La Carfagna.... il Bocchino...

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KuntaKinte77
00venerdì 19 novembre 2010 23:48
...e la "Vaiassa"


Una foto scattata con il cellulare e in Aula alla Camera scoppia il diverbio tra Mara Carfagna e
Alessandra Mussolini. A far nascere un acceso botta e risposta è stato il fatto che la Mussolini, dopo aver visto il ministro delle Pari opportunità e il capogruppo di Fli alla Camera Italo Bocchino parlare tra i banchi del governo, ha scattato loro una foto col cellulare. La Carfagna ha reagito battendo le mani e dicendo "brava, brava!". La Mussolini le ha risposto: "Vergogna" dovuto, ha spiegato più tardi la deputata napoletana al fatto che la "Carfagna si deve vergognare per la liaison con Bocchino che sta mettendo a rischio il partito". Le 'colpe' che Mussolini attribuisce al ministro sono due: "Lo spostamento di competenze sul termovalorizzatore che questa mattina il Consiglio dei ministri ha sottratto alle Province" e "il fatto che Bocchino nella finanziaria ha chiesto di spostare 20 milioni di euro al ministero della Carfagna". Insomma, Mussolini accusa la collega di "fare accordi" col capogruppo di Futuro e libertà anche in vista delle elezioni per il sindaco di Napoli: "Non può tenere una gamba di qua e una di là - avverte - Perciò quando li ho visti parlare in atteggiamento amorevole ho scattato la foto". Il ministro sul diverbio ha preferito non replicare.
KuntaKinte77
00venerdì 19 novembre 2010 23:49
IL CASO
Governo, Carfagna minaccia le dimissioni
Berlusconi fa tardi alla Nato per chiamarla
Il ministro non sopporta più le offese dei compagni e la conduzione del partito in Campania. Il premier, a Lisbona per il vertice dell'Alleanza atlantica, corre ai ripari e arriva la solidarietà di Frattini, Bondi e Prestigiacomo. Mussolini: "Drammatizzazione inutile e patetica"


ROMA - Il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna è sul punto di dimettersi dal governo e dal Pdl. Lo riporta l'agenzia Ansa. La Carfagna starebbe valutando l'ipotesi di lasciare l'esecutivo e il partito, all'indomani della votazione di fiducia al governo prevista per il 14 dicembre, a causa di insanabili contrasti con il Pdl campano rappresentato dal coordinatore Nicola Cosentino, e per "l'incapacità" dei coordinatori nazionali di affrontare i problemi interni al partito in Campania. A quanto si apprende, alla base della scelta anche "gli attacchi volgari e maligni" di esponenti del partito come Giancarlo Lehner, Alessandra Mussolini e Mario Pepe.

FOTO: LA LITE CON ALESSANDRA MUSSOLINI

Tutto sarebbe nato dalla vicenda dei termovalorizzatori. Carfagna voleva che i presidenti di provincia fossero esautorati dalla gestione di questi impianti in Campania, e aveva proposto che fosse nominato un commissario, a scelta del governo. Il presidente della Regione Stefano Caldoro, avrebbe riferito il ministro, sul tema la pensa come lei. Per questa sua posizione, avrebbe spiegato il ministro delle pari opportunità, Cirielli e Cesaro la attaccano ogni giorno sul piano personale. E lei non ce la fa più.

Per risolvere 'il caso',
Silvio Berlusconi è rimasto per quasi un'ora all'aeroporto di Lisbona. Il premier avrebbe sentito al telefono anche il ministro delle Pari opportunità per rassicurarla del suo sostegno e di quello di tutto il partito. Per la lunga telefonata Berlusconi è arrivato quindi in ritardo al vertice Nato, dove i lavori si sono aperti in sua assenza, con una breve dichiarazione del segretario generale dell'Alleanza atlantica, Anders Fogh Rasmussen, e un minuto di silenzio in onore dei militari caduti.

"Surreali e patetiche", è il commento di Alessandra Mussolini sulle dimissioni minacciate dalla Carfagna. "Si tratta di una drammatizzazione inutile e patetica, se lei ha problemi, e ce l'ha, allora s'interrogasse. Forse - ha detto la deputata campana - sta facendo un gioco non troppo lineare con i bocchiniani". "Le dimissioni mi sembrano un pretesto per avere mani libere e poter fare altre scelte. Non sopporto più questa ambiguità politica che rischia, in questo momento delicato, di mettere in difficoltà il governo. Ieri - ha concluso la Mussolini - i deputati campani si sono sollevati contro la decisione del Cdm, dove c'era la 'signora', che voleva dare il termovalorizzatore al sindaco di Salerno del Pd, Vincenzo De Luca, incece di darlo alla provincia a una persona come Cirielli, che è del Pdl".

In difesa del ministro è sceso in campo il coordinatore del Pdl Sandro Bondi: "Mara Carfagna rappresenta, sia nell'attività di governo che nell'iniziativa politica del Popolo della Libertà in maniera coerente e significativa, i nostri programmi e i nostri valori più alti" ha detto, aggiungendo che si impegnerà "personalmente, insieme a Denis Verdini e a Ignazio La Russa, per mettere fine a polemiche ingiuste".

