Camorra: Nicola Cosentino verso l'arresto, «Berlusconi angosciato»

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Nikki72
00mercoledì 4 febbraio 2009 14:33
ma il PdL lo candida a Governatore della Campania


Una mozione alla Camera per chiedere le dimissioni del sottosegretario accusato di Camorra. Bocciata per le astensioni e le fughe di molti parlamentari Pd.


Mercoledì scorso la Camera ha respinto una mozione (presentata da esponenti del Pd, dell'Idv e dell'Udc) per far dimettere il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino, accusato da sei pentiti - come ha scritto "L'espresso" nelle scorse settimane - di fiancheggiare il clan camorrista dei Casalesi. Nella mozione, di cui il democratico Soro è stato primo firmatario, si ricordano le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, l'inchiesta della Procura di Napoli, i presunti patti elettorali tra l'esponente di Forza Italia e i boss di Casal di Principe. "A prescindere dall'eventuale responsabilità penale dell'onorevole Cosentino, su cui farà piena luce la magistratura", recitava la mozione, "è evidente come la sua permanenza nelle funzioni di Sottosegretario di Stato leda gravemente non solo il prestigio del Governo italiano, ma anche e soprattutto la dignità del Paese; ragioni di opportunità e di precauzione dovrebbero indurre il Governo ad evitare che una persona sottoposta ad indagini per così gravi delitti, espressivi di una collusione tra politica e sodalizi criminosi, in attesa di dimostrare la sua piena innocenza, possa continuare ad esercitare le proprie funzioni di Governo, peraltro in un ruolo così delicato, concernente tra l'altro la funzionalità del Cipe". La mozione impegnava il Governo ad invitare l'onorevole avvocato Nicola Cosentino a rassegnare le dimissioni da Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze.

La mozione non è passata perché, se la maggioranza di centrodestra ha difeso compatta il sottosegretario, molti esponenti del Partito democratico si sono astenuti, mentre altri hanno preferito uscire dall'aula e non votare. Tra l'altro, date le molte assenze nelle file del Pdl, se il Pd avesse votato compattamente per la sua mozione questa avrebbe avuto ottime possibilità di passare. Spicca in modo particolare l'assenza dal voto del segretario del Pd Walter Veltroni, che in un'intervista a L'espresso

espresso.repubblica.it/dettaglio/Cosentino-e-bene-che-si-dimetta...


aveva chiesto le dimissioni di Cosentino. In 22 erano assenti, altri sette risultavano in missione. Alcuni dei presenti sono addirittura rientrati subito dopo la bocciatura, e hanno ripreso a votare altre risoluzioni.

Nella lista qui sotto - diffusa Sinistra democratica - i parlamentari Pd, che con il loro voto contrario, la loro astensione o la loro assenza hanno determinato l'esito della votazione.
Hanno votato contro gli onorevoli: Capano e Sposetti.
Si sono astenuti gli onorevoli: Bachelet, Cuperlo, Parisi, La Forgia, Bernardini, Madia, Mantini, Maran, Boccia, Capodicasa, Concia, Coscioni, Ferrari, Giachetti, Ginefra, Marini, Mecacci, Recchia, Sarubbi, Schirru, Tempestini, Turco Maurizio, Vannucci, Viola, Zamparutti Zunino.
Non hanno partecipato al voto, nonostante in giornata fossero presenti in aula, gli onorevoli: Tenaglia (ministro ombra della giustizia), Calearo, Fioroni, Gasbarra, Lanzilotta, Letta Enrico, Morassut ,Bobba, Sereni, Vassallo, Merloni, Boffa, Bonavitacola, Bressa, Bucchino, Carra, Castagnetti, Corsini,Cuomo, D'Antona, De Pasquale, De Torre, Fadda, Ferranti, Fiano, Fiorio, Genovese, Giacomelli, Giovannelli, Gozi, Losacco, Lovelli, Lulli, Marantelli, Margiotta, Mosca, Murer, Narducci, Pedoto, Piccolo, Rosato, Russo, Samperi, Scarpetti, Servodio, Testa, Vaccaro, Vassallo, Vernetti, Vico.
Erano assenti gli onorevoli: Veltroni, Bersani, Colannino, D'Alema, Lusetti, Melandri, Pistelli, Touad, Ventura, Gentiloni, Beltrandi, Calvisi, Cenni, Colombo Furio, Damiano, Gaglione, Luongo, Lusetti, Marroccu, Melis, Motta, Portas, Tullo, Calipari.
Risultavano "in missione" gli onorevoli: Fassino, Migliavacca, Bindi, Albonetti, Barbi, Farina, Rigoni.Il Pd salva Cosentino | L'espresso

Il PD ne fa una dopo l'altra. Stavolta non vota nemmeno i suoi provvedimenti (mozione promossa insieme all'UDC e all'IDV), e in questo caso si trattava pure di una cosa serissima.


espresso.repubblica.it/dettaglio//2063067


[SM=x44459]

FerrariDaytona
00mercoledì 4 febbraio 2009 16:27
poi parlan di berlusconi come il male assoluto...L'omertà e la collusione del parlamento anno rabbrividire
Etrusco
00martedì 20 ottobre 2009 20:09
Nicola Cosentino


L’IMPRESENTABILE SI PRESENTA
– NICOLA COSENTINO SARÀ IL CANDIDATO PDL PER LA REGIONE CAMPANIA
– DI LUI PARLANO 6 PENTITI E LO DESCRIVONO COME IL REFERENTE POLITICO PIÙ IMPORTANTE DELL’IMPERO DI GOMORRA
– MA NEL PARTITO NESSUN CUOR DI LEONE CONTRASTA L’UOMO CHE PERSINO SCAJOLA HA DEFINITO: “INVOTABILE”…


Alessandro De Angelis per "Il Riformista"



Alla fine quelli che Nicola Cosentino ha bollato come «frocetti che, stando a Roma, credono di poter decidere il destino politico della Campania» hanno perso. Perché il potente sottosegretario all'Economia nato a Casal di Principe, e sotto indagine per i suoi rapporti con i clan, la sua candidatura l'ha strappata a forza. Quasi per assenza di rivali. Neanche avessero paura di parlare quelli che - e non sono pochi - non stanno con lui. [SM=x44497]

È lo stesso metodo con cui impose la sua, di candidatura, Luigi Cesaro, attualmente presidente della Provincia di Napoli e alleato di ferro di Cosentino:
dandola cioè per chiusa, prima dei tavoli ufficiali. Per altrui pavidità. Sì, pavidità.


