Sondaggio: Giuda: traditore o discepolo prediletto?

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Etrusco
00mercoledì 9 agosto 2006 14:40
Da qualche anno è aperto un dibattito sulla figura di Giuda
nel ruolo che ebbe durante l'Ultima Cena e nelle ore successive.

Ci sono molti elementi che lasciano aperta l'ipotesi che Giuda fosse il discepolo prediletto di Gesù Cristo
al quale facesse confidenze particolari di più alto livello teologico-filosofico.

Per pronunciarsi a riguardo, ovviamente, sarà necessario rivedere attentamente tutte le traduzioni relative a quei fatti e non solo.

Comunque qual è la tua posizione?
=Matteo82=
00mercoledì 16 agosto 2006 01:46
Tradì Gesù
Bestionn
00giovedì 17 agosto 2006 11:40
Il Traditore di Gesù Cristo

Scritto da: =Matteo82= 16/08/2006 1.46
Tradì Gesù



[SM=x44459] [SM=x44462] ... punto e basta!

Nulla da discutere e, meno ancora, una figura da rivalutare (nè umanamente, nè teologicamente!) [SM=x44458]

[Modificato da Bestionn 17/08/2006 11.46]

Bestionn
00giovedì 17 agosto 2006 11:44
Il Traditore di Gesù Cristo




"E subito, mentre ancora parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». Allora gli si accostò dicendo: «Rabbì» e lo baciò." [Mc 14, 43-45]

"Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?»." [Lc 47-48]

"Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli." [Gv 18, 1-2]

"Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente»." [Mt 27, 3-4]


Se poi la ricerca sull’identità di questo traditore parte, magari dal “Vangelo di Giuda”, da altri apocrifi o da altre antiche fonti, la cosa può anche essere culturalmente [SM=x44515] interessante ma irrilevante dal profilo biblico e teologico.

[SM=x44461] [SM=x44462]
texdionis
00giovedì 17 agosto 2006 18:28
Anche per me traditore punto e basta;se poi qualche vangelo apocrifo suggerisce il contrario io mi attengo a quelli canonici;non capisco perchè un vangelo apocrifo dovrebbe avere maggiore credito solo perchè apocrifo.
[SM=x44464]
(bresa)
00venerdì 18 agosto 2006 00:00
Re:

Scritto da: Etrusco 09/08/2006 14.40
Da qualche anno è aperto un dibattito sulla figura di Giuda
nel ruolo che ebbe durante l'Ultima Cena e nelle ore successive.

Ci sono molti elementi che lasciano aperta l'ipotesi che Giuda fosse il discepolo prediletto di Gesù Cristo
al quale facesse confidenze particolari di più alto livello teologico-filosofico.

Per pronunciarsi a riguardo, ovviamente, sarà necessario rivedere attentamente tutte le traduzioni relative a quei fatti e non solo.

Comunque qual è la tua posizione?




Dovrei documentarmi meglio...magari leggendo le intercettazioni dell'epoca... [SM=x44452]
Bestionn
00venerdì 18 agosto 2006 13:39
Re: Re:

Scritto da: (bresa) 18/08/2006 0.00



Dovrei documentarmi meglio...magari leggendo le intercettazioni dell'epoca... [SM=x44452]




[SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] grande!!!
bremaz
00venerdì 18 agosto 2006 20:34
La storia verrà riscritta



[SM=x44465] [SM=x44497]
Zalmoxis
00venerdì 18 agosto 2006 20:54



Sub specie temporis è indubbiamente un traditore - per quello che consta noi umani
Sub specie aeternitatis non lo so: andrebbe chiesto a Iddio!