Stesso tono quello del ministro degli Esteri Franco Frattini. "Il ministro Carfagna si è sempre distinta come parlamentare e come membro del governo per la lealtà al Pdl e al Presidente Berlusconi, per la qualità delle sue iniziative e per la capacità di sviluppare e di realizzare importanti proposte nel suo settore di responsabilità. A nessuno può venire in mente di esprimere dubbi sulle sue qualità personali e politiche, e gli attacchi strumentali a lei indirizzati disonorano chi li ha promossi".

Anche il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo si è schierata senza esitazioni al fianco della collega Carfagna. "Basta fuoco amico su Mara. Si sta alimentando un gioco assurdo e irresponsabile per accreditare dissidi e distinguo inesistenti". Lapidario il capogruppo di Fli alla Camera Italo Bocchino, per il quale "non è argomento che ci riguarda. E' una questione del Pdl, noi siamo un altro partito". Per Cicchitto le polemiche danneggiano tutti: "Il momento è delicato" ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera, "non si devono scatenare polemiche personali di alcun tipo che danneggiano tutti, il governo, il partito, i gruppi parlamentari. Di fronte al compattamento della maggioranza bisogna stare attenti a non cadere in diversivi e in trappole".

Mara Carfagna avrebbe comunque precisato che qualora si dimettesse dal governo lascerebbe anche la Camera dei deputati, per dimostrare, avrebbe aggiunto, di essere una persona diversa da tutti gli altri. Nel pomeriggio è stata vista per diverso tempo al ministero della Difesa, nell'ala del Palazzo che ospita gli uffici del sottosegretario Guido Crosetto.


(19 novembre 2010)
KuntaKinte77
00venerdì 19 novembre 2010 23:49
Il Messaggio è stato ritenuto non adatto e quindi censurato dai moderatori.
binariomorto
00sabato 20 novembre 2010 23:10
Mara tradita nell'ultima battaglia
"Ormai nel partito comandano gli affaristi"

Berlusconi cede all'ex sottosegretario, in gioco un business da 150 milioni.
Tra le ipotesi un passaggio a Fli e la candidatura a sindaco di Napoli, ma Carfagna smentisce


ROMA - La gestione di un affare da oltre 150 milioni di euro che rischia di passare di mano. I ras berlusconiani in Campania, Nicola Cosentino e Mario Landolfi (entrambi sotto inchiesta), che si precipitano a Palazzo Grazioli. Il presidente del Consiglio che cede al pressing, promette di rivedere, correggere, smussare il decreto legge varato solo poche ore prima dal governo. È a quel punto, solo allora, che il ministro Mara Carfagna - sponsor del commissariamento che sanciva l'affidamento alla Regione della realizzazione dei tre termovalorizzatori di Napoli e Salerno - decide di gettare la spugna. Si sente tradita, raggirata, abbandonata in questa che è una storia di appalti pubblici e di cordate politiche in guerra. Di impegni siglati e del rischio di infiltrazioni camorristiche nella terra in cui la monnezza, prima ancora che un'emergenza, è un business.

Berlusconi la chiama appena atterrato a Lisbona. Sono lontani i buoni rapporti di un tempo: "Devi spiegarmi cosa è successo - lei lo incalza - Sono mesi che quella banda mi attacca, non puoi lasciare l'intera gestione dell'emergenza nelle mani di Cosentino e dei suoi uomini". Lui si impegna a trovare una soluzione. Ma stavolta sembra che non basti. Resta la delusione di fondo che il ministro confiderà poco dopo ai collaboratori: "Non voglio più stare vicino a certi affaristi. Starò col presidente in questo momento di bisogno. Ma dopo il 14 mi sentirò libera. Nel Pdl ormai comandano i Cosentino, i Verdini, i La Russa, dimenticano
che ho avuto 58 mila voti sei mesi fa". Parla fitto col finiano Bocchino, alla Camera, nelle ore in cui si consuma lo strappo. Gli avversari interni l'accusano di intelligence col nemico. Un transito a Fli e magari una candidatura shock a sindaco di Napoli in rotta col coordinatore pdl Cosentino, sono per ora solo ipotesi vaghe che la Carfagna smentisce.

Il fatto è che ancora una volta il gruppo di potere che nella sua regione fa capo all'ex sottosegretario, dimessosi dopo la richiesta di arresto per concorso in associazione camorristica, riesce a convincere, persuadere, condizionare il premier. Eppure, il decreto per lo smaltimento rifiuti approvato in Consiglio dei ministri stabiliva che il pallino nella costruzione dei costosissimi termovalorizzatori passasse dai due presidenti di Provincia Edmondo Cirielli e Luigi Cesaro (uomini di Cosentino) al governatore Stefano Caldoro (pdl ma suo avversario). Già in Consiglio dei ministri La Russa aveva invitato la Carfagna a non incaponirsi "per ragioni personali", a non insistere "per beghe locali" sul commissariamento. E invece la ministra ha insistito e l'ha spuntata. Poi la retromarcia del premier. "Avevo proposto questa soluzione per mettere a riparo l'operazione da affari sporchi - si sfogava lei ieri con alcuni deputati in Transatlantico - Ma questo è ormai il partito dei Verdini, dei Cosentino e dei La Russa". Il clima ostile maturava da giorni. Gli attacchi personali si moltiplicavano. Le interviste di Sallusti e di Stracquadanio, la allusioni sui rapporti con Bocchino, le foto, gli insulti e i "vergogna" alla Camera. Il sospetto latente che una "macchina del fango" si stesse muovendo anche contro di lei.