Nicola Cosentino

Come è emerso alla riunione dei parlamentari campani del PdL, svoltasi sabato a palazzo Grazioli alla presenza dei triumviri.
Una quindicina, vicini a Cosentino, lo hanno indicato come l'uomo giusto.
Gli altri hanno taciuto.
Compresi i possibili antagonisti, che dei gladiatori proprio non sono: l'ex ministro Stefano Caldoro e Mara Carfagna.

E quando qualcuno ha fatto il nome del leader degli industriali napoletano Gianni Lettieri i supporter di Cosentino hanno salutato la nomination con un elegante «booh», con tanto di coretto.


Poi i suoi colonnelli si sono affrettati a dichiarare alle agenzie l'accordo cosa fatta, dopo che Berlusconi ha toccato con mano l'assenza di alternative.
Tanto che Ignazio La Russa ha provato a frenare
, in attesa del vertice con Fini: «Non è detto ancora nulla. Decideremo regione per regione».

Niente da fare:
Cosentino, di fatto, ha iniziato la sua campagna elettorale.
Dalla sua ha avuto come grandi sponsor il triumviro Denis Verdini e il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, che ha un filo diretto, in Campania, con Cesaro.
Gli altri ci hanno provato a dire che c'è un limite a tutto.
E che, certe volte, conta pure la faccia. [SM=x44478]


Sandro Bondi, ad esempio, fino all'ultimo ha sostenuto la candidatura di Caldoro.
Claudio Scajola
uno che secondo Berlusconi di campagne elettorali se ne intende, ha definito Cosentino semplicemente «invotabile».
E prima della riunione dei parlamentari Gaetano Quagliariello è andato a parlare a quattr'occhi con il Cavaliere chiedendo un supplemento di riflessione. Tutto vano.

Berlusconi infatti ufficializzerà Cosentino nel corso della sua prossima visita a Napoli.

Dunque l'impresentabile ha vinto.
Proprio così: impresentabile.
Per carità, un conto è essere indagati, un conto è essere condannati.
Ma è altrettanto lecito dire che il suo sistema di relazioni è da brivido.

C'è innanzitutto la vicenda giudiziaria.

Da tempo Cosentino è coinvolto in inchieste su camorra, rifiuti e politica.
E la «bomba», per più di un azzurro che conta, starebbe per esplodere: deflagrante per il Pdl campano e non solo.


Tutto parte dalle rilevazioni dell'Espresso di un anno fa, secondo cui Cosentino sarebbe il referente politico più importante dell'Impero di Gomorra, retto dalla diarchia Schiavone-Bidognetti. Agli atti le accuse di quattro pentiti, contestate duramente dall'attuale sottosegretario, ma su cui gli inquirenti hanno lavorato negli ultimi mesi, raccogliendo prove e riscontri. Quelle più pesanti le ha rivolte Gaetano Vassallo, indicato come il «ministro dei rifiuti» del clan dei casalesi.

Ai pm Vassallo ha raccontato come Cosentino controllerebbe la società Eco-4 dei fratelli Orsi, il consorzio per la raccolta dei rifiuti infiltrato dalla camorra e gestirebbe pure la costruzione degli inceneritori, in accordo con Sandokan, il boss Francesco Schiavone attualmente in carcere, condannato a tre ergastoli per omicidio e associazione camorristica.

Della vicinanza tra Cosentino e Sandokan ha parlato anche un altro pentito, Domenico Frascogna. E soprattutto l'ha raccontata il cugino di Sandokan, Carmine Schiavone
che fa risalire addirittura all'inizio degli anni ottanta i patti elettorali con i casalesi, quando Cosentino era socialdemocratico, nel senso di eletto nel Psdi.
Da allora nel casertano l'attuale sottosegretario ha raccolto sempre una valanga di preferenze.

Un quadro inquietante, al netto dell'esito delle indagini.
Ma l'opportunità politica di una candidatura non cozza con il rispetto del garantismo.
Le connessioni familiari di Cosentino non aiutano certo.
Il fratello Giovanni è sposato con la figlia del boss, ora deceduto, Costantino Diana.
Mentre un altro fratello, Mario, ha portato all'altare Mirella, la sorella di "Peppe 'u Padrino", il boss condannato all'ergastolo per associazione mafiosa e omicidio.
Non male come curriculum per diventare presidente della regione Campania.
[SM=x44497]


Forse però col pretesto del finto garantismo qualcuno nel Pdl ha semplicemente deciso di chiudere un occhio.

E i suoi oppositori tutto sommato le barricate non le hanno fatte.
Nemmeno Italo Bocchino, molto perplesso all'inizio.
Poi, di fatto, ha alzato bandiera bianca.
Misteri.
Del resto di battaglie di principio contro i forti da quelle parti se ne fanno poche.
E Cosentino è uno potentissimo.

Oltre a quelle relazioni pericolose che fanno sì che alle riunioni i suoi pavidi oppositori tacciono, il sottosegretario ha un impero economico:
il gruppo di aziende che si occupa di carburante e che fa capo ai tre fratelli è una miniera d'oro.
Al limite del conflitto di interessi per uno che fa politica.
Altra cosa che non fa gridare allo scandalo tra gli azzurri.




