Siena, duomo show. Rivive il pavimento-capolavoro

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killing zoe
00sabato 18 agosto 2012 08:24
L'arte universale sotto i piedi. Per una volta, la vertigine di un capolavoro mozzafiato viene dal basso, da un pavimento, non uno qualsiasi, ma da quello che Giorgio Vasari definiva "Il più bello... , grande e magnifico... che mai fusse stato fatto". L'ebbrezza di camminare su un concentrato di genialità artistica la offre il Duomo di Siena che dal 18 agosto, subito dopo il Palio dell'Assunta, fino al 24 ottobre, scopre il suo prezioso tappeto di intarsi marmorei solitamente coperto da lastre di faesite per proteggerlo dal calpestio dei visitatori e dei fedeli. Il colpo d'occhio è da sindrome di Stendhal, perché il pavimento appare come un mare di sessanta scene intarsiate articolate secondo un complesso programma figurato che si è realizzato attraverso i secoli, a partire dal Trecento fino all'Ottocento.
Con la particolarità che i cartoni preparatori per le tarsie furono disegnati da illustri pittori e scultori, quasi tutti "senesi" (poi realizzati da maestranze artigiane), fra cui spiccano personaggi del calibro del Sassetta, Domenico di Bartolo, Matteo di Giovanni, fino al grande pittore manierista Domenico Beccafumi. Con l'unica eccezione dell'umbro Pinturicchio, che tra 1505 e 1506 realizzò il riquadro nella navata centrale che illustra il Monte della Sapienza dove viene esemplificato l'eterno contrasto tra la Fortuna e la Virtù. In un sapiente rimando all'iconografia della filosofia antica, il dialogo è tra la personificazione della Fortuna, una nuda fanciulla dall'equilibrio instabile, e la Sapienza o Virtù che siede sulla salda pietra della vetta del monte. E' questo il cuore di un itinerario ispirato a temi simbolici, legati all'antichità classica e pagana, che si dipana attraverso le tre navate, per poi cedere la scena, nelle aree che si avvicinano all'altare, ai soggetti cristiani, ispirati alle sacre scritture celebranti il tema del Sacrificio del Figlio di Dio.
Guidato all'interno di un percorso, il pubblico può ora scoprire nel dettaglio della loro sofisticata bellezza le tarsie nell'esagono sotto la cupola, lo spazio vicino all'altare, i riquadri del transetto fino all'abside, con la visione delle tarsie lignee di Fra Giovanni da Verona e i riquadri di Domenico Beccafumi. Proprio a questo artista cinquecentesco, dalla figurazione estrema, nervosa e ai limiti dell'espressionismo ante-litteram, si devono alcune delle composizioni più intense, (Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia; Storie di Mosè sul Sinai, Sacrificio di Isacco) ottenute con molte innovazioni tecniche. Fu il Baccafumi a perfezionare la tecnica della tarsia, utilizzando gradazioni diverse, ottenendo contrasti chiaro-scurali ai livelli di un disegno. E' un viaggio strabiliante, che già il 21 agosto del 1880 faceva appuntare sul suo diario a Cosima, moglie del musicista tedesco Richard Wagner: "Arrivo a Siena intorno alle 10.00... visita al Duomo! Richard è commosso fino alle lacrime, dice che è l'impressione più forte che abbia mai ricevuto da un edificio. Vorrei ascoltare il preludio di Parsifal sotto questa cupola! In mezzo a tante preoccupazioni un momento di felicità: aver condiviso con Richard questo rapimento, sentimento di gratitudine verso il mio destino".
Il codice genetico di questo capolavoro è da ricollegare alla tecnica. Per trasferire l'idea dell'artista sul pavimento è stata usata una tecnica raffinata quale quella del commesso marmoreo, realizzato attraverso l'accostamento di grandi lastre di marmo di colori diversi, tutte provenienti dal territorio senese. Un solo quadro è a mosaico, quello raffigurante la Lupa che allatta i gemelli Romolo e Remo, presente nella navata centrale, e probabilmente il più antico della serie. Ma è una perfezione cui si giunse gradualmente, perché le prime tarsie sperimentarono la tecnica del "graffito", tratteggiate sopra lastre di marmo bianco con solchi eseguiti con lo scalpello e il trapano, riempiti di stucco nero.
Un'impresa, poi, ripercorrere tutta la simbologia del pavimento. Si parte dal mondo pagano avvolto dal mito lungo le navate. La Lupa, simbolo di Siena, che allatta i gemelli, il fondatore della sapienza umana Ermete Trismegisto, le bellissime Sibille, i filosofi da Socrate, a Cratete, da Aristotele a Seneca che hanno saputo indagare la profondità dell'animo umano. Dal transetto e coro comincia la storia del popolo ebraico con i soggetti tratti dal Vecchio Testamento, fno all'esagono sotto la cupola, col trionfo della salvezza compiuta e realizzata dalla figura del Cristo, sempre evocato e mai rappresentato, ma presente sull'altare.

