La vita sulla Terra: fulmini su eruzioni vulcaniche

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Etrusco
00venerdì 17 ottobre 2008 13:37
Al principio fu un innesco chimico
Su «Science» Gli effetti dei fulmini sulle eruzioni
La vita sulla Terra? Cominciò nei vulcani con un innesco chimico
Rifatto 50 anni dopo l'esperimento di Miller



Un vulcano in eruzione
(Epa)

È una magnifica storia, umana e scientifica, di studenti eccellenti. E riguarda il tema più appassionante (e irrisolto) dell'origine della vita. Oltre cinquant'anni fa, nel 1953, Stanley Miller, timido allievo all'Università di Chicago del premio Nobel Harold Hurey, proponeva al maestro uno strano esperimento: riprodurre in laboratorio le condizioni che sulla Terra primordiale avrebbero generato la vita.

La scoperta pubblicata nel maggio 1953 sulla rivista scientifica americana Science faceva scalpore e finiva su tutti i libri di scuola come riferimento di base per tentare di spiegare il mistero della nostra esistenza. Non era ancora la soluzione perché tra gli aminoacidi e le proteine di cui sono i componenti essenziali rimaneva un vuoto di spiegazione incolmabile; ma intanto i «mattoni» di base c'erano. Miller l'anno scorso moriva per un attacco cardiaco e Jeffrey Bada, ora ricercatore alla Scripps Institutions of Oceanography a San Diego (California) e ultimo studente di Miller, nei mesi scorsi ripensava agli esperimenti del maestro al quale era sempre legatissimo tanto da conservare ancora le 11 provette rimaste dal famoso esperimento di oltre cinquant'anni fa. Anzi decide di analizzare di nuovo i vecchi campioni associando altri scienziati impegnati sull'interessante frontiera. Inoltre, tra le carte lasciate dal maestro, trovava i risultati di altri due esperimenti mai pubblicati perché Miller aveva preferito raccontare soltanto la scoperta del primo, giudicata più chiara e netta.

La sorpresa è stata grande nelle ultime settimane quando dai nuovi strumenti impiegati per le analisi sono emersi dati molto più ricchi rispetto al passato e oggi pubblicati dalla rivista Science. «Abbiamo trovato 22 aminoacidi — precisa Antonio Lazcano dell'Università del Messico e coautore della ricerca — dieci dei quali non erano stati stati individuati da Miller e ciò è stato possibile grazie alla potenza ora ben superiore degli strumenti d'indagine». «C'è ancora molto da imparare dai vecchi esperimenti — aggiunge Jeffrey Bada soddisfatto —. Intanto abbiamo raccolto la conferma che i vulcani producono un'ampia varietà di composti». «I vulcani, quindi — nota Antonio Lazcano — hanno generato elementi essenziali dai quali si è poi sviluppata la vita e gli ambienti vulcanici sono stati una delle varie nicchie, tra le più importanti, in cui la biologia si è potuta sviluppare».

Ma il nuovo risultato quanto aiuta a decifrare il mistero della vita?
«Abbiamo compiuto un passo avanti notevole — conclude Lazcano — che si aggiunge ad altri ottenuti in passato. Sono tutti tasselli preziosi. Però anche se arriveremo a fabbricare in laboratorio una cellula vivente non potremo mai dire con certezza che sia frutto dello stesso metodo seguito dalla natura». Il mistero, insomma, è destinato (forse) a rimanere per sempre.

Giovanni Caprara
17 ottobre 2008
www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/08_ottobre_17/vita_terra_4a2efcd6-9c0b-11dd-962f-00144f02aa...


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