Referendum trivelle

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Arcanna Jones
00venerdì 18 marzo 2016 12:58
17 Aprile, i motivi del si e del no spiegati in 2 minuti


Referendum trivelle: cosa prevede davvero e qual è la posta in gioco



Punto per punto i contenuti del quesito e i possibili effetti della vittoria del sì o del no


 

 


14/03/2016



roberta ragni



 


Il 17 aprile prossimo si terrà il referendum sulle trivellazioni in mare per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi, tra cui petrolio e gas.
Si tratta di un referendum abrogativo. Occorre, cioè, che vada a votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto
e che la maggioranza dei votanti si esprima con un “Sì”. Votando “Sì”, i cittadini avranno la possibilità di cancellare la norma sottoposta a referendum. 

 

COSA SI CHIEDE ESATTAMENTE? CHE ACCADE SE VINCE IL SÌ?  

L’obiettivo dei proponenti il referendum è quello di impedire alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo. Nonostante già oggi le società petrolifere non possano più richiedere per il futuro nuove concessioni per estrarre in mare entro le 12 miglia, per quanto riguarda le ricerche e le attività petrolifere già in corso una vittoria del «Sì» obbligherebbe le attività petrolifere a cessare progressivamente secondo la scadenza “naturale” fissata originariamente al momento del rilascio delle concessioni. 

 

Referendum anti-trivelle del 17 aprile i motivi del sì e no spiegati in 2 minuti

 

IL QUESITO  

“Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?”. Questo è il testo del quesito, promosso da 9 regioni (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise), che rappresentano anche il comitato ufficiale per il SI. 

 

CHE SUCCEDE SE VINCE IL NO (O SE NON C’È IL QUORUM)  

In caso di vittoria del no (o di mancato raggiungimento del quorum), le ricerche e le attività petrolifere già in corso non avrebbero scadenza certa, ma proseguirebbero fino a esaurimento del giacimento. Questo nonostante le società petrolifere non possano più richiedere per il futuro nuove concessioni per estrarre in mare entro le 12 miglia, secondo la legge in vigore. 

 

Contro il referendum, intanto, è nato un Comitato, “Ottimisti e Razionali”, presieduto da Gianfranco Borghini e costituito da personaggi provenienti soprattutto dal mondo delle imprese. Alcuni di loro sono reduci dalla sconfitta subita nel 2011 con il referendum sul nucleare, come, ad esempio, Chicco Testa, oggi a capo di Assoelettrica e da tempo strenuo sostenitore delle fonti fossili.  

 

Il Comitato sostiene che votare sì il 17 aprile sia “sbagliato e strumentale”, perché il settore degli idrocarburi, a dispetto di quanto affermato dai promotori del referendum, è una settore ricco di tecnologia e professionalità, con vantaggi in termini occupazionali ed economici. Se gli italiani votassero sì, dicono gli Ottimisti e Razionali, le imprese sarebbero costrette a licenziare, con il trasferimento o la chiusura della grande imprese Oil&Gas, che oggi vantano un fatturato annuo superiore ai 20 miliardi di euro. E, soprattutto, il Paese dovrebbe aumentare le importazioni di gas dall’estero.  

 

I SÌ SI OPPONGONO ALLA STRATEGIA ENERGETICA DEL GOVERNO  

“E’ chiaro che questo referendum ha una valenza politica più generale: è l’occasione che gli italiani hanno per smentire la strategia energetica del governo, fondata sul miraggio di estrarre le pochissime risorse fossili disponibili sotto i nostri fondali, arrestando intanto la crescita delle energie rinnovabili”, ci spiega Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace, che fa parte del comitato “Vota SI, per fermare le trivelle”, vasto schieramento di associazioni e organizzazioni della società civile nato per favorire la vittoria del sì e affiancare il comitato “istituzionale”. 

 

Non si tratterebbe, quindi, solo di far cessare le attività petrolifere in corso entro le 12 miglia marine, secondo la scadenza “naturale” fissata al momento del rilascio delle concessioni. Si tratta di capire qual è la strada che vuole prendere l’Italia. 