Sta di fatto che subito dopo il Consiglio dei ministri, giovedì, i deputati che fanno capo a Cosentino, gli stessi presidenti delle Province di Salerno, Cirielli, e di Napoli, Cesaro (sotto inchiesta a Napoli), e poi Landolfi e Laboccetta e Castiello danno tutti segni di nervosismo. Disertano alcune votazioni in aula. Fanno sapere a Berlusconi di essere pronti a passare al gruppo misto se quel decreto non verrà modificato: facendo così saltare la Finanziaria e mettendo ulteriormente a rischio la fiducia del 14 dicembre. Cosentino piomba a Palazzo Grazioli, accompagnato da Landolfi. C'è anche Gianni Letta in stanza col premier. Subito dopo l'incontro, il coordinatore Pdl in Campania va a Montecitorio e dà notizia del "successo" ai suoi, riportata dalle agenzie di stampa: "Sono molto soddisfatto, Berlusconi mi ha dato garanzie sulle competenze e sulla corresponsabilità degli impianti tra Province e Regione. La quadra trovata permetterà di accelerare la costruzione degli impianti".

L'affare può partire, insomma, e sarà soggetto alla sovrintendenza anche delle Province, dunque della potente corrente Cosentino. Ad oggi, in Campania c'è un solo termovalorizzatore, quello di Acerra, che funziona solo in parte, e che è già costato 25 milioni. Altri 75 milioni di euro sono stati investiti per la realizzazione di quello di Salerno. Altrettanti se ne prevedono per Napoli. Il terzo impianto non si sa ancora dove realizzarlo.

Fonte: Repubblica
binariomorto
00sabato 20 novembre 2010 23:17
Berlusconi: "Avremo una buona fiducia"
E la Carfagna conferma: "Me ne vado"

Il premier da LIsbona: "Sono al 56% dei consensi e sono il numero uno in Europa". Il ministro delle Pari opportunità ribadisce: "Il 14 voto la fiducia e il 15 lascio ogni incarico, anche lo scranno di parlamentare". Il ministro degli Esteri Frattini: "Va ascoltata, non ha posto un problema personale ma una questione di principio". La Marcegaglia: "Se non ci sono possibilità di un governo che governi meglio andare al voto"


ROMA - "Non mi dimetto, avremo una buona fiducia, sono al 56% dei consensi e sono il numero uno in Europa". Dal vertice Nato di Lisbona Silvio Berlusconi rilancia e si dice convinto che il 14 dicembre otterrà "una buona fiducia", che se non sarà così "si andarà a votare" e che, in quel caso, "vincerò lo stesso, anche senza Fini". Dice che i sondaggi sul gradimento lo danno al 56% e che è "il numero uno in Europa". Nessun segnale di cedimento dunque, nel pieno della crisi interna alla maggioranza. Un commento anche sulla vicenda Carfagna, dopo l'annuncio-minaccia di dimissioni da parte del ministro delle Pari opportunità: "Non mi ha fatto tribolare - dice il premier - è una cosa a cui non annetto particolare difficoltà, semmai mi ha fatto stropicciare gli occhi il fatto che i principali giornali italiani nel giorno dell'approvazione della Finanziaria e di questo storico vertice della Nato abbiano titolato a piena pagina sulla signora Carfagna. E finiamola qui". E invece non finisce lì. Perché dopo poco arriva la conferma: "Il 14 voto la fiducia - ribadisce il ministro in un'intervista a Il Mattino - poi il 15 lascio tutto".

Carfagna: "Me ne vado, in Campania uno scontro tra bande". Carfagna, nell'intervista a Il Mattino, assicura che non farà "mancare
la fiducia a Berlusconi", il 14 dicembre, ma "il 15 dicembre rassegnerò le mie dimissioni dal partito. Lascerò anche lo scranno di parlamentare, perché a differenza di altri sono disinteressata e non voglio dare adito a strumentalizzazioni. Mi dimetterò ovviamente anche da ministro visto che il mio contributo pare sia ininfluente". Poi, la vicenda legata ai rifiuti in Campania. "Nell'ultima seduta del Consiglio dei ministri ho fatto presente la mia preoccupazione sullo scontro istituzionale tra Comune e Provincia di Salerno che rischia di portare alla paralisi assoluta compromettendo la realizzazione dell'impianto - ribadisce Carfagna a proposito dell'emergenza rifiuti, che definisce "una guerra fra bande" - nNon posso permettere che per una guerra di potere si faccia saltare un'operazione di vitale importanza per la Campania".

