una rivolta del pubblico rock, poco propenso a pagare un biglietto caricato anche dai costi per l'esibizione di Ricchi e Poveri o Vianella. Forse un azzardo troppo grosso da parte degli organizzatori.
Le testimonianze su quegli scontri non sono, però, univoche.
L'unica cosa certa è che Robert Plant dichiarò che non sarebbero mai più tornati a suonare in Italia, e mai più tornarono! [SM=x44465]

In rete si trova qualche reperto sonoro di quei 26 minuti di concerto





e anche qualche testimonianza fotografica







Tra i tanti, tantissimi racconti di quella serata di luglio di 40 anni fa, ho scelto questo articolo che segue, da pubblicare qui, per chi è interessato a farsi un viaggio indietro nel tempo metterò anche qualche link ad altri articoli, altri ancora potrete facilmente trovarli facendo una ricerca ed associando i termini Led Zeppelin e Vigorelli.

Seventies Recollection – I Led Zeppelin a Milano

5 luglio 1971


by Giulia Nuti per Il popolo del Blues

Aveva appena tredici anni Ernesto De Pascale, ma già le idee chiare sul significato della musica, quando tornò a casa chiedendo ai genitori il permesso di partire con qualche amico per Milano per vedere i Led Zeppelin suonare al Vigorelli in occasione dell’unico concerto italiano della loro seconda tournee europea. Nonostante l’esame di terza media appena superato fosse una buon metro di contrattazione, conquistare il consenso non fu un’impresa facile. “Fu una conquista sudata” -ricorda - “e giunse a seguito di numerose discussioni”. Ma la determinazione del giovane Ernesto vinse su tutto. Era il 5 luglio 1971.


“Partimmo dalla stazione di Firenze verso le undici di mattina e arrivammo a Milano intorno alle 15. Ero insieme ad un gruppo di amici, in gran parte coetanei. La giornata era caldissima, nel pieno dell’afa estiva” L’idea che i ragazzi si erano fatti di Milano aveva tenuto poco conto delle reali distanze, così che andarono incontro a qualche difficoltà non prevista. “Eravamo partiti con l’idea di arrivare a Milano, scendere dal treno e, fatto un attimo il punto della situazione, raggiungere il Vigorelli a piedi. Nessuno si era reso conto che fosse da tutt’altra parte della città. Realizzato che raggiungerlo non era semplice come ci aspettavamo, salimmo su un autobus, ma sbagliammo tutto e ci ritrovammo allo stadio. A quel punto non ci restava che prendere un altro autobus. Questa volta scendemmo alla Fiera e da lì potemmo raggiungere il velodromo a piedi. Superati gli imprevisti, arrivammo al Vigorelli intorno alle cinque”



All’ingresso una massa enorme di persone attendeva impazientemente l’apertura dei cancelli. L’impatto con la folla fu impressionante, Ernesto ne rimase incredibilmente colpito. “Ad aspettare l’inizio del concerto, davanti al Vigorelli, credo ci fosse tutta l’Italia. Ho la sensazione che non mi sia più capitato di vedere tante persone contemporaneamente nello stesso posto. Se ci rifletto, so per certo che non può essere così. Quando nel ’96 ad Hyde Park ho visto gli Who che hanno rifatto Quadrophenia, c’erano 450.000 persone, cioè poco meno che a Woodstock. Ma quando uno è piccolo la percezione che si ha delle cose è diversa, ci si rapporta alla propria realtà e tutto intorno sembra molto più grande.



Anche se non c’era tutta l’Italia ad attendere il concerto, sicuramente c’erano rappresentanti che provenivano un po’ da ovunque. In tanti si erano mossi da lontano per l’evento. Fuori dai cancelli, oltre ai gruppi di ragazzi che facevano disegni psichedelici e decoravano magliette, c’erano molti ragazzi che parlavano con accento meridionale. “Uno dei ricordi più incisivi che conservo al di là dell’esibizione, è l’immagine dell’arrivo di una Fiat 500 targata Palermo dalla quale, come si aprirono gli sportelli a farfalla, scesero almeno in cinque. Niente di più probabile che la macchina fosse di qualche siciliano trasferitosi a Milano e che per arrivare fino a lì avesse percorso solo poche centinaia di metri, ma per me , in quel momento, quella targa doveva necessariamente voler dire che la macchina era venuta fino a Milano esattamente da Palermo, viaggiando in cinque o forse più ( e già immaginavo il viaggio allucinante ), solo per i Led Zeppelin.” Ernesto ricorda poi : “Tra i fan c’era chi aveva con sé un registratore audio. Io stesso ne avevo uno, un Philips K7, e registrai il concerto”.