Fonte: Il Riformista 20-10-2009


paperino73
00mercoledì 21 ottobre 2009 16:29
L'elezione di Cosentino a Governatore della Regione dimostrerà ancora una volta che le Mafie controllano il consenso popolare.
Bene.
E poi ?
Etrusco
00giovedì 22 ottobre 2009 20:18
VIENI AVANTI COSENTINO!
– MA LO SAPETE CHE DA OLTRE UN ANNO LA PROCURA HA CHIESTO L’ARRESTO DI “O AMERICANO”?

(MA IL GIP HA DA FARE E IL PG LO “ASSOLVE” A MEZZO STAMPA)

– LA STORIA DELLA COSENTINO FAMILY (COMPRESO IL CASELLARIO DEL PADRE)
E LE COINCIDENZE CHE LEGANO AI CORLEONESI IL CANDIDATO PDL IN PECTORE ALLA CAMPANIA…


Marco Lillo per "il Fatto Quotidiano"



Il presunto camorrista Nicola Cosentino

Se ne parla ovunque, nelle redazioni dei giornali e nei convegni politici.
Tranne che nel posto giusto, in Tribunale.
Eppure la notizia è dirompente: la Procura di Napoli ha chiesto l'arresto dell'onorevole Nicola Cosentino.
Stiamo parlando del sottosegretario con delega sul dipartimento del tesoro, sulle provvidenze radiotelevisive e sul Comitato interministeriale per la programmazione economica.
Nonostante le accuse gravissime (concorso in associazione camorristica), Cosentino punta alla presidenza della Campania
, dove potrà sedersi senza lasciare la poltrona di onorevole.

La notizia è nascosta nei pastoni dei giornalisti politici e nei discorsi oziosi sulla sua candidatura, al pari dell'appoggio di un Mastella qualsiasi.
Così come un intercalare.
Si dice: Cosentino ha la benedizione di Berlusconi ma è osteggiato da Bocchino e dalla Carfagna e poi si aggiunge distrattamente, ah e poi c'è anche quella richiesta di arresto....
A innescare questo dibattito surreale è stato un pezzo di Guido Ruotolo su "La Stampa".

Un anno fa scriveva:
"un parlamentare di destra dice che la procura ha chiesto l'arresto di Cosentino".
Era quello il periodo nel quale "L'espresso" con una serie di inchieste aveva raccontato agli italiani i segreti del sottosegretario.
Ne seguì una stiracchiata mozione di sfiducia del centrosinistra non fu approvata perché molti nel Pd non votarono.
Forte di questo clima lassista il sottosegretario non solo non ha lasciato Roma ma ha rilanciato in Campania.

Pochi giorni fa "La Stampa" ha ripubblicato la notizia.
Per i duri d'orecchi stavolta l'ha presentata come fatto certo.
Nessuna smentita.
La richiesta effettivamente c'è e sarebbe stata firmata più di un anno fa dai pm Giuseppe Narducci e Alessandro Milita. Da allora pende davanti al gip di Napoli Raffaele Piccirillo, che non ha ancora deciso nonostante l'importanza della questione e le fughe di notizie anche perché, alcuni mesi fa, ricevuto alcune integrazioni che hanno rallentato il suo lavoro.



Francesco Schiavone Panni, Francesco Spinelli, Claudio Cornini


Così la politica della seconda regione italiana, un territorio paragonabile al Belgio, resta sospesa.
In questa bolla nessuno si comporta come accadrebbe a Bruxelles.
L'accusato non si dimette.
Il suo leader lo candida, e la Procura?


Il capo supremo dell'accusa, il procuratore generale di Napoli, Vincenzo Galgano, rilascia un'intervista al Corriere sulle accuse a Cosentino:
"non ho elementi dai quali mi risultino queste circostanze.
E, per quel che mi riguarda allo stato è una persona nei cui confronti non ho nulla da ridire".

Perfetto. La dichiarazione diventa uno spot pronto per essere pubblicato a caratteri cubitali sulla home page del sito dell'onorevole come un certificato di buona condotta. Solo dopo un paio di telefonate dal palazzo di giustizia, è stata rimossa.

Di fronte a questo ribaltamento dei ruoli e della realtà,
è il caso di mettere in fila due dati.
Nicola Cosentino nasce nel 1959 da papà Silvio e mamma Olga a Casale di Principe.
Casale non è Sacramento e i Cosentino non sono i Bradford della serie tv.

Il casellario di papà è composto di tre pagine fitte:
dal danneggiamento di edifici militari alle lesioni personali, dalla tentata truffa al sequestro di persona
(semplice e risalente a due anni prima della nascita di Nicola).
Papà Silvio poi mette la testa a posto e si mette in affari nei petroli.
Grazie alla "capacità di penetrazione nel territorio" della ditta di famiglia oggi il gruppo Aversana Petroli, diretto dal fratello Giovanni, fattura 200 milioni di euro e controlla una rete di distributori sparsi per l'Italia.

In famiglia i due fratelli, Giovanni e Nicola, si dividono i compiti. Il più giovane si mette in politica, dove per rispetto al padre, in molti lo chiamano con il suo stesso soprannome, dovuto ai rapporti con gli alleati nel dopoguerra: "O mericano".

Cosentino durante la prima repubblica entra nel Psdi e poi, dopo qualche tentennamento nella lista civica si schiera con Berlusconi.
Ben 5 pentiti hanno raccontato i legami di Cosentino con la criminalità.
Sono parole da prendere con le molle perchè necessitano di riscontri e Cosentino è innocente fino a prova contraria ma è utile riportarle.

Carmine Schiavone, cugino e complice di Sandokan, cioé Francesco Schiavone, il boss dei casalesi,
ha raccontato nel 2000 i rapporti del politico con l'altro clan casalese, i Bidognetti:
"Alle elezioni del 1982 il gruppo Bidognetti appoggiò ‘o Americano', Nicola Cosentino che stava nel Partito socialdemocratico".