Notizie utili - "Cattedrale di Siena", dal 18 agosto al 24 ottobre 2012.
Orari: feriali 10:30 - 19:30, festivi 9:30 - 18:00
Ingresso: intero: € 6, ridotto € 5
Informazioni: 0577 286300, www.operaduomo.siena.it



di Laura Larcan
Fonte
clara.clandestina
00sabato 18 agosto 2012 15:47
Mi è capitato di passare a Siena proprio quando era scoperto e vale veramente una visita [SM=x44462]
clara.clandestina
00sabato 18 agosto 2012 15:47
Mi è capitato di passare a Siena proprio quando era scoperto e vale veramente una visita [SM=x44462]
killing zoe
00sabato 18 agosto 2012 17:48
Re:
clara.clandestina, 18/08/2012 15.47:

Mi è capitato di passare a Siena proprio quando era scoperto e vale veramente una visita [SM=x44462]



[SM=x44458]


staros
00venerdì 7 settembre 2012 01:27
Spero di andarci a breve...
Il vecchio Gio
00venerdì 7 settembre 2012 11:14
Re:
clara.clandestina, 18/08/2012 15.47:

Mi è capitato di passare a Siena proprio quando era scoperto e vale veramente una visita [SM=x44462]




Io l'ho trovato coperto [SM=x44468]



...buon pretesto per tornarci [SM=x44451]
killing zoe
00domenica 14 ottobre 2012 16:26
La divina bellezza di Siena

Non si fa in tempo ad entrare che già la sindrome di Stendhal è in agguato. Con il pavimento scoperto (visibile al pubblico in via eccezionale fino al 24 ottobre, un mese esatto da oggi) il Duomo di Siena mette quasi soggezione ed è facile disorientarsi a causa della sua fagocitante ampiezza. Dal basso verso l’alto, lo sguardo è rapito da un continuo incedere di maestrie artistiche, a cominciare da quella danza di gotico vibrante e prospettico dei marmi alternativamente bianchi e neri che rivestono sia le pareti sia la solenne successione dei possenti piloni che sorreggono le arcate a pieno centro.
Gli occhi inseguono le molteplici vie di fuga degli scenografici scorci restituiti dall’impostazione esagonale della cupola, dal transetto e dagli altri spazi al di là della cupola. Scorci talmente belli da suggerire a Richard Wagner il modello per la costruzione del tempio del Santo Graal nel suo Parsifal. Non appena si emerge dall’apnea sensoriale che la veduta d’insieme del magnificente Duomo ispira e ci si concentra poco per volta sui dettagli, si inizia a prendere dimestichezza con quello che può considerarsi a tutti gli effetti il più significativo museo della scultura italiana nel periodo del suo maggiore splendore: durante quattro secoli, dal romanico-gotico al barocco, vi si avvicendarono alcuni tra i massimi scultori: Jacopo della Quercia, Lorenzo Ghiberti e Donatello (sua la statua in bronzo di San Giovanni Battista nell’omonima cappella), tanto per cominciare, seguiti dal “divino” Michelangelo (bellissime le due corpose statue raffiguranti i santi Pietro e Paolo che adornano l’Altare Piccolomini) e dal Bernini il cui inconfondibile tocco è racchiuso nella seicentesca Cappella del Voto, capolavoro di barocco romano, dove si trovano le sue due sculture raffiguranti un appassionato San Girolamo e un’ardente, quasi lasciva nella seminudità velata, Santa Maria Maddalena, talmente suadente nelle forme da far pensare a un suo passato da pagana Andromeda. Le pitture non sono da meno, visto che il contributo fondamentale al Duomo senese è stato dato dall’artista umbro detto “il Pintoricchio”, al secolo Bernardino di Betto, il quale nell’ultimo periodo della vita si prodigò a decorare la Cappella di San Giovanni e la Libreria Piccolomini, suo autentico capolavoro. Come non citare poi il coro che è la più grande opera di intaglio lignario a Siena e il pulpito scolpito, tra 1265 e 1268, da Nicola Pisano e discepoli.
Completano la visita al complesso museale del Duomo, il Battistero, la Cripta e il Museo dell’Opera (biglietto unico 12 euro). Nel Battistero (chiamato anche Pieve di San Giovanni) che occupa un ampio vano sottostante le due ultime campate del prolungamento del corpo del Duomo, va notato soprattutto il fonte battesimale con i rilievi raffiguranti la vita del Battista e le statue angolari di ottone dorato che portano la firma, tra gli altri, di Lorenzo Ghiberti, Jacopo della Quercia e Donatello. La Cripta è la maggiore sorpresa e una vera scoperta, nel senso più letterale del termine in quanto è recente sia la sua venuta alla luce (1999) dopo circa sette secoli di oblio, sia la sua apertura al pubblico (2003). Sorge nel luogo dove anticamente era stata eretta la prima cattedrale dedicata a San Bonifacio e la mancanza di altari o ambienti votivi fa pensare più che a una cripta, a un vestibolo o atrio, verosimilmente utilizzabile come ingresso secondario alla cattedrale. La presenza all’interno di una parte di capanna di epoca longobarda, inoltre, suggerisce l’ipotesi dell’edificazione avvenuta sui resti di un castello longobardo. Ciò che desta meraviglia, scendendo nella penombra di questi locali sotterranei, è quanto rimane del ciclo pittorico figurativo del 1280 ad opera di artisti della scuola senese (Guido da Siena, Rinaldo da Graziano, Dietisalvi di Speme) con storie dell’Antico e del Nuovo Testamento ad alto valore simbolico.