Alle 19 aprirono i cancelli. Tenere tranquilla l’ansiosa folla in fermento stava diventando impossibile. “Quando entrammo c’era una quantità enorme di forze dell’ordine spiegate e un esercito di fotografi. Ricordo anche tante troupe televisive, ma fino ad oggi non sono riuscito a vedere neanche uno dei filmati che girarono”.




I Led Zeppelin suonarono a Milano come ospiti di una delle serate del Cantagiro. Ognuna delle precedenti tappe della manifestazione itinerante era stata accompagnata da un ospite internazionale che si esibì dopo gli artisti in concorso. Per la sera precedente, sul lago Maggiore, era stato Donovan. Per Milano vennero scelti i Led Zeppelin.

“Entrammo e ci sedemmo a terra. All’epoca non si usava accompagnare con la musica l’attesa prima del concerto. Poco dopo, anche se all’ingresso degli artisti sul palco mancava ancora molto, quelli delle prime file si alzarono in piedi, e tutti gli altri dietro fecero lo stesso”.



Il concerto cominciò con i cantanti del Cantagiro. La gente, che già era tanta, continuava ad affluire in massa. Del Cantagiro nessuno ne voleva sapere, tutti erano lì per i Led Zeppelin.

“Le esibizioni degli artisti italiani vennero accolte con un esplosione di urla, fischi e proteste. La gente si spazientì all’idea di dover aspettare la fine dello spettacolo prima di vedere i Led Zeppelin

sul palco. I concorrenti dovevano cantare un solo pezzo a testa, in playback, ma l’emozione per quello che era in programma dopo rese l’attesa insopportabile. C’era gente che spingeva, la confusione cresceva, contro gli artisti volava di tutto. A Bobby Solo fu lanciata contro una banana, mentre Moranti rifiutò di esibirsi”.


Nel frattempo, nel retro palco, era tutto in movimento per montare la strumentazione. Questo accresceva ulteriormente l’esaltazione del pubblico.Quando fu portato sul palco il gong ci fu uno scroscio di applausi. “I Led Zeppelin salirono sul palco con il massimo della semplicità, in modo diretto e informale, e aprirono trionfalmente il concerto con Immigrant Song. Pazzesco, incredibile, rimasero tutti sbalorditi. Non si può descrivere l’emozione di me, tredicenne, con davanti i Led Zeppelin dal vivo”.



I disordini, nel frattempo, non si erano placati “Io ero vicino al palco, ma si capiva che dietro stava succedendo di tutto. Continuavano a permettere che la gente entrasse e la gente insisteva a premere in avanti. Ci si muoveva in mezzo alla folla trasportati da enormi onde che ti sbattevano da una parte all’altra, e intorno sentivi che continuavano a ripetere ‘Basta, non spingete! Dite a quei bastardi di smetterla di spingere!’ ”.



I Led Zeppelin si fermarono ripetutamente, chiedendo al pubblico di restare tranquillo o sarebbero stati costretti ad interrompere il concerto. “Plant pregò la gente di mantenere la calma. ‘Keep cool please, keep quite’ - ripeté più volte.”



Il concerto andò avanti con pezzi come Rock and Roll e Black Dog. Ogni volta che Jimmy Page cambiava chitarra si sollevava un boato di applausi. Poi cominciarono gli scontri veri e propri con la polizia. “C’era troppa confusione, nessuno riusciva a godersi il concerto. Poi cominciò a diffondersi un odore sempre più acre e si cominciarono a vedere ragazzi con i fazzoletti al naso. La polizia aveva avuto una dura reazione alla confusione che si era creata durante l’apertura del concerto e che ancora continuava a crescere, e adesso stava lanciando indiscriminatamente lacrimogeni tra il pubblico. Infuriava il caos totale.”