Berlusconi: "Vinceremo anche senza Fini". "Avremo la fiducia e i numeri per andare avanti - insiste Berlusconi - e se non ci sarà la fiducia si tornerà al voto, e comunque l'ultimo sondaggio sul gradimento mi dà al 56%, sono il numero uno in Europa. Se otterremo la fiducia continueremo a governare altrimenti nulla potrà opporsi al ritorno dagli elettori e, in base ai sondaggi disponibili, avremo un'ottima affermazione sia alla Camera che al Senato anche con un'alleanza di vero centrodestra, senza Fini". E ancora: "Non punto a 2-3 voti, ma a una maggioranza forte per governare". Si dice "sereno", e spiega: "C'è da capire solo che dovremmo essere responsabili e mi sembra che questo si stia cominciando a capire".

Caso Carfagna, Frattini: "Va ascoltata". "Non è un problema personale, è una questione di principio. E va affrontata". A parlare è il ministro degli esteri Franco Frattini. Che dopo l'annuncio di dimissioni del ministro delle Pari opportunità ha cercato di smussare, ma dalle sue parole si è vista tutta la preoccupazione che il caso Carfagna ha aperto nella compagine di governo. Un colpo durissimo per un Berlusconi già traballante. Soprattutto - al di là dei tentativi dei giornali di famiglia di ridicolizzare il gesto della ministra ("Non fare i capricci", titola Libero; "Politica e pettegolezzi", il Giornale) - anche dalle parole di Frattini è evidente l'esplosione dello scontro di potere nel sottogoverno di un premier sempre più debole.

Nuovo allarme di Confindustria. Ormai è quasi quotidiano, ma rispecchia l'ansia della maggiore organizzazione imprenditoriale per la paralisi del governo di fronte alla crisi. "Se non ci saranno altre possibilità di avere un governo che governi, allora vengano le elezioni, non possiamo stare in questo gioco", dice il presidente Emma Marcegaglia. E parla all'Assemblea nazionale dell'Udc a Milano. Dalla quale il partito di Casini ripete la sua analisi. La sintetizza il segretario nazionale Lorenzo Cesa: "Il sogno di Berlusconi dopo due anni e mezzo si è spento di botto come un televisore cui manca la corrente". All'analisi si accompagna un messaggio chiaro. Lo lancia a berlusconi lo stesso casini: ''Il nostro partito non ha la vocazione alla diserzione. Vogliamo parecipare a governare questo Paese ma a una sola condizione: che il governo lo cambi davvero perché a tutto il resto non siamo interessati''.

Fonte: Repubblica
Rocco
00domenica 21 novembre 2010 10:11
Ricordo a tutti gli utenti che la libertà di opinione non va confusa con la libertà di offesa e diffamazione.
Siete pregati di astenervi dal riportare presunti avvenimenti di cui non esiste alcuna prova.
KuntaKinte77
00domenica 21 novembre 2010 12:21
Re:
ipercafone, 21/11/2010 10.11:

Ricordo a tutti gli utenti che la libertà di opinione non va confusa con la libertà di offesa e diffamazione.
Siete pregati di astenervi dal riportare presunti avvenimenti di cui non esiste alcuna prova.




hai ragione, scusa. Non volevo metterti nei guai. [SM=x44450]


Mi limiterò a riportare i giornali, poi chi é dotato di spirito di deduzione potrà farsi una sua idea... o lasciar cadere l'n-esima intercettazione. [SM=x44462]
KuntaKinte77
00domenica 21 novembre 2010 12:25
Per ricordare le presunte intercettazioni berlusconi-carfagna:


www.timesonline.co.uk/tol/news/world/europe/article427...
Italy's billionaire prime minister, Silvio Berlusconi, is pressing ahead with a law to ban the publication of taped telephone calls, after being swept up in a new scandal over his attempts to find parts on state television for budding young starlets.

According to reports in the Italian press last week, Berlusconi was heard making spicy remarks in a series of calls recorded by prosecutors in Naples during a corruption inquiry.

The transcripts have yet to be leaked but they are said to include “inappropriate” comments by the perma-tanned Berlusconi, 71, about Mara Carfagna, the 32-year-old minister for equal opportunities and the most glamorous member of his cabinet.



Berlusconi è accusato di aver fatto telefonate volgari sull’affascinante ministro.

Il miliardario Presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, sta portando avanti una legge per vietare la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche dopo essere stato travolto da un nuovo scandalo per i suoi tentativi di trovare parti per giovani stelline nascenti nella televisione di stato.

Secondo servizi della stampa italiana della settimana scorsa, Berlusconi è stato ascoltato mentre faceva commenti piccanti in una serie di telefonate registrate da magistrati a Napoli durante un’inchiesta per corruzione. Le trascrizioni non sono ancora rese pubbliche, ma si dice che includano commenti “inappropriati” da parte del permanentemente abbronzato Berlusconi, 71 anni, su Mara Carfagna, il Ministro 32enne per le Pari Opportunità e membro più affascinante del suo Consiglio dei Ministri.



[DIM=pt]Last week a senior ministerial aide said the contents of the latest Berlusconi tapes were “hardcore”, but she added: “We’ve all had that kind of conversation on the phone, what’s so special?”

La settimana scorsa un funzionario ministeriale ha detto che il contenuto delle ultime registrazioni di Berlusconi era “erotico” ma ha aggiunto: “Abbiamo avuto tutti quel tipo di conversazione al telefono, cosa c’è di speciale?”

