Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 29 agosto-8 settembre 2012

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killing zoe
00lunedì 27 agosto 2012 20:25
I diciotto film in concorso

Una 69/ma edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia (29 agosto-8 settembre) nel segno dello snellimento, circa la metà dei film dello scorso anno, e con temi portanti forti come crisi economica e fondamentalismi. Non solo. L'era della direzione artistica di Alberto Barbera rivendica - chiaramente in 'replica-divertita' alle dichiarazioni del predecessore Muller - di avere anche lei tutti film in prima mondiale e che non mancherà neppure il mercato (Venice Film Market) proprio come al Festival di Roma.

Questi i 18 titoli del concorso internazionale di Venezia 69 in prima mondiale:

PAUL THOMAS - THE MASTER (Usa)

OLIVIER ASSAYAS - APRES MAI (SOMETHING IN THE AIR) (Francia)

RAMIN BAHRANI - AT ANY PRICE (Usa, Gran Bretagna)

MARCO BELLOCCHIO - BELLA ADDORMENTATA (Italia)

PETER BROSENS, JESSICA WOODWORTH - LA CINQUIEME SAISON (Belgio, Paesi Bassi, Francia)

RAMA BURSHTEIN - LEMALE ET HA'CHALAL (FILL THE VOID) (Israele)

DANIELE CIPRI' - E' STATO IL FIGLIO (Italia, Francia)

FRANCESCA COMENCINI - UN GIORNO SPECIALE (Italia)

BRIAN DE PALMA - PASSION (Francia, Germania)

XAVIER GIANNOLI - SUPERSTAR (Francia, Belgio)

KI-DUK KIM - PIETA' (Corea del Sud)

TAKESHI KITANO - OUTRAGE BEYOND (Giappone)

HARMONY KORINE - SPRING BREAKERS (Usa)

TERRENCE MALICK - TO THE WONDER (Usa)

BRILLANTE MENDOZA - SINAPUPUNAN (THY WOMB) (Filippine)

VALERIA SARMIENTO - LINHAS DE WELLINGTON (Portogallo, Francia)

ULRICH SEIDL - PARADIES: GLAUBE (PARADISE: FAITH) (Austria, Francia, Germania)

KIRILL SEREBRENNIKOV - IZMENA (BETRAYAL) (Russia)



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killing zoe
00lunedì 27 agosto 2012 20:40
Tutti i film fuori concorso
Sono tre i nuovi titoli che arricchiscono il programma della 69/a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica (29 agosto-8 settembre), diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.
Gli altri tre film che entrano nella programmazione di settembre sono 'Come voglio che sia il mio futuro?', un progetto di Ermanno Olmi realizzato da Maurizio Zaccaro (Fuori Concorso - Proiezioni speciali), 'Convitto Falcone' di Pasquale Scimeca che è un omaggio a Giovanni Falcone (Evento speciale) e l'horror di mezzanotte 'Du hast es versprochen' (Forgotten) della regista tedesca esordiente nel lungometraggio Alex Schmidt (Fuori Concorso).
Il progetto di Olmi è realizzato con gli allievi degli ultimi cinque anni del laboratorio Ipotesi Cinema formazione di Bologna. Centinaia di interviste realizzate in Italia, selezionate e montate, sono diventate ora un film con direzione artistica di Zaccaro: uno spaccato significativo delle attese, le speranze, le delusioni e timori dei giovani di oggi. Anche l'omaggio a Giovanni Falcone di Scimeca coinvolge i ragazzi della scuola e attori professionisti. Il film, tratto da un racconto di Giuseppe Cadili e scritto con Francesco La Licata, è prodotto da Arbash, Rai Cinema, Sicilia Film Commission, in collaborazione con la Fondazione Francesca e Giovanni Falcone. Musiche di Franco Battiato. 'Du hast es versprochen' (Forgotten) della regista tedesca Schmidt è un horror che sarà proiettato a mezzanotte. Due amiche d'infanzia, Hanna (Mina Tander) e Clarissa (Laura de Boer), si incontrano di nuovo dopo 25 anni: saranno assediate dai fantasmi del passato.

Questi i titoli FUORI CONCORSO di Venezia 69:

MIRA NAIR - 'THE RELUCTANT FUNDAMENTALIST' (India, Pakistan, Usa) - FILM DI APERTURA

SUSANNE BIER - 'DEN SKALDEDE FRISOR' (Danimarca, Svezia)

PASCAL BONITZER - 'CHERCHEZ HORTENSE' (Francia)

SIMON BROOK - 'SUR UN FIL...' (Francia, Italia)

JONATHAN DEMME - 'ENZO AVITABILE MUSIC LIFE' (Italia) - documentario

STEPHEN FUNG - 'TAI CHI 0' (Cina)

AMOS GITAI - 'LULLABY TO MY FATHER' (Israele, Francia, Svizzera)

KIYOSHI KUROSAWA - 'SHOKUZAI' (Giappone)

