MotoGp: il ritorno di Rossi in Yamaha e i due anni maledetti alla Ducati

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strega@rossa
00martedì 13 novembre 2012 13:31
The Doctor riparte con il suo vecchio amore, dopo essere diventato più "umano" con la moto italiana


VALENCIA, 12 NOVEMBRE - A distanza di pochi giorni il circuito di Valencia sarà teatro, contemporaneamente, della fine di una delle storie d’amore motociclistiche più deludenti e del “nuovo” inizio di una delle più romantiche. Entrambe hanno come protagonista Valentino Rossi e le partner hanno il nome, rispettivamente, di Ducati e di Yamaha.

PASSIONI D’ORIENTE - Sin dagli albori degli anni 2000 in molti, tra gli appassionati del motociclismo, immaginavano come sarebbe potuto essere un matrimonio tutto italiano, pilota e moto che parlassero la stessa lingua, che difendessero lo stesso tricolore. Il promesso sposo Valentino Rossi, però, non era ancora pronto per un passo così decisivo come il matrimonio in patria. Guardava ad Oriente, il più vincente degli ultimi decenni, giovane, bello e famoso aveva una passione sfrenata per le Giapponesi. Prima fidanzato con la Honda, compagna dei primi successi nella categoria 500 e poi dell’affermazione nella neonata Moto Gp. Da debuttante assoluto nella massima serie nel 2000 riesce già ad impaurire gli avversari più temprati di lui, raggiungendo il secondo posto. E’ soltanto il rodaggio, di una storia che lo porterà a vincere tutti e tre i successivi mondiali. Poi la Yamaha, un innamoramento dettato più dalla passione che dalla ragione, all’inizio una pazzia bella e buona, una scelta che si è rivelata nel tempo la più azzeccata, in tutta la sua carriera. In sette anni di legame hanno conquistato insieme 4 titoli mondiali, due terzi posti ed un secondo. Dal 2004 al 2006 i primi due successi, segno di una passione dirompente, Rossi riesce da buon “dottore” a curare una moto che, prima di essere costruita ad hoc per lui, attraversava momenti di dura crisi. Dopo due anni in cui riesce soltanto a sfiorare la vittoria, torna nel 2008 e poi ancora nel 2009 a vincere, raggiungendo quota totale di 9 mondiali vinti. Da quel momento comincia il suo declino e Valentino capisce che qualcosa deve cambiare.

ITALIANS DO IT BETTER - L’anno successivo, il 2010, è un anno di transizione. Seguito dal suo fidato staff, capeggiato da Jeremy Burgess, comprende di aver perso parte delle sue motivazioni e inizia per la prima volta a pensare concretamente di “mettere la testa a posto”. Incomincia finalmente a guardare le bellezze di casa propria. Lui corteggia lei, lei corteggia lui. Rossi e la Ducati si cercano e si trovano, promettendosi di convolare a nozze. All’inizio della nuova stagione il sogno si realizza e finalmente Rossi sale in sella alla propria rossa, fiammante ed indisciplinata Ducati. Ebbene sì, è indisciplinata la sposa del Dottore, che stavolta non riesce a plasmare a sua immagine e somiglianza una moto che soltanto 3 anni prima aveva portato alla vittoria Casey Stoner. Ed è bene sottolineare l’impresa del pilota australiano, perchè soltanto due anni dopo le parole di Valentino saranno queste: ”Stoner è stato l’unico pilota in grado di andare forte con la Ducati, tutti gli altri sono stati psicologicamente distrutti dall’esperienza, quindi devo fare i complimenti a Casey“. Ventiquattro mesi, 36 Gran Premi disputati, 4 ritiri, 3 podi, mai un primo posto. Nel primo anno 7° posto con 139 punti, nel secondo 6° posto e 163 punti, questo il bilancio di colui che nei quindici anni precedenti di carriera, aveva raccolto una media di 283,9 punti a stagione. Dopo due anni di aspettative mancate, di figure non all’altezza, di screzi, il matrimonio del secolo è finito con un divorzio: “Ho fatto tre podi, due sull’asciutto e uno sul bagnato. Il più bello quello ottenuto a Misano, che è casa mia e anche casa della Ducati” - ha analizzato Rossi – “Ma adesso è tempo di cambiare“.




