Il decesso a Roma il 30 dicembre
Donatella Colasanti, l'unica sopravvissuta al massacro del Circeo, è morta per malattia il 30 dicembre scorso in un ospedale romano. La notizia del decesso è stata confermata dal padre della donna.
Nonostante la malattia, la donna si era sempre battuta, da 30 anni a questa parte, chiedendo giustizia nei confronti dei suoi tre aguzzini: Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira. Il 29 settembre del 1975 i tre avevano invitato e poi sottoposto a violenze e sevizie di ogni tipo per una notte intera in una villetta al Circeo, lei e Maria Rosaria Lopez. La Lopez perse la vita per le violenze subite, mentre la Colasanti riuscì a cavarsela soltanto fingendo di essere morta, passando un'intera notte nel bagagliaio di una Fiat 127, in via Pola a Roma, con il cadavere dell'amica.
Fino all'ultimo la Colasanti si era battuta chiedendo giustizia per i fatti di trent'anni fa, in particolare in riferimento alla vicenda di Andrea Ghira, scomparso poco dopo il massacro e rifugiatosi all'estero. La donna era convinta della presenza del suo aguzzino a Roma coperto dalla famiglia. Nemmeno la recenta scoperta del corpo di Ghira in un cimitero di Melilla, enclve spagnola in Marocco, l'aveva convinta. Secondo la Colasanti il ritrovamento, improvviso dopo che qualche settimana prima era stata pubblicata una foto che avrebbe dimostrato la presenza di Ghira a Roma, era stato soltanto l'ennesimo depistaggio.
Gli altri due protagonisti del massacro furono invece catturati: Gianni Guido subito, in stato di apparente confusione mentale, e Angelo Izzo poco dopo. Nel processo svoltosi nel luglio del 1976 i giudici non concedono alcuna attenuante ai tre imputati: pena di carcere a vita per omicidio pluriaggravato che poi nel 1980, nel processo di appello, verrà tramutata in 30 anni di reclusione dopo che i familiari della Lopez accettano il risarcimento offerto dalla famiglia di Guido, contestualmente al presunto pentimento di quest'ultimo.
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