La prova scientifica che le Torri Gemelle sono state abbattute con l'esplosivo

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Etrusco
00giovedì 1 luglio 2010 13:47
Per chi ancora non lo sapesse, scienziati internazionali hanno trovato, mediante accurate analisi, nelle polveri dei crolli dell'11 settembre 2001 numerose tracce di esplosivo non comune chiamato nano-termite.
qui potete leggere l'intervista al Prof. associato di chimica dell'Università di Copenaghen Dr. Niels Harrit,
qui potete invece vedere l'intervista su youtube

La notizia è di un anno fa,
qualcuno ne ha sentito parlare nella tv e nei media italiani?
ed in quella americana?
Questa è una notizia che avrebbe dovuto destare l'attenzione dei media per mesi,
considerate le 3000 vittime civili coinvolte da un attacco interno negli states!
Questo tanto per capire in che mondo viviamo.
Etrusco
00venerdì 10 settembre 2010 10:50

11 settembre - Il piano

Gli indizi ignorati della strage
che colpì l'America al cuore

Anche la storia del piano d'attacco dimostra come l'idea sia venuta da lontano

 


Quelli di Al Qaeda hanno appiccato il fuoco e si godono l'incendio. Ogni tanto - e quando possono - lo alimentano con una strage. Oppure sfruttano la «legna» fornita generosamente da altri: l'idea di aprire una moschea a due isolati da Ground Zero, il predicatore folle della Florida e qualsiasi provocazione - vera o presunta - che appaia sulla faccia della Terra. Certo, non è il sollevamento popolare che sognava Bin Laden quando ha lanciato l'attacco all'America, ma è una lunga coda di veleni e violenze sulla quale Al Qaeda vuole mettere il suo marchio. Anche se molti esperti ritengono che Osama sia diventato irrilevante. Quasi volessero privarlo dei «meriti» jihadisti che si è guadagnato spargendo il sangue dei nemici. E si aggiunge, misurando la forza del terrore dal numero di vittime, che i qaedisti sarebbero meno letali. G. O.

WASHINGTON - La nuova Pearl Harbor americana inizia alle 8.46 dell'11 settembre 2001, quando l'American Airlines 11 si schianta sulla Torre Nord del World Trade Center a New York. Alle 9.03, il volo United 175 centra la Torre Sud. Alle 9.37 è un altro jet dell'American Airlines (volo 175) a precipitare sul Pentagono, a Washington. Infine si disintegra al suolo in Pennsylvania il volo United 93: doveva colpire la capitale. Gli aerei sono stati dirottati da 19 terroristi di Al Qaeda, divisi in quattro nuclei, e poi lanciati sugli obiettivi. Delle 2965 vittime dell'attacco (cifra che include WTC, Pentagono e volo 93) quasi la metà non sono state identificate. Circa 800 hanno un nome grazie al Dna. A nove anni dal massacro vengono ancora ritrovati dei resti: l'ultima volta è avvenuto alla fine di giugno durante lavori di scavo vicino a Ground Zero quando sono emersi 72 «reperti».

Questi osservatori possono aver ragione, ma solo in parte. Perché come è accaduto troppo spesso si è fatta partire la «storia» dalla mattina dell'11 settembre 2001, quando i quattro jet sono stati trasformati in missili da crociera per attaccare i simboli della potenza americana. Il cuore finanziario a New York, il Pentagono a Washington.

L'assalto affidato ai «19 martiri» non è l'inizio ma la fine di una lunga marcia iniziata quasi dieci anni prima. E al pari di altre formazioni islamiste, il movimento di Osama è arrivato al grande colpo attraverso molte fasi. Hanno tentato una prima volta nel 1993 - con l'autobomba sotto le Torri - quindi sono tornati ad agire in Medio Oriente con attacchi locali, legati però a bersagli stranieri. Gli attentati ai turisti in Egitto, operazioni in Pakistan e nello Yemen, sostegno agli insorti somali e una bomba in un locale in Sud Africa.

IL MANIFESTO - Osama si è sentito abbastanza forte per dichiarare guerra - nel 1996 - a «ebrei e crociati». Ha anche pubblicato un manifesto dove spiegava quali fossero le sue intenzioni. È stato registrato in modo distratto, non esaminato con il dovuto rigore. Così Bin Laden, raccolte le forze esigue e modellato un network internazionale - sempre molto agile - ha colpito con duplice attentato in Africa (agosto 1998). Due ambasciate americane devastate a Nairobi e Dar Es Salam, centinaia di vittime e il ricorso alla tattica preferita: azione multipla, con kamikaze e veicoli pieni di esplosivo. Finalmente si sono accorti del pericolo che rappresentava ma non hanno avuto abbastanza fegato per eliminare il Califfo.