Sicuramente tra la folla c’erano facinorosi interessati a creare scompiglio, che colsero al volo l’atmosfera di estrema tensione per scatenare la reazione collettiva. Fra di loro c’era poi chi era interessato ad attirare su di sé l’attenzione per protesta politica. Altri ancora erano indispettiti per l’esibizione dei cantanti del Cantagiro. A tutto questo andava sommata l’euforia generale per il concerto, che certo non contribuì a sedare i disordini. I Led Zeppelin nel frattempo, nonostante le difficoltà, proseguivano il loro concerto . La stampa, nei giorni successivi, fornì diverse giustificazioni per l’accaduto. Si mormorava, ad esempio, che, fra le cause scatenanti, la polizia avesse strappato dei rullini fotografici.“La gente scappava e cercava riparo dove poteva per uscire dalla confusione. Molti, gia prima che la situazione degenerasse, salirono sul palco. Anche io mi trovavo vicino al palco e questo, forse, mi tutelò. Il palco era probabilmente la zona più sicura, perché certo non avrebbero permesso che il centro dei disordini venisse a trovarsi lì.”



Quando fu chiaro che le richieste di Plant non avrebbero funzionato, ai Led Zeppelin non restò altro che concludere anticipatamente lo show, abbandonando il palco dopo appena ventisei minuti di concerto. Racconta il manager del gruppo, Peter Grant: “Gli scontri a Milano furono un incubo, ma ero già stato una volta quattro mesi in Italia come tour manager con Wee Willie Harris negli anni Cinquanta. Sapevo che posto rischioso poteva essere. Così mi feci dare tutti i soldi prima e mi assicurai che avessimo in anticipo i biglietti aerei di ritorno. Anche per il solo motivo che quando arrivammo al concerto c’erano cannoni ad acqua e gas lacrimogeno. Erano tutti impazziti. Dovemmo fuggire, e io non sono poi così bravo a correre. Ma Mick Hinton (il tecnico alla batteria di John Bohnam) e Richard Cole ci tirarono fuori, e ci barricammo nell’infermeria e restammo lì fino a che tutto non si calmò. Qualche anno dopo mi imbattei nel promoter di quel concerto nella toilette del Café Royale… Lui mi vide e si pisciò addosso perché pensava che lo avrei trattenuto in ostaggio o qualcosa del genere. Anche se io, a quel punto, lo avevo già dimenticato. Non si può rendere conto delle azioni della polizia italiana”.



Dopo che i Led Zeppelin interruppero il concerto, ci fu un intervallo di tempo in cui la loro strumentazione rimase sul palco. Ernesto ricorda: “ Quando i Led Zeppelin abbandonarono il palco, i loro strumenti furono lasciati lì per un po’, apparentemente incustoditi. In mezzo al casino, uno dei ragazzi fra il pubblico salì sul palco e si diresse verso la Gibson di Jimmy Page. Non fece a tempo ad avvicinarsi che un tecnico o qualcuno del management entrò sul palco, brandì il Fender di John Paul Jones e glielo sbatté sulla testa lasciandolo steso a terra. Per me fu impressionante. Percepii davvero la loro fedeltà e il loro senso di appartenenza al gruppo. I Led Zeppelin erano un grande gruppo ed erano forti di uno staff compatto ed efficiente attorno, ognuno responsabile del proprio ruolo e pronto a fare qualsiasi cosa.”




In mezzo alla confusione Ernesto e i suoi amici riuscirono a trovare una via di fuga che li portò all’esterno. “ Mentre correvamo per togliersi dal centro degli scontri, ci voltammo indietro e ci accorgemmo di aver perso uno di noi, che poi per fortuna ritrovammo insieme ad un altro gruppo di ragazzi conosciuti durante il viaggio. Mentre scappavo mi feci un taglio in una gamba. Lo vissi come un segno del destino e una premonizione per il futuro. Un marchio a memoria dell’incontro con quattro dei grandi del rock da portare con orgoglio per tutta la vita”.