 

“Una vittoria del SI sarebbe la bocciatura ultima della Strategia Energetica Nazionale varata dal governo di Mario Monti, nei suoi ultimi giorni di vita, quando era già dimissionario. Si tratta di un piano di medio termine il cui unico scopo è incentivare l’estrazione di idrocarburi in Italia. E’, in altre parole, la direzione opposta agli impegni presi dall’Italia e da tutte le grandi economie del mondo nel vertice di Parigi di tre mesi fa. Ma è anche una strategia che, se perseguita, condannerà l’Italia a rimanere ostaggio di gas e petrolio, fonti di cui non siamo affatto ricchi e che in larghissima misura importiamo”, aggiunge Boraschi. 

 

DI QUANTO PETROLIO E GAS SI STA PARLANDO  

Secondo le ultime stime del Ministero dello Sviluppo Economico effettuate sulle riserve certe e a fronte dei consumi annui nel nostro Paese, le risorse rinvenute sarebbero comunque esigue e del tutto insufficienti. Considerando tutto il petrolio presente sotto il mare italiano, questo sarebbe appena sufficiente a coprire il fabbisogno nazionale di greggio per 7 settimane. Le riserve di gas per appena 6 mesi. Ma, secondo gli “Ottimisti e razionali”, il Referendum è lo strumento sbagliato per chiedere al governo maggiori investimenti nelle energie rinnovabili, perché finora non sapremmo come rinunciare alle fonti fossili e garantire la nostra indipendenza energetica. 

 

IL SILENZIO DEL GOVERNO PER SABOTARE IL QUESITO  

E il governo cosa dice? Finora è stato in silenzio. Per le associazioni ambientaliste, però, ha parlato con gli atti, anticipando il più possibile la data del referendum tentando e impedendo, di fatto, che l’opinione pubblica possa essere adeguatamente informata. Si voterà in un giorno solo, “sprecando circa 370 milioni di euro di soldi pubblici”, che si sarebbero invece risparmiati accorpando referendum e primo turno delle prossime amministrative. Ed è recente la bocciatura da parte della Corte costituzionale dei ricorsi delle Regioni che puntavano a ripristinare due dei sei quesiti esclusi, riaprendo anche la possibilità di accorpamento. 

 

“Certo appare contraddittorio, da un lato, andare a Parigi per la Cop21 affermare che esserci è già di per sé una vittoria” (come fece il ministro dell’Ambiente Galletti), assumendo impegni importati e, dall’altro, prolungare sine die la durata delle concessioni off-shore di coltivazione di gas e petrolio entro le 12 miglia marine da linee di costa e confini delle aree naturali protette”, commenta, dalla fazione opposta, Enrico Gagliano del Coordinamento Nazionale No Triv, che rappresenta molti comitati locali che da anni si battono contro le trivelle. 

 

Intanto Transunion Petroleum ha deciso di non proseguire amministrativamente a due istanze di ricerca di gas e petrolio nei nostri mari, nello specifico nel Golfo di Taranto e nel Canale di Sicilia. Qualche settimana fa, anche la Petroceltic e la Shell, che vantavano rispettivamente un permesso di ricerca al largo delle Isole Tremiti e due istanze nel Golfo di Taranto, hanno rinunciato. E qualcuno ci vede una dimostrazione che la campagna contro le trivellazioni stia sortendo l’effetto sperato.

La Stampa


Arcanna Jones
00venerdì 18 marzo 2016 13:02
Referendum Trivelle: le ragioni del Sì, le ragioni del No. Votare informati di Valigia Blu

Ricorda di citare la fonte: www.valigiablu.it/referendum-trivelle/
Licenza cc-by-nc-nd valigiablu.it
riccardo60
00venerdì 18 marzo 2016 13:32
comunque la si pensi, questo referendum non arriverà al quorum,
io sono del parere che bisogna abolire il quorum, o almeno abbassarlo ad una quota ragionevole, altrimenti si "gioca" sempre in due contro uno.
pliskiss
00venerdì 18 marzo 2016 14:29
Se le società petrolifere hanno sospeso i lavori, vuol dire che c'è poco e niente, 7 settimane di copertura nazionale?
Che lascino stare il fondale marino, è una ancora delle cose belle che è rimasta, poi come dice Ric, chi è che va a votare un referendum di questo tipo? La gente non va a votare neanche quando ci sono le politiche nazionali.

Altri soldi buttati per Referendum sconosciuto.
Arcanna Jones
00venerdì 18 marzo 2016 15:43
Re:
riccardo60, 18/03/2016 13.32:

bisogna abolire il quorum, o almeno abbassarlo ad una quota ragionevole, altrimenti si "gioca" sempre in due contro uno.