Also reportedly mentioned in the recordings are Maria Stella Gelmini, 35, the education minister, and Michela Brambilla, 39, an entrepreneur and junior minister for tourism. None of the three has commented on the reports. An official close to Carfagna said she was “as calm and sure of herself as ever”.

Berlusconi is prone to pouring his heart out in a torrent of late-night telephone calls. Even the staid Corriere della Sera newspaper described the prime minister’s mobile phone as becoming “red hot” at night.


Inoltre, a quanto si dice, nelle registrazioni sono menzionate anche Maria Stella Gelmini, 35 anni, Ministro dell’Educazione, e Michela Brambilla, 39 anni, imprenditrice e Vice Ministro del Turismo. Nessuna delle tre ha commentato. Un funzionario vicino alla Carfagna ha detto che era “calma e sicura di sé come sempre”.

Berlusconi ha la tendenza ad aprire il suo cuore in un fiume di chiamate a tarda notte. Anche l’austero quotidiano Corriere della Sera descrive il cellulare del Presidente del Consiglio diventare bollente la notte.
KuntaKinte77
00domenica 21 novembre 2010 12:53
deve aver cambiato idea....



min. 6.20 [SM=g1741324]
binariomorto
00lunedì 22 novembre 2010 23:41
"Vaiassa"
Mussolini: "Carfagna si scusi
o non voterò la fiducia"

La deputata Pdl alza il tiro contro la titolare per le Pari opportunità: "Non voto un governo in cui un ministro insulta le donne". Mara non replica e incassa il sostegno di Caldoro contro Cosentino: "Necessario rinnovare la classe dirigente". Cirielli: "Cosentino? Persona corretta. Mara mi chiese di piazzare i suoi"

ROMA - "O la Carfagna mi chiede pubblicamente scusa o io non voto la fiducia il 14 dicembre". Così, al Tg La7, l'onorevole Alessandra Mussolini dà seguito al botta e risposta con il ministro per le Pari opportunità, in un'intervista che andrà in onda questa sera nell'edizione delle ore 20. "Avevo posto alla Carfagna una questione politica, ho avuto in risposta un insulto. O si scusa o non voto la fiducia a un governo dove c'è un ministro per le Pari Opportunità che insulta le donne".

Mara Carfagna non replica, alle prese con la strettoia in cui ha infilato il Pdl con le sue annunciate dimissioni dal partito e dal governo in nome di una battaglia per il rinnovamento dei quadri che prende le mosse dal suo personale scontro con il coordinatore campano Nicola Cosentino. Dopo quello dei colleghi Frattini e Gelmini, oggi incassa il sostegno del governatore della Campania Stefano Caldoro. E a Repubblica Tv Italo Bocchino dichiara: "Altri stanno vivendo le stesse cose che ci hanno portato ad allontanarci dal Pdl. Le persone più fidate, come Carfagna, Biancofiore, Miccichè, sulla cui lealtà a Berlusconi non si può dubitare, contestano, come noi, la gestione del Pdl".

Lo scontro con la Mussolini. La polemica è nata tra i banchi della Camera, la scorsa settimana. La Mussolini aveva visto il ministro parlare con il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino. E aveva pensato bene di scattare loro una foto col cellulare. La Carfagna aveva reagito battendo le mani e dicendole "brava, brava!". La Mussolini, a sua volta, aveva replicato con un energico "Vergogna!" dovuto, ha spiegato più tardi la deputata, al fatto che la "Carfagna si deve vergognare per la liaison con Bocchino che sta mettendo a rischio il partito".

Le "colpe" che Alessandra Mussolini attribuisce a Mara Carfagna sono due: "Lo spostamento di competenze sul termovalorizzatore" sottratto dal Consiglio dei ministri alle Province, e "il fatto che Bocchino nella finanziaria ha chiesto di spostare 20 milioni di euro al ministero della Carfagna". Insomma, Mussolini accusa la collega di "fare accordi" col capogruppo di Futuro e libertà anche in vista delle elezioni per il sindaco di Napoli: "Non può tenere una gamba di qua e una di là - aveva avvertito la Mussolini -. Perciò quando li ho visti parlare in atteggiamento amorevole ho scattato la foto".

Le ragioni di Mara. Da parte sua, il ministro delle Pari Opportunità, pur amareggiata per gli attacchi personali, aveva già dichiarato che la sua amicizia con Italo Bocchino "viene prima della politica" e che alle volgarità patite "da gente come la Mussolini" non avrebbe più risposto, "non ne vale la pena". Quanto alle due questioni poste dalla Mussolini, Mara Carfagna si era così espressa 2. "A Salerno c'è il rischio che il termovalorizzatore non si faccia, a causa dello scontro tra Comune e Provincia. Sarebbe un danno enorme per quell'area. Per questo all'ultimo Consiglio dei ministri ho proposto di affidare le procedure a un commissario, nella persona del presidente della Regione Caldoro".

