La Milano-Sanremo è di Paolo Bettini

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Asgeir Mickelson
00sabato 22 marzo 2003 18:43
Il toscano precede di 2 secondi Mirko Celestino e Luca Paolini. Il gruppo regolato in volata da Mario Cipollini.

SANREMO, 22 marzo 2003 - "Questa vittoria è per Monica, che è in dolce attesa. Sì, presto diventerò papà". Paolo Bettini non perde la sua candida semplicità nemmeno nel giorno che lo consacra tra i grandi del ciclismo. Si commuove, piange, riceve abbracci, esce sano e salvo dall'incredibile ressa che si scatena al traguardo di Sanremo e alla fine sale sul podio di via Roma con Celestino e il compagno di squadra Paolini, per un tris tutto italiano. Il Grillo diventa definitivamente grande, nel giorno in cui Mario Cipollini abdica dal trono della Classicissima, vedendo sfumare il sogno di rivincerla con la maglia arcobaleno di campione del mondo. Nel cielo della città dei fiori brilla un altro arcobaleno, quello di Bettini, che si tiene stretta la maglia a strisce verticali di leader della Coppa del Mondo vinta l'anno scorso.

"Sapevo che prima o poi la Sanremo sarebbe stata mia. Ci ero andato vicino tante volte, l'ultima un anno fa, e aspettavo il mio momento - racconta a caldo il vincitore -. Avevo detto che i velocisti si potevano battere e l'ho dimostrato. Mi ha aiutato la fuga iniziale, che ha costretto il gruppo a tirare sempre, e nel finale ho trovato la collaborazione di un Paolini esagerato. Questo successo è anche suo e di tutta la Quick Step-Davitamon". E' stata davvero una Sanremo diversa dalle ultime stagioni. Dopo 7 km il francese Jacky Durand è scattato per una delle sue pantagrueliche sgroppate e gli sono andati dietro in otto, tra cui Wrolich, Aebersold e Van Hyfte. L'azione è proseguita fino al Capo Berta, superando il Turchino, il tratto autostradale inserito tra Albenga e Andora e il vento dell'Aurelia: in totale 260 km allo scoperto. Risultato: una media di oltre 43 all'ora lungo tutto il percorso. Sulla Cipressa Bettini ha risposto all'attacco di Celestino, l'uomo Saeco meno atteso, con Rebellin, Freire e Vinokourov pronti ad accodarsi. Petacchi e Bartoli si sono arenati, il giovane Pozzato si è fermato per un inconveniente sulla discesa successiva completando la giornata nera della Fassa Bortolo.

"Quando il gruppo ci ha ripreso, in vista del Poggio, ho pensato per un attimo che fosse finita. Poi - continua Bettini - mi sono detto: perdo la Sanremo, ma do tutto quello che ho. Sul Poggio è scattato Di Luca e Paolini mi ha fatto segno di mettermi alla sua ruota. Quando è partito, quasi non riuscivo a stargli dietro". A loro si è aggiunto Celestino, e il terzetto è diventato un quartetto quando si sono ricongiunti con Di Luca, scollinando dal Poggio con 6" sul gruppo messo in fila dalla Domina Vacanze-Elitron di Cipollini. Un margine che è bastato alla doppia coppia dei Quick Step e dei Saeco per riuscire laddove un anno prima avevano fallito Bettini e Figueras. Le ruote veloci, troppo stanche, non sono rientrate. Di Luca ha ceduto nella picchiata, dopo aver speso tanto, forse troppo in quello scatto. Paolini ha lanciato la volata e Bettini è uscito dalla scia di Celestino, per trionfare dopo 297 km e una vita sui pedali cominciata come gregario e passata attraverso due Liegi-Bastogne-Liegi per approdare a Sanremo. Adesso, chiamatelo campione.
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