Dopo la fine della prima repubblica, il politico entra in una lista civica e poi sale sul carro di Forza Italia.
Intanto a Casale gli Schiavone la fanno da padrone e in alcuni casi le strade delle due famiglie si incrociano.
Nel 1993 Cosentino e i suoi fratelli comprano un terreno dai familiari del boss Sandokan, alcuni dei quali saranno poi arrestati per camorra. Una coincidenza per il sottosegretario.

Anche se un altro pentito, Domenico Frascogna, nel 1998 racconterà:
"quando Sandokan intendeva farci avere notizie utilizzava Natale (un avvocato poi arrestato nel 2008 perché ritenuto un prestanome dei casalesi, ndr) che peraltro svolgeva questo suo compito unitamente a un politico di Casal di Principe.
Non ricordo il nome ma viene soprannominato 'o Americano'.
Se non sbaglio questo politico non opera a livello locale di Casal di Principe ma a un livello superiore".
E, da allora, il livello è salito. Di molto.

Fonte: Marco Lillo per "il Fatto Quotidiano" [22-10-2009]

[SM=x44466]
[SM=x44466]

Arjuna
00martedì 10 novembre 2009 11:21
Misura cautelare per l'on. Cosentino Richiesta autorizzazione a procedere

Per il sottosegretario all'Economia si ipotizza concorso esterno in associazione camorristica.

NAPOLI - Un provvedimento cautelare, sulla cui esecuzione dovrà pronunciarsi la Camera dei deputati, è stato emesso nei confronti del sottosegretario all'Economia e coordinatore del Pdl in Campania Nicola Cosentino. La notizia sul coinvolgimento del parlamentare casertano - finora tra i più accreditati per la candidatura del centrodestra alla presidenza della Regione Campania - in una inchiesta della Dda su presunti rapporti con il clan dei Casalesi circolava da tempo, ma solo nel tardo pomeriggio di oggi sono giunte le indiscrezioni secondo le quali il gip Raffaele Piccirillo aveva da poco firmato una misura cautelare. Una indiscrezione trapelata nonostante tutti i magistrati titolari delle indagini si siano rifiutati di confermarla. Tanto che non è stato ancora possibile capire se Cosentino sia destinatario di una ordinanza di custodia in carcere, o agli arresti domiciliari, oppure di una misura interdittiva. Gli inquirenti avrebbero formulato nei suoi confronti una ipotesi di concorso esterno in associazione camorristica.

Le posizioni di altri indagati - destinatari anch'essi di richieste di provvedimenti restrittivi da parte della procura di Napoli - sarebbero state stralciate e occorrerà pertanto attendere alcuni giorni per conoscere nei dettagli gli sviluppi dell'indagine condotta dai pm Alessandro Milita e Giuseppe Narducci. Da quanto si è appreso, la misura cautelare dovrebbe pervenire domani alla Camera per poter essere esaminata, in prima istanza, dalla giunta per le autorizzazioni a procedere. "Alla presidenza della Camera non risulta pervenuta, allo stato, alcuna richiesta da parte dell'autorità giudiziaria di Napoli", ha sottolineato in serata Fabrizio Alfano, portavoce del presidente della Camera. L'inchiesta della Dda di Napoli è scaturita dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Nel corso di quest'anno più volte organi di stampa avevano diffuso dichiarazioni di pentiti che chiamavano in causa Cosentino. Tra gli ultimi verbali noti, quello con le rivelazioni di Gaetano Vassallo, imprenditore ritenuto contiguo ai Casalesi, che da tempo sta collaborando con la giustizia. L'imprenditore avrebbe, tra l'altro, fatto riferimento a comunanze di interessi dei Casalesi e di Cosentino per la realizzazione dell'inceneritore di Santa Maria La Fossa, accuse dalle quali Cosentino si è difeso sostenendo di essersi sempre opposto all'impianto.

Il parlamentare, a proposito della diffusione delle accuse dei pentiti, ha denunciato nei giorni scorsi l'esistenza di una "macelleria mediatica". L'avvocato Stefano Montone, uno dei legali del sottosegretario, si è recato oggi dal procuratore Giovandomenico Lepore e dal gip Piccirillo. Il penalista negli ultimi tempi aveva informato i magistrati che Cosentino era disponibile a presentarsi per dichiarazioni spontanee o per rendere interrogatorio, ma gli inquirenti, ha spiegato il legale, non hanno ritenuto di dover accogliere tali richieste.

Fonte
Etrusco
00martedì 10 novembre 2009 11:26



CAMPANIA

Cosentino, chiesto l'arresto

08:22 CRONACHE
Il fascicolo alla Camera. Il sottosegretario all'Economia, in corsa per la presidenza della Regione, indagato
per presunti rapporti con il clan dei Casalesi






Il dovere della trasparenza contro la Camorra di G. Bianconi

Dagli appalti ai rifiuti, l'ombra dei Casalesi di M. Imarisio

«Le carte, poi deciderò», la linea di difesa di F. Bufi

Sodalizi e "nemici", tra polpette e mozzarelle di A. Frenda



Arjuna
00mercoledì 25 novembre 2009 14:43
La Giunta della Camera respinge la richiesta d'arresto per Cosentino

Il Pd vota a favore, il Pdl fa quadrato: «Errore fidarsi delle parole dei pentiti»
ROMA

La Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio ha detto no alla richiesta di arresto nei confronti del sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. La proposta del relatore Nino Lo Presti di negare l’autorizzazione al Tribunale di Napoli è infatti stata approvata con 11 voti a favore, 6 contrari e un astenuto, il radicale del Pd Maurizio Turco. Il resto dei democratici, compreso il presidente della Giunta Pierluigi Castagnetti, ha respinto la proposta del relatore aderendo quindi alla richiesta di arresto. «Abbiamo ritenuto che i gravi elementi circostanziati e riscontrati nell ordinanza del Tribunale di Napoli escludano il fumus persecutionis. L accertamento della responsabilità penale spetta alla magistratura competente. Noi ci auguriamo un corso rapido della giustizia nel rispetto delle garanzie costituzionali» hanno fatto sapere i democratici.