Ma si erano ribellati Cosentino e Cesaro, i veri ras del partito in Campania. Di qui il secondo punto: la messa in discussione dei quadri dirigenti del Pdl 3. "Io mi batto per un partito vero - aveva detto la Carfagna -, autenticamente liberale e democratico, e non usato come uno strumento di potere a vantaggio di pochi capi locali che fanno il bello e il cattivo tempo. Perché questo è l'andazzo. A livello regionale e provinciale, il partito è governato con sistemi dittatoriali. Ed è chiaro che su questo c'è stata una sottovalutazione, se non un avallo, a livello nazionale...".

Tema, quest'ultimo, per il quale Mara si è detta pronta lasciare il governo e lo stesso Pdl 4. E su cui oggi mantiene la consegna del silenzio, in attesa di risposte concrete dal partito. Anche se il ministro considera le ultime dichiarazioni di Ignazio La Russa ("Il problema Cosentino esiste") un'apertura importante.

Il sostegno di Caldoro. E dopo la solidarietà di Franco Frattini e Maria Stella Gelmini, promotori della Fondazione Liberal, incassa anche l'aperto sostegno 5del presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. Il governatore non mette in discussione la lealtà di Mara Carfagna nei riguardi di Berlusconi, si augura che non si dimetterà e considera piuttosto "giusto darle delle risposte" perché "ha posto problemi di democrazia interna". Caldoro definisce la Carfagna "una risorsa per la Campania" e in merito allo scontro Carfagna-Cosentino, aggiunge: "E' necessario un rinnovamento della classe dirigente ma questo non deve essere mai fatto contro nessuno".

Cirielli: "Cosentino corretto, Mara invece...". Ora si attendono le mosse degli altri due coordinatori del Pdl Denis Verdini e Sandro Bondi - su indicazione di Silvio Berlusconi - di fronte al caso Cosentino. E quali sono i margini di manovra a Salerno, dove Mara Carfagna intende guadagnare visibilità e dove il presidente della Provincia Edmondo Cirielli le fa la guerra. Come dimostrano le sue dichiarazioni a Sky Tg24. "Mara Carfagna mi chiese di piazzare dei suoi uomini, che però a mio avviso non erano in grado di svolgere il ruolo all'interno della provincia. Cosentino, invece, non mi ha chiesto mai nulla, se non di segnare una discontinuità con il passato scegliendo tra le persone più capaci".

Fonte: Repubblica
binariomorto
00lunedì 22 novembre 2010 23:45




Da "Il Mattino di Napoli" del 22 Novembre 2010

Etrusco
00martedì 23 novembre 2010 14:49

La cricca campana: né con i casalesi, né con la Carfagna

pubblicata da Luigi de Magistris il giorno martedì 23 novembre 2010 alle ore 12.17

Guardando questa foto Totò direbbe: ho detto tutto.

A destra il senatore Di Girolamo, costretto a dimettersi da senatore perché ritenuto legato all´´Ndrangheta;

l´ex senatore Sergio De Gregorio per il quale ogni parola é superflua;

il magistrato, nonchè sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio, in veste di garante;

Mara Carfagna, l´amichetta del caimano folgorata anche lei sulla via di Damasco (o di Bocchino);

Luigi Cesaro, alias Gigino a`purpetta, presidente della provincia di Napoli, sospettato di legami con la criminalità organizzata, colui il quale dovrebbe gestire l´emergenza rifiuti nel napolertano;

dulcis in fundo, Nicola Cosentino, alias Nick o´mericano, già sottosegretario allo sviluppo economico con delega al CIPE, componente della P3, coordinatore campano del PDL, inseguito da un´ordinanza di custodia cautelare per concorso esterno in associazione camorristica (e salvato dal Parlamento).

Una fotografia é più di un editoriale.

 

Luigi de Magistris

Cosentino, Cesaro, Mara Carfagna, Bobbio, Sergio De Gregorio, De Nicola
Etrusco
00venerdì 16 settembre 2011 18:28

1- SE MANOVELLA ARCURI NON DOVESSE ACCETTARE LA SEGRETERIA DEL PD (DAL CULATELLO AL CULO), LE FORZE DEMOCRATICHE POSSONO SEMPRE RIPIEGARE SU GABRIELLA BUONTEMPO, COME DIMOSTRA LA SUA MAGISTRALE E MALINCONICA INTERVISTA -

2- L’EX MOGLIE DI BOCCHINO RACCONTA ANCHE LA MEGALOMANIA DEL PICCOLO ITALO. - UN ESEMPIO: “QUANDO STAVA SCRIVENDO IL SUO ULTIMO LIBRO, A PANAREA, SPESSO VOLEVA SILENZIO E DICEVA: STO SCRIVENDO IL TESTO DELLA MIA VITA. OPPURE UN’ALTRA SUA FRASE CLASSICA, QUANDO LITIGAVAMO: COSÌ DANNEGGI LA COLLETTIVITÀ. IO SONO UN PROTAGONISTA POLITICO, LO CAPISCI?”. POI “IL PROTAGONISTA POLITICO” S’È FATTO FOTTERE DALL’APE REGINA DEL CAVALIERE, SABINA BEGAN -

3-“MARA CARFAGNA? POVERINA, È QUELLO CHE È. INFATTI DAL 15 MARZO È SCOMPARSA. NON SA CHE DIRE: LE SCRIVEVA TUTTO ITALO. NON SA PARLARE IN ITALIANO. USARE SOGGETTO VERBO E PREDICATO” (E LEHNER CHIEDE LE DIMISSIONI DS MINISTRO DELLA CARFAGNA) -