SPIKE LEE - 'BAD 25' (Usa) - documentario

MANOEL DE OLIVEIRA - 'O GEBO E A SOMBRA' (Portogallo, Francia)

ROBERT REDFORD - 'THE COMPANY YOU KEEP' (Usa)

KIMBLE RENDALL - SHARK (Australia, Singapore, Cina)

HENRY-ALEX RUBIN - 'DISCONNECT' (Usa)

ARIEL VROMEN - THE ICEMAN (Usa)

JEAN-PIERRE AMERIS - 'L'HOMME QUI RIT' (Francia, Repubblica Ceca) - FILM DI CHIUSURA



FUORI CONCORSO - PROIEZIONI SPECIALI

LYUBOV ARKUS - 'ANTON TUT RYADOM' (Russia) - documentario

HINDE BOUJEMAA - 'YA MAN AACH' (Tunisia) - documentario

LILIANA CAVANI - 'CLARISSE' (Italia) - documentario

SILVIA GIRALUCCI, LUCA RICCIARDI - 'SFIORANDO IL MURO' (Italia)

Documentario AMOS GITAI - 'CARMEL' (2009) (Israele, Francia, Italia)

DANIELE INCALCATERRA, FAUSTA QUATTRINI - 'EL IMPENETRABLE' (Argentina, Francia) - documentario

MICHAEL MANN - 'WITNESS: LIBYA' (Usa) - documentario

CARLO MAZZACURATI - 'MEDICI CON L'AFRICA' (Italia) - documentario

DANIELE VICARI - 'LA NAVE DOLCE' (Italia, Albania)- documentario

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00lunedì 27 agosto 2012 20:50
Magnani-Bergman e La guerra dei Vulcani

Delusa, furiosa e vendicativa una, dolce e docile l'altra che in italiano, come scrisse in una storica lettera di ammirazione da cui tutto cominciò, sapeva dire solo 'ti amo', entrambe innamorate dello stesso uomo. Accadeva nel 1949 e i protagonisti sono nella storia del cinema: Anna Magnani, Ingrid Bergman e Roberto Rossellini. Francesco Patierno ha ricomposto quel triangolo amoroso per un documentario che la Mostra del cinema di Venezia presenterà nella sezione Venezia Classici. E' la guerra dei Vulcani perché tutta la vicenda si svolse alle isole Eolie con due set ad un braccio di mare di distanza: a Stromboli Rossellini con la Bergman a Vulcano la Magnani tradita. E' bastato il trailer e il nome dei tre per lanciare all'estero il film, una produzione Todos Contentos y yo tambien in collaborazione con Cinecittà Luce, Wide House, Centro Studi Eoliano, distribuito da Luce-Cinecittà. La guerra dei Vulcani sarà dopo Venezia ai festival di Toronto, Londra, New York, già venduto in 12 paesi. "E' un documentario emotivo coinvolgente come la storia che sono andato a raccontare. La guerra dei Vulcani - dice all'ANSA Francesco Patierno - non è un documentario classico perché gli spezzoni, le scene che ho recuperato non sono quelle di attori ma di persone che in quel momento vivevano un pezzo di vita intensa. Sono storie d'amore e i protagonisti sono tra le persone più note al mondo. Il montaggio è costruito alternando spezzoni di Anna e di Ingrid, in un dialogo a distanza con Rossellini nel mezzo".
Nel 1949 Roberto Rossellini è all'apice del successo e condivide la vita artistica e affettiva con Anna Magnani, due artisti dal carattere forte. Ma una telefonata cambia il destino di quell'amore, che aveva portato al cinema il capolavoro assoluto di Roma città aperta e il successivo Amore da La voce umana di Cocteau. Alla casa di produzione Minerva era arrivata una lettera di un'attrice svedese, Ingrid Bergman, una stella di Hollywood protagonista di Notorius, Casablanca e Intermezzo, che Rossellini in quell'Italia stracciona del primo dopoguerra neppure sapeva chi fosse, come ricorda Giancarlo Governi in Nannarella (Minimum Fax). Nella lettera la Bergman scrive di aver visto Roma città aperta e Paisà e di averli apprezzati: "Se ha bisogno di un'attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il tedesco e in italiano sa dire sono 'ti amo' sono pronta a venire in Italia a lavorare con lei". Rossellini che spera di avere con quel nome i soldi per un nuovo film comincia a risponderle, ha una grande comunicativa ed è anche un seduttore. E siccome Anna è gelosissima nasconde quelle missive, ma il pettegolezzo circola e così leggenda vuole che un giorno mentre Roberto e lei sono ad Amalfi per girare Il Miracolo, all'arrivo di un telegramma di Ingrid, la Magnani furiosa abbia lanciato gli spaghetti al pomodoro in faccia all'amato. Roberto non ha il coraggio di lasciare Anna ed è l'ipocrisia che renderà la Magnani furiosa. Va a Londra per la prima dell'Onorevole Angelina. In Italia l'arrivo della Bergman con Rossellini che la va a prendere con il mazzo di rose in mano finisce su tutti i giornali. Cominciano le riprese di Stromboli: la storia scandalosa tra la diva di Hollywood e il regista del Neorealismo fa il giro del mondo, l'America non perdona l'addio della Bergman, ma lei è innamoratissima e disposta a tutto. La Magnani per vendetta accetta di girare Vulcano. La sera della prima, nel '51, Anna si presenta sorridente con la sua risata fragorosa. Il destino vuole che sia la sera stessa del parto del primo figlio di Roberto e Ingrid. ''Il lavoro d'archivio è stato accuratissimo e la scoperta più bella - spiega Patierno - è la suggestione pazzesca che comunicano gli attori che in realtà in quel momento non interpretano proprio per niente, ma sono loro stessi".
Un documentario 'neorealista' verrebbe da dire e Patierno accetta la definizione, perché a quel cinema con i suoi film, come Pater Familias, è da sempre legato. Dagli spezzoni rimontati ad arte da Patierno viene fuori "una Magnani strepitosa, da brivido, un'attrice infinita. La Bergman invece fragile, in fuga da Hollywood, ribelle per amore, accetta di girare Stromboli perché glielo chiede l'uomo di cui é innamorata, ma non c'é uno straccio di riga scritta in sceneggiatura, per la svedese uno shock. Alla fine del film - confessa Patierno - non si può non amare entrambe".