I due componenti dell’Udc invece hanno espresso voti diversi fra loro: Domenico Zinzi contrario all’arresto, Pierluigi Mantini favorevole così come l’Idv Federico Palomba. Bruno Cesario, campano, ex Pd, da ieri con il movimento di Francesco Rutelli, era assente.

Il caso Cosentino andrà in Aula «non prima di due settimane, ma la decisione della Giunta fa storcere il naso anche ai finiani. «Cosentino non fa bene a insistere nel candidarsi alla guida della regione Campania. In tutto il centrodestra è opinione diffusa che sarebbe più utile un passo indietro di Nicola Cosentino, che alla fine credo ci sarà» dice Flavia Perina, direttrice del Secolo d’Italia. Per il relatore Lo Presti invece«c’è un fumus persecutionis oggettivo. Negli atti non ci sono elementi sufficienti per sradicare Cosentino dai suoi elettori».

La linea dell’esecutivo è riassunta dalle parole di Quagliarello rilasciate a Libero: «Non possiamo mettere il governo nelle mani dei pentiti. Se non reagiamo adesso, rischiamo di essere travolti in futuro: il caso Cosentino può essere l’anticipazione del caso Spatuzza». Cedere su Cosentino rischia infatti, secondo il senatore Pdl, di «aprire una stagione politica» mirata a colpire il premier Silvio Berlusconi. Agli ex-An che sulla scia del presidente della Camera Gianfranco Fini hanno preso posizione a favore del ritiro di Cosentino dalla candidatura alle regionali in Campania, Quagliariello risponde: «Non è possibile di fronte alle accuse di qualsiasi pentito, rassegnare le dimissioni in attesa che l’indagato dimostri la sua piena innocenza, come vorrebbe il Pd. Deve valere il criterio contrario».

Fonte
Etrusco
00mercoledì 11 gennaio 2012 11:26
CAMORRA

IL VOTO DECISIVO giovedì nell'AULA DI MONTECITORIO

Cosentino, sì all'arresto. Lega decisiva. Cicchitto: «Berlusconi angosciato»

La Giunta per le Autorizzazioni approva, con 1 voto di scarto
Berlusconi: non c'è nulla che giustifichi la custodia cautelare


 

Nicola Cosentino (Ansa)Nicola Cosentino (Ansa)

 - Sì all'arresto di Cosentino. Dopo la decisione, annunciata il giorno prima dalla Lega, di votare a favore, il verdetto era previsto. La pronuncia della Giunta per le Autorizzazioni della Camera sulla richiesta di arresto di Nicola Cosentino (PdL), avanzata dai giudici della Dda di Napoli è stata definita con un solo voto di scarto: decisiva quindi la scelta del Carroccio. Forti i contraccolpi nel Pdl, con il capogruppo Fabrizio Cicchitto che afferma «Berlusconi è angosciato dalla vicenda». Cosentino, deputato PdL ed ex sottosegretario, è accusato di concorso esterno in associazione camorristica. [SM=x44466]

«NESSUNA IMPOSIZIONE» - «Non mi ha imposto niente nessuno. Ho seguito la linea politica indicata all'unanimità ieri dalla segreteria federale della Lega», ha spiegato dopo il voto il deputato del Carroccio, Luca Paolini, inizialmente contrario all'arresto. «Non ha vinto la linea Maroni - ha voluto precisare - ma di tutta la segreteria». Paolini ha confermato ad ogni modo le sue «perplessità sull'impianto accusatorio» e la sua «propensione per il no all'arresto», aggiungendo che in Aula «il voto è individuale e segreto, quindi ciascun deputato della Lega Nord farà quello che ritiene opportuno». Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati PdL, è convinto che la Giunta abbia commesso «un gravissimo errore che ci auguriamo - ha specificato - venga corretto dal voto di Aula. Se qualcuno pensa che operazioni di questo tipo non peggiorino il quadro e i rapporti politici sbaglia in modo profondo». Soddisfatto invece, il presidente della Giunta per le Autorizzazioni della Camera, Pierluigi Castagnetti. «La decisione è stata presa con senso di responsabilità e con grande serenità», ha detto.

BERLUSCONI: ARRESTO INGIUSTIFICABILE - Il voto che apre la strada all'arresto del coordinatore del PdL in Campania non è piaciuto a Silvio Berlusconi. Parlando con i suoi più stretti collaboratori e compagni di partito, al telefono e poi nella riunione serale a Palazzo Grazioli, lo ha ripetuto più volte e secondo il portavoce del Pdl si è detto «angosciato della vicenda». Per lui non ci sarebbe nulla che giustifichi una misura del genere nelle carte. L'ipotesi che anche il Parlamento si uniformi all'indicazione della Giunta si fa però più concreta. E con i suoi il Cavaliere è stato chiaro: un voto negativo non sarà indolore. Certo, il tentativo messo in campo già ieri al telefono con Umberto Bossi è quello di convincere l'alleato leghista a non mandare in galera il coordinatore regionale del Pdl in Campania, ma l'ala maroniana difficilmente cederà sulla questione.

