Licenziato in Italia, ambito negli USA, la storia di un professore vittima dei tagli della riforma Gelmini

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binariomorto
00martedì 17 agosto 2010 13:44
L'America vuole il prof italiano dell'anno
"E pensare che la Gelmini mi ha tagliato"

Luca Piergiovanni era stato premiato per una serie di progetti dedicati al podcast didattico
"Un illustre docente statunitense mi ha offerto di collaborare quando ha saputo della mia situazione"

di LUCIA LANDONI

La vicenda di Luca Piergiovanni, il professore della scuola media di Uggiate Trevano, nel Comasco, che in pochi giorni era stato premiato come docente dell’anno e licenziato a causa dei tagli imposti dal ministro Mariastella Gelmini, si arricchisce di una nuova puntata. Insieme con alcuni suoi allievi, Piergiovanni gestisce il sito chocolat3b.podomatic.com, dedicato a progetti di podcast didattico per i quali ha ricevuto diversi riconoscimenti. Su questa piattaforma web, tra le altre cose, vengono pubblicate interviste realizzate dai ragazzi tramite Skype a esperti internazionali di didattica ed educazione.

«Uno di questi illustri personaggi, Roger Schank, già docente di informatica e psicologia a Yale e grande esperto di intelligenza artificiale, mi ha contattato qualche giorno fa per offrirmi un lavoro in America – racconta il docente – Inizialmente sono rimasto scioccato, ma adesso sono entusiasta, anche se mi trovo in una situazione paradossale». In sostanza, Schank ha istituito in Florida e a Chicago alcuni Alternative places learning: centri di apprendimento per bambini dai sei agli undici anni in cui vengono utilizzati metodi di insegnamento interattivi. Proprio come quelli del professore italiano. «Mi è stato chiesto di esportare oltreoceano le mie tecniche didattiche basate sull’uso delle nuove tecnologie – continua Piergiovanni – Schank mi ha garantito un ottimo stipendio e la possibilità di trasferirmi negli Stati Uniti per illustrare i miei progetti ai docenti americani».

Una grande opportunità, che però l’insegnante toscano ha fatto modificare in modo da non dover essere costretto a lasciare l’Italia: «Nonostante tutto, non voglio perdere l’opportunità di insegnare nel mio Paese – spiega – Quindi per ora realizzerò una piattaforma online tramite la quale collaborerò virtualmente con i colleghi statunitensi, in attesa che qui la situazione si sblocchi». Perché ormai non gli basta più riavere il proprio posto di lavoro: «Non voglio che mi facciano diventare docente di ruolo solo perché mio malgrado sono diventato famoso. Pretendo che il governo si impegni seriamente per risolvere il problema del precariato in Italia. Solo allora, eventualmente, mi trasferirò».

Fonte: Repubblica
paperino73
00venerdì 20 agosto 2010 00:00
Continuo a domandarmi che sistema scolastico è quello italiano che deve fare a meno di un professore così per salvare il posto a qualche parassita (e non ditemi che non ce ne sono, ne ho conosciuti troppi).

... ah già ... ma è colpa della Gelmini ...
KuntaKinte77
00venerdì 20 agosto 2010 00:15
Re:
paperino73, 8/20/2010 12:00 AM:

Continuo a domandarmi che sistema scolastico è quello italiano che deve fare a meno di un professore così per salvare il posto a qualche parassita (e non ditemi che non ce ne sono, ne ho conosciuti troppi).

... ah già ... ma è colpa della Gelmini ...




no. O meglio non solo.
E' colpa di un sistema socio-economico-politico che non mi rappresenta e che vuole una dismissione di fondi e danari per la scuola a favore di non si sa bene cosa...

E pensare che eravamo avanti qualche 20ina di anni fa rispetto a qualità degli altri paesi europei.
Poi la cecità, iniziata prima con il prolungare il tanto amato (?) vecchio ordinamento che ci ha visto (e ci vede) entrare nel mondo del lavoro più tardi, sebbene con un maggiore spessore teorico (di cui ce ne facciamo talvolta molto poco nella vita reale).
Poi e' iniziato lo sfacelo, che porta il nome di Letizia Moratti.

L'idea delle 3i - non come concetto, ma come applicazione - ha dell'orrendo... oltre al fatto di (volutamente?) frammentare la preparazione dei più giovani. Lo sanno anche le pietre che il fanciullo non ha bisogno di 10 professori differenti che gli insegnino mille concetti, ma uno-due che lo conoscano e gli insegnino a confrontarsi e a rapportarsi con la realtà che lo circonda.

Poi la Gelmini ha - da un lato giustamente - riportato al maestro unico... dall'altra non ha pensato assolutamente alla ricaduta sociale di tutti quei docenti (volenterosi o meno) che avevano visto nella scuola il loro lavoro ed il loro progetto di vita.

Tralascio tutti i disastri susseguitisi negli anni: la cancellazione degli istituti superiori tecnici, la riapertura, le scuole sperimentali (sperimentali de che? L'informatica e piu' inglese andavano dati a tutti, no ad alcune sezioni privilegiate!).

Per non parlare del fatto che una scuola che vuole veramente educare non può finire alle 12.30 o alle 13.30, ma deve guidare il giovane anche nella costruzione e nella preparazione del lavoro pomeridiano.
Ma questo vorrebbe dire investire seriamente nel lavoro dei docenti e pagarli per il lavoro che svolgono.

Peccato che poi nulla preveda un sistema valutativo della docenza per cui, chi non fa il suo dovere o lo fa poco bene, perde privilegi o nella peggiore delle ipotesi va in panchina per un periodo.

Si riempiono tutti la bocca di sistemi meritocratici e poi pensano solo a fare propaganda. [SM=x44463]
Arjuna
00lunedì 23 agosto 2010 10:56

Meritocrazia, questa sconosciuta... [SM=x44471]
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