Libano - Bomba contro veicolo militare dell'Onu

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paperino73
00martedì 8 gennaio 2008 15:55
Feriti due soldati irlandesi e alcuni civili

dal corriere.it


Libano, esplosione al passaggio di un mezzo dell'Unifil a Rmeileh, sull'autostrada che da Beirut va verso il sud

BEIRUT (LIBANO) - Anche alcuni civili, in numero ancora imprecisato, sono rimasti feriti nell'attentato di martedì pomeriggio a sud di Beirut, dove un ordigno è esploso al passaggio di un camion dell'Unifil, la forza Onu in Libano. Lo ha riferito Al-Manar, la Tv del movimento sciita Hezbollah. L'emittente ha aggiunto che nell'esplosione sono rimasti feriti almeno due caschi blu del contingente irlandese dell'Unifil. La nazionalità dei caschi blu feriti è stata confermata anche dall'agenzia ufficiale libanese Nna, che in un primo momento aveva invece affermato che i feriti erano caschi blu del contingente spagnolo dell'Unifil. Nessun militare italiano è rimasto coinvolto nell'attentato.

L'ATTENTATO - Un ordigno, posto sul ciglio della carreggiata, è esploso sull'autostrada che collega la capitale libanese al Libano meridionale nei pressi del villaggio di Rmeileh, a 36 km dalla capitale Beirut. Il 24 giugno scorso, sei caschi blu del contingente spagnolo dell'Unifil erano rimasti uccisi nell'esplosione di un'autobomba nei pressi di Khiam, nel sud del Libano.

RAZZI CONTRO ISRAELE - Intanto due razzi Katyuscia sono piovuti nella notte su Shlomi, nel nord di Israele. Uno su una strada deserta e uno sul cortile di una casa, confermano la polizia e l’esercito nonostante le smentite (ufficiose) giunte da Beirut. E’ la seconda volta dalla fine della guerra dell’estate del 2006. E come per il precedente lancio di razzi verso Israele, anche se finora non ci sono rivendicazioni, i sospetti si addensano sulle prime sconosciute Brigate Badr della jihad. Episodio «grave», è il commento che filtra dall’ufficio del Ministro della Difesa Ehud Barak, sebbene i danni provocati siano solo materiali e limitati. L’accusa implicita è rivolta al fragile governo libanese, per l’incapacità di tenere sotto controllo il territorio. L’unica reazione giunta da Beirut è affidata a un responsabile dell’esercito che dietro garanzia di anonimato definisce «infondata» la denuncia israeliana. L’Unifil, attraverso una portavoce, spiega di «non poter confermare nè smentire».

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