[SM=x44464] [SM=x44462] [SM=x44464]
Bestionn
00sabato 19 agosto 2006 11:58
…per questo a Spinoza preferisco l’intuizione di Sant’Agostino:
“cognitio sine caritate non salvos facit”

[SM=x44458] [SM=x44462]
Zalmoxis
00domenica 20 agosto 2006 11:09
Re: …per questo a Spinoza preferisco l’intuizione di Sant’Agostino:

Scritto da: Bestionn 19/08/2006 11.58
“cognitio sine caritate non salvos facit”

[SM=x44458] [SM=x44462]





... meglio allora la Fede di Lutero - dato che andiamo per l'indeterminato..
E pure il suo detto : Wein, Weib und Gesang


[Modificato da Zalmoxis 20/08/2006 11.11]

Bestionn
00domenica 20 agosto 2006 14:26
…per questo a Spinoza preferisco l’intuizione di Sant’Agostino:

Scritto da: Zalmoxis 20/08/2006 11.09




... meglio allora la Fede di Lutero - dato che andiamo per l'indeterminato..
E pure il suo detto : Wein, Weib und Gesang


[Modificato da Zalmoxis 20/08/2006 11.11]





[SM=x44473] ... Forse! [SM=x44455]
[SM=x44451] Peccato solo che la presunta fede di quel gran teologo e, soprattutto, l'indiscusso suo piacere al vino, alla donna e al canto, non si conciliavano con la gaiezza di unità e piena comunione nella Chiesa cattolica del romano Pontefice!
[SM=x44452]

Kaiser Luka
00giovedì 24 agosto 2006 16:17
molti fanno del tradimento di Giuda una colpevolezza ma io credo che sia stato solo una pedina nella grande scacchiera dell'esistenza.Io sinceramente non credo a una parola di quello che dice la Chiesa Cattolica,però credo nei Vangeli,almeno nelle parti in cui non è stato manipolato dalla suddetta,e quindi credo nel tradimento di Giuda ma non gliene faccio una colpa.è vero che Gesù alla fine ebbe paura di morire ma alla fin fine è stato quello il suo obiettivo ultimo,se non fosse risorto nessuno gli avrebbe dato più retta e oggi non esisterebbe il Cristianesimo.Quindi credo che Giuda abbia fatto il lavoro sporco,quello che nessuno vorrebbe fare ma che è necessario che sia fatto
Bestionn
00sabato 26 agosto 2006 16:37
Re:

Scritto da: Kaiser Luka 24/08/2006 16.17
molti fanno del tradimento di Giuda una colpevolezza ma io credo che sia stato solo una pedina nella grande scacchiera dell'esistenza.Io sinceramente non credo a una parola di quello che dice la Chiesa Cattolica,però credo nei Vangeli,almeno nelle parti in cui non è stato manipolato dalla suddetta,e quindi credo nel tradimento di Giuda ma non gliene faccio una colpa.è vero che Gesù alla fine ebbe paura di morire ma alla fin fine è stato quello il suo obiettivo ultimo,se non fosse risorto nessuno gli avrebbe dato più retta e oggi non esisterebbe il Cristianesimo.Quindi credo che Giuda abbia fatto il lavoro sporco,quello che nessuno vorrebbe fare ma che è necessario che sia fatto




Quella che ti ho evidenziato è una tua affermazione veritiera e sacrosanta! [SM=x44462]
Ciò non toglie che ci sono dei responsabili e colpevoli precisi (di là della predestinazione comprensibile solo all'Onnipotente) quanto alla morte - assassinio - violenta di Gesù.

[SM=x44461] [SM=x44462]
Etrusco
00domenica 17 settembre 2006 13:19
Re:

Scritto da: texdionis 17/08/2006 18.28
Anche per me traditore punto e basta;
se poi qualche vangelo apocrifo suggerisce il contrario io mi attengo a quelli canonici;
non capisco perchè un vangelo apocrifo dovrebbe avere maggiore credito solo perchè apocrifo.
[SM=x44464]



Per un coerente cattolico rimane di validità indiscutibile anche l'Antico Testamento dove sono ricorrenti i temi del "tradimento":
troviamo il piccolo Libro di Giona
(Ionà in ebraico, in cui si narra una specie di parabola in quattro brevi capitoli).
Protagonista è appunto un profeta di nome Giona, vissuto secoli prima della composizione dell’opera (nell’VIII sec. a.C., come si dice in II Re 15,25; il libro è databile nel IV sec. a.C.).

