"Zero" documentario inchiesta
“ZERO”
BUSH HA TIRATO GIÙ LE TORRI
– LA FESTA DELL’“AMERIKANO” VELTRONI PROIETTA IL FILM DI GIULIETTO CHIESA & C. SULLE “CONSPIRACY THEORIES” SEGUITE ALL’11 SETTEMBRE
–TESTIMONIANZE A SENSO UNICO, E ZERO CONTRADDITORIO…
Carlo Bonini per “la Repubblica”
Il mondo intero si sarebbe abbeverato a una menzogna. E quella menzogna si chiama 11 settembre.
Con dichiarata enfasi, proiettato in anteprima alla Festa di Roma, il documentario Zero si propone all´Italia e ai quaranta paesi del mondo che ne stanno trattando la distribuzione come «la più approfondita inchiesta mai svolta sull´11 settembre».
Come la denuncia definitiva degli indizi che proverebbero il più raggelante e sanguinario piano mai concepito da una democrazia contro se stessa.
La pianificazione, consumazione e occultamento di una strage sul proprio territorio di 3 mila innocenti,
utile a fabbricare l´argomento definitivo per una guerra permanente in grado di affermare una nuova «pax americana».
(Giulietto Chiesa)
Firmato dal giornalista ed eurodeputato Giulietto Chiesa, per la regia di Franco Fracassi e Francesco Trento, prodotto da Thomas Torelli per "Telemaco" con il sostegno di 400 piccoli azionisti popolari, il lavoro (che è diventato anche un libro per "Piemme") è né più e né meno che una ricognizione cinematografica di ciò che di più suggestivo hanno depositato sei anni di cosiddette "conspiracy theories", teorie del complotto. Che pesca nel lavoro condotto dall´associazione dei familiari delle vittime dell´11 settembre. Che muove da un sillogismo che lo stesso Chiesa tiene a declinare:
«Se è vero come è vero che la guerra in Iraq è stata costruita su una menzogna,
questa circostanza non può che essere la prova indiretta della menzogna che ne è stata a monte:
la versione ufficiale sui fatti dell´11 settembre».
Per due ore, le voci del Nobel Dario Fo, di Lella Costa e Moni Ovadia fanno da raccordo a immagini e testimonianze che aggrediscono la versione ufficiale offerta dall´amministrazione americana, dalla commissione d´inchiesta del Congresso, dalle agenzie federali che, a diverso titolo hanno lavorato ai fatti e alle responsabilità del martedì di sangue delle Torri Gemelle e del Pentagono, riducendola a una barzelletta per gonzi.
In un montaggio che decide di fare a meno di ogni contraddittorio documentale o testimoniale che pure esiste ed è copioso (dando così erroneamente per acquisita e nota al grande pubblico la ricostruzione ufficiale dei fatti), vengono accreditate quattro circostanze:
1) il collasso delle Torri non è stato prodotto dall´impatto con i due Boeing che le hanno investite e dalle conseguenze che ne sono derivate, ma da una serie di esplosioni controllate di ordigni depositati nel World Trade Center non si sa bene da chi, non si sa bene quando;
2) il Pentagono non è stato colpito dal volo American Airlines 77. Ma, forse, da un velivolo militare. Forse, anche in questo caso, da una catena di ordigni innescati altrimenti;
3) il sistema di difesa militare dello spazio aereo statunitense è stato dolosamente inerte mentre i Boeing dirottati compivano il loro ultimo viaggio;
4) l´identificazione dei 19 dirottatori è stata sospettosamente frettolosa. Forse non erano loro a bordo dei quattro aerei caduti.
Zero avrà certamente fortuna nelle sale. Come l´ha avuta Thierry Meyssan con il suo bestseller
"L´incredibile menzogna. Nessuno ha colpito il Pentagono".
Purtroppo, Zero, esattamente come Meyssan, resta ancora nudo di fronte alla più semplice delle obiezioni per chi conosce la democrazia americana.
L´organizzazione di un complotto per coprire ciò che sarebbe davvero accaduto l´11 settembre avrebbe dovuto coinvolgere un tale numero di funzionari civili e militari, nell´amministrazione, nei servizi di sicurezza, nelle Forze armate, da rendere impossibile qualsiasi tentativo di "cover-up".
Dunque come è potuto accadere che in sei anni nessuno abbia visto, sentito, raccontato?
Dagospia 25 Ottobre 2007
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