Morto Giorgio Chinaglia

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sbandieratore-solitario
00domenica 1 aprile 2012 17:45
Purtroppo sembrano arrivare delle conferme.

Dispiace.
uepino
00domenica 1 aprile 2012 18:14
Addio a Chinaglia [SM=x44469]
Fece grande la Lazio
A 65 anni si è spento in Florida per un infarto l'ex stella dei capitolini, con i quali vinse uno scudetto storico. Chiuse la carriera negli Stati Uniti, insieme alle stelle dei Cosmos

Giorgio Chinaglia in azione con la maglia della Lazio Un lutto sconvolge il mondo del calcio. All'età 65 anni è morto Giorgio Chinaglia, ex gloria della Lazio e della Nazionale azzurra. Chinaglia si trovava ricoverato dallo scorso venerdì in un ospedale della Florida dove era stato ricoverato per un attacco di cuore. La notizia è stata riportata su Twitter dal direttore organizzativo del Milan, Umberto Gandini, in contatto con ambienti dello sport americano, ed è stata ripresa da Sky Sport.

Da giocatore Chinaglia iniziò la sua carriera in Galles, nelle file dello Swansea City, quindi arrivo in Italia nelle serie minori con Massese e Internapoli. La squadra alla quale legò indissolubilmente la sua carriera è però la Lazio, dove arrivò nel 1969 e dove vinse uno scudetto storico nella stagione 1973-74. In quello stesso anno, fece parte della sfortunata spedizione della Nazionale ai mondiali di Germania. Nel 1976 lasciò l'Italia per iniziare l'avventura americana con i Cosmos, insieme ad altre stelle del calcio mondiale.

fonte
binariomorto
00domenica 1 aprile 2012 19:59
E' morto Giorgio Chinaglia
Tricolore con la Lazio nel '74

L'ex cannoniere biancoceleste e della Nazionale è morto nella sua casa in Florida dove era rientrato da una clinica dopo un infarto. Vita complicata in campo e fuori: da 5 anni all'estero con due mandati d'arresto per lui per il coinvolgimento nel tentativo illegale di scalata alla Lazio di Lotito


E' morto Giorgio Chinaglia. L'ex attaccante di Lazio e Nazionale, 65 anni compiuti a gennaio, aveva avuto un infarto una decina di giorni fa ed era stato ricoverato in un ospedale di Naples in Florida dove ormai viveva stabilmente da un paio d’anni. Era stato operato e l’intervento con cui gli erano stati inseriti quattro stunt era andato bene. “Niente poteva far prevedere questa tragica fatalità”, racconta Charlie Stillitano, con cui Chinaglia da anni conduceva un programma radio. E aggiunge: “Lui è intervenuto per telefono anche mercoledì, giovedì e venerdì. E con Giorgio ho parlato anche ieri sera: abbiamo discusso delle partite della Juve e dell’Inter. Incredibile che oggi non ci sia più”. Chinaglia era stato rimandato a casa già da qualche giorno e proprio questa domenica aveva fatto un test per il diabete prima di sentirsi male verso le nove del mattino, quando lo ha trovato il figlio Anthony. Centravanti della Lazio degli anni '70, cannoniere di primissimo piano, Chinaglia andò con la Nazionale di Valcareggi al Mondiale '74, con un "vaffa" al c.t. dopo una sostituzione che gli costò un mare di polemiche, ma anche bandiera della Lazio di Maestrelli che conquistò con lui goleador il primo scudetto della propria storia nel 1974. Fu di Chinaglia, leader di un gruppo di uomini fuori dal comune, il gol della vittoria sul Foggia che consegnò il tricolore.

TANTA LAZIO — Alcuni suoi gesti da calciatore laziale hanno fatto storia, come quello della corsa col dito indice alzato sotto la Curva Sud dopo un gol alla Roma. Sbarcò nella capitale nel 1969, a 22 anni, arrivando dall'Internapoli. In brevissimo tempo conquistò a suon di gol i tifosi biancocelesti, spesso dopo sgroppate terribili e tiri di potenza che bucavano la rete: 12 gol nel primo anno laziale, 9 nel secondo, quando la Lazio retrocesse in B. Ma poi con Maestrelli allenatore il boom: prima capocannoniere in B nel 1972 con 21 gol, conquistando la Nazionale senza giocare in A, poi tre stagioni ai vertici della A, con Wilson, Re Cecconi, D'Amico, Frustalupi, Garlaschelli. E lo scudetto nel 1974 con 24 gol di "Long John", come i tifosi laziali chiamavo Chinaglia, cresciuto in Inghilterra con la famiglia, dove si era trasferito da bambino e dove aveva iniziato a giocare con lo Swansea. In Nazionale per lui 14 partite e 4 gol, prima del polemico addio all'Italia per andare a giocare in Usa nei Cosmos, lasciando la sua squadra in difficoltà. Quindi il rientro da salvatore della sua Lazio nel 1983 come presidente. Un'avventura terminata con una disastrosa retrocessione in B due anni dopo. Poi solo l'oblio in Usa, con il coinvolgimento nel 2006 nello scandalo legato alla scalata illegale alla Lazio di Lotito, avventura chiusa con due mandati d'arresto e di conseguenza il mancato ritorno in Italia e la residenza in Florida. Dove è morto.