Nei tre anni seguenti, sotto l'ombrello dei talebani, Osama ha attirato seguaci da tutto il mondo e ha avviato l'operazione del 9/11 usando l'asse Afghanistan-Pakistan quale base di partenza. In centinaia sono andati ad addestrarsi nel santuario. Carne da cannone, uomini spendibili. Solo un numero ristretto di eletti - e tali sono considerati dai loro ammiratori - è stato designato per qualcosa che nessuno aveva mai provato a fare.

LO SCHEMA - Bin Laden ha ripetuto lo schema del terrorismo ad hoc. Gli serviva un capo operativo abile e deciso. E lo ha trovato nell'ambizioso Khaled Sheikh Mohammed, aiutato dal sodale Ramzi Binalshib. Quindi ha individuato un gruppo ristretto di militanti, diventati il suo «A team». A questo punto ha valutato opzioni, tempi, possibilità. Forse non sapremo mai l'esatto numero dei cospiratori ma non crediamo che sia stato troppo ampio. Nuove valutazioni condotte negli Usa ritengono che in quei mesi i veri qaedisti fossero nell'ordine dei 200-300. Il resto era una massa di volontari che a stento sapevano imbracciare un Kalashnikov. Ma non era l'abilità nel tiro che interessava a Bin Laden: la loro vera forza era la completa adesione all'idea di lotta feroce e di sacrificio estremo. Un impegno trasformatosi in uno stato mentale, dove ogni momento dell'esistenza quotidiana è segnato dall'estremismo.

Un intreccio complesso di sentimenti e sensazioni che diventa la molla per i 19 kamikaze. Anche la storia del piano d'attacco dimostra come l'idea venga da lontano. È nel 1996 - o forse un anno prima - che Khaled Sheikh Mohammed, alias Ksm, presenta a Osama un progetto grandioso: il dirottamento simultaneo di una dozzina di aerei con i quali colpire non solo il World Trade Center ma anche la Casa Bianca, il Congresso e altri obiettivi sensibili. Il capo ascolta, poi boccia la proposta ritenendo che sia inattuabile. L'idea, però, rimane nella testa. Ed è proprio Osama, nella primavera del 1999, a convocare Mohammed a Kandahar (Afghanistan) per affidargli l'organizzazione dell'attacco. Un'investitura accompagnata da consigli/ordini sugli uomini da impiegare. Ksm obbedisce, anche se alcuni dei futuri kamikaze non sembrano adatti. Parlano poco l'inglese, conoscono poco dell'America, dove devono vivere da infiltrati. Si va avanti comunque. Mohammed Atta è designato come capo del commando ed emerge una prima lista di obiettivi indicati sempre da Bin Laden.

L'INTELLIGENCE - Il tutto dovrebbe avvenire nella massima segretezza, con 2-3 capi di Al Qaeda informati, persino Al Zawahiri sarebbe stato tenuto all'oscuro. Invece si verificano diverse fughe di notizie. Alcune, ha sostenuto Ksm, sono da addebitare allo stesso Califfo. Difficile che le voci non siano captate dalle intelligence: emergono segnalazioni nel 1998 - a Bill Clinton - poi nel 2000, quindi a pochi giorni dal massacro. Note riservate dei russi, dei francesi, dell'Fbi, della Cia. Con l'ultimo memo degli 007 portato da Condoleezza Rice al presidente Bush nel suo ranch in Texas. Era il 6 agosto. Informazioni considerate generiche, minacce definite «non specifiche» ma che se analizzate con un occhio più attento avrebbero forse fermato la macchina distruttrice. I responsabili della sicurezza dovevano incrociarle con quanto predicava da un decennio Bin Laden. Ai terroristi jihadisti va riconosciuta una dote: cercano di mantenere quello che promettono. Guai sottovalutarli. Pericoloso sottostimare la loro fantasia criminale, pur se velleitaria. La mancanza di immaginazione dei servizi di sicurezza - come ha sottolineato la Commissione di inchiesta - ha, infatti, permesso ai complottatori di procedere sotto il radar.

