Riconoscimento automatico qualifiche nell' Europa dei 27

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fabius039
00lunedì 19 dicembre 2011 23:41
Dopo l'idraulico polacco, arriva l'avvocato estone

Arriva passaporto Ue per lavorare ovunque
Bruxelles lancia riconoscimento automatico qualifiche nei 27

19 dicembre, 19:11

BRUXELLES - La popolazione invecchia, il lavoro si sposta altrove e nel 2020 serviranno 16 milioni di professionisti disposti a trasferirsi in altri Stati Ue che dovranno riconoscere le loro qualifiche: per rendere piu' facile seguire le necessita' del mercato Bruxelles lancia il 'tesserino' europeo che certifichera' le qualifiche professionali per poter continuare ad esercitare qualunque professione in qualunque paese dell'Unione europea.


Per il Commissario europeo per il mercato interno, il francese Michel Barnier, rivedere la Direttiva sulle qualifiche professionali e' doveroso in questo momento in cui aumenta la richiesta di personale altamente qualificato: ''Per coloro che dispongono delle necessarie qualifiche sara' piu' facile trasferirsi dove si prospettano offerte di lavoro, e l'idea di una tessera professionale europea, sotto forma di certificato elettronico, consentira' di semplificare e accelerare le procedure di riconoscimento per i professionisti disposti a trasferirsi per lavoro''.

La proposta prevede inoltre l'aggiornamento dei requisiti minimi di formazione per medici, dentisti, farmacisti, infermieri, ostetriche, veterinari e architetti (ad esempio, il requisito minimo di ammissione alla formazione per infermieri e ostetrici passa da 10 a 12 anni di formazione scolastica generale) e l'introduzione di un quadro di formazione e di verifiche professionali comuni.

ANSA
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In particolare sottolineo questi due punti della Risoluzione del Parlamento Europeo

38. sottolinea il numero considerevole di professioni regolamentate nell'Unione europea e invita gli Stati membri a riconsiderare la fondatezza della classificazione di talune professioni, al fine di accertare se i titoli e le professioni corrispondono alle medesime competenze e qualifiche nei vari Stati membri, tenendo presente che la riduzione del numero totale di professioni regolamentate nell'UE potrebbe facilitare la mobilità; rileva che tale classificazione può essere giustificata per motivi di tutela dei consumatori, in particolare per quanto riguarda le professioni sanitarie, legali e tecniche;

39. sostiene che il modo più efficace per consentire la libera circolazione dei professionisti sarebbe di ridurre il numero di professioni regolamentate nell'Unione europea; invita la Commissione a includere nella direttiva rivista un meccanismo attraverso il quale gli Stati membri possano verificare le proprie disposizioni regolamentari, eccettuate quelle relative alle professioni sanitarie, e rimuoverle qualora non fossero proporzionate.
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Quando cercheranno di adeguarsi mi aspetto un altro squittire di sorci a difesa delle loro tane.
killing zoe
00lunedì 19 dicembre 2011 23:45
mi ricordo dell'idraulico polacco [SM=x44457]

fabius039
00martedì 20 dicembre 2011 02:02
E io aspetto gli avvocati estoni.. [SM=x44486]




Helen Ginter


Karin Madisson


Kadri Kallas


Inga Murula


Mari Matjus


Minni Triin Park

.. e si potrebbe andare ancora avanti!

NB: tutte vere avvocatesse, verificare i link per credere. [SM=x44518]
Arsenio Lupin
00martedì 20 dicembre 2011 08:22
Sono anche d'accordo in linea di massima, dopotutto se uno sa avvitare i tubi in Polonia lo saprà fare anche qui. Idem per i medici, geometri, farmacisti, ed in generale per tutte le professioni la cui conoscenza non è legata alla legislazione di un certo paese.
Ma per un avvocato inglese che magari conosce a memoria la legislazione e le procedure inglesi, ma non sa niente di quelle italiane, che garanzia c'è che possa esercitare proficuamente qui? Qualcuno dirà: sarà il mercato a stabilirlo. Bene, allora il principio dovrebbe valere anche per gli avvocati italiani; a questo punto l'esame di stato perde di significato.
KuntaKinte77
00martedì 20 dicembre 2011 08:31
Re:
Arsenio Lupin, 12/20/2011 8:22 AM:

Sono anche d'accordo in linea di massima, dopotutto se uno sa avvitare i tubi in Polonia lo saprà fare anche qui. Idem per i medici, geometri, farmacisti, ed in generale per tutte le professioni la cui conoscenza non è legata alla legislazione di un certo paese.
Ma per un avvocato inglese che magari conosce a memoria la legislazione e le procedure inglesi, ma non sa niente di quelle italiane, che garanzia c'è che possa esercitare proficuamente qui? Qualcuno dirà: sarà il mercato a stabilirlo. Bene, allora il principio dovrebbe valere anche per gli avvocati italiani; a questo punto l'esame di stato perde di significato.




se è per questo anche la contabilità italiana differisce da quella anglosassone... eppure...
il tobas
00martedì 20 dicembre 2011 08:31
Re:
fabius039, 20/12/2011 02.02:

E io aspetto gli avvocati estoni.. [SM=x44486]




Helen Ginter


Karin Madisson


Kadri Kallas


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Minni Triin Park

.. e si potrebbe andare ancora avanti!