1 - LETTERA DI GIANCARLO LEHNER, DEPUTATO P.T. (EX PDL)
Dopo le precisazioni di Gabriella Buontempo, mia sorella in Craxi, sul vergognoso rapporto Italo-Mara quasi prossimo al bondage ( "La usava come un giocattolo"; "Le scriveva tutto Italo; "Non sa parlare in italiano"), esorto Carfagna a tener fede ad una promessa disattesa, purtroppo, di alcuni mesi fa, dimettendosi da ministro, dal Pdl, da se stessa come improbabile attrice politica, tornando ad aspirare alla contiguità con Davide Mengacci ed Emilio Fede, per conquistare il Telegatto.

Giancarlo LehnerGiancarlo Lehner

Dichiaro, inoltre, che mi risulterà difficile, fra l'altro, votare un'altra fiducia ad un governo, al cui interno possa ancora sussistere il terminale acritico di Italo Bocchino.

Giancarlo Lehner. P.T.


2 - «ITALO MI TRADIVA SENZA RISPETTO LA CARFAGNA? TRE ANNI DI DOLORE»
Angela Frenda per il "Corriere della Sera"

ITALO BOCCHINO E MOGLIEITALO BOCCHINO E MOGLIE

«Per me è stata una grandissima storia d'amore. Ma devo ammetterlo: non lo riconosco più». Il sashimi di tonno arriva su un vassoio giallo. Gabriella Buontempo con le bacchette ne afferra un pezzo, lo fissa come un oggetto sconosciuto e sussurra: «Mi crede se le dico che ho tentato di tutto per salvare questo matrimonio? Ma i fatti mi dicono che troncare è stata la cosa migliore».

I «fatti», come li chiama lei, sono le notizie apparse sui giornali quest'estate. Protagonista il suo ex marito, il vicepresidente fli Italo Bocchino, in compagnia di amiche bionde o brune. Fino al paparazzato gossip: quel weekend a Ravello del «nemico» politico del premier con Sabina Began, nota come «l'Ape regina» di Silvio Berlusconi, e animatrice delle feste di Arcore. Ne è nato un caso dai tratti imbarazzanti. Che ha spinto Gabriella Buontempo, 45 anni, figlia di un'importante famiglia di socialisti napoletani, a decidere a fatica di parlare. Per un solo motivo: «Ho due bambine, e non posso permettere che pensino che questo è il modello femminile di riferimento. Devo tutelare la dignità di Antonia ed Eugenia».

Che cosa l'ha infastidita, quest'estate?
«Gli lascio le bambine, che vogliono stare con lui, padre splendido. E lui che fa? Si porta una signora bionda nella nostra casa di Panarea o sulla barca. Assurdo».

Bocchino e Carfagna nelBocchino e Carfagna 

Poi c'è stato l'«affaire» Began. Bocchino ha parlato di «una trappola», di una «macchina del fango».
«Non credo. Credo invece sia tutto vero, come dice lei. Vero che lui le ha chiesto il numero di telefono, vero che l'ha invitata, vero che sono andati a Ravello con l'auto blu...».

Un'imprudenza.
«A volte gli uomini fanno cose... irragionevoli. Queste di Italo mi sembrano robe da psicoanalisi. Soffre della dinamica dell'abbandono. Per lui è inconcepibile che io abbia chiuso la nostra storia. E poi soffre di cretinismo da separazione: colpisce anche gli uomini più intelligenti».

La polemica tra il suo ex marito e la Began è stata feroce.
«Italo ha peccato di grande ingenuità. Ma lei si è dimostrata una ricattatrice. Mi fa tristezza che gli uomini, non solo mio marito, si lascino irretire da oche del genere».

Questa vicenda secondo lei ha danneggiato politicamente Bocchino e Fli? Qualcuno parla di manie di protagonismo.
«Spero che Fini, che stimo, riporti Fli sulla strada iniziale. E confido che anche Italo si svegli da questa ubriacatura. Sa, queste donnine ti minano e ti fanno sentire onnipotente».

BOCCHINO CON LA BEGANBOCCHINO CON LA BEGAN

Il sito Dagospia ha scritto: Bocchino soffre di complesso di Edipo verso Berlusconi.
«Italo è stato solo ingenuo e machista».

Lei oggi sta facendo un po' come Veronica Lario, che a suo tempo mandò un messaggio ai giornali.
«Sì, mi sento molto vicina alla sua situazione. Perché la sbandata per una migliore di te la accetti. Però se vieni tradita con una che, per stessa ammissione di tuo marito, è una nullità, beh, è dura. Si può tradire con rispetto. Invece lui mi ha messo in bocca a tutti».

Bocchino e la BeganBocchino e la Began

E quest'estate?
«Ma no, quest'estate mi sono infuriata solo per le mie figlie. Non parlerei di dolore. Quello c'è stato quando ho scoperto che mi tradiva con Mara Carfagna. Quante bugie mi diceva. Ma il problema non è lei. Il problema è lui. Perché lei, poverina, è quello che è. Infatti dal 15 marzo è scomparsa. Non sa che dire: le scriveva tutto Italo. Non sa parlare in italiano. Usare soggetto verbo e predicato».

