Mani Pulite: giudizio universale o fallito golpe?

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Nikki72
00martedì 24 marzo 2009 17:45

La Democrazia Cristiana fu una delle prime grandi intuizioni politiche italiane. Il popolo aveva infatti iniziato a mal tollerare le posizioni radicali sia di destra che di sinistra. Se la destra suscitava astio per l’aspro regime che in 20 anni aveva piegato il paese, giungevano in egual modo echi sinistri dai paesi asiatici e del nord est europeo, tanto da far temere il comunismo come un male quantomeno pari al fascismo (non a caso, uno dei motivi che favorì l’ascesa del fascismo fu proprio la paura del dilagante comunismo nelle società occidentali e non). E fu così che, il popolo, stanco di prese decisionali forti, si lascio cullare, per quasi 50 anni, da un partito centrista e estremamente cattolicizzato, tanto da apparire agli occhi di tutti docile e protettivo.

Ovviamente corruzione e tangenti furono sin da subito il motore dei partiti politici, e sin da subito vi fu chi pensò bene di arricchirsi alle spalle del cittadino, con qualsiasi mezzo. Ritengo che Il concetto di corruzione non sia soggetto a rispettare alcun confine politico, non colpisce solo una data rappresentanza parlamentare: è anche ovvio che il governo di maggioranza ha maggiori esponenti politici in parlamento e maggior possibilità di operare all’interno della nazione, conseguentemente ha maggior possibilità di essere invischiata in affari poco leciti o del tutto illeciti.

Ma perché la magistratura colpì a partire dal 1991? Quale fu il motivo geopolitico che scatenò il ciclone Mani Pulite? Credo che uno dei motivi principali si possa riscontrare nel fatto che la natura umana tenda a ricercare e sostenere posizioni nette e decise a discapito di posizioni più e moderate e poco incisive. Per quanto riguarda il pensiero politico orientato a destra, nacque consapevolezza dell’impossibilità di una presa di potere dura come il fascismo, vuoi perché la costituzione tutela tuttora tale eventualità, vuoi perché una nuova concezione della politica da parte del popolo criminalizza tale forma di potere. La destra più radiale rimane tuttavia una realtà marginale, poiché la memoria di quanto accaduto è stata ampiamente tramandata e tuttora esistono testimoni del triste passato di questa nazione.

Per quanto riguarda il pensiero politico che volge a sinistra, la sconfitta del potere capitalista rispetto al potere comunista con il colpo di grazia del 1989 (caduta del muro di Berlino) e il successivo crollo del grande impero sovietico nel 1991 fecero cadere ogni timore sin precedentemente provato verso il comunismo, ritenuto ormai un sistema politico che mai avrebbe potuto minare la democraticità dello stato.

Or arriviamo al punto in cui il Partito Socialista Italiano cavalcava l’onda in sella ai consensi del popolo. I legami tra esso e la D.C. erano forti e particolarmente solidi. Con ogni mezzo la D.C. aveva estraniato i partiti più “estremisti” dalla possibilità di esser chiamati a governare, a nulla erano serviti i moti sessantottini, le azioni brigatiste, il terrorismo rosso e nero. Ma ora era forse giunto il momento in cui le cose potevano essere realmente cambiate.

Fu innanzitutto Occhetto, guida del neonato P.D.S. sorto per dare un’immagine più docile al comunismo sostenuto dal P.C.I., a coglier per primo l’entità di questo mutamento. Per far volger a proprio favore la situazione l’azione politica tuttavia non sarebbe bastata: entrò quindi in scena Mani Pulite e il proprio “team” di selezionatissimi magistrati. I mass media fecero il resto, portando nelle case degli italiani processi, nomi noti e meno noti, creando il mito del magistrato che epuravano i campi politici dalla malaerba, lasciando solo il germoglio sano.

Col senno di poi venne a galla la realtà, ovvero i finanziamenti illeciti non solo ai partiti che furon sterminati dalla magistratura, ma anche i finanziamenti illeciti ottenuti dal P.C.I., le cosiddette “tangenti rosse”. Ma stranamente fu poco incisivo l’intervento della magistratura in questo frangente. Finanziamenti illeciti risalenti al 1985 furono confermati, ormai quando il reato cadde in prescrizione, da Massimo D’Alema: correva l’anno 1995.

Voglio ora porre un quesito: perché l’allora presidente del consiglio Bettino Craxi, dopo aver ammesso davanti al giudice Antonio Di Pietro nel famoso processo Cusani l’implicazione del proprio partito e di se stesso riguardo finanziamenti illeciti sia fuggito dall’Italia? Craxi fu uno statista di indiscutibile intelligenza politica e carisma, ciò è innegabile. E’ poco credibile che una persona avente la forza di ammettere le proprie colpe davanti al parlamento e davanti ai magistrati fugga per paura di affrontare un processo equo che indaghi sul sistema corrotto in maniera imparziale. Cos’è accaduto nel lasso di tempo trascorso fra le sue dichiarazioni di colpevolezza e la fuga? La risposta si trova nelle parole di Craxi pronunciate ad Hammamet nel 1997, in cui egli stesso denunziava in maniera implicita la presenza di un legame tra la magistratura e certi ambienti politici, tale da riservare trattamenti diversi a seconda dei partiti. Sue testuali parole, in Mani Pulite e seguenti indagini di quegli anni vi erano “…partiti da salvare, partiti da tenere a bagno maria, partiti da eliminare…”.