Sono d'accordissimo [SM=x44462] ma l'attuale maggioranza politica, come la passata, non hanno l'interesse a cambiare il quorum, altrimenti non potrebbero pilotare i referendum.

Comunque io, cascasse il mondo, andrò a votare sempre tutti i referendum, non salto mai nessuna votazione per principio. [SM=x44458]
riccardo60
00venerdì 18 marzo 2016 18:38
Re: Re:
Arcanna Jones, 18/03/2016 15.43:




Sono d'accordissimo [SM=x44462] ma l'attuale maggioranza politica, come la passata, non hanno l'interesse a cambiare il quorum, altrimenti non potrebbero pilotare i referendum.

Comunque io, cascasse il mondo, andrò a votare sempre tutti i referendum, non salto mai nessuna votazione per principio. [SM=x44458]




anch'io ci andrò, mai mancato ad una elezione, e d'altra parte per quanto poco conti,
è l'unica arma che abbiamo per provare a cambiare le cose. [SM=x44464]
bianco77
00venerdì 18 marzo 2016 18:42
era meglio fare un referendum sulle unioni civili anzichè sulle trivelle che non gliene frega niente a nessuno
pliskiss
00venerdì 18 marzo 2016 22:29
Re:
bianco77, 18/03/2016 18.42:

era meglio fare un referendum sulle unioni civili anzichè sulle trivelle che non gliene frega niente a nessuno



Le unioni civili servivano per coprire altre cose 2 settimane fa, mò si sente parlare di unioni civili??
Prima i trivellatori der culo
Mò i trivellatori der mare
Intanto te trivellano il portafoglio, guardavo oggi in un centro commerciale 4 gamberetti de merda, 6 euro!!
Se si mettono a trivellare distruggono tutto e te li fanno pagare 12 euro [SM=x44458]
Arcanna Jones
00venerdì 18 marzo 2016 22:43
La cosa curiosa è che mentre il PD pugliese è a favore del si, il segretario PD vuole favorire l'astensionismo, quindi il no.
Questo mi fa pensare che abbia preso qualche accordo con le ricche imprese dei trivellatori, perchè qualche anno fa Renzi la pensava in altro modo sull'acqua pubblica e sulle trivelle in mare.
pliskiss
00venerdì 18 marzo 2016 22:57
Re:
Arcanna Jones, 18/03/2016 22.43:

La cosa curiosa è che mentre il PD pugliese è a favore del si, il segretario PD vuole favorire l'astensionismo, quindi il no.
Questo mi fa pensare che abbia preso qualche accordo con le ricche imprese dei trivellatori, perchè qualche anno fa Renzi la pensava in altro modo sull'acqua pubblica e sulle trivelle in mare.



Normale, mamma banca gli avrà detto "perchè rinunciare? sempre soldi sono" questo ha bisogno di sassate come ai vecchi tempi, sembra un agente di commercio quello che presenta lui è tutto buono, ogni giorno si presenta in televisione con un prodotto nuovo e la gente non ci capisce più dentro un cazzo!! [SM=x44510]
Robert - W la... foiga!
00sabato 19 marzo 2016 00:00
Re:
Arcanna Jones, 18/03/2016 22.43:

La cosa curiosa è che mentre il PD pugliese è a favore del si, il segretario PD vuole favorire l'astensionismo, quindi il no.
Questo mi fa pensare che abbia preso qualche accordo con le ricche imprese dei trivellatori, perchè qualche anno fa Renzi la pensava in altro modo sull'acqua pubblica e sulle trivelle in mare.

Semplicemente il Presidente della Puglia Michele Emiliano sta cercando di costruirsi una immagine di sinistra pro-grillina per poter scalare il PD in futuro e quindi fregare i voti ai grillini al momento opportuno. In un ballottaggio Renzi vs Centrodestra (Berlusconi, Fitto, Caldoro, Meloni, Salvini, Storace) esiste il rischio per Renzi di perdere perchè i grillini lo detestano: se Emiliano riesce a costruirsi una buona immagine sui temi ambientali e anti-casta, allora in un teorico ballottaggio Emiliano vs Centrodestra (Berlusconi, Fitto, Caldoro, Meloni, Salvini, Storace) vince Emiliano perchè i grillini sceglierebbero lui perchè Emiliano è (o comunque fa credere di essere) "vicino" alla "sinistra verde "pro-grillini.
Freedom's promoter
00sabato 19 marzo 2016 00:11
Re: Re:
Robert - W la... foiga!, 19/03/2016 00.00:

Semplicemente il Presidente della Puglia Michele Emiliano sta cercando di costruirsi una immagine di sinistra pro-grillina per poter scalare il PD in futuro e quindi fregare i voti ai grillini al momento opportuno. In un ballottaggio Renzi vs Centrodestra (Berlusconi, Fitto, Caldoro, Meloni, Salvini, Storace) esiste il rischio per Renzi di perdere perchè i grillini lo detestano: se Emiliano riesce a costruirsi una buona immagine sui temi ambientali e anti-casta, allora in un teorico ballottaggio Emiliano vs Centrodestra (Berlusconi, Fitto, Caldoro, Meloni, Salvini, Storace) vince Emiliano perchè i grillini sceglierebbero lui perchè Emiliano è (o comunque fa credere di essere) "vicino" alla "sinistra verde "pro-grillini.




Ma Emiliano finchè c'è Renzi rimarrà lontano dalla segreteria del partito e non conterà molto fuori dalla Puglia.

Intanto Renzi farà abortire questo referendum e passerà poi all'incasso.
cannonball
00sabato 19 marzo 2016 19:41
Re:
Arcanna Jones, 18/03/2016 22.43:

La cosa curiosa è che mentre il PD pugliese è a favore del si, il segretario PD vuole favorire l'astensionismo, quindi il no.




Avevo già deciso di partecipare a questo referendum, ma se adesso mi dici che Renzi vuole boicottarlo allora avrò un motivo in più per andare e per portarci quanti più amici possibili ;)
Arcanna Jones
00lunedì 21 marzo 2016 11:03

Referendum trivelle: 5 cose da sapere prima di andare a votare




  • Scritto da Francesca Mancuso


mare referendum

Il 17 aprile saremo chiamati ad esprimerci in occasione del referendum sulle trivellazioni in mare. Un referendum abrogativo, che ci offrirà la possibilità di cancellare una norma. Tanti sono ancora i dubbi che circolano. Per questo abbiamo cercato di focalizzare i punti principali del referendum e di chiarire i punti meno chiari.

 

La scelta di non accorpare il referendum alle elezione amministrative di certo non gioverà in termini di affluenza alle urne, oltre a far lievitare i costi. Ma questo ormai è assodato, così come appare chiaro il tentativo di scoraggiare i cittadini, spesso non consapevoli dell'appuntamento importante che li (ci) attende.

Uno dei pochi strumenti della democrazia, di cui ancora disponiamo. Dentro la cabina elettorale, con la matita in mano potremo dire SI o NO, due lettere che incideranno in maniera importante sul futuro energetico italiano.

1. Cosa prevede il referendum?


Il referendum sulle trivellazioni chiede di cancellare la norma che permette alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo. Già oggi, le società petrolifere non possono più richiedere nuove concessioni per estrarre in mare entro le 12 miglia, ma il referendum si riferisce alle ricerche e alle attività petrolifere in corso, che non avrebbero più scadenza certa.

In caso di mancato raggiungimento del quorum o qualora prevalessero i no, le ricerche e le attività petrolifere già in corso non avrebbero scadenza ma andrebbero avanti fino a esaurimento del giacimento.

2. Il quesito


Ecco il testo del quesito: «Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell'art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?».

3. Quando si vota


La data in cui saremo chiamati ad esprimerci alle urne sarà il 17 aprile. C'è poco tempo a disposizione per la campagna referendaria. Ciò è stato percepito come un vero e proprio tentativo di boicottaggio. Poco tempo significa anche meno possibilità di informare la popolazione sul quesito.

Per la prima volta nella storia Repubblicana, infatti, il Governo ha convocato un referendum nella prima domenica disponibile riducendo il tempo a disposizione alla campagna referendaria. Tutto ciò ha prodotto anche uno spreco di 360 milioni di euro, risparmiati qualora fosse stato accorpato il referendum alle amministrative.

4. Perché questo referendum?


Come ha spiegato il Comitato “Vota SI, per fermare le trivelle” a cui anche greenMe.it ha aderito, il referendum ha l'obiettivo di salvaguardare i mari italiani dalla corsa all'ultima goccia di petrolio.

Senza contare che ormai i fondali del nostro paese hanno ben poco da offrire. Se estraessimo tutto il petrolio ancora nascosto sotto i mari, basterebbe a coprire il fabbisogno nazionale di greggio per 7 settimane.

