Raggiunto un accordo per Termini Imerese

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fabius039
00sabato 26 novembre 2011 21:12
Tutti contenti?

Fiat: raggiunta intesa su Termini Imerese
Firma anche Fiom. 640 i dipendenti che andranno in mobilità verso pensione

26 novembre, 20:12



ROMA - E' stata raggiunta l'intesa tra Governo, Fiat e sindacati sullo stabilimento di Termini Imerese. Lo fa sapere il Ministero dello Sviluppo Economico. Sono 640 i dipendenti di Termini Imerese che andranno in mobilità verso la pensione. Lo fanno sapere i sindacati spiegando che l'accordo prevede un incentivo complessivo alla mobilità medio di 22.850 euro più l'indennità per il mancato preavviso e il premio fedeltà. Hanno firmato l'accordo tutti i sindacati, anche la Fiom.

"Abbiamo raggiunto l'intesa con Fiat e le parti sociali per quanto riguarda la dimensione economica per l'incentivo che l'azienda erogherà ai lavoratori", ha spiegato l'amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, al termine dell'incontro al ministero dello Sviluppo economico. "Questa intesa diventerà parte di un accordo complessivo che sarà raggiunto nelle prossime ore o nei prossimi giorni" per la riqualificazione di Termini Imerese. Arcuri ha sottolineato come ci sia stata "collaborazione da parte di tutti" e ha affermato che l'incentivo alla mobilità riguarderà circa 640 lavoratori, "mentre tutti gli altri verranno assunti da Dr". Riguardo all'importo delle risorse messe a disposizione da Fiat l'ad di Invitalia (l'advisor del ministero) ha evidenziato: "La dimensione economica dell'incentivo è stata quella sufficiente a raggiungere l'accordo". Inoltre Arcuri ha sottolineato come siano state "escluse altre forme di aiuto da parte della Regione Siciliana".

STOP PRESIDIO OPERAI DAVANTI A STABILIMENTO - Fim, Fiom e Uilm hanno tolto il presidio davanti ai cancelli della Fiat di Termini Imerese. La decisione è stata presa dopo l'accordo firmato da sindacati e Lingotto a Roma sulla mobilità.

FIM,INCENTIVO PARI A 70% AMMONTARE RICHIESTO - "Finalmente abbiamo raggiunto un importante punto di intesa sulla mobilità, che sarà pari al 70% di quanto era stato richiesto, ovvero di quello che tradizionalmente Fiat ha dato ai lavoratori". Lo ha detto il segretario nazionale della Fim, Bruno Vitali, al termine dell'incontro che si è tenuto al Ministero dello Sviluppo Economico su Termini Imerese.

21 MLN EURO MESSI A DISPOSIZIONE DA LINGOTTO - La Fiat avrebbe messo a disposizione "circa 21 milioni di euro" come costo complessivo diretto a "incentivi, premio di fedeltà, mancato preavviso e tombale". Lo ha detto il segretario nazionale della Fim, Bruno Vitali, al termine del tavolo sullo stabilimento di Termini Imerese per cui é stato raggiunto l'accordo sulla mobilità incentivata che riguarderà 640 lavoratori.

ANSA
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Sono sempre perplesso ed amareggiato quando si chiudono delle attività e si perdono dei posti di lavoro, quando una impresa (Fiat) investe somme ingenti non per impianti produttivi, ma per "accompagnare" alla pensione centinaia di lavoratori.

Si parla tanto di incentivi allo sviluppo, ma si praticano incentivi per le dismissioni.

Si vuole convincere le persone a lavorare più a lungo, a raggiungere la pensione più tardi, poi tutti, governo, sindacati ed imprenditori (pardon, volevo dire capitalisti) sono d'accordo per i pensionamenti anticipati e facilitati (tanto l'Inps paga..).

Ma, direte, subentra Dr, per quelli che restano.. palle!, è solo un epigono del De Tomaso dei tempi dell'Innocenti, che prende un pò di soldi dallo stato per poi liquidare tutto sotto l'indifferenza generale, copione già visto mille volte, dove tutti recitano la loro parte (ma quella dei sindacati è la più sporca), e noi possiamo solo guardare.

Io rivendico il valore dell'impresa, dell'azienda, come entità propria e distinta dall'imprenditore e dai lavoratori, è l'impresa il soggetto economico e sociale, e quando una impresa chiude, anche se gli imprenditori (pardon, capitalisti) ed i lavoratori sono soddisfatti, abbiamo comunque perso il valore aggiunto, il polo che produce ricchezza e costruisce il tessuto sociale che è l'impresa.

Un pò come per il calcio (e dai, sempre qui..), dove ci sono i giocatori, che passano, i presidenti, che vanno (a volte in galera), ma quella che resta sempre punto centrale è la squadra.