Per quanto il nome del profeta, in ebraico significhi appunto “colomba”, Giona per un verso è più simile ad un odierno falco integralista (Cfr. Gianfranco Ravasi "Le colpe di Giona" di Erri De Luca, traduttore-curatore di una versione del libro biblico (Erri De Luca. Giona/Ionà, Feltrinelli, Milano 1995):
Infatti non si rassegna che Dio lo mandi a predicare la conversione proprio a Ninive, la “città dei sangui”, l’odierna e ancora insaguinata Mosul irachena, la capitale degli Assiri, la città nemica di Israele per eccellenza
(Un profeta per terre straniere: è questo Giona. E forse non è un caso che sia accolto anche dal Corano che, col nome di Yûnus, che significa "Quello del pesce" [Cor., XXI:87] lo venera come uno dei profeti di Allah.).
Per un altro, è una figura molto moderna, per il suo essere un profeta-controvoglia, uno che non si è autoinvestito, che non solo sfugge alla tentazione dell’autocandidarsi, ma anche all’investitura, anzi alla suprema investitura, quella che gli viene dal suo Signore.
È per questo che s’imbarca a Giaffa, porto di Gerusalemme, su «una nave di Tarshish», battente bandiera fenicia, per avviarsi al lato opposto del mondo:
se Ninive era a est, Tarshish era forse Gibilterra (o la Sardegna) e quindi a ovest.

Si tratta di un profeta renitente alla chiamata che non condivide l’eccessiva bontà di Dio,
«misericordioso e clemente, longanime, di grande amore e che si lascia troppo impietosire dopo aver minacciato il giudizio» (4,2).
Proprio nel suo rifiuto di rispondere alla chiamata, Giona si mostra paradossalmente vicino a Dio.
In tanto è un profeta - sostiene G.Deleuze - in quanto tradisce:
“Dio che si distoglie dall’uomo che si distoglie da Dio:
questo è prima di tutto il soggetto dell’Antico Testamento.
E’ la storia di Caino
, la linea di fuga di Caino.
E’ la storia di Giona:
il profeta si riconosce da questo, dal fatto che prende la direzione opposta a quella ordinatagli da Dio,
e
in tal modo realizza il comandamento di Dio
ancora meglio che se avesse obbedito.

Traditore, egli ha preso il male su di sé.
Il Vecchio Testamento è continuamente percorso da queste linee di fuga,

linee di separazione della terra e delle acque. ”
(Gilles Deleuze: “Origine”, dicembre 2003, pag. 15.).



[Modificato da Etrusco 17/09/2006 13.22]

il moro30
00mercoledì 4 ottobre 2006 22:44
ricordo nell'interpretazione magnifica del jesus christ superstar di andrew lloyd webber giuda rivolto a cristo diceva:perchè io?perchè proprio io?quella frase mi ha colpito e mi ha lasciato tante perplessità.cmq giuda è colui che tradisce il cristo;lo fa per il popolo ,come aveva fatto intendere; materialmente giuda tradisce cristo
Gianni Bistoni
00sabato 7 ottobre 2006 23:48
Re:

Scritto da: il moro30 04/10/2006 22.44
ricordo nell'interpretazione magnifica del jesus christ superstar di andrew lloyd webber giuda rivolto a cristo diceva:
perchè io?perchè proprio io?
quella frase mi ha colpito e mi ha lasciato tante perplessità.
cmq giuda è colui che tradisce il cristo;lo fa per il popolo ,come aveva fatto intendere; materialmente giuda tradisce cristo



Infatti anche io ho letto su alcuni libri che questo personaggio di Giuda è molto più complesso di quello che sembrerebbe
da una lettura superficiale dei 4 vangeli [SM=x44458]
Gianni Bistoni
00sabato 7 ottobre 2006 23:50
Ovviamente sposo la seconda opzione del sondaggio,
potrebbe essere un complesso momento teologico questo,
ci sono tutti i presupposti [SM=x44515]
Bestionn
00mercoledì 18 ottobre 2006 15:00
Benedetto XVI: "Giuda Iscariota e Mattia" Udienza Generale 18/10/06
[SM=x44497] Straordinaria ed erudita come sempre, la dottrina e la teologia del grande Ratzinger!!! [SM=x44458] [SM=x44476] [SM=x44458]