Ma le conseguenze legate alla ricerca di idrocarburi e alle attività estrattive non sono da prendere alla leggera. Le attività di routine delle piattaforme possono rilasciare sostanze chimiche inquinanti e pericolose nell’ecosistema marino, con un forte impatto sull’ambiente e sugli esseri viventi. Per non parlare di tecniche come l'airgun, vere e proprie esplosioni di aria compressa, che gravano sulla fauna marina.

Tutto ciò ammettendo che vada sempre tutto bene. In caso di incidente ne vedremmo delle belle se si considera che i nostri mari sono “chiusi”, motivo per cui anche un problema di piccole dimensioni potrebbe provocare danni molto gravi sull'ecosistema marino.

5. Chi è favorevole e chi è contrario


Il Comitato Referendario “del SI” è formato dalle 10 Regioni (Liguria, Veneto, Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna) che hanno promosso il referendum.

Vi è poi il Comitato Referendario delle Organizzazioni non Governative, che raggruppa una lunga lista di movimenti, associazioni e comitati rappresentativi della società civile.

Clicca qui per conoscerli tutti

Per il no, a tenere testa è il gruppo “Ottimisti e Razionali”, presieduto da Gianfranco Borghini e costituito da varie personalità provenienti soprattutto dal mondo delle imprese. Tra essi, anche Chicco Testa, oggi a capo di Assoelettrica e strenuo sostenitore delle fonti fossili.

Gianfranco Borghini

Ernesto Auci – direttore Firstonline.it

Gianni Bessi – consigliere regionale Emilia-Romagna

Alessandro Beulcke – Nimby Forum

Stefano Cingolani – giornalista

Piercamillo Falasca – Presidente Stradeonline.it

Patrizia Feletig – Contro l’Italia dei NO

Rosa Filippini – Amici della Terra

Massimo Lo Cicero – economista

Giordano Masini – Direttore Stradeonline.it

Umberto Minopoli – Associazione Italiana Nucleare

Andrea Moretti – Assobiotec

Corrado Ocone – filosofo

Lisa Orlandi – ricercatrice

Carlo Puca – giornalista

Roberto Santoro – Yimby Italy

Davide Tabarelli – Nomisma Energia

Noi di greenMe.it voteremo Sì, perché non vogliamo più le trivelle nei nostri mari. Per questo la redazione ci ha messo la faccia.

E voi? Inviateci le vostre foto e scrivete, come noi: “Io sto con il mare, il 17 aprile voto SI, #notriv”. Facciamoci sentire.>

Francesca Mancuso

Quak150
00sabato 2 aprile 2016 15:24
[SM=x44456] per questo conedono di votare anche a me, tramite ambasciata.
Per posta [SM=x44457]
Freedom's promoter
00sabato 2 aprile 2016 19:55
Re:
Quak150, 02/04/2016 15.24:

[SM=x44456] per questo conedono di votare anche a me, tramite ambasciata.
Per posta [SM=x44457]




Se vuoi far felice Renzi e tutta la sua cricca non votare a questo Referendum, altrimenti puoi scegliere se votare si o no [SM=x44461]
Quak150
00domenica 3 aprile 2016 11:21
Re: Re:
Freedom's promoter, 4/2/2016 7:55 PM:

Quak150, 02/04/2016 15.24:

[SM=x44456] per questo conedono di votare anche a me, tramite ambasciata.
Per posta [SM=x44457]




Se vuoi far felice Renzi e tutta la sua cricca non votare a questo Referendum, altrimenti puoi scegliere se votare si o no [SM=x44461]



Ti pare che voglia far felice Renzi? [SM=x44467]
Ho già spedito il mio voto, visto che stavolta mi è stato concesso di votare, anche se non so che effettiva validità possa avere una votazione "per posta" [SM=x44465]
agente87
00domenica 3 aprile 2016 20:10
Io voterò si ma non e però che le trivelle le eleminerano.

Quelli che hanno un certo numero di anni utilizzo portano usarle lo stesso detto da un politico.

Quelli che Non votano dovrebero votare almeno un poco abiente lo salviamo.
bianco77
00lunedì 4 aprile 2016 17:32
oggi Renzi ha ripetuto ancora una volta che per questo referendum è sacrosanta l'astensione...
perchè invece non lo dice per le elezioni amministrative o politiche? [SM=x44493]
un politico non dovrebbe mai dire di astenersi dal voto (solo perchè l'astensione fa i suoi interessi) piuttosto dici di andare a votare No.