AMBASCIATORE IN USA — L'esperienza in Usa di Chinaglia ha un valore storico importantissimo: eravamo nel 1976, in Usa il calcio era appena un'attività semisconosciuta, Chinaglia da capitano laziale mollò tutto e partì per New York e giocare nei Cosmos, convinto dalla moglie americana Connie Eruzione. In quella squadra Chinaglia giocava accanto a Pelé, Beckenbauer, Carlos Alberto e, per due partite, Cruyff. Una squadra delle meraviglie che ebbe in Chinaglia il goleador: miglior marcatore della storia della North American Soccer League: in sette anni segnò 193 gol in 213 partite, miglior marcatore della Nasl per 5 volte, tra il 1976 e il 1982. Vinse quattro Soccer Bowl: nel 1977, 1978, 1980 e 1982. Con il record di sette gol in una partita contro i Tulsa Roughnecks. Nel gennaio 2011 Chinaglia era stato nominato ambasciatore insieme a Carlos Alberto dei New York Cosmos, sua ex squadra con cui aveva vinto quattro titoli in Usa, con l'obiettivo di rilanciare la societá insieme al presidente Pelè e al direttore tecnico Eric Cantona.


I GUAI GIUDIZIARI — Per Chinaglia gli ultimi anni sono stati complicati per i guai giudiziari: nel 2006 era stato iscritto nel registro degli indagati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, con l'accusa di riciclaggio, ma su di lui aveva messo gli occhi anche il nucleo valutario della Guardia di Finanza, che aveva ha richiesto un'ordinanza di custodia cautelare ai danni di Chinaglia per estorsione ed aggiotaggio, nell'ambito dell'inchiesta della procura della Repubblica di Roma sulle irregolaritá nella scalata alla Lazio di Lotito. A suo carico era pendente un mandato d'arresto europeo ed era ancora latitante per la giustizia italiana. Nel luglio 2008 è stato colpito anche da un mandato di arresto per riciclaggio.

al nostro corrispondente
Massimo Lopes Pegna


Fonte: gazzetta
radcla
00lunedì 2 aprile 2012 15:56
Chi non l'ha vissuto mai potrà capire.

"Bisogna fare goal" era un il suo ritornello, la frase che gli si sentiva ripetere sempre, da giocatore, da Presidente, da tifoso.

Neanche il grande Silvio Piola gli si può accostare. Solo Sante Ancherani, ma che io non ho vissuto, poteva in qualche modo aver rappresentato la Lazio come lo ha fatto Long John.
Chinaglia era, è, e sarà sempre il Simbolo della Lazio, assieme all'Aquila.

Chinaglia ha (ri)creato il Laziale.
Dopo anni bui, i sessanta, dove si faceva l'altalena tra A e B, e a Roma il Laziale aveva perso coraggio e fiducia, arrivò, proprio sul finire dei sessanta, questo giovanotto, figlio di un minatore emigrato in Galles, che parlava a stento l'italiano, ma con un cuore ed una personalità fuori dal comune.
Cresciuto nei sobborghi di Cardiff, abituato fin da bambino a doversi far rispettare, perché gli per gli emigranti la vita non era facile. Viene allontanato dal rugby, riservato ai "purosangue" gallesi e mandato a giocare a calcio, "because the italians don't play rugby, they play only football" ... E lui, con il suo fisico da bisonte inizia a farsi notare giocando nello Swansea City, riesce a tornare nella sua Italia, nella Massese, a due passi da dove era nato. Poi l'Internapoli, sempre in serie C.
Da lì arriva la gloria, la Lazio.
Portò una squadra neo promossa a sfiorare lo scudetto e perderlo solo negli ultimissimi minuti dell'ultima giornata (anche per via di storie strane che vabbè ... lasciamo perdere in questo momento), e poi a vincerlo l'anno seguente. Non era mai accaduto prima in Italia e non accadrà mai più dopo.
Nel frattempo, quando ancora la Lazio era in B inizia anche la sua avventura con la Nazionale, grazie anche alle ripetute classifiche cannonieri vinte.
Dopo arrivano gli USA, altri 4 scudetti e capitano di una squadra piena zeppa dei migliori giocatori del mondo. Grazie alla sua tenacia gli americani scopriranno che il football non è solo quello che porta il loro nome. Il soccer sarà sdoganato sempre più negli Stati Uniti.