Piazza San Pietro - Mercoledì, 18 Ottobre 2006


Cari fratelli e sorelle,

terminando oggi di percorrere la galleria dei ritratti degli Apostoli chiamati direttamente da Gesù durante la sua vita terrena, non possiamo omettere di menzionare colui che è sempre nominato per ultimo nelle liste dei Dodici: Giuda Iscariota. A lui vogliamo qui associare la persona che venne poi eletta in sua sostituzione, cioè Mattia.

Già il semplice nome di Giuda suscita tra i cristiani un’istintiva reazione di riprovazione e di condanna. Il significato dell’appellativo “Iscariota” è controverso: la spiegazione più seguita lo intende come “uomo di Keriot” con riferimento al suo villaggio di origine, situato nei pressi di Hebron e menzionato due volte nella Sacra Scrittura (cfr Gs 15,25; Am 2,2). Altri lo interpretano come variazione del termine “sicario”, come se alludesse ad un guerrigliero armato di pugnale detto in latino sica. Vi è, infine, chi vede nel soprannome la semplice trascrizione di una radice ebraico-aramaica significante: “colui che stava per consegnarlo”. Questa designazione si trova due volte nel IV Vangelo, cioè dopo una confessione di fede di Pietro (cfr Gv 6,71) e poi nel corso dell’unzione di Betania (cfr Gv 12,4). Altri passi mostrano che il tradimento era in corso, dicendo: “colui che lo tradiva”; così durante l’Ultima Cena, dopo l’annuncio del tradimento (cfr Mt 26,25) e poi al momento dell’arresto di Gesù (cfr Mt 26,46.48; Gv 18,2.5). Invece le liste dei Dodici ricordano il fatto del tradimento come ormai attuato: “Giuda Iscariota, colui che lo tradì”, così dice Marco (3,19); Matteo (10,4) e Luca (6,16) hanno formule equivalenti. Il tradimento in quanto tale è avvenuto in due momenti: innanzitutto nella progettazione, quando Giuda s’accorda con i nemici di Gesù per trenta monete d'argento (cfr Mt 26,14-16), e poi nell’esecuzione con il bacio dato al Maestro nel Getsemani (cfr Mt 26,46-50). In ogni caso, gli evangelisti insistono sulla qualità di apostolo, che a Giuda competeva a tutti gli effetti: egli è ripetutamente detto “uno dei Dodici” (Mt 26,14.47; Mc 14,10.20; Gv 6,71) o “del numero dei Dodici” (Lc 22,3). Anzi, per due volte Gesù, rivolgendosi agli Apostoli e parlando proprio di lui, lo indica come “uno di voi” (Mt 26,21; Mc 14,18; Gv 6,70; 13,21). E Pietro dirà di Giuda che “era del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero” (At 1,17).

Si tratta dunque di una figura appartenente al gruppo di coloro che Gesù si era scelti come stretti compagni e collaboratori. Ciò suscita due domande nel tentativo di dare una spiegazione ai fatti accaduti. La prima consiste nel chiederci come mai Gesù abbia scelto quest’uomo e gli abbia dato fiducia. Oltre tutto, infatti, benché Giuda fosse di fatto l’economo del gruppo (cfr Gv 12,6b; 13,29a), in realtà è qualificato anche come “ladro” (Gv 12,6a). Il mistero della scelta rimane, tanto più che Gesù pronuncia un giudizio molto severo su di lui: “Guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!” (Mt 26,24). Ancora di più si infittisce il mistero circa la sua sorte eterna, sapendo che Giuda “si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani, dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente»” (Mt 27,3-4). Benché egli si sia poi allontanato per andare a impiccarsi (cfr Mt 27,5), non spetta a noi misurare il suo gesto, sostituendoci a Dio infinitamente misericordioso e giusto.

