La confessione di Manfredi Martino inchioda Bergamo e Pairetto

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Etrusco
00sabato 10 giugno 2006 03:03
MANFREDI MARTINO, PRIMO PENTITO DI MOGGIOPOLI:
“CONFERMO, IL SORTEGGIO DEGLI ARBITRI FATTO DA BERGAMO E PAIRETTO ERA TRUCCATO”
- È IL DOCUMENTO PIÙ SCHIACCIANTE CHE BORRELLI HA IN MANO PER INCHIODARE I RESPONSABILI DELLA TRUFFA…



Riccardo Luna direttore de “Il Romanista”




Riccardo Luna per “Il Romanista”



“Confermo, il sorteggio degli arbitri fatto da Bergamo e Pairetto era truccato”.
E’ il pomeriggio del 5 giugno e davanti a Francesco Saverio Borrelli, in una stanza dell’Ufficio indagini della Federcalcio a via Allegri, siede un ragazzino di neanche 30 anni che pochi conoscono:
si chiama Manfredi Martino, è presente in decine di intercettazioni ritenute rilevanti dal Nucleo operativo dei carabinieri di Roma, ed è il primo pentito di Moggiopoli.
E’ sua la prima e finora unica confessione del sistema perverso che ha corrotto il calcio.
Il verbale del suo lungo interrogatorio, quasi tre ore, è il documento più schiacciante che il Capo dell’Ufficio Indagini ha in mano per inchiodare i responsabili della truffa.

Si tratta del racconto puntuale di come Bergamo e Pairetto fingessero di sorteggiare gli arbitri manomettendo le sfere da cui venivano estratti i nomi e le partite. Non è l’accusa di un esterno: ma il racconto di un testimone diretto.


DA OTTO ANNI IN FIGC…
Manfredi Martino lavora in Federcalcio dal 1998, dove entrò come collaboratore della Can, la commissione degli arbitri; nel 1999, con l’avvento di Bergamo e Pairetto, venne mandato ad occuparsi dei rimborsi spese degli arbitri, e nel 2000 gli affidarono l’inserimento, in un apposito computer, dei voti che gli osservatori federali assegnavano di partita in partita alle terne arbitrali per valutarne il rendimento.
All’inizio della stagione 2004/5 Maria Grazia Fazi, la potente segretaria degli arbitri, venne giubilata e mandata all’ufficio per l’Europeo 2012 alle dipendenze del segretario generale della Figc Francesco Ghirelli: ma secondo Martino fu lei ad andarsene offesa, «perché Carraro le aveva vietato di partecipare ai raduni degli arbitri di Coverciano in quanto donna». Allora, il giovane funzionario prese il suo posto e così ha vissuto al fianco di Bergamo e Pairetto tutto il campionato intercettato dai carabinieri.

LA FAZI PARLAVA CON LAZIO E MILAN…
Di quale fosse l’andazzo nelle stagioni precedenti Martino ha ricordi vaghi.
Ricorda però che la Fazi veniva spesso chiamata dai dirigenti per conoscere la composizione delle griglie di nomi da sorteggiare: «I contatti più frequenti erano con Meani del Milan e con quelli della Lazio».

A quell’epoca Martino aveva un mero compito segretariale: redigeva al computer sia le "fasce" di importanza in cui venivano divise le gare del campionato a partire dalla stagione 1999/2000, sia i nomi degli arbitri da sorteggiare che i designatori gli passavano su un foglio scritto a mano. Martino stampava quindi i biglietti degli arbitri e delle partite, e consegnava il tutto alla Fazi la quale si appartava con Bergamo e Pairetto per inserire i bigliettini nelle sfere dove nessuno potesse vederli. Questo avveniva in una apposita stanza della sede dell’Associazione degli arbitri a via Tevere a Roma, o presso il centro federale di Coverciano a seconda delle settimane.


IL SISTEMA DELLE SFERE GIALLE…
Fino al 2002 il sorteggio si svolgeva senza notaio, ma poi, in seguito alle accuse di tifosi e giornali, fu il presidente federale Carraro, a partire dal 2002/3, a imporre la presenza di un ufficiale notarile.
In quell’anno fu anche deciso che sarebbe toccato ad un giornalista indicato di volta in volta dall’Unione stampa sportiva, l’estrazione di una delle due sfere da abbinare. Funzionava così: in un’urna c’erano le sfere gialle che contenevano il nome degli arbitri; nell’altra c’erano sfere di colore rosso e verde per le partite (le verdi indicavano le partite per cui un certo arbitro era precluso in base ai regolamenti). Le sfere gialle venivano estratte dal giornalista, le altre da Pairetto.

