La 'Ndrangheta calabrese entrata nella politica e nella sanità

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Etrusco
00martedì 29 gennaio 2008 10:36
Arresti eccellenti (presunti mandanti dell'assassinio Fortugno)
IL RACCONTO. "Villa Anya" fondata nel 2002 da Crea
Investimento: un miliardo e 195 milioni, "soldi che teneva sotto il materasso"

Cure fantasma, cadaveri spariti
"E' morto? E tu scrivi che è vivo"


di ATTILIO BOLZONI




I MORTI li facevano diventare vivi e i vivi li facevano diventare morti. Urlavano di dolore nelle corsie. E li lasciavano urlare ogni notte. Senza cure. Senza medici.
"A questa intanto la facciamo fuori noi", diceva un'infermiera davanti al corpo ormai sfatto di una vecchietta in agonia. Era una clinica degli orrori quella dell'onorevole più mafioso della Calabria, una morgue chiamata Villa Anya.

Era là alla vista di tutti, sulla statale 106 che da Reggio sale verso la Locride.
Era là a ingoiare malati e finanziamenti pubblici nella Repubblica autonoma di Melito Porto Salvo, un paese di un'altra Italia che è il regno di Domenico Crea, dottore in medicina specializzato in Igiene, consigliere regionale, 9 mila voti al servizio di chi ha sempre offerto di più a sinistra o a destra, il volto quasi pulito di tre cosche - gli Zavettieri di Roghudi, i Morabito di Africo, i Cordì di Locri - della costa ionica calabrese. La Sanità era lui a Melito Porto Salvo. La Sanità era lui all'Asl 11 di Reggio. La Sanità era lui all'assessorato a Catanzaro. Lui, suo figlio Antonio e gli amici di quelle tre "famiglie". C'era puzza di 'ndrangheta e puzza di cadaveri a Villa Anya.

Mezzanotte del 14 febbraio 2007, in una delle trenta stanze della "casa di ricovero ospedaliero per anziani non autosufficienti" di Melito Porto Salvo è appena morta un'altra anziana donna. Si chiama Grazia T.. Da ventotto ore è in coma, nessuno le presta cure, nessuno la conforta. Muore sola, ma a Villa Anya risulta ancora viva. "Scrivi che è in condizioni critiche", ordina a un infermiere Antonio Crea, il figlio del boss e direttore sanitario di Villa Anya. Non volevano "decessi" lì, a casa loro. L'hanno fatta morire ufficialmente in un altro ospedale la povera Grazia.

Pomeriggio di 18 febbraio 2006, muore anche Maria S.. Se n'è andata da tre ore, sull'ambulanza che la trasporta al pronto soccorso del Civico è però ancora "in gravi condizioni". La "recapitano" come un pacco i portantini di Villa Anya. Senza cartella clinica, senza un documento. Una "consegna" con carte false.
"E' con un piede dentro", dice al telefono un dipendente della clinica ancora al figlio di Crea. E' la sera del 6 agosto 2006 e Maria F. "ha la pressione 70 su 45 e respira male". In corsia non c'è un solo medico, nemmeno quello di guardia. La diagnosi la fa qualcuno al telefono: "Mettici choc cardiogeno". Maria F. fortunatamente non muore. La sua cartella i medici di Villa Anya la compilano il giorno dopo.

Mattina del 12 dicembre 2006, Mario B. è in coma. Anche quella volta non ci sono medici. Anche quella volta il direttore sanitario Antonio Crea si rifiuta di andare in ospedale. "Guarda che è proprio fuori...", gli comunica uno dei suoi infermieri. E lo implora: "Dai chiama il 118...". Il capo della clinica fa ancora una volta una diagnosi sulle scarne conoscenze mediche del suo infermiere e poi finalmente telefona al 118: "Abbiamo un paziente che ha un'insufficienza renale e dovremmo trasferirlo perché. .. diciamo è quasi... ".
L'operatore: "Chi l'ha fatta questa diagnosi?". E dall'altra parte del telefono: "Io, il dottore Crea".
Sera del 18 giugno 2007, Aurelia M. muore all'alba ma alle 8,45, a Villa Anya, viene stilato un referto: "La paziente data l'instabilità clinica viene trasferita".