Ideale momento conclusivo dell’itinerario tra le meraviglie del Duomo senese è il Museo dell’Opera della Metropolitana, costruito nel 1870 e composto quasi esclusivamente di opere d’arte provenienti dal Duomo. Nel prezioso maremagnum di dipinti, sculture in bronzo e marmo (notevole l’originale del tondo di Donatello per la “Porta del Perdono”), a oreficeria, a parati, a ricami, a miniature, si distinguono in particolare le statue scolpite da Giovanni Pisano per la facciata del Duomo e la Maestà di Duccio di Buoninsegna per l’altare maggiore. Ai colossi del Pisano (di grandezza superiore al naturale) realizzati per la facciata del Duomo tra il 1284 e il 1296 e rimossi per ragioni conservative dalla seconda metà dell’Ottocento, manca solo la parola. Intensi nelle espressioni sottomesse a una tensione dialettica di forme, i personaggi scolpiti evocano a turno tensione mistica, saggezza, fede, veemenza fisica a seconda che si passi dalla struggente Maria di Mosè (la più bella statua del ciclo) alla Sibilla Eritrea o a Platone, da Mosè stesso ad Abacuc fino ai poderosi animali simbolici (due leoni, un leone alato, un cavallo e un toro). Bisogna recarsi al primo piano per ammirare il più celebre complesso di dipinti su tavola di tutto il Medioevo europeo, quella Maestà che richiese a Duccio di Buoninsegna trentadue mesi di lavoro e che, ad opera compiuta, venne acclamata dai Senesi con tre giorni consecutivi di grandi feste: la loro celeste “Avvocata”, infatti, era stata degnamente rappresentata. Un assaggio di Buoninsegna si ha già nella stanza delle statue del Pisano dove, in fondo nella parte centrale splende la Vetrata realizzata da Duccio per l’occhio absidale del Duomo intorno al 1287. Impossibile non notarla, sia per le dimensioni (6 metri di diametro per 30 di superficie) sia per i colori abbaglianti e intensi (azzurro, rosso rubino, viola ametista, verde smeraldo).
Per finire in bellezza (salvo non estenuarsi per l’inevitabile attesa della fila), dal secondo piano del Museo vi è l’accesso per salire sulla sommità del “facciatone”, quella facciata del Duomo Nuovo rimasta incompiuta ma che, almeno, regala ai pazienti visitatori una delle vedute più belle di Siena col Duomo, la piazza del Campo, la Torre del Mangia e le chiese monastiche in primo piano mentre all’orizzonte degrada il verde delle colline.



di Cecilia Martino
Fonte
Etrusco
00venerdì 12 luglio 2013 16:22
Siena, torna visibile il pavimento del Duomo. Un tappeto di marmo che Vasari definì "il più bello, grande e magnifico" http://larep.it/18RvKxs

Siena, si apre alle visite il pavimento del Duomo

Galleria fotografica

 

 

 

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Etrusco
00venerdì 12 luglio 2013 16:26

 

 

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