I JET - Osama ha fretta, vorrebbe anticipare l'attacco. Ksm si oppone, spiega che i 19 non sono ancora pronti. Dei 4 «piloti» designati - Atta, Al Shehi, Jarrah, Hanjour - solo l'ultimo poteva vantare un background aeronautico: aveva studiato volo dal 1997 al '99, quindi aveva frequentato un corso in Arizona nel dicembre 2000, infine si era esercitato sul simulatore del Boeing 737. E malgrado questo training non era apparso troppo in gamba. Ancora minori le esperienze dei suoi complici: appena 40 ore di volo. Dato ben al di sotto delle 1500 ore richieste dalle autorità federali Usa. C'era poi il problema di condurre i jet dirottati sul bersaglio. Un ostacolo superato - per la commissione di inchiesta - usando i GPS. Quello della preparazione dei «piloti» resta uno dei punti oscuri della trama e che verrà sottolineato da molti, compreso il presidente egiziano Mubarak. Ex ufficiale di aviazione, vecchia volpe del Medio Oriente, avanza dei dubbi. A suo giudizio hanno eseguito una manovra troppo complessa per dei principianti.

I risultati, però, sono devastanti. Migliaia di morti, la frattura ideologica, l'odio, la reazione statunitense. Incalzata dall'offensiva alleata, Al Qaeda si rimpicciolisce lasciando il campo ai movimenti regionali. Di nuovo, gli 007 parlano di 100-200 elementi oggi «in servizio». Khaled Sheikh Mohammed, catturato con Binalshib dagli americani, è a Guantanamo dove si è assunto la paternità dell'operazione «dalla A alla Z». Vorrebbe morire sul patibolo e forse è per questo che in un messaggio alla famiglia ha lanciato strani segnali: «Cerco rifugio in lui (Allah, ndr) dal male dentro di noi e dalle nostre cattive azioni». Pentimento? Vedremo.

Osama, invece, è sparito, protetto da complicità, voci incontrollabili (vivo/malato/morto) e da un complicato teatro geografico. Con la sua lunga marcia ha trascinato l'Occidente su un terreno insidioso, ha cambiato la nostra esistenza, ha consumato vite e risorse. Bin Laden non ha vinto, però ci ha costretto a raccogliere la sfida. Non si poteva stare a guardare, serviva una risposta per parare altri colpi, ma evitando di eleggere la lotta ai terroristi quale perno della politica occidentale. Così si è finito per fare il gioco di chi voleva la guerra dei mondi.

Guido Olimpio
Corriere della Sera 10 settembre 2010

il tobas
00venerdì 10 settembre 2010 11:03
Speriamo che Grillo non riporti la notizia nel suo blog altrimenti per qualcuno perderà veridicità
piperitapatty
00venerdì 10 settembre 2010 12:56
Re:
il tobas, 10/09/2010 11.03:

Speriamo che Grillo non riporti la notizia nel suo blog altrimenti per qualcuno perderà veridicità




[SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457]
non serve.
qualcuno l'ha letta questa intervista? non c'è proprio nulla di scientifico, nemmeno un dato, se non quello di aver trovato dei residui che fanno pensare alle nano termiti. alla domanda ma non è normale trovare dei residui di ossido di ferro in simili palazzi non c'è stata riposta.
detto questo qualcuno sa che per far crollare in modo controllato un edificio ci vuole un progetto? le cariche vanno piazzate nei punti giusti in modo tale da rompere man mano i punti di sostegno e far sì che cada senza distruggere tutto quello che sta intorno. lui dice che ci sono 10 tonnellate di questo materiale (in un'altra intervista come riportato parla di 10-100 tonnellate), quanti uomini e tempo ci è voluto per piazzarli? e nessuno si è accorto? lo facevano dopo che le donne delle pulizie andavano via la notte?
magari ha anche controllato gli sbuffi di fumo con la faccia di osama?

ecco questo non per dire che bisogna prendere come oro colato la versione ufficiale visto che ci sono una bella marea di interrogativi che cominciano ad esempio dal perchè i servizi segreti abbiano fatto la figura del cioccolatino, però invece di farsi affascinare romanticamente da teorie poco realistiche forse un minimo di realismo non guasterebbe.

per fare guerra all'afghanistan e prendere territorio e petrolio agli stati uniti non serviva certo buttare giuù le torri gemelle. han bombardato il sudan perchè erano state attaccate le ambasciate in tanziania e nigeria, figuriamoci se serve l'attacco interno per aver consenso dalla popolazione. essenzialmente gli americani se ne fottono della politica estera, potevano dichiarare anche guerra alla cina e in pochi avrebbero battuto ciglio.