Terapie a distanza. Approssimative diagnosi sui resoconti degli infermieri. Cartelle contraffate. Timbri fasulli. Trasporto di cadaveri. Le indagini hanno accertato 11 episodi di omissione di soccorso in un anno e mezzo. In cinque casi il paziente è morto. Una clinica con il grande cuore della 'ndrangheta calabrese.
Era stata inaugurata in pompa magna nel 2002. Con tutti i "pezzi grossi" dell'Asl 11 di Reggio. Con quegli altri della Regione.

Un anno prima l'onorevole Domenico Crea - allora consigliere regionale del CCD - aveva versato sul conto di suo padre - alla filiale del Banco di Napoli di Melito Porto Salvo - un miliardo 195 milioni di vecchie lire. Così è nata Villa Anya. "Mio padre non aveva mai avuto conti né nelle banche né agli uffici postali, erano i suoi risparmi che aveva conservato dentro un materasso", ha risposto l'onorevole Crea a un ufficiale della Finanza che all'inizio di questa indagine su Villa Anya chiedeva spiegazioni sulla provenienza di quel denaro. Poi l'onorevole aveva intestato la clinica a sua moglie Angela, aveva nominato suo figlio Antonio direttore sanitario e la figlia Annunziata amministratore delegato e la nuora Laura direttrice amministrativa.

E poi ancora ci sono state le elezioni regionali del 2005,
quelle dove Francesco Fortugno è diventato consigliere al posto di Domenico Crea.


Francesco Fortugno, ucciso a Locri nel 2005


Elezioni incerte fino all'ultima settimana con spostamento di voti, "pacchetti" dirottati dai boss da un candidato all'altro. Domenico Crea riceveva mille telefonate al giorno.
"Dopo tutto questo bordello, se arriva prima Modugno ti sdirrupa la clinica", lo avvertiva il reggino Luigi Meduri della Margherita, quello che un anno dopo sarà sottosegretario alle Infrastrutture nel governo Prodi.

Sfottevano un galantuomo come Fortugno e lo chiamavano Modugno, lo sapevano tutti in Calabria che se per azzardo quel mite medico fosse diventato assessore regionale alla Sanità avrebbe fatto di tutto per portare un po' di pulizia nelle Asl. Se sale ti sdirrupa, ti fa a pezzi la clinica, gli diceva il futuro sottosegretario. Qualche mese dopo - in ottobre - hanno fatto a pezzi lui. E intanto Villa Anya - con tanti imbrogli e con tanti nuovi sponsor fra Reggio e Catanzaro - aveva finalmente avuto l'"accreditamento" della Regione per succhiare soldi
, farsi pagare posti letto, per stipulare contratti con il sistema sanitario regionale e nazionale.

Tutto con carte truccate da funzionari del Dipartimento della Sanità della Regione, dell'Asl 11.
"La Sanità è prima, l'Agricoltura e Forestazione seconda, le Attività produttive è terza", spiegava Domenico Crea al suo uomo di fiducia Antonio Iacopino.
Erano in auto e una microspia registrava:

"Dai Antonio... come budget 7 mila miliardi di vecchie lire, la Sanità ha 3 miliardi 360 milioni di euro ogni anno.. cioè uno fa una cosa uno fa un'altra, va nelle Asl e gestisce le Asl, tu hai bisogno almeno di quattro o cinque che siano con te, cinque o sei braccia in questo settore.. sempre sugli inidirizzi che do io". E ancora: "Mi segui Antò? Oppure parlo arabo io?".
Si sentiva il padrone della Sanità l'onorevole Domenico Crea.

