Simbologia religiosa

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Etrusco
00giovedì 26 aprile 2007 21:50


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Il triangolo discendente rappresenta Sat-Chit-Ananda, il responso divino.

Il triangolo ascendente rappresenta l'anelito della materia
che aspira al Divino sotto forma di vita, luce e amore.

La giustapposizione di entrambi dà vita al quadrato centrale

la Perfetta Manifestazione che ha come centro il loto: il Signore Supremo.

L'acqua - all'interno del quadrato - rappresenta la molteplicità della creazione da cui il Supremo emerge.



Un po' di storia

I due triangoli formano una figura simile all’esagramma, il simbolo mistico chiamato dagli Ebrei Sigillo di Re Salomone.
Un simbolo simile a quello di Sri Aurobindo sopra descritto fu usato verso il 1902 dal “Movimento Cosmico” una organizzazione Parigina che aveva a capo un famoso occultista dell'epoca, Max Thèon che era stato istruttore della Madre in un periodo in cui Ella si era occupata di occultismo.
“ La maggior parte degli scritti cosmici ( i vari scritti del Movimento) erano senza firma “, spiegava Pascal Thémanlys, il figlio di un discepolo di Théon. “ e portavano impressa la stella a sei punte contenente il Loto nel suo centro che serviva a certificare l’autenticità dei testi.
Questo segno evoca fra l’altro l’unione dei principi attivo e passivo e senza dubbio la conoscenza Caldea, Egiziana e Hindu”

La Madre venne in contatto con il Movimento Cosmico - e con la sua Guida - attraverso la conoscenza del giovane Thémanlys, amico di suo figlio Matteo, nel 1904. Più tardi Lei andò in Algeria per studiare presso Théon, e successivamente organizzò a Parigi un centro dei “Gruppi Cosmici di Francia”. A seguito di ciò fu coinvolta nella pubblicazione dell'organo ufficiale del movimento, chiamato " La Rivista Cosmica". La stella a sei punte ricompare quindi come simbolo del movimento impressa sulla copertina di ogni uscita della rivista.

Appare evidente che il simbolo di Sri Aurobindo come noi lo conosciamo fu famigliare alla Madre ancor prima che Lei lo incontrasse nel 1914.

Etrusco
00giovedì 26 aprile 2007 22:01




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Detto anche Triangolo di Salomone,
il Triangolo Equilatero prende il suo nome dalla forma maiuscola della terza lettera dell'alfabeto greco.
Rappresentazione geometrica del tre (la triplicità è di fondamentale importanza nella simbologia muratoria),
nella tradizione pitagorica simboleggia l'ascesa del molteplice all'Uno,
in quella cristiana la trinità,
e compare in molte altre teosofie come simbolo della divinità come Perfezione.
Nel Tempio, il Delta luminoso è posto ad oriente ed ha al centro il G dalle numerose interpretazioni
(God, oppure Gnosi, Geometria, Generazione)
o il tetragramma ebraico o lo schema della tetractis pitagorica o l'occhio divino – simbolo del principio creatore o del sole, principio luminoso della vita.




Le colonne

Poste all'ingresso del Tempio, ad occidente, in ricordo di quelle che Hiram pose all'ingresso del Tempio di Salomone, simboleggiano la dualità.
Quella sormontata da tre melagrane si riferisce all'elemento femminile,
all'Aria, soffio che alimenta la vita, sensibilità femminile, Mercurio dei Saggi;
l'altra, che porta il Globo, a quello maschile al Fuoco, ardore vitale divorante, attività, Zolfo degli Alchimisti.
E' allora nella duplicazione del simbolo-colonna che si esalta la dicotomia tra verticale e orizzontale, tra valori terreni-ctonii e aerei-uranii, tradizionalmente fatta di ricerca degli opposti e dei complementari.
Storicamente, oltre che architettonicamente, “colonna” ha connotazioni di altezza, forza, tensione, robustezza, strutturalità.
Colonna è dunque forza, e Boaz è, secondo la tradizione, dal nome del bisnonno del re Davide, il pilastro regale, quello che simboleggiava, nel tempio di Salomone, il concetto di mishpat, il corrispondente di regno e giustizia.
Il dominio sugli elementi, gli uomini, se stessi, ma esercitato attraverso la potenza controllata e disciplinata.
Colonna è, ancora, perpendicolarità, stabilità, equilibrio, gioco controllato delle dinamiche che salgono e scendono, nervo di trasmissione delle energie tra basso ed alto.
Jachin, primo sommo sacerdote del Tempio di Salomone, ha dato il proprio nome alla colonna che simboleggiava in esso lo zedeq, il principio della rettitudine, ispirato all'antico culto solare dei Cananei, che vede il Dio- Luce sorvegliare il mondo dall'alto.
Patto incrollabile, fondamento del rapporto col divino, la stabilità significata dalla colonna gemella completa dialetticamente il ruolo delle fondamenta dell'edificio interiore che il libero muratore deve poter disegnare e realizzare.


Il Mosaico


Il Mosaico – il pavimento a riquadri bianchi e neri che sta al centro del Tempio, è anch'esso simbolo del Binario, della contrapposizione
fra l'Io e l'Altro, fra Spirito e Materia, fra Vero e Falso, fra Bene e Male, fra Bello e Brutto:
dei contrasti che caratterizzano la realtà, suggerendo così la dinamica della composizione dei contrari,
Non allude infatti al dissidio, quanto alla dialettica degli opposti dalla quale la realtà è definita;
così nascono per esempio la coscienza di sé e capacità di rapporto, poiché non c'è senso senza accettazione dell'Altro. Ovvero, non si arriva al Vero se non ci si interroga anche sul Falso, non si conosce il Bene se non si scende anche sul terreno del Male, non si coglie la Bellezza se non si definisce il Brutto.
Solo la consapevolezza che la scacchiera non ha solo riquadri bianchi o solo riquadri neri produce l'effetto armonico della comprensione, della rettitudine, della creazione artistica...
Il Mosaico è quindi un monito:
non c'è mai un solo aspetto limite alla possibilità di miglioramento.


Etrusco
00giovedì 26 aprile 2007 22:16
…l’eccelso Pitagora si rivelò autore della 47ª proposizione del Primo Libro di Euclide, che se opportunamente applicata costituisce il fondamento della Muratoria sacra, civile e militare

Il teorema di Pitagora è presentato come pietra di fondazione di tutta la muratoria....
Ruolo letteralmente centrale è infatti riservato al teorema pitagorico nel frontespizio d’apertura delle Costituzioni:
è collocato tra i due protagonisti, il duca di Montagu e il duca di Wharton, proprio sotto il rotolo delle costituzioni che il primo consegna al secondo.
E nel preciso ruolo di fondamento, allineato al pavimento dell’architettura che inquadra la scena seguente:






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