Fonte: Corriere della Sera 10 gennaio 2012 (modifica il 11 gennaio 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Etrusco
00giovedì 12 gennaio 2012 13:40
sperminator
00giovedì 12 gennaio 2012 14:34
ennesima pagina vergognosa [SM=x44511]
Etrusco
00giovedì 12 gennaio 2012 15:24
sperminator, 12/01/2012 14.34:

ennesima pagina vergognosa [SM=x44511]




Ormai nel PDL son rimasti prevalentemente collusi con le mafie, i politici migliori sono scappati verso altri partiti di centro-destra: 3°Polo, Fututo e Libertà, UDC, API, MpA, etc. [SM=x44464]
Ma è comprensibile: il PDL cerca di consolidare il suo principale bacino elettorale di riferimento dando segnali espliciti ed inequivocabili come la difesa di Cosentino.
D'altra parte Mafia, Camorra, 'Ndrangheta, Sacra Corona Unita, etc. controllano enormi quantità di voti... [SM=x44465]

Quello che meraviglia è che la Lega Nord si stia schierando, coi fatti, a difesa di ciò che a parole combatte e detesta.... ora vediamo quanto ci mette la base leghista ad abbandonare Bossi con tutto il suo Cerchio Magico dei suoi fedelissimi... [SM=x44475]
l'unica salvezza per la Lega son ormai i Maroniti (o maroniani?) [SM=x44473]
fabius039
00giovedì 12 gennaio 2012 21:44


Oltre alla grossolana spaccatura nella Lega, con Bossi legato mani e piedi a Berlusconi, e destinato ad affondare con lui, mentre Maroni ed altri cercano di salvarsi, da notare il comportamento ancora una volta ambiguo dei Radicali: forse qualcuno di loro vuole seguire la strada di Capezzone?
Etrusco
00giovedì 12 gennaio 2012 21:48
No, i radicali potevano esser ambigui 2 mesi fa, ma ormai, come ha fatto notare anche Bindi, non lo sono più di tanto: cercano solo di alzare il loro prezzo passo dopo passo. Scommettiamo che ne vedremo delle belle? Tra l'altro nel loro DNA politico hanno molto da condividere più con la destra che non con la sinistra.
Etrusco
00venerdì 13 gennaio 2012 00:01
binariomorto
00venerdì 13 gennaio 2012 00:38
Cosentino, no all'arresto. 309 a 298, Lega si spacca
Determinanti i voti dei sei Radicali.
Bossi non vota: 'Il Carroccio non e' mai stato forcaiolo'


L'Aula della Camera, con voto segreto, 'salva' Nicola Cosentino dal carcere. Trecentonove deputati contro 298 dicono 'no' alle manette per il deputato del Pdl accusato dai magistrati campani di essere "il referente politico del clan dei casalesi". Il Pdl esulta. La Lega si spacca. La base 'padana' si infuria. Il Pd 'perde' i 6 radicali che, contro le indicazioni del partito, sono determinanti nel dire 'no' alla richiesta di arresto avanzata dal Gip di Napoli e confermata dal Tribunale del riesame. La giornata nell'emiciclo di Montecitorio è da subito convulsa. Prima Mario Monti parla di Europa e di crescita. Poi si commemora la scomparsa di Mirko Tremaglia.

Infine si affronta il capitolo 'Cosentino', per salvare il quale, i colleghi del Pdl si battono da giorni. Chiamando "uno ad uno" leghisti e indecisi e facendo "un pressing incessante" su tutti i parlamentari campani. Cosentino seduto al suo posto saluta e conversa a lungo con Marco Milanese, Alfonso Papa, Claudio Scajola, Luigi Cesaro, pur non perdendo una parola dei vari interventi. Annuisce soprattutto quando parlano Manlio Contento (Pdl), che punta il dito più volte contro i magistrati (prendendosela in particolare con Nicola Quatrano); Luca Paolini: il leghista che ha insinuato il dubbio nel Carroccio 'disobbedendo' in Aula al 'si' all'arresto suggerito da Maroni; Maurizio Turco, il radicale che riconosce nelle carte di Pm e Gip "il fumus persecutionis". Il dibattito si svolge ordinato, a parte l'evidente noia di Paolo Guzzanti e di Renato Walter Togni (Lega). Il primo 'sfida' il proprio I-Phone a interminabili solitari di carte. Il secondo preferisce il calcio sull'I-pad. Nessuno scontro, come avviene spesso quando non c'é la diretta Tv. Unica eccezione: un botta e risposta al vetriolo tra il dipietrista Franco Barbato ("Criminale, mafioso!") e l'ex Responsabile Vincenzo D'Anna ("Mazzettaro!"). Berlusconi arriva in Aula poco prima del voto e si siede tra Angelino Alfano e Fabrizio Cicchitto. Nessun cenno a Cosentino neanche al momento del voto, quando tutti i deputati del Pdl si alzano in piedi e si riversano verso lo scranno del parlamentare casertano per abbracciarlo e baciarlo. Esulterà solo alla fine: "Così andrà a processo da uomo libero".

Nel Pd, invece nessuno si muove. Solo all'uscita si fa evidente la rabbia di Dario Franceschini ("Brutta pagina, la Lega ha calato le braghe") e di Rosy Bindi che se la prende con i Radicali ("Non posso che sottolinearne la scorrettezza"). Gelo anche nell'Idv, con Antonio Di Pietro che parla di "scambio di voti criminale". Maroni ammette: il Carroccio prima ha detto 'si' all'arresto, poi ha lasciato libertà di voto, alla fine, ha detto 'ni'. Riconosce che c'é stata in mattinata una riunione di gruppo 'concitata' sul tema. Quindi ribadisce la validità della sua linea iniziale, cioé il via libera al carcere.

E cerca di scaricare la 'colpa' su Pd e Udc ("i voti vengono anche da lì"). Il leader Udc Pier Ferdinando Casini però contesta ("i numeri parlano chiaro" è la Lega che lo ha salvato). Poi commenta: il voto di oggi è stato "un grave errore politico" e l'applauso dei berlusconiani "un suicidio del Parlamento". L'opinione pubblica infatti, si osserva nel Pd, "attaccherà ancora di più la Casta". Cosa che puntualmente avviene: sia fuori Montecitorio con fischi e urla, sia su Internet ("Ci vorrebbe una Norimberga per i deputati"). Cosentino, intanto, esce in trionfo dall'Aula con alcuni senatori e portaborse campani che lo alzano nel corridoio neanche fosse un 'goleador'. Poi, festeggia a pranzo fuori. Paolini intanto fa i conti e risponde a Maroni che ad avergli 'disobbedito' "sono almeno in 25-30". La Lega, infatti, osserva Bossi (che però non vota) "non è mai stata forcaiola". E pazienza per chi ha ancora davanti agli occhi il cappio sventolato in Aula da Leoni Orsenigo durante Tangentopoli. Cosentino in serata si dimette da coordinatore del Pdl con "decisione irrevocabile".