detto questo mi sa che per qualche giorno è meglio che non scrivo nel forum, non vorrei mai passare per isterica per il solo fatto di esprimere le mie opinioni
[SM=x44475]
Etrusco
00venerdì 10 settembre 2010 16:18
Re: Re:
piperitapatty, 10/09/2010 12.56:


....
detto questo qualcuno sa che per far crollare in modo controllato un edificio ci vuole un progetto? le cariche vanno piazzate nei punti giusti in modo tale da rompere man mano i punti di sostegno e far sì che cada senza distruggere tutto quello che sta intorno. lui dice che ci sono 10 tonnellate di questo materiale (in un'altra intervista come riportato parla di 10-100 tonnellate), quanti uomini e tempo ci è voluto per piazzarli? e nessuno si è accorto? lo facevano dopo che le donne delle pulizie andavano via la notte? ....




In verità in verità vi dico:
se si approfondisce bene tutto il dibattito sulla questione si scopre che qualche tempo prima dell'9-11 ci fu un problema alle torri per cui rimasero sgombre per un congruo lasso di tempo.
Ci sarebbe da approfondire meglio tutta la vicenda: è molto complessa e non credo che qui nessuno abbia in mano argomentazioni valide e sufficienti per sostenere l'una o l'altra tesi.
L'unica certezza è che l'indagine ufficiale non ha svolto un'indagine soddisfacente.

Etrusco
00venerdì 10 settembre 2010 16:19
Re:
il tobas, 10/09/2010 11.03:

Speriamo che Grillo non riporti la notizia nel suo blog altrimenti per qualcuno perderà veridicità




[SM=x44456]
piperitapatty
00venerdì 10 settembre 2010 19:21
Re: Re: Re:
Etrusco, 10/09/2010 16.18:



L'unica certezza è che l'indagine ufficiale non ha svolto un'indagine soddisfacente.




su questo concordo completamente
piperitapatty
00sabato 11 settembre 2010 16:59
giusto per chi crede alla fata turchina o magari per semplice curiosità, date un occhio a questo filmato







ps. il "congruo lasso di tempo" da quello che sono riuscita a trovare in giro è un week end che con un minimo di logica appare un pochino ridotto per portare tonnellate di esplosivo, di nascosto, piazzandolo al punto giusto (non è che lo si appoggia alle pareti, viene inserito nelle colonne e nella muratura o quanto meno fissato) e facendo in modo che per le settimane successive le decine di migliaia di persone che lavoravano al word trade center non si accorgessero che i loro palazzi erano imbottiti di esplosivo.
il tobas
00lunedì 13 settembre 2010 10:20
Ciò però non spiega come ha fatto a cadere l'edificio 7, quello non colpito dagli aerei.
piperitapatty
00lunedì 13 settembre 2010 11:11
Re:
il tobas, 13/09/2010 10.20:

Ciò però non spiega come ha fatto a cadere l'edificio 7, quello non colpito dagli aerei.



il fatto che non sia stato colpito dagli aerei non significa che non fosse stato danneggiato. stiamo parlando di un palazzo di 150 m investito dal crollo di torri alte 400 m e che occupavano una superficie di 4000 mq. in acciaio e calcestruzzo.
il crollo poi è stato in serata, e la struttura era compromessa anche internamente a causa degli incendi.
rimane poi sempre il discorso che non si sente rumore di cariche, che un'eventuale demolizione controllata ha bisogno di settimane o mesi per essere preparata (lo dice lo stesso giulietto chiesa), senza contare che non si capisce che senso avrebbe demolire in modo controllato un edificio che non è nè simbolico nè di interesse.

cmq giusto per completare l'opera, visto che le immagini sono più forti delle parole, posto anche i video relativi all'edificio 7








credo che anche il più scalcinato dei pompieri abbia nozioni di strutture degli edifici più approfondite di g.chiesa [SM=x44452]
Etrusco
00lunedì 13 settembre 2010 11:23
Re: Re:
piperitapatty, 13/09/2010 11.11:


... demolizione controllata ha bisogno di settimane o mesi per essere preparata (lo dice lo stesso giulietto chiesa), ...



