Catilina.Ancona
00domenica 7 maggio 2006 10:16
Su Blob da qualche giorno viene riproposto un divertente sondaggio fra i novelli onorevoli, mentre si accingono ad entrare a Montecitorio. Una diabolica Sabrina Nobile pone ai rappresentanti del popolo (scelti, appunto, fra i più giovani) qualche domandina semplice semplice, tipo "anno della scoperta dell'America", "anno d'inizio della Rivoluzione Francese"... contentandosi anche di una più accessibile (?) collocazione d'epoca. Bene, trattandosi di un frammento, non so se Blob abbia mandato in onda solo gli ignoranti (detto senza alcun intento offensivo, nel suo significato originario di "chi non sa qualcosa, ignora") o se quelle risposte siano pienamente rappresentative.....
Mo', per carità, convengo per primo sul fatto che "cultura" non può essere il puro e semplice ricordo di una data, anche di avvenimenti ultranoti, ma qualche considerazione in proposito a che conclusioni porterebbe ?
Ricordo un film di qualche anno fa, era la storia di un tizio che, tutti i santi giorni, ripartiva da zero, nel senso che la sua memoria era completamente cancellata.
Bene, un individuo del genere, concediamogli pure una strepitosa intelligenza, ma quanto potrà metterla a frutto se ogni volta dovrà ripartire dalle fondamenta ? Una squadra di muratori che ogni mattina scoprisse, anzi no,non scopre perchè presupporrebbe un ricordo del lavoro fatto, che le fondamenta gettate il giorno prima non esistono più, per quanto formata di capacissimi lavoratori, riuscirà mai a tirar su un edificio ?
I più giovani non lo ricordano, ma a suo tempo ci furono violentissime polemiche contro una scuola fondata su criteri puramente mnemonici, scuola che avrebbe "tarpato" le ali delle giovani menti che, diversamente, libere, si sarebbero librate a chissà quali altezze.
Bè, effettivamente, quando terminai il liceo, l'avere acquisito una buona conoscenza della fisica e delle sue leggi fondamentali (era la materia che preferivo..)aveva distrutto le mie fantasticherie precedenti su possibili rivoluzionarie scoperte
.....il che potrebbe anche avermi precluso una carriera di inventore da Nobel...
Ma, fuor di scherzi, la scuola dei miei ricordi era un incubo di tabelline imparate a memoria, poesie più o meno repellenti ripetute a pappagallo, criteri per ricordare i nomi delle Alpi da occidente a oriente o i dannatissimi affluenti del Po.
In effetti, ci si è persi dietro a ragionamenti tipo: "ma a cosa possono servir mai certe nozioni (ah, già, la parola che bollava senza appello il metodo: "nozionismo") nella vita ?".
Certo, verissimo, se non farai il cartografo, delle Cozie o delle Lepontine, della Dora Baltea e Dora Riparia, te ne potrai altamente stropicciare, che diamine !
Oddio, forse nemmeno,mi è capitata sott'occhio una prestigiosa opera di un prestigioso editore (niente nomi per carità di patria, comunque ho segnalato lo svarione) che, in una cartina storica dell'Italia, presentava la città di Latina nello Stato Pontificio....(ecco un caso in cui la conoscenza delle date, almeno per grandi approssimazioni, può tornare utile).
Io credo che il grande sviluppo dell'informatica abbia interagito molto con lo sviluppo degli studi sul cervello umano e forse oggi non si commetterebbe l'errore a suo tempo fatto di bandire qualsiasi esercizio mnemonico dall'ambito scolastico, nonostante gli strilli di schiere di umili ma preziose maestre/i elementari.
Già, ve lo immaginate un computer privo di memoria o con livelli minimi della stessa? Non sarebbero stati possibili gli straordinari sviluppi di questi anni senza una crescita esponenziale delle memorie...
In tutto questo, si può dire che un'intera generazione è stata privata del sacrosanto diritto a disporre di TUTTI gli strumenti
necessari a far funzionare al meglio quell'eccezionale computer portatile di cui tutti siamo dotati ?
E' ora di prender coscienza di una sacrosanta verità:
la scuola non può e non deve dare -come scopo primario - conoscenze immediatamente "spendibili" (orrida terminologia) nel mondo del lavoro, ma gli strumenti per apprendere con metodo efficace quanto ci occorre.
E questo è tanto più valido in un mondo come quello odierno nel quale, spesso, i cambiamenti e le innovazioni tecnologiche si susseguono.
Che facciamo, formiamo schiere di giovani preparati al lavoro di 2, 3, 5 anni fa ?
Curioso, ma nell'ultimo trentennio, il paese ha perso qualsiasi primato tecnologico e siamo brillantemente fra gli ultimi quanto a innovazione e ricerca e i cervelli che, comunque, ancora vengon fuori, se ne vanno all'estero a realizzarsi al meglio....
Catilina.Ancona
00lunedì 12 giugno 2006 18:04
Re: Re: Re: Re:
Scritto da: orckrist 11/06/2006 17.05
Caro amico, di solito se non si ha niente da dire si tace ma ciò non necessariamente indica ignoranza.
Se lo hai interpretato in questo senso mi scuso e mi spiace...
ma tu stesso lo hai detto: "di solito se non si ha niente da dire...", è esattamente ciò che intendo, l'argomento non può interessare di meno. Il che non ha niente a che vedere con l'ignoranza, semmai si tratta di indifferenza.
Del resto, siamo logici, ancora una generazione fa, si accettava tranquillamente la prematura conclusione degli studi per la donna
sulla base del tautologico concetto "tanto..è donna". E, agli inizi del Novecento (mica Medioevo...)il clero era fortemente contrario all'alfabetizzazione delle classi popolari (il puro saper leggere, scrivere e far di conto, secondo la definizione di Pinocchio). E lo sai con quali motivazioni ? "Poi...cominciano a leggere...si riempiono la testa di idee sbagliate, non vogliono stare più al loro posto...".
In effetti, una società eccessivamente condizionata dalla cultura, il che, in soldoni, significherebbe una società nella quale la "star" sarebbe, che so, il matematico o il filosofo,piuttosto che l'ultimo vincitore di grandifratelli o isolefamose, sarebbe molto difficile da governare.
Non sarebbe infatti possibile ai politici vendere aria fritta come avviene oggi.
Comunque, possiamo consolarci, la "deculturizzazione" si sta affermando su scala planetaria.
Etrusco
00mercoledì 28 giugno 2006 20:00
Re: Re: Re: Re: Re:
Scritto da: Catilina.Ancona 28/06/2006 19.27
Cavolo ! Hai ragione, io per primo ci vengo di rado.....
Ritieni possa essere una discussione valida ? Come si potrebbe fare allora ?
beh, innanzitutto in apertura di discussione ti consiglierei di essere molto più breve e conciso,
per evitare che il lettore si scoraggi e passi subito ad altre discussioni più leggere senza leggere nemmeno le prime 3 righe...
poi in replica articoleremo meglio il discorso.
Comunque io credo che il miglior sistema di istruzione era quello dei nostri padri: quando portavano all'esame di maturità TUTTE le materie studiate durante il liceo.
Poi all'università veniva premiata la vera preparazione, non il semplice e superficiale nozionismo.
Quello che allora era maggiore era la creazione della Forma Mentis:
oggi invece c'è una preparazione troppo settoriale e nonostante cio' ha anche bisogno di un master post laurea per esser davvero preparati.