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Detto anche Triangolo di Salomone,
il Triangolo Equilatero prende il suo nome dalla forma maiuscola della terza lettera dell'alfabeto greco.
Rappresentazione geometrica del tre (la triplicità è di fondamentale importanza nella simbologia muratoria),
nella tradizione pitagorica simboleggia l'ascesa del molteplice all'Uno,
in quella cristiana la trinità, e compare in molte altre teosofie come simbolo della divinità come Perfezione.
Nel Tempio, il Delta luminoso è posto ad oriente ed ha al centro il
G dalle numerose interpretazioni
(God, oppure Gnosi, Geometria, Generazione)
o il tetragramma ebraico o lo schema della tetractis pitagorica o
l'occhio divino – simbolo del principio creatore o del sole, principio luminoso della vita.
Le colonne
Poste all'ingresso del Tempio, ad occidente, in ricordo di quelle che Hiram pose all'ingresso del Tempio di Salomone, simboleggiano la dualità.
Quella sormontata da tre melagrane si riferisce all'elemento femminile, all'Aria, soffio che alimenta la vita, sensibilità femminile, Mercurio dei Saggi;
l'altra, che porta il Globo, a quello maschile al Fuoco, ardore vitale divorante, attività, Zolfo degli Alchimisti.
E' allora nella duplicazione del simbolo-colonna che si esalta la dicotomia tra verticale e orizzontale, tra valori terreni-ctonii e aerei-uranii, tradizionalmente fatta di ricerca degli opposti e dei complementari.
Storicamente, oltre che architettonicamente, “colonna” ha connotazioni di altezza, forza, tensione, robustezza, strutturalità.
Colonna è dunque forza, e Boaz è, secondo la tradizione, dal nome del bisnonno del
re Davide, il pilastro regale, quello che simboleggiava, nel tempio di Salomone, il concetto di mishpat, il corrispondente di regno e giustizia.
Il dominio sugli elementi, gli uomini, se stessi, ma esercitato attraverso la potenza controllata e disciplinata.
Colonna è, ancora, perpendicolarità, stabilità, equilibrio, gioco controllato delle dinamiche che salgono e scendono, nervo di trasmissione delle energie tra basso ed alto.
Jachin, primo sommo sacerdote del Tempio di Salomone, ha dato il proprio nome alla colonna che simboleggiava in esso lo zedeq, il principio della rettitudine,
ispirato all'antico culto solare dei Cananei, che vede il Dio- Luce sorvegliare il mondo dall'alto.
Patto incrollabile, fondamento del rapporto col divino, la stabilità significata dalla colonna gemella completa dialetticamente il ruolo delle fondamenta dell'edificio interiore che il libero muratore deve poter disegnare e realizzare.
Il Mosaico
Il Mosaico – il pavimento a riquadri bianchi e neri che sta al centro del Tempio, è anch'esso simbolo del Binario, della contrapposizione fra l'Io e l'Altro, fra Spirito e Materia, fra Vero e Falso, fra Bene e Male, fra Bello e Brutto:
dei contrasti che caratterizzano la realtà, suggerendo così la dinamica della composizione dei contrari,
Non allude infatti al dissidio, quanto alla dialettica degli opposti dalla quale la realtà è definita;
così nascono per esempio la coscienza di sé e capacità di rapporto, poiché non c'è senso senza accettazione dell'Altro. Ovvero, non si arriva al Vero se non ci si interroga anche sul Falso, non si conosce il Bene se non si scende anche sul terreno del Male, non si coglie la Bellezza se non si definisce il Brutto.
Solo la consapevolezza che la scacchiera non ha solo riquadri bianchi o solo riquadri neri produce l'effetto armonico della comprensione, della rettitudine, della creazione artistica...
Il Mosaico è quindi un monito:
non c'è mai un solo aspetto limite alla possibilità di miglioramento.