NB: tutte vere avvocatesse, verificare i link per credere. [SM=x44518]



Ma queste lavorano nello stesso studio di Ally McBeal?
Arsenio Lupin
00martedì 20 dicembre 2011 08:43
Re: Re:
KuntaKinte77, 20/12/2011 08.31:




se è per questo anche la contabilità italiana differisce da quella anglosassone... eppure...




Vero, ma a parte il fatto che le differenze non sono poi così profonde (se uno capisce il meccanismo della contabilità, lo può applicare con le dovute varianti in qualunque contesto), va detto che da molti anni è in corso un avvicinamento dei principi contabili fra i vari paesi europei; da qualche anno anche le imprese italiane (quelle di maggiori dimensioni) possono applicare gli IAS, il che fa sì che i bilanci tendano ad essere sempre più simili, ed un professionista contabile inglese avrà molte meno difficoltà rispetto a 20 anni fa a leggere un bilancio italiano (e viceversa).
Sul fronte giustizia (che non è il mio campo, lo preciso) mi sembra però che le barriere siano ancora molte: non mi pare che un avvocato italiano all'inizio di un processo possa alzarsi e dire: "scusi vostro onore, potremmo applicare il rito inglese? mi risulta più comodo..." (a parte che se un domani questo fosse possibile non sarebbe un male, anzi [SM=x44452] )
KuntaKinte77
00martedì 20 dicembre 2011 10:18
Re: Re: Re:
Arsenio Lupin, 12/20/2011 8:43 AM:




Vero, ma a parte il fatto che le differenze non sono poi così profonde (se uno capisce il meccanismo della contabilità, lo può applicare con le dovute varianti in qualunque contesto), va detto che da molti anni è in corso un avvicinamento dei principi contabili fra i vari paesi europei; da qualche anno anche le imprese italiane (quelle di maggiori dimensioni) possono applicare gli IAS, il che fa sì che i bilanci tendano ad essere sempre più simili, ed un professionista contabile inglese avrà molte meno difficoltà rispetto a 20 anni fa a leggere un bilancio italiano (e viceversa).
Sul fronte giustizia (che non è il mio campo, lo preciso) mi sembra però che le barriere siano ancora molte: non mi pare che un avvocato italiano all'inizio di un processo possa alzarsi e dire: "scusi vostro onore, potremmo applicare il rito inglese? mi risulta più comodo..." (a parte che se un domani questo fosse possibile non sarebbe un male, anzi [SM=x44452] )



vero è ciò che dici, ma credo che alla fine ci proveranno anche su quell'area... vedrai.
Anche perchè a nessuno in Europa piace come vanno le cose da noi... proprio sul ramo giustizia.
Ed ovviamente non per quello che dici il tuo coetaneo, conterraneo e conano (ti manca la Shia, vè?), bensì per il contrario: non facciamo finire in carcere quasi mai i colletti bianchi per i reati più gravi.
strega@rossa
00martedì 20 dicembre 2011 12:51
Re:
fabius039, 20/12/2011 02.02:

E io aspetto gli avvocati estoni.. [SM=x44486]




Helen Ginter


Karin Madisson


Kadri Kallas


Inga Murula


Mari Matjus


Minni Triin Park

.. e si potrebbe andare ancora avanti!

NB: tutte vere avvocatesse, verificare i link per credere. [SM=x44518]




sembrano quelli di Low e order
fabius039
00martedì 20 dicembre 2011 20:24
Re: Re:
il tobas, 12/20/2011 8:31 AM:



Ma queste lavorano nello stesso studio di Ally McBeal?



A parte essere molto meglio di Calista Flockhart, queste sono vere avvocatesse, e con un curriculum di tutto rispetto.
fabius039
00martedì 20 dicembre 2011 20:29
Re:
Arsenio Lupin, 12/20/2011 8:22 AM:



Bene, allora il principio dovrebbe valere anche per gli avvocati italiani; a questo punto l'esame di stato perde di significato.



E' esattamente lo scopo dell'iniziativa, ma, in confidenza, questo esame di stato, come tutti gli altri, ha mai avuto un significato?

Gelmini docet. E se può fare lei l'avvocato in Italia..
Etrusco
00martedì 20 dicembre 2011 22:07
fabius039, 20/12/2011 20.29:



E' esattamente lo scopo dell'iniziativa, ma, in confidenza, questo esame di stato, come tutti gli altri, ha mai avuto un significato?

Gelmini docet. E se può fare lei l'avvocato in Italia..




Lascia perdere il caso limite di Catanzaro, che poi ora con la triangolazione della correzione degli scritti si è parzialmente limitato.
Allo stato attuale l'esame di stato viene usato impropriamente più che altro come setaccio per limitare l'ingresso di troppi avvocati sul mercato, a far concorrenza agli altri avvocati già affermati.

Un'utilità teorica ce lo potrebbe anche avere quest'esame di stato per gli avvocati, molto meno per le altre categorie...

Quanto alla circolazione internazionale dei professionisti, passi per i tecnici (medici, ingegneri, architetti), ma per gli avvocati e i commercialisti credo che sia preferibile scegliere un professionista che ha lunga esperienza in ambito nazionale.
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