Il sorteggio era taroccato? La risposta di Manfredi Martino all’Ufficio Indagini è inequivocabile: «Sì, e vi spiego come». Nel corso degli anni le sfere si erano molto usurate: infatti per aprirle ogni volta venivano battute sul tavolo e questo provocava ammaccature evidenti, perdita di vernice e difetti di chiusura. «Erano una diversa dall’altra». Le sfere più usurate erano quelle gialle. Quelle con i nomi degli arbitri: «Ed erano Bergamo e Pairetto ad ordinarmi di mettere il foglietto di un certo arbitro in una sfera piuttosto che in un’altra».

LA GRANDE ABILITA’ DI PAIRETTO…
Il sorteggio si svolgeva a settimane alterne a Roma o a Coverciano, durava non più di un quarto d’ora e avveniva in un clima disteso senza tanti controlli. Anzi: «Il momento clou era rappresentato da quelle pause scherzose in cui Pairetto e il giornalista di turno rimanevano sospesi qualche secondo con le sfere tra le mani». Secondo Martino, in quegli istanti Pairetto era in grado di individuare agevolmente l’arbitro contenuto nella sfera gialla prescelta dal giornalista e di conseguenza abbinava la partita più adatta ai suoi scopi aggirando il sorteggio e il notaio.

La deposizione finisce qui. Martino ci tiene a dire agli investigatori di avere sempre avuto una grande passione per il mondo arbitrale e di essere estraneo alle logiche che conducevano a truccare i sorteggi.
Saluta, se ne va: all’uscita ci sono decine di giornalisti e fotografi: non ne ha mai visti tanti. Ha una camicia celeste senza cravatta sotto la giacca blu, cerca di darsi un’aria rilassata: «E’ andato tutto molto bene», dice prima di sparire dietro l’angolo e tornare a casa.


Dagospia 09 Giugno 2006
giogio232323
00domenica 11 giugno 2006 19:42
Purtroppo...
...mi pare un pò poco, contro il "muro di gomma" costituito dagli eccellenti sospettati (sospettati un cavolo, le intercettazioni sono chiare e non possono essere taroccate; tutti sappiamo quello che è successo, ma smontare quelle difese sarà dura, anche per un eccellente magistrato come Borrelli). Prevedo, purtroppo, l'ennesimo "Tarallucci e vino" italico. D'altra parte, non si può pretendere che certe facce di tolla lungamente sperimentate abbiano crisi di coscienza (quale?) e confessino!

Giorgione

[SM=x44491] [SM=x44491] [SM=x44491]
+erpiu+
00martedì 13 giugno 2006 23:41
Re:

Scritto da: Etrusco 10/06/2006 3.03
MANFREDI MARTINO, PRIMO PENTITO DI MOGGIOPOLI:
“CONFERMO, IL SORTEGGIO DEGLI ARBITRI FATTO DA BERGAMO E PAIRETTO ERA TRUCCATO”
- È IL DOCUMENTO PIÙ SCHIACCIANTE CHE BORRELLI HA IN MANO PER INCHIODARE I RESPONSABILI DELLA TRUFFA…



Riccardo Luna direttore de “Il Romanista”


Un solo pentino è troppo poco: bisogna mostrargli le manette!!!



Riccardo Luna per “Il Romanista”



“Confermo, il sorteggio degli arbitri fatto da Bergamo e Pairetto era truccato”.
E’ il pomeriggio del 5 giugno e davanti a Francesco Saverio Borrelli, in una stanza dell’Ufficio indagini della Federcalcio a via Allegri, siede un ragazzino di neanche 30 anni che pochi conoscono:
si chiama Manfredi Martino, è presente in decine di intercettazioni ritenute rilevanti dal Nucleo operativo dei carabinieri di Roma, ed è il primo pentito di Moggiopoli.
E’ sua la prima e finora unica confessione del sistema perverso che ha corrotto il calcio.
Il verbale del suo lungo interrogatorio, quasi tre ore, è il documento più schiacciante che il Capo dell’Ufficio Indagini ha in mano per inchiodare i responsabili della truffa.

Si tratta del racconto puntuale di come Bergamo e Pairetto fingessero di sorteggiare gli arbitri manomettendo le sfere da cui venivano estratti i nomi e le partite. Non è l’accusa di un esterno: ma il racconto di un testimone diretto.


