Parte il Wi-Max anche in Italia

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Etrusco
00venerdì 12 ottobre 2007 12:33
Porterà internet a banda larga ovunque
* Economia

IL MINISTRO GENTILONI PRESENTA I TERMINI DELL'ASTA CHE SCATTA LUNEDI'


Internet senza fili, via alla gara Wi-Max
Bando per 35 licenze, buste aperte in gennaio.
Obbiettivo: offrire connessioni veloci alla Rete in tutta Italia.


ROMA - Questione di tempo, poco tempo, e poi in Italia ci sarà un accesso veloce e senza fili a Internet ovunque, anche nelle zone ( e non sono poche) ora non raggiunte via cavo dall'Adsl.
E' la volta del Wi-Max, il sistema di connessione a banda larga via radio che promette di far compiere un salto di qualità decisivo nella possibilità di connessione alla Rete anche lontano da postazioni fisse.

In pratica, un rivoluzione simile a quella che è stata la rete mobile dei telefoni cellulari rispetto alla telefonia fissa. «Con il Wi-Max avremo più banda larga.

È una tappa fondamentale per garantire il diritto all'accesso alla rete come servizio universale» dice il ministro delle telecomunicazioni Paolo Gentiloni presentando il bando di gara per l'assegnazione delle frequenze. E aggiunge che il «Governo conferma così gli impegni a ridurre il divario digitale ancora presente in molte regioni italiane, ad incrementare la competizione nelle TLC ed a favorire l'innovazione tecnologica del nostro Paese».


Paolo Gentiloni (Newpress)


IL BANDO - Le licenze su tutto il territorio nazionale saranno 35 e avranno la durata di 15 anni.
La gara scatta dalla prossima settimana con una base d'asta complessiva di 45 milioni di euro (in Germania e Francia l'assegnazione ha raggiunto rispettivamente i 60 e i 100 milioni) . Le licenze non saranno tutte uguali.
Ce ne saranno 14 nelle 7 macroaree in cui è stato suddiviso il paese
(due per ciascuna macroarea:
Lombardia-Bolzano-Trento;
Valle d'Aosta-Piemonte -Liguria-Toscana;
Friuli Venezia Giulia-Veneto-Emilia Romagna- Marche;
Umbria-Lazio-Abruzzo-Molise;
Campania-Puglia-Basilicata- Calabria;
Sicilia;
Sardegna)

con la condizione che ad uno stesso soggetto possa essere assegnato un solo diritto d'uso per macroregione.
A livello teorico è comunque possibile che un operatore che faccia domanda per tutte le macroaree riesca ad aggiudicarsele tutte, creando così un network nazionale.
Le altre 21 licenze
saranno invece a dimensione regionale e verranno «prioritariamente riservate a concorrenti che non dispongono già di licenze Umts». In questo caso vengono quindi esclusi i quattro grandi operatori telefonici (Telecom, Vodafone, Wind e H3G), mentre è agevolata la partecipazione al bando delle imprese più piccole radicate sul territorio. Allo scadere del termine previsto le licenze potranno essere rinnovate. La cessione a terzi senza l'autorizzazione del ministero è invece vietata.

I TEMPI - Il bando viene pubblicato la prossima settimana sulla Gazzetta Ufficiale: entro 45 giorni dovranno essere presentate le domande. Nei successivi 30 giorni il ministero dovrà valutarle e comunicare gli ammessi alla gara e dovranno essere quindi presentate le offerte. L'apertura delle buste dovrebbe quindi avvenire intorno al 20 gennaio. Essenziale per aggiudicarsi la gara sarà non solo l'offerta economica, ha sottolineato Gentiloni, ma anche la garanzia di copertura del territorio per aiutare i Comuni più svantaggiati a superare il digital divide. Il bando prevede infatti degli obblighi di copertura misurati a punti in base al numero di Comuni in cui vengono installati impianti Wi-Max: 60 è il punteggio minimo da raggiungere ed almeno la metà dovrà derivare da impianti collocati in Comuni a «digital divide totale».
Il valore aggiunto del Wi-Max rispetto alla banda larga cablata è infatti proprio la
capacità di viaggiare ad altissima velocità (fino a 74 Megabit/s)
in un raggio di circa 50 chilometri
senza necessità di infrastrutture di rete.
Senza quindi grandi investimenti sui cavi.
La trasmissione avviene infatti via radio sulle frequenze 3.4-3.6 GHz
, prima in uso al ministero della Difesa.
«Credo che abbiamo fatto un buon lavoro - ha concluso Gentiloni - per trovare un equilibrio tra il valore economico dell'asta e la copertura del territorio.
Abbiamo lavorato perchè il ricavo economico non fosse l'unico metro di misura e per indirizzare la competizione verso la lotta al digital divide».