Anche se non ce l'aveva fatta a diventare consigliere subito.
Anche se non ce l'aveva fatta a diventare assessore poi. E però rassicurava sempre il suo amico Antonio: "Ma che te ne fotte a te cretino dello stipendio di consigliere..10 mila euro al mese.. e che cazzo sono? Quando io a quello storto di B... gli ho detto vieni a farmi il direttore generale che gli volevo dire? Gli volevo dire che di miliardi ne abbiamo 3 mila, 4 mila, 7 mila.. con me, Pino, Bruno, Sandro sono diventati tutti miliardari... il più fesso di loro è miliardario".
E poi c'era sempre la sua clinica, la "creatura" dell'onorevole, la morgue di Villa Anya.


(29 gennaio 2008)
www.repubblica.it/2008/01/sezioni/cronaca/arresti-ndrangheta/villa-anya/villa-a...
Etrusco
00martedì 29 gennaio 2008 10:43
'Ndrangheta e Sanità, 18 arresti tra cui consigliere regionale,
47 indagati

lunedì, 28 gennaio 2008 4.34


COSENZA (Reuters) - I carabinieri di Reggio Calabria hanno arrestato oggi 18 persone, tra cui esponenti della politica locale e di cosche della 'Ndrangheta, nell'ambito di un'operazione scaturita dalle indagini sull'omicidio di Francesco Fortugno, vice presidente della Regione Calabria, ucciso nel 2005.

A dirlo oggi i carabinieri e la Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Reggio Calabria in una conferenza stampa.

Secondo quanto riferito,
tra gli arrestati ci sono anche dirigenti della Regione Calabria, medici e dirigenti della sanità privata oltre a esponenti dei clan della 'Ndrangheta Morabito di Africo (Rc) e Cordì di Locri (Rc).

In seguito all'operazione dei carabinieri sono finiti in carcere, tra gli altri, il consigliere regionale Domenico Crea (esponente della Dca di Gianfranco Rotondi) e suo figlio Antonio, medico e direttore sanitario di "Villa Anya" a Melito, una clinica privata di proprietà di Crea convenzionata con il sistema sanitario nazionale.

Domenico Crea è stato eletto nel 2000 in Consiglio regionale nelle liste del Ccd ed è stato anche assessore regionale al Turismo.
Nel 2005 è passato al centrosinistra e si è candidato con la lista della Margherita.
Primo dei non eletti, è entrato in consiglio regionale con la morte di Fortugno.
Successivamente ha deciso di lasciare la Margherita e di ritornare al centrodestra, nella Dca di Rotondi.

Oltre ai Crea padre e figlio, sono finiti in carcere anche Antonino Iacopino, ex direttore sanitario della stessa clinica "Villa Anya", e Giuseppe Pansera, già in carcere, genero del capocosca Giuseppe Morabito.

Alessandro Marcianò e il figlio Giuseppe
-- presunti responsabili dell'omicidio Fortugno -- hanno ricevuto l'ordinanza di custodia cautelare mentre si trovavano già in carcere.

Sono invece finiti agli arresti domiciliari Peppino Biamonte, dirigente vicario del dipartimento Sanità della regione Calabria, il direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, Pietro Morabito, ex commissario dell'Asl di Reggio Calabria e ora direttore generale dell'azienda sanitaria di Catanzaro e la moglie del figlio di Crea, Laura Autelitano.

Per il consigliere regionale Domenico Crea le accuse sono associazione a delinquere di stampo mafioso e voto di scambio mentre per gli altri sono, a vario titolo, associazione a delinquere di stampo mafioso e falso in atto pubblico.

In totale 47 persone risultano indagate.

L'inchiesta riguarda tra l'altro le autorizzazioni che la clinica "Villa Anya" avrebbe ricevuto dalla Regione per effettuare ampliamenti della struttura e per ottenere la convenzione con il Sistema sanitario nazionale.

www.borsaitaliana.reuters.it/news/newsArticle.aspx?type=topNews&storyID=2008-01-28T153355Z_01_ROS854138_RTRIDST_0_OITTP-CALABRIA-SA...

Etrusco
00martedì 29 gennaio 2008 10:48
[SM=x44512] Domenico Crea (Mimmo)
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