Addio a Cristopher Reeve
un "Superman" di coraggio
Prima i trionfi hollywoodiani, poi l'incidente che lo ha reso
paralitico dalla vita in giù. E la sua battaglia per i disabili
di CLAUDIA MORGOGLIONE
ROMA - Ha incarnato, meglio di qualsiasi altro, l'eroe senza macchia per eccellenza, col suo Superman per il grande schermo. Ma il vero coraggio Cristopher Reeve l'ha dimostrato fuori della finzione cinematografica, nella vita vera, combattendo per anni le conseguenze di un tragico incidente. E ora tutto il mondo ne piange la scomparsa: l'attore è morto ieri pomeriggio, in un ospedale nei pressi di New York, stroncato da un attacco cardiaco. Aveva 52 anni.
Una parabola davvero particolare, quella del divo hollywoodiano. Un star del cinema spettacolare, tutto muscoli e prestanza atletica, che nove anni fa, nel 1995, vede cambiare radicalmente la sua vita: un gravissimo incidente di cavallo, avvenuto vicino Charlottesville, in Virginia, rende totalmente paralizzata la parte inferiore del suo corpo. Costringendolo, negli anni successivi, a un calvario dolorosissimo, una serie di interventi chirurgici per porre rimedio - anche se solo parzialmente - al danno subìto.
Un evento traumatico che però, paradossalmente, mostra la grande tempra di Reeve: l'attore decide di non chiudersi nel privato, e di prestare la sua immagine così nota per combattere a favore dei diritti dei disabili. Creando anche una fondazione col suo nome. E diventando, così, un'icona di altro genere: un Superman di coraggio e di dignità, molto lontano dal cliché hollywoodiano del personaggio tutto muscoli e poco cervello.
Ma facciamo un passo indietro, guardando alla carriera di Reeve prima dell'incidente. Nato il 25 settembre 1952 a New York, figlio benestante di una giornalista e di un professore, Cristopher si avvicina al mondo dello spettacolo quando viene ammesso alla prestigiosa Juillard school of Performing Arts, insieme a un altro talentuoso studente: Robin Williams.
Poco dopo, a 26 anni, l'exploit planetario: l'attore viene scelto per interpretare il Superman di Richard Lester. Il film ottiene grande successo, e il volto e il corpo di Reeve diventano notissimi ovunque. La pellicola avrà anche dei sequel, negli anni successivi, che consacreranno la fama del divo. In seguito, però, la sua carriera si appanna: tanti ruoli televisivi, pochi film di rilievo. Tra questi, comunque, va segnalata la commedia brillante Cambio marito, in cui recita a fianco di Burt Reynolds e Kathleen Turner.
E, nel 1995, l'incidente. La sua vita che cambia radicalmente. La sua decisione di non gettare la spugna, di continuare a combattere. Non solo in ambito sociale, ma anche dal punto di vista professionale: e così Reeve recita, nel 1998, nel remake televisivo del classico hitchicockiano La finestra sul cortile. Nel film, l'attore interpreta il ruolo che fu di James Stewart: un fotografo costretto da un incidente sulla sedia a rotelle, che spia nelle case dei vicini e che scopre così un delitto. Un ruolo in qualche modo emblematico, che sugella la doppia battaglia di Reeve.
Ieri, infine, l'attacco cardiaco, il coma, e poi la morte. E la moglie Diana - l'attore era sposato, e aveva tre figli - che ringrazia "i milioni di fan di tutto il mondo, che hanno sostenuto e amato mio marito in tutti questi anni".
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