RITORNO AL FUTURO - Da mesi è stato annunciato il suo ritorno alla Yamaha. Giusto il tempo per sbrigare le ultime “pratiche” con la moto italiana che The Doctor è già pronto per ricominciare con il suo amore più grande. “La voglia di provare la Yamaha è tanta. Sarà un test importante dove riuscirò a capire quale sarà il mio potenziale per il prossimo anno“. Valentino Rossi nella sua carriera ha sempre dimostrato il coraggio di fare scelte azzardate, dettate innanzitutto dal cuore e poi dalla ragione. Alla fine ha quasi sempre avuto ragione lui. E noi aspettiamo con la solita passione che l’amore ritrovato lo possa portare di nuovo alla vittoria.


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strega@rossa
00martedì 13 novembre 2012 13:35
MotoGp, Rossi oggi prova la Yamaha
Dopo 2 anni di Ducati torna “a casa”

Valentino sale sulla M1 sul circuito di Valencia: test molto atteso

ROMA - Oggi alle 10.30 Valentino Rossi salirà sulla nuova Yamaha M1, sul circuito di Valencia. Il pilota pesarese, dopo aver chiuso l'esperienza biennale con la Ducati, torna in sella alla Yamaha,con la quale ha già vinto 4 Mondiali (2004, 2005, 2008 e 2009) e con cui gareggerà per il campionato MotoGP 2013, trasmesso come di consueto dalle Reti Mediaset. In occasione dei test di Valencia, la casa motociclistica giapponese ha messo a disposizione del «Dottore» due moto: una con livrea nera e con il numero 46 giallo e un'altra a colori invertiti. Oltre a Valentino Rossi, sul circuito di Valencia gireranno anche: Andrea Dovizioso (che lascia la Yamaha per la Ducati), il campione della Moto2 Marc Marquez (che sostituisce Casey Stoner sulla Honda) e Andrea Iannone (in sella a una Ducati).

strega@rossa
00martedì 13 novembre 2012 21:45
MotoGP: la pioggia rallenta Valentino
Ventotto giri poco significativi per il ritorno in Yamaha


18:07 - Battesimo e fuga. Salito sulla nuova Yamaha in mattinata, alle 15 Valentino Rossi aveva già finito di girare, mentre Jorge Lorenzo non ha mai iniziato. Perché la giornata di Valencia era utile giusto per quelli che dovevano fare chilometri, immergersi in nuove confidenze, provare a ritrovare vecchie sensazioni. Il box più affollato di giornalisti e telecamere è stato senza dubbio quello di Valentino Rossi che ha la consegna del silenzio essendo tecnicamente sotto contratto con la Ducati fino a fine anno. E’ così che non può nemmeno commentare i tempi di oggi, per quel poco che possono significare.


Più libero di lui Andrea Dovizioso che ne eredita la Ducati con sensazioni soddisfacenti, ma a mezza via, nel senso che la Ducati sul bagnato si comporta tradizionalmente come una moto normale, mentre anche a lui servono sensazioni vere, asciutte ed estreme per capire in che tipo di viaggio si è imbarcato. I tempi più significativi sono tre, ed è a quelli che si deve far riferimento per iniziare a farsi un’idea, escludendo i tempi più bassi fatti da alcuni piloti di prima mattina quando la pista non era né del tutto bagnata né del tutto asciutta e per molti si era trattato solo di effettuare degli shake down, ovvero dei brevi turni di riscaldamento e verifica.