11 ottobre 2007
www.corriere.it/economia/07_ottobre_11/bando_wi_max.shtml

Tino.CO
00venerdì 12 ottobre 2007 12:48
Sambrerebbe davvero ottimo!
C'è ancora tantissima gente che naviga col 56k, finalmente si risolverebbe il problema. Bisogna poi vedere l'effettiva copertura e i costi finali per i vari tipi di abbonamenti.

Personalmente prenderei in seria considerazione la cosa, alla fine navigo solo col mio portatile e sarebbe utilissimo
tc-3
00venerdì 12 ottobre 2007 14:25
Re:
Tino.CO, 12/10/2007 12.48:

Personalmente prenderei in seria considerazione la cosa, alla fine navigo solo col mio portatile e sarebbe utilissimo


eh già... anch'io faccio come te.
Spero solo che non finisca tutto in cazzata come al solito

Etrusco
00venerdì 12 ottobre 2007 14:35
Re: Re:
tc-3, 12/10/2007 14.25:


eh già... anch'io faccio come te.
Spero solo che non finisca tutto in cazzata come al solito




No, il rischio semmai è che le licenze se le accaparrino tutte le aziende più spregiudicate
interessate solo a lucrarci:
tradotto potrebbero concentrare le offerte commerciali sul traffico voce tramite VoIP
e riservare pochissimo spazio, attenzione e soprattutto banda (che, ricordiamo, costa tanto: quindi tenderanno a minimizzarne l'erogazione ai clienti)
per i loro clienti.

I miei timori sono rafforzati dal fatto che in diverse realtà locali
si sono fatte avanti già alcune aziende a proporre simili porcate: interessate cioè più ad offrire l'ennesima offerta di telefonia
che non servizi di connettività internet ad alta velocità [SM=x44465]

bekerovka
00venerdì 12 ottobre 2007 16:11
WiMax: nessuna frequenza libera tra le licenze da assegnare
12-10-2007
Luci e ombre sulla procedura di assegnazione delle licenze sul WiMax voluta dal ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni.

Il lato positivo è indubbiamente il fatto che finalmente anche in Italia si inizia a regolamentare l'utilizzo delle frequenze WiMax (Worldwide Interoperability for Microwave Access), che sfruttano la propagazione via radio della banda larga e consentiranno di raggiungere parti del territorio italiano fino ad ora escluse dalla possibilità di un collegamento Internet veloce (su rete fissa). In pratica una vera alternativa alla Adsl.

Le ombre restano invece sulle modalità scelte dal Ministro per rilasciare queste licenze. È stato infatti indetto un bando per l'assegnazione di tre diritti d'uso complessivi (blocchi A, B e C); i primi due sono destinati a solo tre operatori per ognuna delle "macroregioni" appositamente create, mentre l'ultimo blocco è rilasciato a livello regionale.

Inoltre la concessione d'uso di queste frequenze ha una durata di 15 anni (rinnovabile), non può essere ceduta a terzi e decade nel momento in cui la frequenza non sia utilizzata per 30 mesi consecutivi.

Purtroppo in questo provvedimento non si fa riferimento alcuno alla possibilità di lasciare una parte di frequenze al libero utilizzo senza scopo di lucro. Viene negata in questo modo l'idea che almeno una parte della rete WiMax sia destinata a tutti e venga considerata un bene comune.

Negativo a nostro giudizio anche il fatto che tre concessioni per regione sembrano essere troppo poche e che questa limitazione ponga le basi per una serie di oligopoli regionali. Anche ipotizzando che i vincitori delle aste siano diversi da regione a regione, questo produrrebbe un quadro di grande varietà a livello nazionale solo però apparente, senza che ci sia alcun vantaggio pratico per il consumatore: non interessa infatti al cittadino di una regione che nelle altre 19 vi siano 19 operatori diversi se poi nella sua ce ne sono solo tre (magari in grado di creare un mini-cartello regionale per spartirsi l'intera torta regionale).
12/10/2007
Da L'altroconsumo.it
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