Chi non l'ha vissuto mai potrà capire.
"
Bisogna fare goal" era un il suo ritornello, la frase che gli si sentiva ripetere sempre, da giocatore, da Presidente, da tifoso.
Neanche il grande Silvio Piola gli si può accostare. Solo Sante Ancherani, ma che io non ho vissuto, poteva in qualche modo aver rappresentato la Lazio come lo ha fatto Long John.
Chinaglia era, è, e sarà sempre il Simbolo della Lazio, assieme all'Aquila.
Chinaglia ha (ri)creato il Laziale.
Dopo anni bui, i sessanta, dove si faceva l'altalena tra A e B, e a Roma il Laziale aveva perso coraggio e fiducia, arrivò, proprio sul finire dei sessanta, questo giovanotto, figlio di un minatore emigrato in Galles, che parlava a stento l'italiano, ma con un cuore ed una personalità fuori dal comune.
Cresciuto nei sobborghi di Cardiff, abituato fin da bambino a doversi far rispettare, perché gli per gli emigranti la vita non era facile. Viene allontanato dal rugby, riservato ai "purosangue" gallesi e mandato a giocare a calcio,
"because the italians don't play rugby, they play only football" ... E lui, con il suo fisico da bisonte inizia a farsi notare giocando nello Swansea City, riesce a tornare nella sua Italia, nella Massese, a due passi da dove era nato. Poi l'Internapoli, sempre in serie C.
Da lì arriva la gloria, la Lazio.
Portò una squadra neo promossa a sfiorare lo scudetto e perderlo solo negli ultimissimi minuti dell'ultima giornata (anche per via di storie strane che vabbè ... lasciamo perdere in questo momento), e poi a vincerlo l'anno seguente. Non era mai accaduto prima in Italia e non accadrà mai più dopo.
Nel frattempo, quando ancora la Lazio era in B inizia anche la sua avventura con la Nazionale, grazie anche alle ripetute classifiche cannonieri vinte.
Dopo arrivano gli USA, altri 4 scudetti e capitano di una squadra piena zeppa dei migliori giocatori del mondo. Grazie alla sua tenacia gli americani scopriranno che il football non è solo quello che porta il loro nome. Il soccer sarà sdoganato sempre più negli Stati Uniti.
Ma questa è stata la carriera del calciatore, una bellissima carriera ma Chinaglia era molto più di un bravo calciatore.
Grazie a Chinaglia i ragazzini Laziali, anche se in forte minoranza nelle scuole e nelle piazze, erano i padroni in città.
Quante botte a scuola, dove il Laziale era costantemente da solo contro tanti romanisti, juventini, interisti, torinisti, milanisti ... ma grazie a Chinaglia era sempre orgoglioso della sua Fede, non temeva niente e nessuno. Che belli i lunedì a scuola avendo Chinaglia dalla tua parte eri sempre vincitore. E come ti guardavano con invidia tutti gli altri!!
Grazie a Chinaglia sono nate generazioni di Laziali, migliaia di bambini chiamati Giorgio a Roma durante gli anni settanta.
Lo odiavano gli "altri". Certo ... e questo la dice lunga sulla paura che avevano! E lui si divertiva ... prima dei derby, dal tunnel dei spogliatoi che si affacciava sotto la sud, lui tirava fuori solo il piede per ricordargli che con quello li avrebbe colpiti e veniva giù di tutto. Come rosicavano!!
Il suo modo di essere, la spavalderia, la paura che incuteva agli odiati cugini ... il giocatore lo raccontano ancor oggi le immagini, quello che ha rappresentato è vivo nei ricordi di chi lo ha vissuto e di chi con amore e orgoglio ha tramandato le tue gesta.
Chinaglione ha riempito di orgoglio il Laziale, gli ha fatto risollevare la testa.
Purtroppo la maledizione che è su quella magnifica Squadra del '74, "La Squadra" che ha scritto una favola bellissima, senza eguali, ha portato via anche lui.
Un amore, quello tra Chinaglia e la sua gente, che chi non l'ha vissuto, chi non c'era in quegli anni, non potrà mai capirlo e decifrarlo. Perché non si giustifica con nessun motivo razionale il fatto di "buttare" tutti i soldi che avevi fatto giocando a pallone (e per un quasi figlio di emigrante come era lui, i soldi avevano un peso ...), per poi comprarti la tua Squadra. Forse l'unico caso, o tra i pochissimi, di presidente che si è rovinato finanziariamente per amore della propria squadra.
E poi, sempre per amore e per ignoranza, altre cose, più recenti. Che ora evito, non è il momento, ma sempre per amore e per fiducia della gente. Chinaglia era il gigante buono, si fidava se era per il bene della Lazio. Ha prima creduto ai manager del Cosmos, quando gli dissero di andare avanti e acquistare la Lazio che poi sarebbero intervenuti loro per investire. Ma loro non vennero mai.
Poi ha creduto ad altri ambigui personaggi, che volevano riciclare soldi sporchi.
Avesse voluto pensare più a se stesso, ai suoi interessi, non avrebbe sporcato la sua immagine venendo prima ad acquistare la Lazio e poi mettendo la faccia per quella cordata misteriosa, poi rivelatasi camorrista.
Ma come spiegarlo questo amore reciproco, tra Chinaglia e la sua gente, a chi non ha vissuto quell'epopea, quegli anni, quelle emozioni e quelle gioie?
Senza Chinaglia, senza Lovati andatosene via giusto un anno fa ... non è solo Storia che è andata via, sono pezzi di cuore che non ci sono più, sono emozioni, e le più belle che un tifoso possa provare, che mai più torneranno.
Posso dire di essere stato fortunato di averle vissute, di aver vissuto quegli anni, decisamente i più pazzi e affascinanti della nostra lunghissima e ultrasecolare storia.
Mi piacerebbe che la società ritiri la maglia numero 9, per sempre.
Mi è stato difficile buttare giù queste parole, perché da ieri ho dentro una tristezza infinita e non sono bravo a scrivere. Ma qualcosa volevo farlo, perché se sono così orgoglioso di essere Laziale è perché ho avuto la grande fortuna di poter vivere tutta l'epopea di Chinaglia.
Un mio piccolo e modestissimo ricordo Giorgione lo meritava e io sentivo che DOVEVO farlo.
Ci ho provato, ma meglio delle parole sono certamente le immagini, fortunatamente ce ne sono di bellissime, è difficile sceglierne solo alcune, dietro di ognuna c'è una storia, emozioni, ricordi di una vita.
Chi ha vissuto sugli spalti di una qualsiasi curva forse potrà capire qualcosa.
Fino a 50 anni ho vissuto con Chinaglia, dal giorno successivo ho iniziato a portarne la leggenda con me.