di Alessandra Magliaro
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killing zoe
00mercoledì 29 agosto 2012 21:59
Mira e le sue sorelle, la carica delle donne registe
La prima è stata Mira. Tocca alla Nair aprire, anche se fuori concorso la carica delle donne registe della Mostra del cinema di Venezia (festival femmina che quest'anno compie 80 anni, anche se per motivi diversi ne conteggia 69). Mai così tante in una rassegna, un terzo degli autori presenti nelle varie sezioni. Alberto Barbera, il direttore della Mostra, ha ribadito che le quote rosa non c'entrano. "Non ci piace l'idea di uana riserva indiana che protegga una determinata categoria" - a il riferimento può essere letto anche come riferimento all'abolizione di Controcampo italiano, la sezione dedicata dal suo predecessore Muller al cinema italiano - "abbiamo scelto i film senza idee preconcette. E alla fine ci siamo accorti che un terzo dei registi sono donne. Forse non un caso, ma certo un segno dei tempi. Il cinema è stato per un secolo un ambiente maschilista. Era ora che cambiasse". Quote rosa no, dunque, ma segno dei tempi che il recente Festival di Cannes non ha colto: nessuna regista in concorso con gran carico di polemiche.

AMORI E BICICLETTE - Dunque la Nair è in buona compagnia. Tra i 18 film del concorso, quello della nostra Francesca Comencini con Un giorno speciale. In gara la portoghese Valeria Sarmiento e Jessica Woodworth. Occhi puntati su Fill The Void di una debuttante, l'israealiana Rama Burshtein. In Orizzonti c'è Wadjda l'opera di Haifaa Al Mansour, la prima regista donna dell'Arabia Saudita: anche desiderare una bicicletta e battersi per averla può diventare un atto politico. Insieme a lei, a giocarsi il premio della giuria diretta da Pierfrancesco Favino altre colleghe: Paola Morabito, Celia Rico Clavellino, Renate Costa Perdomo, Costance Meyer, Djamila Sahraoui, Yesim Ustaoglu, Salla Sorri. Fuori concorso tra le altre nche Susanne Bier con una commedia, Love is All You Need, Liliana Cavani con le sue Clarisse. Pienone di autrici anche nelle due sezioni indipendenti del festival, Giornate degli autori (che apre con il progetto Women's Tales, quattro idee sulla donna firmate da Zoe Cassavetes, Lucrecia Martel, Giada Colagrande e Massy Tadjedin) e Settimana della critica.

QUEL LEONE DEL 2001 - Che parlino i film, a questo punto, visto che il diritto a farsi vedere alla Mostra lo hanno conquistato per merito e non per rispetto delle pari opportunità. Quello di Mira Nair è stato applaudito alla proiezione stampa. Tratto dal romanzo di Mohsin Hamid, riflessione sugli effetti dell'11 settembre 2001, per la regista indiana è stato l'occasione di fare i conti anche con la propria storia. Quell'11 settembre la Nair era appena arrivata a Toronto da Venezia con in valigia il Leone d'oro vinto con Monsoon Wedding (prima presidenza Barbera). "Uno shock. La prima reazione è stato assicurarmi che la mia famiglia e i mie amici stessero bene. Tutti di provenienze diverse, ma newyorkesi, città dove prima dell'attenatato alle Torri nessuno era straniero.. Improvvisamente abbiamo capito che persone come noi potevano essere gli altri". Proprio come accade al protagonista del film. Il fondamentalista riluttante che crede nel potere della parola.

di STEFANIA ULIVI
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