Real, Beckham ha scelto il 23

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Asgeir Mickelson
00mercoledì 2 luglio 2003 19:00
MADRID, 2 luglio 2003 - Alla fine ha scelto il 23. David Beckham rinuncia al sette, il suo numero preferito anche per questioni di moda. Perché è di Raul, e Raul - ha detto il presidente Perez - sarà il capitano del Real per i prossimi dieci anni, non gli si può togliere quella maglia. Caso chiuso e risolto, con un bellissimo sorriso. Quello del biondo David, tanto giocatore e molto star. In mattinata Alfredo Di Stefano, presidente onorario delle merengues, gli ha consegnato la camiseta blanca, David l'ha guardata, l'ha indossata ed ha sfilato come pochi sanno fare. "Hala Madrid" ("forza Madrid") ha poi detto con il suo accento inglese nella sala del Raimundo Saporta, davanti a 500 giornalisti e un'incessante pioggia di flash.

Martedì la firma per quattro anni, oggi la presentazione ufficiale. "David, benvenuto nella Liga dei sogni, nel Teatro più bello (il Santiago Bernabeu, ndr)" gli ha detto Florentino Perez, che per lui ha investito 50 milioni di euro. "Beckham è qualcosa di più di un uomo di calcio, è un'icona planetaria, un simbolo della postmodernità però è arrivato al Madrid perché è un grandissimo giocatore, uno dei migliori inglesi di tutti i tempi". E quello si sente lui, anche se veste e si muove come un divo. E anche se ama la sua famiglia, la famosa Spice Girl Victoria e i piccoli Brooklyn e Romeo dice "il calcio è tutto per me e appartenere al Real Madrid è un sogno che diventa realtà". Poi spiega: "Ci sono state altre offerte, ma io non ho avuto dubbi. Questo è un club grandioso, l'unico posto che desideravo, l'unico dove mi vedevo: ci sono giocatori di classe mondiale e si nota uno spirito di squadra". Quella squadra che conoscerà presto e tenterà di conquistare prestissimo: "Sono sicuro che appena mi conosceranno meglio non ci sarà alcun problema, perché capiranno che voglio giocare al calcio, che sono come loro".

E parte con i complimenti: "Ronaldo è il migliore giocatore del mondo, ha superato in modo incredibile da un infortunio difficile ora dimostra grande qualità". Ma anche Zidane "è un grande, uno dei migliori perché gioca al calcio come una ballerina: il modo in cui corre, in cui controlla la palla o la passa, è un vero grande". Roberto Carlos "è importantissimo per la squadra, e un vero professionista: ci siamo affrontati varie volte e non abbiamo avuto mai problemi con i falli, una stretta di mano e via. Il che dimostra che è anche un signore. Ci siamo scambiati la maglia tante volte". E Raul, "uno che lavora sodo e ha un gran cervello per il calcio".

Il sogno di Beckham si è avverato, ora bisogna far sognare la gente. Perez glielo dice chiaro: "Bisogna prendersi delle responsabilità". David lo sa bene, annuisce e sorride. Poi si mette in posa per le ultime foto ricordo destinate a fare il giro del mondo. E saluta la stampa, i suoi nuovi tifosi lo attendono sul campo della Ciudad Deportiva. Dove palleggia e batte le mani alla tribuna in festa.
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