BOCCHINO SALE IN AUTO CON LA BEGANBOCCHINO SALE IN AUTO CON LA BEGAN

Cosa gli piaceva della Carfagna?
«Intanto è piaciuta a tanti... Ha una bella presenza. Ci sono persone con cui trascorri una sera, fai quello che devi fare... Italo la usava come un giocattolo. Me lo diceva lui: guarda cosa le faccio dire. Mi ha mandato decine di lettere in cui mi dichiarava che per lui, lei non contava nulla. Ci siamo scontrati tutti i giorni, per tre anni. Ho resistito. Ma poi quando alle Regionali lui le ha portato tutti quei voti, e lei ha dichiarato di essere un soggetto politico, beh, l'ho trovato mostruoso, proprio come donna. Mi sono incazzata, pur non essendo mai stata femminista. Tra l'altro Italo ha continuato a tradirmi non solo con la Carfagna ma anche con altre che non mi dicono per carità cristiana. Anche se io ho intuito».

Bocchino e la BeganBocchino e la Began

Il vostro matrimonio, nel '95, fece scalpore. Lui 27enne di destra, pupillo di Tatarella. Lei 28enne socialista, già appassionata di cinema. Che rapporto è stato?
«Fu un colpo di fulmine. Siamo andati a vivere insieme dopo due settimane. Ma se lei mi chiede se con me è stato rispettoso... Ho subìto ripetuti tradimenti, ai quali ho sempre cercato di reagire pensando alla famiglia. È stata una sofferenza lunghissima. Poi mi sono arresa all'evidenza».

E le bambine come l'hanno presa?
«Stiamo cercando di limitare i traumi. Anche se leggo nei loro occhi, soprattutto della più grande, molto dolore. Alla fine della vacanza col padre mi ha detto: mamma, siamo sopravvissute. E poi, quando le abbiamo comunicato che ci separavamo, ha commentato: almeno non ti vedrò più piangere di nascosto. Ho capito che avevo fatto la cosa giusta.
Adesso, almeno, hanno una mamma serena. Ci chiamiamo i tre moschettieri».

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È stato un processo faticoso, dunque.
«Faticosissimo. Anche perché Italo ha sempre sostenuto che il mio dovere era sopportare, così come le nostre nonne e le nostre mamme avevano sempre incassato il tradimento in nome dell'unità familiare. Lo ammetto: ho vissuto a lungo in soggezione psicologica, come tante donne. E infatti la mia separazione è stata interpretata da molte come un gesto di grande coraggio. Non sta mai bene se una donna rompe un matrimonio. Sa chi ha tentato di far da paciere? Roberto D'Agostino. Con lui mi sono incavolata quando voleva strumentalizzare il mio dolore per la Carfagna, ma un giorno mi spiegò: tu devi capirlo, Italo. È sempre stato il pupillo di Tatarella e il marito di Gabriella Buontempo, nipote di Graziella Lonardi (mecenate e animatrice della Capri radical chic, scomparsa a dicembre, ndr) e figlia di Eugenio. Lasciagli vivere il suo momento di gloria».

E lei come rispose?
«Mi arrabbiai. Perché il problema non è solo la Carfagna, ma il messaggio che si manda con quelle deputate elette solo perché carine, frequentatrici di feste o perché hanno concesso dei favori. Questo velinismo machista l'ho sempre contestato».

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Anche Bocchino, però
«Alt, lui solo da poco. E prima dov'era? Militava in quel partito: non ricordo sue prese di posizione. Quando Veronica Lario è esplosa fui l'unica a darle ragione. Lui la criticò».

Le manca suo marito?
«Sinceramente no. Si è chiusa una storia. E io mi sento finalmente libera. Anche dai suoi condizionamenti. Lui è un po' egocentrico. Che so, quando stava scrivendo il suo ultimo libro, a Panarea, spesso voleva silenzio e mi diceva: sto scrivendo il testo della mia vita. Oppure un'altra sua frase classica, quando litigavamo, era: così danneggi la collettività. Io sono un protagonista politico, lo capisci? Oggi mi dice che non troverò mai più nessuno come lui».

E lei?
«Vado a correre, esco con gli amici, mi occupo della mia casa di produzione (sta per uscire lo sceneggiato su Anita Garibaldi, prodotto per la Rai, ndr), della fondazione dedicata a mia zia Graziella. Ma soprattutto penso alle nostre due bellissime figlie. E mi dico ogni giorno: sono rinata».

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-se-manovella-arcuri-non-dovesse-accettare-la-segreteria-del-pd-dal-culatello-al-29813.htm

fabius039
00venerdì 16 settembre 2011 20:33
Re:
Etrusco, 9/16/2011 6:28 PM:



Che so, quando stava scrivendo il suo ultimo libro, a Panarea, spesso voleva silenzio e mi diceva: sto scrivendo il testo della mia vita.




Clamoroso scoop: possiamo offrirvi una anteprima di Bocchino che scrive il libro a Panarea




e abbiamo anche il testo..
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