Vedremo mai degli imprenditori (pardon, capitalisti) e dei lavoratori disposti a rinunciare a parte dei guadagni, a fare sacrifici, per salvare l'impresa, per salvare i posti di lavoro, per salvare il know-how, per salvare quel punto di aggregazione e coesione sociale che è una impresa?

fabius039
00sabato 26 novembre 2011 21:18

Termini Imerese, una storia lunga 41 anni
Dalla prima 500 all'ultima Ypsilon uscita dalla fabbrica

25 novembre, 20:47



TERMINI IMERESE (PALERMO) - Il 19 aprile 1970 fu per Termini Imerese un giorno di festa. Dai cancelli dello stabilimento della Fiat, anzi della Sicilfiat, usciva la prima vettura prodotta: era naturalmente una Cinquecento. L'inizio, scrissero allora i giornali, di una scommessa che dava un senso concreto al sogno di industrializzazione in una terra legata all'economia agricola. La costruzione dello stabilimento era cominciata nel 1968 sulla spinta delle lotte operaie e sindacali. Ma decisiva era stata, nell'arrivo della casa torinese, l'amicizia dell'avvocato Giovanni Agnelli con Mimì La Cavera, ex presidente della Confindustria siciliana che, a partire dal 1958, si era posto come un ponte tra il mondo dell'imprenditoria e i partiti di sinistra.

E proprio da sinistra l'apertura della fabbrica venne salutata con entusiasmo. Veniva vista come un passo del processo di modernizzazione della Sicilia e una grande occasione per fermare l'emigrazione verso il Nord. Non a caso la maggior parte dei 350 dipendenti era stata reclutata tra i contadini e gli artigiani del comprensorio di Termini e dei paesi delle Madonie. Da quella prima Cinquecento la fabbrica fece molta strada. Qui si sono prodotti i modelli più popolari della casa torinese come la 126, la Panda, la Punto, fino alla Lancia Ypsilon di cui esce oggi l'ultimo esemplare. Il nome di Sicilfiat era stato scelto perché la Regione Sicilia deteneva il 40 per cento del capitale: rappresentava per Agnelli una garanzia. Ma l'intervento pubblico cessò quasi subito: già il primo novembre 1970 lo stabilimento era tutto della Fiat.

La fabbrica è presto diventata un modello produttivo, come riconosceva fino a qualche tempo fa anche Marchionne, tanto che i dipendenti erano già 1.500 quando, nel 1979, è entrata in produzione la Panda. Si lavorava su tre turni e nella seconda metà degli anni '80 Termini occupava 3.200 operai, oltre i 1.200 nelle aziende dell'indotto. La crisi però è cominciata nel 1993 quando, con la produzione della Tipo, è arrivata anche la cassa integrazione. Il numero dei lavoratori scese. Nel 2002 furono licenziati 223 dipendenti. Si prospettò la chiusura. Le lotte operaie, che ebbero grande sostegno, salvarono la fabbrica. Ma il declino era ormai cominciato. I dipendenti scesero a 1.536, quelli dell'indotto a circa 800. L'annuncio della chiusura sarebbe arrivato di nuovo l'anno scorso. E stavolta definitivamente.

ANSA
Etrusco
00sabato 26 novembre 2011 22:02
fabius039, 26/11/2011 21.12:

...
Vedremo mai degli imprenditori (pardon, capitalisti) e dei lavoratori disposti a rinunciare a parte dei guadagni, a fare sacrifici, per salvare l'impresa, per salvare i posti di lavoro, per salvare il know-how, per salvare quel punto di aggregazione e coesione sociale che è una impresa?




Si, quando lo stato tornerà a far lo Stato.
Altrimenti imprenditori, manager e AD, di loro sponte faranno sempre i loro INT€RE$$i (o quelli dei loro azionisti come nel caso di Marchionne).
Invece uno Stato serio deve dare le direttive, disincentivare comportamenti dannosi alla collettività, incentivare quelli utili e necessari, intervenire severamente, tempestivamente e con sanzioni pesanti prima di arrivare al fallimento pilotato con grave danno per "impresa" e tutto l'indotto. [SM=x44465]
Etrusco
00sabato 26 novembre 2011 22:02
fabius039, 26/11/2011 21.12:

...
Vedremo mai degli imprenditori (pardon, capitalisti) e dei lavoratori disposti a rinunciare a parte dei guadagni, a fare sacrifici, per salvare l'impresa, per salvare i posti di lavoro, per salvare il know-how, per salvare quel punto di aggregazione e coesione sociale che è una impresa?




Si, quando lo stato tornerà a far lo Stato.
Altrimenti imprenditori, manager e AD, di loro sponte faranno sempre i loro INT€RE$$i (o quelli dei loro azionisti come nel caso di Marchionne).
Invece uno Stato serio deve dare le direttive, disincentivare comportamenti dannosi alla collettività, incentivare quelli utili e necessari, intervenire severamente, tempestivamente e con sanzioni pesanti prima di arrivare al fallimento pilotato con grave danno per "impresa" e tutto l'indotto. [SM=x44465]
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