Fonte: ANSA
texdionis
00venerdì 13 gennaio 2012 18:08
ma questi come si illudono di prendere ancora voti alle prossime elezioni?


forse sono convinti che il mondo finirà il 21 dicembre quindi tanto vale fottersene (e fotterci)

[SM=x44509] [SM=x44490]

Etrusco
00sabato 14 gennaio 2012 21:00
texdionis, 13/01/2012 18.08:

ma questi come si illudono di prendere ancora voti alle prossime elezioni? forse sono convinti che il mondo finirà il 21 dicembre quindi tanto vale fottersene (e fotterci) [SM=x44509] [SM=x44490]

Ma ancora non hai capito quali sia l'elettorato medio leghista? [SM=x44452] Vedrai che continueranno ad acclamare loro leader carismatico Bossi e poi suo figlio Il Trota [SM=x44464]

Per la cronaca:


1- E LA LEGA NON C’È PIÙ! “CAMORRA LADRONA, LA LEGA ORMAI PERDONA”. ANCORA: “UAGLIÙ, GRAZIE ASSAI!!!!! EVVIVA LA PADAGNIA, EVVIVA I CASALESI, EVVIVA A MUNNEZZ!!! GRAZIE, GRAZIE ASSAJE UMBERTO!!!”. DI PIÙ:“ORA BASTA! PADANIA RIALZATI CON MARONI” -

2- VAFFA DI BOSSI A MARONI: “CON I NOSTRI SOLDI VORREBBE FINANZIARE UN SUO PARTITO” -

3- TE LO DÒ IO COSENTINO! DOPO MESI DI GUERRA SOTTERRANEA, IL BRACCIO DI FERRO TRA IL “CERCHIO MAGICO” DI BOSSI E I “MARONITI” ESPLODE COME MAI ERA SUCCESSO PRIMA -

4- SE 1-2-3 ICTUS BOSSI HA VINTO LA BATTAGLIA, NON C’È DUBBIO CHE LA GUERRA SARÀ ANCORA LUNGA. ANCHE PERCHÉ L’EX MINISTRO DELL’INTERNO PUÒ CONTARE SUL SOSTEGNO DELLA MAGGIOR PARTE DELLA BASE. SEMPRE CHE, MORMORA UN UOMO VICINISSIMO A MARONI, “NON DECIDA DI FARE ARMI E BAGAGLI E DAR VITA AD UN PARTITO CHE RACCOLGA DAVVERO L’EREDITÀ DI UNA LEGA CHE QUI NON C’È PIÙ…”

1 - IL VAFFA DI BOSSI A MARONI
Adalberto Signore per "il Giornale"

L'ABBRACCIO TRA NICOLA COSENTINO E ALFONSO PAPA DOPO CHE LA CAMERA HA RESPINTO LA RICHIESTA D'ARRESTO PER IL POLITICO DI CASAL DI PRINCIPEL'ABBRACCIO TRA NICOLA COSENTINO E ALFONSO PAPA DOPO CHE LA CAMERA HA RESPINTO LA RICHIESTA D'ARRESTO PER IL POLITICO DI CASAL DI PRINCIPE

Parole grosse, grossissime. E accuse di una violenza inaudita. Bossi questa volta non ci gira troppo intorno e punta il dito deciso contro Maroni, reo - secondo il Senatùr- di «lavorare a logorare Berlusconi» ormai da troppo tempo. Dopo mesi di guerra sotterranea, il braccio di ferro tra il cosiddetto «cerchio magico» e i «maroniani» esplode come mai era successo prima durante e dopo la riunione del gruppo della Camera che deve formalizzare quale sarà la linea del partito su Nicola Cosentino.

Nello scontro «verbale» tra il capo e Maroni, ma pure in quello quasi fisico tra Luca Paolini e Gianpaolo Dozzo. L'ennesima conferma che la decisione sull'arresto del coordinatore campano del Pdl non è certo una questione di merito ma è fatto squisitamente politico. Con Bossi che è ben consapevole che un via libera causerebbe un terremoto interno a via dell'Umiltà e pregiudicherebbe seriamente (se non definitivamente) l'alleanza con il Pdl.

BOSSI E MARONIBOSSI E MARONI

E con Maroni che - proprio per tutte queste ragioni- insiste da giorni sul «sì» all'arresto. D'altra parte, che il Carroccio sia ormai dilaniato al suo interno tra chi vorrebbe rilanciare l'alleanza con il Cavaliere e chi s'immagina una Lega «di lotta» e solitaria alle prossime elezioni non è certo una novità. Quel che mancava è che lo scontro tra Bossi e Maroni emergesse in modo così eclatante e davanti alla pattuglia di deputati esterrefatti. Con il Senatùr che rinfaccia all'ex ministro dell'Interno di aver «sbagliato» su Cosentino e di aver «gestito a modo suo» i fondi del gruppo parlamentare quando nella scorsa legislatura era capogruppo.

Ecco perché, argomenta Bossi, Maroni «non prenderà il posto di Reguzzoni». «Perché rischiamo- aggiunge - che usi i soldi del nostro gruppo per finanziare un altro partito, un suo partito». Tra i deputati cala il gelo. L'ex ministro dell'Interno chiede la parola e dice la sua: a gestire i soldi era Andrea Gibelli e l'ha sempre fatto ottimamente.

Renzo BossiRenzo Bossi

Un faccia a faccia così violento che lo stesso Maroni,uscendo dall'aula della Camera dopo il voto su Cosentino, pare portarne ancora i segni. Tanto che nel rispondere ai cronisti a trattati sembra «imbambolato», decisamente poco reattivo. Al punto che pure la favola che nel segreto dell'urna non sarebbe stato il Carroccio a salvare Cosentino, Maroni la racconta senza troppa convinzione. Tensione alle stelle, dunque. Con Paolini e Dozzo che arrivano quasi alle mani, divisi solo all'ultimo da Davide Caparini dopo un vivace scambio di insulti («coglione» e via andando).