Usciti dalla folla, si ritrovarono, ancora confusi, a raccogliere le emozioni in un bar. “Eramo appena usciti dal delirio collettivo ma ci sentivamo come se fossimo tornati da una festa. Eravamo tutti un po’ incoscienti e soprattutto ancora troppo emozionati per il concerto. L’euforia vinceva su tutto. Salvo il dover reagire alla situazione, nessuno si era spaventato più di tanto. Non c’era stato il tempo. Non c’era consapevolezza, solo tantissimo entusiasmo”. Il concerto tecnicamente fu difficile, sia per i Led Zeppelin che per coloro che lo seguirono. In mezzo allo scompiglio né gli uni, né gli altri riuscirono a godersi la musica. “ Alla fine eravamo un po’ delusi per come erano andate le cose. Io avevo già visto grandi gruppi suonare. I Colosseum a Roma(26 maggio 1971, Piper), i Grandfunk con gli Humble Pie di spalla (30 Giugno 1971, Palaeur), i Pink Floyd ( 25 Giugno 1971, palaeur) e il" triple bill": PFM, Black Widow e Yes al teatro brancaccio a Maggio 1971, ma gli Yes non suonarono perchè la loro strumentazione non arrivò in tempo e loro non usavano quella altrui. Il concerto dei Led Zeppelin fu una sofferenza”



Si spostarono verso la stazione per prendere un treno e tornare a casa, ma anche qui si sommavano i disagi e riuscirono a rientrare solo a tarda notte. “Arrivai a casa e mi chiusi dietro un muro di omertà, non raccontando neanche una parola di quanto era successo, fin quando mia madre non lo scoprì, qualche giorno dopo, leggendo i giornali e ricevendo qualche telefonata dai genitori dei miei amici. Il concerto, indipendentemente da come andarono tecnicamente le cose, fu un’esperienza memorabile, una sensazione indescrivibile. Si pianse tanto per i lacrimogeni, ma si pianse tanto anche per l’emozione.”


Giulia Nuti










Altri link utili:

www.ledzeppelin.com/show/july-5-1971
www.debaser.it/main/editoriale.aspx?EDITOR_ID=605
www.rockemartello.com/2006/06/5-luglio-1971-al-vigorelli-fumog...
www.url.it/pagine/musica/ledzep.htm
luigi-pellini.blogspot.com/2009/07/un-reduce-del-vigore...

[SM=x44475]
ElveNKinG161
00mercoledì 29 giugno 2011 21:16
Non lo sapevo, grazie dell'info fa sempre piacere sapere che l'itaglietta non è poi così tanto cambiata dai ricchi e poveri a giggi d'alessio... ma alla fine la gente vuole le canzoncine semplici no? [SM=g1741324]
radcla
00mercoledì 29 giugno 2011 22:34
Re:
ElveNKinG161, 29/06/2011 21.16:

Non lo sapevo, grazie dell'info fa sempre piacere sapere che l'itaglietta non è poi così tanto cambiata dai ricchi e poveri a giggi d'alessio... ma alla fine la gente vuole le canzoncine semplici no? [SM=g1741324]




Io per pochi anni mi sono perso questo concerto che ho provato a riportare alla memoria, ma ricordo bene tante cose che mi hanno raccontato, pochissimi anni dopo, i miei amici appena più grandicelli che vi andarono.
Se è vero che il Vigorelli era pieno ed erano tutti solo per i Led Zeppelin al punto da fare il casino che accadde, forse all'epoca la gente non voleva solo canzonette.
Erano anni dove c'era molto fermento, nella politica, nella musica, nei costumi. Il '68, che in Italia si fece nel '69, era solo due anni prima ... momenti molto diversi dagli attuali [SM=x44464]
il tobas
00giovedì 30 giugno 2011 09:04
Gran bell'articolo.

Sia per gli appassionati di rock ed in particolare, come me, dei Led Zeppelin, sia per l'immagine di Italietta che dopo 40 anni in fondo è sempre la stessa; organizzazione alla buona, scelte palesemente sbagliate in partenza (come si fa a mettere assieme il cantagiro con i mosri del rock?) e soliti gruppi di idioti che in nome di una bandiera politica fanno casino.
orckrist
00giovedì 30 giugno 2011 16:31
Re:
il tobas, 30/06/2011 09.04:

Gran bell'articolo.

Sia per gli appassionati di rock ed in particolare, come me, dei Led Zeppelin, sia per l'immagine di Italietta che dopo 40 anni in fondo è sempre la stessa; organizzazione alla buona, scelte palesemente sbagliate in partenza (come si fa a mettere assieme il cantagiro con i mosri del rock?) e soliti gruppi di idioti che in nome di una bandiera politica fanno casino.




Più o meno come mettere "Le Vibrazioni" come spalla agli AC DC e poi lamentarsi per il comportamento del pubblico.