Una seconda domanda riguarda il motivo del comportamento di Giuda: perché egli tradì Gesù? La questione è oggetto di varie ipotesi. Alcuni ricorrono al fattore della sua cupidigia di danaro; altri sostengono una spiegazione di ordine messianico: Giuda sarebbe stato deluso nel vedere che Gesù non inseriva nel suo programma la liberazione politico-militare del proprio Paese. In realtà, i testi evangelici insistono su un altro aspetto: Giovanni dice espressamente che “il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo” (Gv 13,2); analogamente scrive Luca: “Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero dei Dodici” (Lc 22,3). In questo modo, si va oltre le motivazioni storiche e si spiega la vicenda in base alla responsabilità personale di Giuda, il quale cedette miseramente ad una tentazione del Maligno. Il tradimento di Giuda rimane, in ogni caso, un mistero. Gesù lo ha trattato da amico (cfr Mt 26,50), però, nei suoi inviti a seguirlo sulla via delle beatitudini, non forzava le volontà né le premuniva dalle tentazioni di Satana, rispettando la libertà umana.

In effetti, le possibilità di perversione del cuore umano sono davvero molte. L'unico modo di ovviare ad esse consiste nel non coltivare una visione delle cose soltanto individualistica, autonoma, ma al contrario nel mettersi sempre di nuovo dalla parte di Gesù, assumendo il suo punto di vista. Dobbiamo cercare, giorno per giorno, di fare piena comunione con Lui. Ricordiamoci che anche Pietro voleva opporsi a lui e a ciò che lo aspettava a Gerusalemme, ma ne ricevette un rimprovero fortissimo: “Tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini” (Mc 8,32-33)! Pietro, dopo la sua caduta, si è pentito ed ha trovato perdono e grazia. Anche Giuda si è pentito, ma il suo pentimento è degenerato in disperazione e così è divenuto autodistruzione. E’ per noi un invito a tener sempre presente quanto dice san Benedetto alla fine del fondamentale capitolo V della sua “Regola”: “Non disperare mai della misericordia divina”. In realtà Dio “è più grande del nostro cuore”, come dice san Giovanni (1 Gv 3,20). Teniamo quindi presenti due cose. La prima: Gesù rispetta la nostra libertà. La seconda: Gesù aspetta la nostra disponibilità al pentimento ed alla conversione; è ricco di misericordia e di perdono. Del resto, quando, pensiamo al ruolo negativo svolto da Giuda dobbiamo inserirlo nella superiore conduzione degli eventi da parte di Dio. Il suo tradimento ha condotto alla morte di Gesù, il quale trasformò questo tremendo supplizio in spazio di amore salvifico e in consegna di sé al Padre (cfr Gal 2,20; Ef 5,2.25). Il Verbo “tradire” è la versione di una parola greca che significa “consegnare”. Talvolta il suo soggetto è addirittura Dio in persona: è stato lui che per amore “consegnò” Gesù per tutti noi (cfr Rm 8,32). Nel suo misterioso progetto salvifico, Dio assume il gesto inescusabile di Giuda come occasione del dono totale del Figlio per la redenzione del mondo.

A conclusione, vogliamo anche ricordare colui che dopo la Pasqua venne eletto al posto del traditore. Nella Chiesa di Gerusalemme furono due ad essere proposti dalla comunità e poi tirati a sorte: “Giuseppe detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia” (At l,23). Proprio quest’ultimo fu il prescelto, così che “fu associato agli undici Apostoli” (At 1,26). Di lui non sappiamo altro, se non che anch’egli era stato testimone di tutta la vicenda terrena di Gesù (cfr At 1,21-22), rimanendo a Lui fedele fino in fondo. Alla grandezza di questa sua fedeltà si aggiunse poi la chiamata divina a prendere il posto di Giuda, quasi compensando il suo tradimento. Ricaviamo da qui un’ultima lezione: anche se nella Chiesa non mancano cristiani indegni e traditori, spetta a ciascuno di noi controbilanciare il male da essi compiuto con la nostra limpida testimonianza a Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore
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