NBA, finale: Celtics vs Lakers

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Etrusco
00lunedì 14 giugno 2010 17:32
Basket USA

BASKET USA

Finale Nba, i Celtics tornano in vantaggio

Paul Pierce autore del canestro che ha messo i Lakers ko: adesso il team di Los Angeles è in una buca insidiosissima

Paul Pierce, al centro (Afp)
Paul Pierce, al centro (Afp)
BOSTON - Titolo principale del sito ufficiale Nba: "I Lakers non riescono a gestire La Verità". Verdetto della quinta gara della finale per il titolo: 92-86 per i Celtics, che passano al comando 3-2. "The Truth" - La Verità, per l'appunto - è Paul Pierce. Californiano di Inglewood che per mestiere (ben pagato) deve indossare la maglia biancoverde di Boston, giocare a basket e possibilmente battere chi gli passa a tiro. Paul, il californiano trapiantato senza nostalgie in Massachusetts, si diverte a farlo soprattutto quando di mezzo c'è la squadra principale della natia Los Angeles. Questione di pelle: tra i due club c'è una rivalità definitiva e probabilmente non c'è nulla di meglio, per avvertirne il sapore, che ritrovarsi proprio contro un pezzo della propria storia personale. Nel 2008 Pierce aveva guidato i Celtics, che tornavano a disputare una finalissima dopo annate ultramediocri, a uno sgarro epocale: titolo negato ai Lakers e palma di miglior giocatore della serie negato a Bryant.

COLPO DI GENIO - Nel 2010, dopo che Los Angeles si era presa la rivincita (ma la finale 2009 fu contro Orlando, non contro i Celtics), si avvia a ripetersi. A parte i 27 punti e una presenza pari a quella di un Totem, sua la giocata che mette la pietra tombale sul rancoroso e vano inseguimento dei Lakers: rimessa lunga di Garnett, passaggio volante di "The Truth" a Rondo e facile canestro in entrata. Una mazzata-capolavoro, un colpo di genio e di istinto. Poco prima, Paul si era tuffato tra i fotografi dietro il canestro per recuperare una palla persa da Bryant: lancio stratosferico a tutto campo, di nuovo imbeccata vincente per Rondo schizzato in contropiede. Chapeu. Continuiamo a credere che i Celtics stiano valorizzando al massimo un concetto basilare della pallacanestro: si gioca di squadra. I Lakers, invece, non cessano di dipendere dalla splendida individualità di Kobe Bryant, l'uomo che piazza 19 dei suoi 38 punti nel terzo quarto e in pratica tiene a galla da solo la baracca, ma anche colui che si sente legittimato a essere il feudatario del gruppo. Se non l'azzecca, sono guai, anche perché lo sbaglio del capobranco pare proprio disorientare gli altri. Alle strette.

FATTORE CAMPO - I Lakers, anche se con l'handicap di non poter usare più di tanto il prezioso ma acciaccato Bynum, sono più completi e profondi. Ma "slittano" e non fanno presa su una finale che avrebbero potuto già chiudere o, in subordine, pilotare verso l'happy end. Invece ora si ritrovano in una buca insidiosissima. Dopo la sorpresa della sconfitta casalinga in gara 2, hanno espugnato Boston nella prima delle tre partite in trasferta. Poi hanno gettato al vento gara 4, pur avendola sempre controllata, e ora hanno perso "bene" gara 5, nella quale Boston è fuggita addirittura a +13 (71-58) e non ha rischiato eccessivamente davanti "serrate" conclusivo dei californiani. Martedì a Los Angeles in gara 6 il fattore campo sarà sì un vantaggio, ma relativo: sarà la partita senza ritorno, mentre i Celtics avranno la piacevole sensazione di vivere il primo match ball. E se anche i Lakers ce la facessero, ci sarebbe il settimo e ultimo atto. Per nulla scontato a loro favore.