E' proprio un paraculo [SM=x44507]
Quak150
00lunedì 4 aprile 2016 18:04
Re:
bianco77, 4/4/2016 5:32 PM:

oggi Renzi ha ripetuto ancora una volta che per questo referendum è sacrosanta l'astensione...
perchè invece non lo dice per le elezioni amministrative o politiche? [SM=x44493]
un politico non dovrebbe mai dire di astenersi dal voto (solo perchè l'astensione fa i suoi interessi) piuttosto dici di andare a votare No.


E' proprio un paraculo [SM=x44507]



Ehhhh caro (Bianco [SM=x44452]), e' molto peggio di para[SM=x44507]...

VOTATE VOTATE VOTATE [SM=x44509]
pliskiss
00lunedì 4 aprile 2016 20:35
Re:
bianco77, 04/04/2016 17.32:

oggi Renzi ha ripetuto ancora una volta che per questo referendum è sacrosanta l'astensione...
perchè invece non lo dice per le elezioni amministrative o politiche? [SM=x44493]
un politico non dovrebbe mai dire di astenersi dal voto (solo perchè l'astensione fa i suoi interessi) piuttosto dici di andare a votare No.


E' proprio un paraculo [SM=x44507]




Io questo lo ritengo uno dei politici (se politico si può chiamare?) più vergognosi della storia dell'Italia moderna, la gente guarda troppe telenovelas e show televisivi di Bonolis e compagnia, di consenguenza sono abituati al ridicolo, lui lo sà e fa quel cazzo che vuole, s'incominciasse a prendere le spranghe e le pietre e andare a Roma a fare una gita, sono convinto che qualche cosa cambia?? [SM=x44458]
possum jenkins
00lunedì 4 aprile 2016 22:08
Re: Re:
pliskiss, 04/04/2016 20.35:




Io questo lo ritengo uno dei politici (se politico si può chiamare?) più vergognosi della storia dell'Italia moderna, la gente guarda troppe telenovelas e show televisivi di Bonolis e compagnia, di consenguenza sono abituati al ridicolo, lui lo sà e fa quel cazzo che vuole, s'incominciasse a prendere le spranghe e le pietre e andare a Roma a fare una gita, sono convinto che qualche cosa cambia?? [SM=x44458]


Io adoro i programmi di Paolo Bonolis [SM=x44455]
pliskiss
00lunedì 4 aprile 2016 22:44
Re: Re: Re:
possum jenkins, 04/04/2016 22.08:


Io adoro i programmi di Paolo Bonolis [SM=x44455]



A me mi a scassato la minkia lui e quell'altro rimbabito che gli sta insieme, che non mi fa neanche ridere, Paolo Bonolis è il classico romanaccio mascherato, ma qualche volta gli s'ingrippa la lingua. [SM=x44458] Palanchiere, chissà dove li mette tutti quei soldi dei suoi contratti? [SM=x44512]
Robert - W la... foiga!
00martedì 5 aprile 2016 23:01
Robert - W la... foiga!
00venerdì 8 aprile 2016 18:09
Nell'articolo qui sotto il leghista Luca Zaia, ex Ministro dell'Agricultura e attuale Presidente della Regione Veneto, spiega le sue motivazioni per votare SI al "referendum trivelle"
agente87
00sabato 9 aprile 2016 06:27
Robert da dove ai preda quella imagine? Metti il link la devo mandare al partito
Da da da
00sabato 9 aprile 2016 14:27
Oggi mi sono sentito le tribune referendarie, ognuno tira fuori dati a suo favore, ma non combaciano nemmeno sui grandi numeri che dovrebbero essere noti a tutti.
C'è chi dice che il gas estratto dalle piattaforme sia solo il 3% di quello necessario all'Italia e chi invece dice che sia l'11,5%

E la giornalista intervistatrice li presente che ha sentito l'evidente incongruenza a distanza di 10 minuti circa, non lo ha nemmeno fatto presente o chiesto spiegazioni.

Insomma è un gran caos, di solito la verità sta nel mezzo, ma qui ho i miei dubbi... troppi interessi ci stanno dietro.

Di sicuro le coste italiane, mare e spiagge hanno tutto da perderci con queste trivelle che da un momento all'altro potrebbero inondare il mare di maree nere.