Gli organizzatori non si smentiscono mai. [SM=x44463]


Mr Weiss
00giovedì 30 giugno 2011 20:53
Gianni Morandi, fischiato dal pubblico inferocito ricorda quel giorno così:
io che ero stato il cantante più giovane d'Italia all'improvviso ero vecchio.
SPACC THE BALLS
00giovedì 30 giugno 2011 21:01
Alcuni mesi fa ho letto anche sulla rivista Rolling Stone un bellissimo reportage su quel concerto ;)


radcla
00giovedì 30 giugno 2011 22:44
Re:
Mr Weiss, 30/06/2011 20.53:

Gianni Morandi, fischiato dal pubblico inferocito ricorda quel giorno così:
io che ero stato il cantante più giovane d'Italia all'improvviso ero vecchio.




ha davvero dichiarato questo? [SM=x44457] [SM=x44457]

Pensa che oltre 20 anni dopo quel concerto dei Led Zeppelin, ed esattamente a luglio 1982, quando suonarono i Rolling Stones a Torino (anche loro primo concerto italiano, chi ha più anni ricorderà bene, era lo stesso giorno della finale Italia Germania 3-1 di Madrid) il comune di Torino aveva organizzato in alcuni parchi cittadini dei ritrovi per il pubblico del concerto. In pratica con il ticket del concerto avevi accesso anche agli autobus, ai campi nei parchi dove campeggiare e mettere la tenda, andare al palasport a vedere la finale mondiale su maxi schermo dopo il concerto, e qualche altra facilità, tra le quali degli intrattenimenti la notte prima dei Rolling Stones.Uno di questi intrattenimenti era proprio un concerto di Gianni Morandi [SM=x44472] [SM=x44472] ... anche in quell'occasione fu fischiato e dileggiato dalla gente. Questo posso raccontarlo per essere stato presente di persona [SM=x44499]

Insomma, passano gli anni ma gli errori si ripetono ... [SM=x44465]
Mr Weiss
00giovedì 30 giugno 2011 22:49
I Rolling stones li ho visto dopo i mondiali del 2008 a Milano, l'anno dopo a Roma.
Inarrivabili.
clara.clandestina
00venerdì 1 luglio 2011 16:03
Re: Re:
radcla, 30/06/2011 22.44:




ha davvero dichiarato questo? [SM=x44457] [SM=x44457]

Pensa che oltre 20 anni dopo quel concerto dei Led Zeppelin, ed esattamente a luglio 1982, quando suonarono i Rolling Stones a Torino (anche loro primo concerto italiano, chi ha più anni ricorderà bene, era lo stesso giorno della finale Italia Germania 3-1 di Madrid) il comune di Torino aveva organizzato in alcuni parchi cittadini dei ritrovi per il pubblico del concerto. In pratica con il ticket del concerto avevi accesso anche agli autobus, ai campi nei parchi dove campeggiare e mettere la tenda, andare al palasport a vedere la finale mondiale su maxi schermo dopo il concerto, e qualche altra facilità, tra le quali degli intrattenimenti la notte prima dei Rolling Stones.Uno di questi intrattenimenti era proprio un concerto di Gianni Morandi [SM=x44472] [SM=x44472] ... anche in quell'occasione fu fischiato e dileggiato dalla gente. Questo posso raccontarlo per essere stato presente di persona [SM=x44499]

Insomma, passano gli anni ma gli errori si ripetono ... [SM=x44465]



Ma sempre Morandi poveraccio [SM=x44456]

Mr Weiss
00venerdì 1 luglio 2011 20:33
Re: Re: Re:
clara.clandestina, 01/07/2011 16.03:



Ma sempre Morandi poveraccio [SM=x44456]





Se se le va a cercare... [SM=x44464]
ElveNKinG161
00mercoledì 6 luglio 2011 14:29
Re: Re:
orckrist, 30/06/2011 16.31:




Più o meno come mettere "Le Vibrazioni" come spalla agli AC DC e poi lamentarsi per il comportamento del pubblico.

Gli organizzatori non si smentiscono mai. [SM=x44463]






Ben detto, quel giorno gli è arrivato di tutto sul palco, e mi dispiace solo di non essere stato abbastanza vicino da poter lanciare qualcosa anch'io
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