Questo spiega anche il motivo per cui, nonostante si stesse “indagando” (anche se il termine alla fin fine è inappropriato) sulle tangenti rosse, quando venne varato il “decreto Conso” il P.D.S. si oppose insistentemente a tale decreto, e l’attuale esponente del Partito Democratico Oscar Luigi Scalfaro, allora Presidente della Repubblica, per la prima volta nella storia repubblicana rifiutò di firmare un decreto-legge. Questo a dimostrazione che la sinistra aveva ben poco timore della magistratura, e il decreto Conso avrebbe in un qualche modo ostacolato i loro programmi politici.

I magistrati che componevano il famoso Pool capirono infatti che una variante fondamentale nell’esito di un processo, forse ancor più fondamentale della colpevolezza e dell’innocenza dell’inquisito, è il tempo. Il nostro sistema giuridico è strutturato in modo tale che, alla scadenza di alcuni tempi tecnici, il reato da cui nasce il processo stesso cade in prescrizione. Questo spiega come mai durante Mani Pulite vi furono processi condotti in tempi brevissimi, tanto da portare al carcere persone lo stesso anno o l’anno successivo dal ricevimento dell’avviso di garanzia, e processi tuttora non portati a termine. Senza contare i processi che ormai son andati del tutto perduti appunto con l’accusa di reato caduta in prescrizione.

Senza più un valido avversario politico il vecchio P.D.S. di Occhetto avrebbe avuto finalmente la propria occasione per poter governare il paese, attraverso le elezioni del 1994. Tuttavia tale “sogno” venne smorzato dalla creazione , da parte di Silvio Berlusconi, del partito che prese il consenso della maggior parte degli elettori di quegli anni: Forza Italia, l’unico partito che avrebbe potuto contrastare il P.D.S. in quel periodo.

Occhetto, vedendo fallito il proprio tentativo di golpe, non vide altra soluzione plausibile che ritirarsi dalla guida del proprio partito politico, abbandonando ogni posizione di particolare incisività nella vita politica. Mani Pulite favorì però l’entrata nel sistema politico di Antonio Di Pietro, visto dall’immaginario collettivo (sempre grazie al sostegno mediatico) come uno dei maggiori salvatori della moralità politica. Egli tolse la maschera da magistrato che ben gli era servita per farsi conoscere e si accorpò dapprima alla coalizione della sinistra denominata L’Ulivo; successivamente ritenne più conveniente creare un proprio partito, con la speranza di cavalcare, ben presto, lo scenario politico. In una realtà politica più recente, anche Saverio Borrelli e Gerardo D’Ambrosio, altri due notissimi magistrati del pool, firmarono l'appello per la candidatura di Walter Veltroni alla guida del Partito Democratico, smascherando le loro tendenze politiche.

www.zoopolitico.it/forums/30814

c'è chi dice che il "golpe" dovesse favorire la sinistra e che poi è andato tutto storto... ma se invece dietro ci fosse mister B.? in fondo l'unico modo per entrare in politica e prendere il potere era quello di far fuori tutti gli altri... [SM=x44499]
il tobas
00martedì 24 marzo 2009 17:57
E' l'ipotesi che ogni tanto anche in Italia salti fuori qualcuno che fa il suo lavoro onestamente, faccia rispettare la legge senza che per un pò nessuno gli metta i bastoni tra le ruote non salta in mente a nessuno?

No perchè detta come nell'articolo qui sopra pare che si tratti di una strage di innocenti.

Se proprio vogliamo parlare di golpe casomai è l'intera classe politica che, di fronte a qualcosa che poteva raderla quasi totalmente al suolo, si è unita da destra a sinistra (legaioli compresi) ed ha stoppato uleriori indagini e processi.
Nikki72
00martedì 24 marzo 2009 19:13
Re:
il tobas, 24/03/2009 17.57:



Se proprio vogliamo parlare di golpe casomai è l'intera classe politica che, di fronte a qualcosa che poteva raderla quasi totalmente al suolo, si è unita da destra a sinistra (legaioli compresi) ed ha stoppato uleriori indagini e processi.




ecco, diciamo che è quel "quasi" che fa nascere qualche sospetto [SM=x44451]


Colonnello Kilgore
00venerdì 27 marzo 2009 12:34
Re:
il tobas, 24/03/2009 17.57:

E' l'ipotesi che ogni tanto anche in Italia salti fuori qualcuno che fa il suo lavoro onestamente, faccia rispettare la legge senza che per un pò nessuno gli metta i bastoni tra le ruote non salta in mente a nessuno?





No, siamo in Italia e alle favolette non ci crede più nessuno. [SM=g1700002]
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