I tre tempi un po’ più significativi sono quelli fatti segnare dai tre top che hanno girato sull’acqua vera. Nicky Hayden con la Ducati è risultato il migliore in 1.42.571, seguito dal nuovo compagno di squadra Andrea Dovizioso in 1.43.454 e da Valentino Rossi in 1.43.735. La soddisfazione di Dovizioso nel fare meglio di Rossi con la sua vecchia moto (vecchia di un giorno) è arrivata quando Valentino si era già cambiato ed era pronto per partire per la pista di Aragon dove la Yamaha cercherà di capitalizzare le giornate di mercoledì e giovedì condividendo la pista con Kawasaki, Bmw e Ducati Superbike e sperando nell’asciutto che non è affatto garantito.
L’unica sensazione di Valentino che ci è dato di conoscere è quella riferita dal suo amico Alessio Salucci dopo una delle prime soste: “Valentino ha detto di aver sentito una moto precisa, precisa nell’avantreno, mentre aveva un bel po’ di problemi con la trazione e il posteriore che scivolava dappertutto”. Un avantreno preciso potrebbe essere un passo avanti. Globalmente dalla ritorno di Rossi sulla Yamaha con cui ha vinto 4 mondiali si ricava un‘immagine di fluidità nella guida, la sensazione di un pilota più a casa sua di quanto non fosse con Ducati.

Sorpreso invece Dovizioso di quel che ha trovato nella Ducati da bagnato: “Mi immaginavo chissà che cosa e invece la Desmosedici sull’acqua si comporta come una moto normale. Un buon modo di iniziare questa nuova avventura”.

Assediato dalla stampa Marq Marquez, il fresco campione del mondo della Moto2 al quale è stata affidata la Honda che era di Casey Stoner. Assediato, ma un po’ senza motivo perché non ha girato aspettando quelle condizioni che se non si dovessero verificare a Valencia potrebbero presentarsi a Sepang (Malesia) prima della fine del mese quando la Honda ha organizzato un test per i suoi piloti.

Debutto avvenuto anche per Andrea Iannone e Michele Pirro. I due compagni di team (Pirro sostituisce Spies fino a guarigione avvenuta) han percorso chilometri sotto l’acqua fermando il cronometro in 1.46.8 Pirro e sopra l’1.50 iannone che ha affrontato la gionata con estrema cautela.
davve86
00giovedì 15 novembre 2012 23:12
mi piaceva l'idea di rossi in sella alla ducati moto italiana.. però era evidente che l'accoppiata non funzionava tanto bene :(
speriamo si riprenda ora che è tornato alla yamaha!!
Scatto78
00venerdì 16 novembre 2012 12:11
era ora...anche se la moto gp sta perdendo fascino...
strega@rossa
00venerdì 16 novembre 2012 20:31
MotoGp, Rossi: "Ultima stagione? Solo se va bene"
I primi due giorni di test spagnoli sono stati condizionati dalla pioggia e non hanno dato grosse indicazioni. Ci pensa allora Valentino Rossi a dare qualche spunto interessante sulla sua nuova avventura in Yamaha. In un'intervista esclusiva al programma "Sport Mediaset XXL" il pesarese ha spiegato:
"Non so se sarà l'ultima stagione in MotoGp, ma spero di sì perché significherebbe che è andata bene".

Rossi, dunque, si ritirerebbe soltanto in caso di una stagione trionfale. La motivazione: a Valentino piace troppo questo sport. "Io non vorrei smettere mai - ha detto il campione di Tavullia -
Rossi è tornato anche sulla sua esperienza con la Ducati: "Dei due anni passati con la Ducati mi hanno deluso i risultati e il fatto di non essere riuscito a mettere a posto la moto, di non averla migliorata. Sono state due stagioni difficili, che ora però serviranno a farmi godere di più le prossime. Il colmo dell'ottimismo sarebbe vincere il Mondiale, quello del pessimismo non riuscire ad arrivare nemmeno una volta davanti a Lorenzo".
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