DA OTTO ANNI IN FIGC…
Manfredi Martino lavora in Federcalcio dal 1998, dove entrò come collaboratore della Can, la commissione degli arbitri; nel 1999, con l’avvento di Bergamo e Pairetto, venne mandato ad occuparsi dei rimborsi spese degli arbitri, e nel 2000 gli affidarono l’inserimento, in un apposito computer, dei voti che gli osservatori federali assegnavano di partita in partita alle terne arbitrali per valutarne il rendimento.
All’inizio della stagione 2004/5 Maria Grazia Fazi, la potente segretaria degli arbitri, venne giubilata e mandata all’ufficio per l’Europeo 2012 alle dipendenze del segretario generale della Figc Francesco Ghirelli: ma secondo Martino fu lei ad andarsene offesa, «perché Carraro le aveva vietato di partecipare ai raduni degli arbitri di Coverciano in quanto donna». Allora, il giovane funzionario prese il suo posto e così ha vissuto al fianco di Bergamo e Pairetto tutto il campionato intercettato dai carabinieri.

LA FAZI PARLAVA CON LAZIO E MILAN…
Di quale fosse l’andazzo nelle stagioni precedenti Martino ha ricordi vaghi.
Ricorda però che la Fazi veniva spesso chiamata dai dirigenti per conoscere la composizione delle griglie di nomi da sorteggiare: «I contatti più frequenti erano con Meani del Milan e con quelli della Lazio».

A quell’epoca Martino aveva un mero compito segretariale: redigeva al computer sia le "fasce" di importanza in cui venivano divise le gare del campionato a partire dalla stagione 1999/2000, sia i nomi degli arbitri da sorteggiare che i designatori gli passavano su un foglio scritto a mano. Martino stampava quindi i biglietti degli arbitri e delle partite, e consegnava il tutto alla Fazi la quale si appartava con Bergamo e Pairetto per inserire i bigliettini nelle sfere dove nessuno potesse vederli. Questo avveniva in una apposita stanza della sede dell’Associazione degli arbitri a via Tevere a Roma, o presso il centro federale di Coverciano a seconda delle settimane.


IL SISTEMA DELLE SFERE GIALLE…
Fino al 2002 il sorteggio si svolgeva senza notaio, ma poi, in seguito alle accuse di tifosi e giornali, fu il presidente federale Carraro, a partire dal 2002/3, a imporre la presenza di un ufficiale notarile.
In quell’anno fu anche deciso che sarebbe toccato ad un giornalista indicato di volta in volta dall’Unione stampa sportiva, l’estrazione di una delle due sfere da abbinare. Funzionava così: in un’urna c’erano le sfere gialle che contenevano il nome degli arbitri; nell’altra c’erano sfere di colore rosso e verde per le partite (le verdi indicavano le partite per cui un certo arbitro era precluso in base ai regolamenti). Le sfere gialle venivano estratte dal giornalista, le altre da Pairetto.

Il sorteggio era taroccato? La risposta di Manfredi Martino all’Ufficio Indagini è inequivocabile: «Sì, e vi spiego come». Nel corso degli anni le sfere si erano molto usurate: infatti per aprirle ogni volta venivano battute sul tavolo e questo provocava ammaccature evidenti, perdita di vernice e difetti di chiusura. «Erano una diversa dall’altra». Le sfere più usurate erano quelle gialle. Quelle con i nomi degli arbitri: «Ed erano Bergamo e Pairetto ad ordinarmi di mettere il foglietto di un certo arbitro in una sfera piuttosto che in un’altra».

LA GRANDE ABILITA’ DI PAIRETTO…
Il sorteggio si svolgeva a settimane alterne a Roma o a Coverciano, durava non più di un quarto d’ora e avveniva in un clima disteso senza tanti controlli. Anzi: «Il momento clou era rappresentato da quelle pause scherzose in cui Pairetto e il giornalista di turno rimanevano sospesi qualche secondo con le sfere tra le mani». Secondo Martino, in quegli istanti Pairetto era in grado di individuare agevolmente l’arbitro contenuto nella sfera gialla prescelta dal giornalista e di conseguenza abbinava la partita più adatta ai suoi scopi aggirando il sorteggio e il notaio.

La deposizione finisce qui. Martino ci tiene a dire agli investigatori di avere sempre avuto una grande passione per il mondo arbitrale e di essere estraneo alle logiche che conducevano a truccare i sorteggi.
Saluta, se ne va: all’uscita ci sono decine di giornalisti e fotografi: non ne ha mai visti tanti. Ha una camicia celeste senza cravatta sotto la giacca blu, cerca di darsi un’aria rilassata: «E’ andato tutto molto bene», dice prima di sparire dietro l’angolo e tornare a casa.


Dagospia 09 Giugno 2006

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