Ma poi le società di trivellazione sono tutte straniere, francesi... che ci guadagnamo noi? Anche le royalties pagate sono le più basse del mondo, ridicole...
pliskiss
00sabato 9 aprile 2016 19:19
Già abbiamo poco turismo, metti che nell'Adriatico capita un disastro ambientale , diventa una fogna.
Cosi metti in cagona tutti gli albergatori e gli addetti al turismo, per 2 pozzi che non servono ad una minchia.

Io mi chiedo se c'è bisogno di fare un referendum? Si arriva a data e si smantella tutto e chiusa la storia, si parla di salvaguardare l'ambiente e poi hai paura a tirare via le piattaforme per quattro soldi di merda che ci devi guadagnare.
Robert - W la... foiga!
00domenica 10 aprile 2016 15:22
Re:
agente87, 09/04/2016 06.27:

Robert da dove ai preda quella imagine? Metti il link la devo mandare al partito
Robert - W la... foiga!, 08/04/2016 18.09:

Nell'articolo qui sotto il leghista Luca Zaia, ex Ministro dell'Agricultura e attuale Presidente della Regione Veneto, spiega le sue motivazioni per votare SI al "referendum trivelle"



Questo è il link, ma si tratta semplicemente di un link che contiene l'immagine: non c'è altro in questo link se non l'immagine che hai visto nel mio commento di cui nel quote.
Robert - W la... foiga!
00domenica 10 aprile 2016 18:35
In alto nel manifesto che invita gli italiani a votare SI al referendum del 17 aprile 2016 sulle trivelle troviamo, da sinistra a destra, Lega Nord (partito di destra/centrodestra di orientamento conservator-federalista alleato in sede europea con il gruppo anti-euro di Marine Le Pen), Casapound (partito laico di estrema destra), Movimento 5 Stelle (partito di protesta anti-sistema), Fratelli d'Italia (partito di destra/centrodestra di orientamento conservator-nazionalista, è il principale erede dell'ex MSI-AN). In basso nel manifesto troviamo Forza Italia (partito di centro/centrodestra di orientamento liberal-popolare, è il principale socio italiano del Partito Popolare Europeo) e Forza Nuova (partito di estrema destra con posizioni filo-clericali, è il principale partito di estrema destra in Italia ed è il principale rivale di Casapound). Oltre a questi partiti presenti nel manifesto di cui sotto, bisogna aggiungere gli altri partiti schierati per il SI ma che non sono presenti nel manifesto qui sotto, ovvero il partito di Fitto "Conservatori e Riformisti" (alleato in sede UE con i Conservatori inglesi), i partiti di sinistra radicale (SEL, Rifondazione Comunista, il partito di Civati "Possibile" e altri gruppi minori) e ovviamente la Federazione dei Verdi (il partito che un tempo fu di Pecoraro Scanio). In apparenza, vista la quantità di partiti che sostengono il SI, allora il referendum dovrebbe superare il quorum (del 50%+1 dei voti) senza alcun problema: in realtà molti di questi partiti o sono inesistenti (si vedano i partiti della sinistra radicale e quelli dell'estrema destra) oppure hanno una bassa capacità di mobilitare il proprio elettorato al di fuori delle elezioni politiche (ad esempio, negli ultimi 20 anni Forza Italia ha avuto bassi risultati alle elezioni comunali contro i risultati molto alti alle elezioni politiche) oppure fanno solo propaganda strumentale (5 Stelle, Fratelli d'Italia, fittiani e Lega) solo per farsi notare; ergo, se a votare ci andrà il 40% (cioè sotto il quorum) potremo dire che è un grande successo dal punto di vista politico perchè nel quorum rientrano anche gli italiani all'estero che per ovvi motivi non votano quasi mai (il voto postale è minimo) e quindi basterà gridare al complotto ("il PD ha bruciato le schede postali, quindi è fallito il quorum") per proclamarsi come i veri vincitori del referendum: sotto il 25% è un disastro totale, al 30% è deludente e al 35% è appena sufficiente per non farsi umiliare dal PD che rivendicherà il fallimento del quorum. Ovviamente raggiungere il quorum o andarci molto vicino (45%) sarebbe una cosa incredibile e sarebbe l'inizio della fine dell'egemonia politica del PD (e di Renzi) in vista del Referendum Costituzionale - che è SENZA QUORUM - di ottobre in cui gli italiani dovranno votare NO per bocciare la proposta di Renzi (e del trio Boschi-Alfano-Verdini).
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