Solo se lo si deve fare nel rispetto di tutte le normative sulla sicurezza, ma non se si deve tirar giù un palazzo, infischiandosene di tutte le conseguenze e/o affidando l'opera ad una squadra di guastatori [SM=x44461]

PS attenta, mi sa che Giulietto Chiesa abbia incontrato Beppe Grillo e gli abbia persino stretto la mano, quindi non so ormai quanto sia compromessa la sua attendibilità! [SM=x44452]
piperitapatty, 13/09/2010 11.11:


senza contare che non si capisce che senso avrebbe demolire in modo controllato un edificio che non è nè simbolico nè di interesse.
...



Forse per approfittare dell'occasione e sbarazzarsi di un palazzo che per demolirlo rispettando le leggi sullo smaltimento dei materiali inquinanti avrebbe comportato costi altissimi?
O forse per altri motivi che, per le pochissime e confuse informazioni a noi note, a noi ci sfuggono? [SM=x44473]

[SM=x44515]
piperitapatty
00lunedì 13 settembre 2010 13:12
Re: Re: Re:

Solo se lo si deve fare nel rispetto di tutte le normative sulla sicurezza, ma non se si deve tirar giù un palazzo, infischiandosene di tutte le conseguenze e/o affidando l'opera ad una squadra di guastatori

PS attenta, mi sa che Giulietto Chiesa abbia incontrato Beppe Grillo e gli abbia persino stretto la mano, quindi non so ormai quanto sia compromessa la sua attendibilità!


spero tu stia scherzando, altrimenti dimostri esterma superficialità in quello che dici. non è certo solo una questione di normativa ma di riuscita dell'operazione, o pensi che in 150 m di edificio sia sufficiente mettere le cariche a caso per farlo venire giù (sempre che non stiamo parlando di edificie di 400 m, allorchè la cosa diventa ancora più ridicola).
ma almeno li hai visti i filmati? perchè sinceramente mi sorge il dubbio. i pompieri che preannunciano il crollo? o giulietto chiesa è diventato un ingegnere strutturista conoscitore di grattacieli in fiamme più di chi ci lavora? no giusto per chiarire non è che il pompiere sia il romantico eroe che si butta tra le fiamme...il corpo dei pompieri ha ingegneri e tecnici che non sparano cazzate per far bella figura, visto che mandano dei colleghi sotto un tetto in fiamme.

riguardo giulietto chiesa ognuno ha le sue opinioni, ma francamente risulta un pochetto inutile che continui l'ironia su beppe grillo, considerando che era iniziata con il tobas e non con te. [SM=x44455]
"ironia" fine a sè stessa tra l'altro visto che non commenti a riguardo.


Etrusco, 13/09/2010 11.23:



Forse per approfittare dell'occasione e sbarazzarsi di un palazzo che per demolirlo rispettando le leggi sullo smaltimento dei materiali inquinanti avrebbe comportato costi altissimi?
O forse per altri motivi che, per le pochissime e confuse informazioni a noi note, a noi ci sfuggono? [SM=x44473]

[SM=x44515]



quindi secondo te le cariche le hanno messe durante gli incendi? o nei giorni precedenti (nel qual caso mi viene sempre da chiedermi se siano così imbecilli da piazzare degli esplosivi sapendo che ci sarà fuoco con la conseguenza che 1) o si innescheranno in modo incontrollato o 2) non si innescheranno affatto perchè bruceranno prima del tempo). chi ci è andato i pompieri?
quante persone dovrebbero essere coinvolte nel complotto?

la frase di chiusura poi si commenta da sola, il WTC7 è stato abbattuto, forse, "per altri motivi che, per le pochissime e confuse informazioni a noi note, a noi ci sfuggono"

quindi siccome a te sfugge parliamo di demolizione controllata perchè il cedimento strutturale è troppo banale? [SM=x44473]
ribadisco, l'oro colato della versione ufficiale no, ma nemmeno costruire le fantasie sulla base di 4 filmati manipolati e con musica molto suggestiva.




ps.