E con Maroni che- forse per la prima volta da molto tempo - si sente in qualche modo messo all'angolo. Per i toni e le accuse di Bossi, certo. Ma pure perché il leader della Lega ci ha messo un attimo a disfare e ribaltare la decisione presa dalla segreteria politica di lunedì scorso in via Bellerio, quando si stabilì che si sarebbe votato per l'arresto. Si passa alla «libertà di coscienza», che vale fino ad un certo punto se nel suo intervento a nome di tutto il gruppo Paolini paragona il caso Cosentino a quello di Enzo Tortora.

MARCO REGUZZONIMARCO REGUZZONI

Così, finisce che il gruppo di spacca. Con Maroni che vede la sua linea pesantemente sconfitta. D'altra parte,il messaggio di Bossi era stato chiaro: «Oggi non si scherza». Lo stesso che martedì aveva recapitato telefonicamente il Cavaliere a Maroni qualche ora prima di Ballarò . Trasmissione a cui l'ex ministro dell'Interno decise in extremis di non andare. Il colonnello del Carroccio, però, tiene la posizione e ribadisce di essere «a favore dell'arresto».

Bossi gli risponde a stretto giro. Non è il «vaffa» rifilatogli in mattinata ma ci va vicino. «Maroni è scontento? Non piangeremo. La storia della Lega non è mai stata forcaiola». Se il Senatùr ha vinto la battaglia, però, non c'è dubbio che la guerra sarà ancora lunga. Anche perché l'ex ministro dell'Interno può contare sul sostegno della maggior parte della base. Sempre che, mormora un uomo vicinissimo a Maroni, «non decida di fare armi e bagagli e dar vita ad un partito che raccolga davvero l'eredità di una Lega che qui non c'è più».

ROSi MAURO ROSi MAURO

2 - INDIGNAZIONE E AMAREZZA SU WEB E RADIO PADANIA «SIAMO STATI TRADITI»
M. Cre. per il "Corriere della Sera"

«Uagliù, grazie assai!!!!! Evviva la Padagnia, evviva i Casalesi, evviva a munnezz!!! Grazie, grazie assaje Umberto!!!». Alla fine, rispetto all'indignazione leghista che trabocca sul web, l'ironia caustica di Nickolino è quasi una tenerezza. Così come il taroccamento del vecchio manifesto leghista: «Camorra ladrona, la Lega ormai perdona». Su Facebook, su Radio Padania, sui forum non ufficiali del Carroccio (quelli ufficiali non esistono più da parecchi mesi), i militanti sconcertati esprimono il sentimento prevalente del popolo padano: la rabbia.

Uno per tutti, Alsesto22: «Provo sdegno, vergogna, fastidio, rabbia. Sono stato preso per i fondelli per anni da questi capoccia leghisti che nella nostre piazze condannano Roma Ladrona e poi fanno queste porcate. Mai più. Mai più».

Molti dei commenti, semplicemente, non si possono riportare. Infrangono l'ultimo tabù, la malattia del «Capo». Molti imputano a quella la scelta sul caso Cosentino che ha gelato il Carroccio «di territorio». Altri, più semplicemente, a Berlusconi: «Bossi ha di nuovo ceduto, dimostra di avere degli scheletri nell'armadio e significa anche che pensa di ritornare ad allearsi con il Pdl. Con il bene che gli voglio, da sempre, è giunta l'ora che si faccia da parte, lui e il Trota, per il bene della Lega».

Leghisti e il tiro alla funeLeghisti e il tiro alla fune

Un'ondata senza precedenti in cui spicca un secondo ingrediente: l'amarezza. Quella di chi ha sacrificato anni e fatiche, rubato tempo alla famiglia e al tempo libero per volantinare un verbo padano che ormai non riconosce più. Dice Francesco.sociale sul forum dei giovani padani: «Io leghista lo sono da sempre e ho fatto tanta fatica per difendere le nostre scelte (sugli amici di Silvio da salvare). Ora però basta! Con che faccia posso dire ai sinistri che i nostri fanno gli interessi del Nord?

Che rispondo a chi mi dirà che salviamo i mafiosi? Mi spiace, ma Bossi si è circondato di cattivi consiglieri e sembra badare più ad interessi di basso spartimento del potere (come un democristiano qualunque)». E ancora, Lilli D'Agostino: «Abbiamo votato Lega, ma dopo questa giornata chiediamo scusa all'Italia e a tutti gli italiani. Mai piu ai conniventi con i mafiosi i nostri voti e state tranquilli: presto si andrà alle elezioni e ve ne accorgerete».

GIOVANI SOSTENITORI LEGHISTIGIOVANI SOSTENITORI LEGHISTI

Tra gli sfogatoi più frequentati, la pagina Facebook di Roberto Maroni. Molti chiedono all'ex ministro di guidare la rivolta, di mettersi alla testa dello scontento: «Se domani avremo ancora una dignità, dovremo dire grazie solo e soltanto a lei, coerente fino in fondo».

Altri si dicono delusi anche da lui perché ancora non lo ha fatto: «Bobo, le foto vanno bene, le visite alle sezioni pure, ma noi aspettiamo il via, giornate come oggi ci distruggono». Moltissimi chiedono un'altra Lega: «Bobo, non ci deludere, mandiamo a casa il vecchio Bossi, ce ne ha fatte ingoiare troppe! Se ci deve essere la scissione, ben venga!». E ancora: «Sono leghista dal 1995, ho ingoiato molti bocconi amari in questi ultimi tre anni ma ora basta! Padania rialzati con Maroni».

legalega

 

 

 Fonte: Dagospia - 13-01-2012

LegaLega
HomePage Dagospia
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:41.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com