L'arte universale sotto i piedi. Per una volta, la vertigine di un capolavoro mozzafiato viene dal basso, da un pavimento, non uno qualsiasi, ma da quello che Giorgio Vasari definiva "Il più bello... , grande e magnifico... che mai fusse stato fatto". L'ebbrezza di camminare su un concentrato di genialità artistica la offre il Duomo di Siena che dal 18 agosto, subito dopo il Palio dell'Assunta, fino al 24 ottobre, scopre il suo prezioso tappeto di intarsi marmorei solitamente coperto da lastre di faesite per proteggerlo dal calpestio dei visitatori e dei fedeli. Il colpo d'occhio è da sindrome di Stendhal, perché il pavimento appare come un mare di sessanta scene intarsiate articolate secondo un complesso programma figurato che si è realizzato attraverso i secoli, a partire dal Trecento fino all'Ottocento.
Con la particolarità che i cartoni preparatori per le tarsie furono disegnati da illustri pittori e scultori, quasi tutti "senesi" (poi realizzati da maestranze artigiane), fra cui spiccano personaggi del calibro del Sassetta, Domenico di Bartolo, Matteo di Giovanni, fino al grande pittore manierista Domenico Beccafumi. Con l'unica eccezione dell'umbro Pinturicchio, che tra 1505 e 1506 realizzò il riquadro nella navata centrale che illustra il Monte della Sapienza dove viene esemplificato l'eterno contrasto tra la Fortuna e la Virtù. In un sapiente rimando all'iconografia della filosofia antica, il dialogo è tra la personificazione della Fortuna, una nuda fanciulla dall'equilibrio instabile, e la Sapienza o Virtù che siede sulla salda pietra della vetta del monte. E' questo il cuore di un itinerario ispirato a temi simbolici, legati all'antichità classica e pagana, che si dipana attraverso le tre navate, per poi cedere la scena, nelle aree che si avvicinano all'altare, ai soggetti cristiani, ispirati alle sacre scritture celebranti il tema del Sacrificio del Figlio di Dio.
Guidato all'interno di un percorso, il pubblico può ora scoprire nel dettaglio della loro sofisticata bellezza le tarsie nell'esagono sotto la cupola, lo spazio vicino all'altare, i riquadri del transetto fino all'abside, con la visione delle tarsie lignee di Fra Giovanni da Verona e i riquadri di Domenico Beccafumi. Proprio a questo artista cinquecentesco, dalla figurazione estrema, nervosa e ai limiti dell'espressionismo ante-litteram, si devono alcune delle composizioni più intense, (Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia; Storie di Mosè sul Sinai, Sacrificio di Isacco) ottenute con molte innovazioni tecniche. Fu il Baccafumi a perfezionare la tecnica della tarsia, utilizzando gradazioni diverse, ottenendo contrasti chiaro-scurali ai livelli di un disegno. E' un viaggio strabiliante, che già il 21 agosto del 1880 faceva appuntare sul suo diario a Cosima, moglie del musicista tedesco Richard Wagner: "Arrivo a Siena intorno alle 10.00... visita al Duomo! Richard è commosso fino alle lacrime, dice che è l'impressione più forte che abbia mai ricevuto da un edificio. Vorrei ascoltare il preludio di Parsifal sotto questa cupola! In mezzo a tante preoccupazioni un momento di felicità: aver condiviso con Richard questo rapimento, sentimento di gratitudine verso il mio destino".
Il codice genetico di questo capolavoro è da ricollegare alla tecnica. Per trasferire l'idea dell'artista sul pavimento è stata usata una tecnica raffinata quale quella del commesso marmoreo, realizzato attraverso l'accostamento di grandi lastre di marmo di colori diversi, tutte provenienti dal territorio senese. Un solo quadro è a mosaico, quello raffigurante la Lupa che allatta i gemelli Romolo e Remo, presente nella navata centrale, e probabilmente il più antico della serie. Ma è una perfezione cui si giunse gradualmente, perché le prime tarsie sperimentarono la tecnica del "graffito", tratteggiate sopra lastre di marmo bianco con solchi eseguiti con lo scalpello e il trapano, riempiti di stucco nero.
Un'impresa, poi, ripercorrere tutta la simbologia del pavimento. Si parte dal mondo pagano avvolto dal mito lungo le navate. La Lupa, simbolo di Siena, che allatta i gemelli, il fondatore della sapienza umana Ermete Trismegisto, le bellissime Sibille, i filosofi da Socrate, a Cratete, da Aristotele a Seneca che hanno saputo indagare la profondità dell'animo umano. Dal transetto e coro comincia la storia del popolo ebraico con i soggetti tratti dal Vecchio Testamento, fno all'esagono sotto la cupola, col trionfo della salvezza compiuta e realizzata dalla figura del Cristo, sempre evocato e mai rappresentato, ma presente sull'altare.
Notizie utili - "Cattedrale di Siena", dal 18 agosto al 24 ottobre 2012.
Orari: feriali 10:30 - 19:30, festivi 9:30 - 18:00
Ingresso: intero: € 6, ridotto € 5
Informazioni: 0577 286300,
www.operaduomo.siena.it
di Laura Larcan
Fonte