Flavio Vanetti
14 giugno 2010
Mr. Vanculio
00lunedì 14 giugno 2010 19:56
Purtroppo non posso vedere le partite ma leggendo e guardando le sintesi sembra una finale davvero bella, quasi "old school style", con tantissimo agonismo tra le due squadre in memoria dei tempi di Larry e Magic. In questa serie il fattore campo è tra le cose più irrilevanti. Allen che in gara-2 fa il fenomeno e in gara-3 fa 0 su 13, gli eroi per caso di gara-4 Nate Robinson e Glen Davis, una finale davvero molto bella e avvincente.
Mr. Vanculio
00domenica 20 giugno 2010 10:09
Ho visto Gara-7... che partita ragazzi! Lakers-Celtics è già una classica. In più giocata con quest'intensità e imprevedibilità come quest'anno rimarrà nella storia. Gara-7 è stata spesso condotta dai Celtics (arrivati a +13 al terzo quarto) ma i Lakers hanno dominato sotto i tabelloni (23 e ripeto 23 rimbalzi offensivi!!!) e alla fine i Celtics hanno accusato la fatica. Finale pirotecnico con triple a bersaglio da parte di Fisher, Rasheed Wallace (gara stratosferica finita con i crampi), Artest, Allen e poi Rondo. Bryant è stato un po' sottotono e forse anche molto nervoso. A far vincere gara-7 sono stati due giocatori: Artest e Gasol. Artest ha annullato Paul Pierce, che non ha fatto assolutamente niente. Gasol ha dominato sotto le plance sia in attacco che in difesa nel primo tempo come nel secondo.
I Lakers hanno meritato ma i Celtics avrebbero meritato alla stessa maniera. Purtroppo vince una squadra sola e anche per quest'anno tocca ai Lakers.
Etrusco
00domenica 20 giugno 2010 11:01
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sabato 19 giugno 2010, 08:00
Quanta Italia nei Lakers che si riconfermano campioni Nba
di Vanni Zagnoli

Un po’ di azzurro c’è, nel 16° titolo Nba dei Lakers.
Tiri liberi chiave, nel finale. «Kobe Bryant va a dire due paroline in italiano a Sasha Vujacic». Flavio Tranquillo dà il buongiorno su Sky a chi prima delle 6 è già in piedi, oppure non è ancora andato a letto.
Sloveno, Aleksandar Vujacic è guardia di 26 anni, dal 2001 al 2004 ha giocato in serie A, a Udine, dove fu scelto da Los Angeles. Guadagna 5 milioni di dollari, è il compagno della russa Maria Sharapova, tennista pin-up.
«The machine», lo chiamano negli Usa, in allenamento è una macchina da tre punti. Boston era sopra di 13 nel terzo quarto, il catalano Pau Gasol (18 rimbalzi, appena tre anni nell’Nba, sempre in finale), Fischer e Artest hanno messo la freccia, anche dalla lunga distanza.
È il quinto titolo per Bryant, mvp con 23 punti e 15 rimbalzi, ma un pessimo 6/24 al tiro: le sue magie contro la legge di gravità sono state contenute dalla gabbia ordita da Doc Rivers.
È a un anello da Michael Jordan, che li conquistò a Chicago con coach Phil Jackson, arrivato a 11 e in partenza per la riduzione dell’ingaggio: lunedì i campioni festeggeranno con una parata per L.A, chiedendogli di restare. «Adesso devo fare un respiro profondo - dice - ci penso».
A 31 anni, «Black Mamba» può diventare il giocatore più decorato della storia. Terzo figlio di Joe e Pamela Cox, sorella del cestista John: il nome Kobe ricorda la pregiata qualità di carne bovina mangiata dai genitori in un ristorante poco prima della sua nascita.
Bryant junior parla benissimo la nostra lingua, ha vissuto nel Belpaese dai 6 e i 13 anni, quando Jellybean (Joe) lasciò l’Nba per dare spettacolo a Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia e fuori dal parquet con il suo buonumore. Sposato dal 2001 con Vanessa, bianca allora 18enne, contro il parere del padre, con il quale si è riconciliato molto tempo dopo. Hanno due figlie: Natalia Diamante, 7 anni, e Gianna Maria Onore, 4.

Los Angeles si è aggiudicata le ultime 2 gare, ha fatto tesoro del fattore campo rovesciando il 2-3, dopo avere condotto 2-1.
I Celtics restano avanti di uno scudetto (17), ma nell’ultimo quarto di secolo ne hanno vinti appena due.
Rajon Rondo è il loro profeta attuale, a un passo dalla tripla doppia cifra di fronte a Jack Nicholson e Leonardo Di Caprio, Andy Garcia e Dustin Hoffman e ai leggendari Magic Johnson e Karim Abdul Jabbar.
Dopo gara -7, festa punteggiata di violenza: cassonetti dati alle fiamme, vetrine infrante, bottiglie lanciate e oggetti contro gli agenti. Dodici arresti, tanti feriti lievi, la faccia triste dell’America.

Link
piperitapatty
00domenica 20 giugno 2010 17:54
uh io ero in una topaia a new york e ho visto la finalissima [SM=x44509] [SM=x44509]

Etrusco
00martedì 22 giugno 2010 16:34
Re:
piperitapatty, 20/06/2010 17.54:

uh io ero in una topaia a new york e ho visto la finalissima [SM=x44509] [SM=x44509]





Beata te che hai potuto! [SM=g1741324]




Il carro dei vincitori
- Parata a Los Angeles: i Lakers festeggiano la conquista del 16° «anello» Nba.
Nella foto Kobe Bryant solleva davanti per i tifosi il trofeo Larry O'Brien.

(Reuters)


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