La sindrome del complotto
di Umberto Eco
La psicologia del complotto nasce dal fatto che le spiegazioni più evidenti di molti fatti preoccupanti non ci soddisfano, e spesso non ci soddisfano perché ci fa male accettarle. Si pensi alla teoria del Grande Vecchio dopo il rapimento Moro: com'è possibile, ci si chiedeva, che dei trentenni abbiano potuto concepire un'azione così perfetta? Ci deve essere dietro un Cervello più avveduto. Senza pensare che in quel momento altri trentenni dirigevano aziende, guidavano jumbo jet o inventavano nuovi dispositivi elettronici, e dunque il problema non era come mai dei trentenni fossero stati capaci di rapire Moro in via Fani, ma che quei trentenni erano figli di chi favoleggiava del Grande Vecchio.
L'interpretazione sospettosa in un certo senso ci assolve dalle nostre responsabilità perché ci fa pensare che dietro a ciò che ci preoccupa si celi un segreto, e che l'occultamento di questo segreto costituisca un complotto ai nostri danni. Credere nel complotto è un poco come credere che si guarisca per miracolo, salvo che in questo caso si cerca di spiegare non una minaccia ma un inspiegabile colpo di fortuna (vedi Popper, l'origine è sempre nel ricorso alle mene degli dèi).
Georg Simmel nel suo celebre saggio sul segreto ricordava che "il segreto conferisce a chi lo possiede una posizione d'eccezione... Esso è fondamentalmente indipendente dal suo contenuto, ma certamente è tanto più efficace in quanto il suo possesso esclusivo sia vasto e significativo... Di fronte all'ignoto il naturale impulso all'idealizzazione e il naturale timore dell'uomo cooperano insieme allo stesso fine: intensificare l'ignoto attraverso l'immaginazione e considerarlo con un'intensità che di solito non è riservata alle realtà evidenti".
Conseguenza paradossale: dietro ogni falso complotto, forse si cela sempre il complotto di qualcuno che ha interesse a presentarcelo come vero.




Etrusco
00lunedì 13 settembre 2010 13:20
Non fraintendermi:
io qui non ho nessuna certezza, solo tanti dubbi e perplessità,
posso solo sperare che si faccia chiarezza il primo possibile.

PS coloro che hanno fede nell'esistenza della Fata Turchina e relativi miracoli/magie avranno sempre il mio rispetto,
lungi da me qualsiasi ironica blasfemia che possa urtare la loro sensibilità *_^
piperitapatty
00lunedì 13 settembre 2010 14:29
Re:
Etrusco, 13/09/2010 13.20:

Non fraintendermi:
io qui non ho nessuna certezza, solo tanti dubbi e perplessità,
posso solo sperare che si faccia chiarezza il primo possibile.




il titolo della discussione, così come il primo messaggio lasciavano intendere altro [SM=x44473]
e anche il tuo penultimo post a dire il vero.

riguardo il tuo ps, il rispetto è una cosa, il ricorpire di scientificità l'esistenza della suddetta Fata è altro [SM=x44450]

Etrusco
00lunedì 13 settembre 2010 17:37
Re: Re:
piperitapatty, 13/09/2010 14.29:


... il ricorpire di scientificità l'esistenza della suddetta Fata è altro [SM=x44450]





Ti informo che nella comunità scientifica internazionale è ancora aperto un vivace dibattito,
l'unica certezza su cui convengono i principali luminari è che la non esistenza della Fata Turchina non è dimostrabile,
quindi non infierirei su chi le rivolge tutte le sue speranze, preghiere, etc. etc.
[SM=x44461]
piperitapatty
00lunedì 13 settembre 2010 18:13
Re: Re: Re:
Etrusco, 13/09/2010 17.37:




Ti informo che nella comunità scientifica internazionale è ancora aperto un vivace dibattito,
l'unica certezza su cui convengono i principali luminari è che la non esistenza della Fata Turchina non è dimostrabile,
quindi non infierirei su chi le rivolge tutte le sue speranze, preghiere, etc. etc.
[SM=x44461]




scusa etrusco, ma sono tautologie le tue

"il ricorpire di scientificità l'esistenza della suddetta Fata è altro"

se dici che i luminari della scienza concordano nella non dimostrabilità, mi pare evidente che nessuno, a questo punto, voglia ricoprire di scientificità. quindi dove esattamente si infierirebbe su speranze, miracoli e preghiere, che rientrano nel campo della Fede?
su dai non stiamo a perderci in filosofie da mercato, quando l'argomento della discussione è ben altro ed è stato completamente accantonato.

nessun commento sui filmati? [SM=x44450]
Etrusco
00lunedì 13 settembre 2010 18:34
sui filmati? scusami, non ho tempo adesso, ma appena posso ci butto un'occhiata *_^
piperitapatty
00lunedì 13 settembre 2010 20:32
Re:
Etrusco, 13/09/2010 18.34:

sui filmati? scusami, non ho tempo adesso, ma appena posso ci butto un'occhiata *_^



ok [SM=x44462]
però un commentino lo aspetto [SM=x44458]
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