Ma questa è stata la carriera del calciatore, una bellissima carriera ma Chinaglia era molto più di un bravo calciatore.

Grazie a Chinaglia i ragazzini Laziali, anche se in forte minoranza nelle scuole e nelle piazze, erano i padroni in città.
Quante botte a scuola, dove il Laziale era costantemente da solo contro tanti romanisti, juventini, interisti, torinisti, milanisti ... ma grazie a Chinaglia era sempre orgoglioso della sua Fede, non temeva niente e nessuno. Che belli i lunedì a scuola avendo Chinaglia dalla tua parte eri sempre vincitore. E come ti guardavano con invidia tutti gli altri!!

Grazie a Chinaglia sono nate generazioni di Laziali, migliaia di bambini chiamati Giorgio a Roma durante gli anni settanta.

Lo odiavano gli "altri". Certo ... e questo la dice lunga sulla paura che avevano! E lui si divertiva ... prima dei derby, dal tunnel dei spogliatoi che si affacciava sotto la sud, lui tirava fuori solo il piede per ricordargli che con quello li avrebbe colpiti e veniva giù di tutto. Come rosicavano!!
Il suo modo di essere, la spavalderia, la paura che incuteva agli odiati cugini ... il giocatore lo raccontano ancor oggi le immagini, quello che ha rappresentato è vivo nei ricordi di chi lo ha vissuto e di chi con amore e orgoglio ha tramandato le tue gesta.



Chinaglione ha riempito di orgoglio il Laziale, gli ha fatto risollevare la testa.

Purtroppo la maledizione che è su quella magnifica Squadra del '74, "La Squadra" che ha scritto una favola bellissima, senza eguali, ha portato via anche lui.

Un amore, quello tra Chinaglia e la sua gente, che chi non l'ha vissuto, chi non c'era in quegli anni, non potrà mai capirlo e decifrarlo. Perché non si giustifica con nessun motivo razionale il fatto di "buttare" tutti i soldi che avevi fatto giocando a pallone (e per un quasi figlio di emigrante come era lui, i soldi avevano un peso ...), per poi comprarti la tua Squadra. Forse l'unico caso, o tra i pochissimi, di presidente che si è rovinato finanziariamente per amore della propria squadra.
E poi, sempre per amore e per ignoranza, altre cose, più recenti. Che ora evito, non è il momento, ma sempre per amore e per fiducia della gente. Chinaglia era il gigante buono, si fidava se era per il bene della Lazio. Ha prima creduto ai manager del Cosmos, quando gli dissero di andare avanti e acquistare la Lazio che poi sarebbero intervenuti loro per investire. Ma loro non vennero mai.
Poi ha creduto ad altri ambigui personaggi, che volevano riciclare soldi sporchi.
Avesse voluto pensare più a se stesso, ai suoi interessi, non avrebbe sporcato la sua immagine venendo prima ad acquistare la Lazio e poi mettendo la faccia per quella cordata misteriosa, poi rivelatasi camorrista.
Ma come spiegarlo questo amore reciproco, tra Chinaglia e la sua gente, a chi non ha vissuto quell'epopea, quegli anni, quelle emozioni e quelle gioie?

Senza Chinaglia, senza Lovati andatosene via giusto un anno fa ... non è solo Storia che è andata via, sono pezzi di cuore che non ci sono più, sono emozioni, e le più belle che un tifoso possa provare, che mai più torneranno.
Posso dire di essere stato fortunato di averle vissute, di aver vissuto quegli anni, decisamente i più pazzi e affascinanti della nostra lunghissima e ultrasecolare storia.

Mi piacerebbe che la società ritiri la maglia numero 9, per sempre.

Mi è stato difficile buttare giù queste parole, perché da ieri ho dentro una tristezza infinita e non sono bravo a scrivere. Ma qualcosa volevo farlo, perché se sono così orgoglioso di essere Laziale è perché ho avuto la grande fortuna di poter vivere tutta l'epopea di Chinaglia.
Un mio piccolo e modestissimo ricordo Giorgione lo meritava e io sentivo che DOVEVO farlo.
Ci ho provato, ma meglio delle parole sono certamente le immagini, fortunatamente ce ne sono di bellissime, è difficile sceglierne solo alcune, dietro di ognuna c'è una storia, emozioni, ricordi di una vita.
Chi ha vissuto sugli spalti di una qualsiasi curva forse potrà capire qualcosa.

Fino a 50 anni ho vissuto con Chinaglia, dal giorno successivo ho iniziato a portarne la leggenda con me.


radcla
00lunedì 2 aprile 2012 15:57
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radcla
00lunedì 2 aprile 2012 15:57







radcla
00lunedì 2 aprile 2012 15:58






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