Spazzatura a Napoli, Napolitano: "Mai ricevuto il testo del dl"

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binariomorto
00lunedì 22 novembre 2010 23:21
16 anni di "Emergenza": proclamata risolta ben 7 volte! PdL Campania: "lotta tra bande" e affaristi dell'ecomafia
Napolitano: "Non ho ricevuto il testo del dl"
Gli ispettori della Ue: "E' come due anni fa"

Il Quirinale in una nota dice di "riservarsi ogni valutazione" sul decreto licenziato dal Consiglio dei Ministri. Il capoluogo campano sommerso da 3mila tonnellate di spazzatura. La valutazione degli ispettori europei. Gli esperti dell'Università Federico II: "Agire d'urgenza, grave pericolo di epidemie"

ROMA - "La Presidenza della Repubblica non ha ricevuto e non ha quindi potuto esaminare, né prima nédopo la riunione del consiglio dei Ministri di giovedì 18 novembre, il testo del decreto-legge sulla raccolta dei rifiuti e la realizzazione di termovalorizzatori in Campania, che sarebbe stato definito dal Governo. Il Capo dello Stato si riserva pertanto ogni valutazione sui contenuti del testo quando gli verrà trasmesso". Dal Qurinale una nota di poche righe esprime tutto lo scetticismo del presidente sulla situazione dei rifiuti in Campania.

Ispettori Ue: "Come due anni fa". Poche ore dopo arriva la valutazione degli ispettori Ue, da oggi a Napoli per fare il punto sulla gestione del ciclo dei rifiuti. "Dopo due anni la situazione non è molto diversa. I rifiuti sono per le strade, non c'è ancora un piano di trattamento e gestione della differenziata - afferma Pia Bucella, responsabile della direzione generale ambiente dell'Unione europea e capo della missione -. Siamo favorevoli a liberare i fondi non appena ci sarà un piano di gestione adottato e implementato. Non basta un piano sulla carta, ma deve essere realizzato fattivamente". A una domanda spiecifica sulle sanzioni dell'Europa legate alla crisi dei rifiuti in Campania, Pia Bucella chiarisce che "multe finora non ce ne sono state, ma ogni sentenza della Corte di giustizia deve essere eseguita in 12-24 mesi. Non è immaginabile che passino 15 anni". "Dobbiamo garantire che
la nuova direttiva sui rifiuti, che entra in vigore il 12 dicembre prossimo e che l'Italia ha già recepito, sia pienamente rispettata" conclude il capo missione Ue, che nel pomeriggio sarà in visita al termovalorizzatore di Acerra e domani mattina incontrerà la commissione ambiente del Consiglio regionale della Campania.

Assessore regionale Ambiente: "Crisi congiunturale". Dopo aver incontrato il capo degli ispettori Ue, l'assessore all'Ambiente della Regione Campania, Giovanni Romano dichiara: "Abbiamo modo di spiegare che questa crisi è congiunturale, legata soprattutto allo smaltimento quotidiano dei rifiuti della città e della provincia di Napoli. A riprova di questo, abbiamo portato il quadro complessivo dell'impiantistica regionale che, se potesse essere utilizzata senza condizionamenti, garantirebbe almeno due anni di autonomia di tutta la Regione. E abbiamo anche dimostrato che questo problema non lo abbiamo nelle altre province della Campania. Tutto ciò a conferma del fatto che l'autonomia provinciale che si è venuta a consolidare attraverso la gestione degli impianti realizzati dal 2008 a oggi consente di affrontare la situazione nell'ordinario nell'attesa della realizzazione di due impianti - quello di Salerno e di Napoli Est - che daranno la risposta definitiva al ciclo integrato dei rifiuti".

Esperti: "Pericolo di epidemie". Tutto questo mentre Napoli è allo stremo, dopo un mese di crisi. Senza via d'uscita, con gli impianti al collasso. Spaventata, perché si temono epidemie. Una minaccia reale, come spiegano gli esperti Maria Triassi, del Dipartimento di Igiene della Federico II, e Andrea Simonetti, entrambi membri della Società italiana di Igiene. "Esiste un pericolo igienico-sanitario che può trasformarsi in un serio rischio per la salute - dicono -. I rischi sono legati alla presenza di randagi, ratti. E soprattutto blatte e insetti, vettori di malattie infettive gastro-intestinali. Occorre una soluzione immediata per togliere i rifiuti dalle strade e una soluzione a lungo termine che preveda discariche da realizzare in siti sicuri, differenziata e multe per chi non la fa. Infine, accelerare i tempi per la realizzazione dei termovalorizzatori".

In città ci sono tremila tonnellate di rifiuti non raccolti. In provincia si superano le ottomila. Cumuli di sacchetti appesantiti e sfaldati delle piogge, che occupano marciapiedi, strade, isolati e si innalzano fino a ricoprire le vetrine dei negozi con i primi addobbi di Natale o le facciate dei palazzi. E se nel centro città l'immondizia abbandonata diventa l'amaro banchetto per gabbiani e piccioni, che si avventurano voraci per le strade cittadine, dalla periferia (Poggioreale e San Pietro a Patierno) arrivano le prime segnalazioni per le invasioni di topi. L'attenzione è massima. Questa mattina il governatore della Campania Stefano Caldoro, nel corso dell'intervista per 'Mattino Cinque', ha detto che "per uscire dalla crisi strutturale della questione rifiuti servono due o più realisticamente tre anni".

In questa situazione, i tecnici dell'Unione europea devono fare il punto dopo la condanna dell'Italia da parte della Corte europea di giustizia per il mancato rispetto delle regole comunitarie sulla gestione dei rifiuti. Ma soprattutto l'Unione europea non ha ancora ricevuto dal governo italiano la pianificazione degli interventi necessari a mettere in sicurezza la salute e la sicurezza dei cittadini europei presenti in Campania. I commissari vengono a verificare personalmente il livello di rischio sanitario.

Calabria, a rischio raccolta in 80 comuni. Ormai pieno dopo la chiusura della discarica di Pianopoli, sequestrata la scorsa settimana, oggi è stato bloccato il conferimento nell'impianto di selezione dei rifiuti di Lamezia Terme. Provvedimento che interessa circa 80 comuni delle province di Catanzaro e Vibo Valentia. E' quanto si è appreso alla Daneco impianti, società che gestisce sia l'impianto pubblico di selezione di Lamezia Terme, che la discarica privata di Pianopoli. I comuni rischiano di dover sospendere la raccolta nei propri territori, così come ha già annunciato la Lamezia Multiservizi per i 27 comuni di propria competenza. "Stiamo lavorando senza sosta per evitare che si blocchi la raccolta dei rifiuti negli ottanta comuni - dichiara Francesco Pugliano, assessore regionale all'Ambiente e sub commissario delegato al superamento della situazione di emergenza ambientale nel settore dei rifiuti urbani -. Stiamo cercando di far conferire i rifiuti dell'impianto di selezione della Daneco nelle discariche attualmente funzionanti. Questa però sarà una situazione tampone, sappiamo bene che la situazione complessiva resta comunque difficile".

Il cardinale e l'emergenza. "Le emergenze sono l'unica cosa che a Napoli non mancano mai, Napoli sembra vivere di emergenze. E' scandalosamente attuale il rinnovarsi dell'emergenza dei rifiuti, che incombe come una 'maledizione' sul nostro territorio". Così il cardinal Sepe sull'emergenza.

Fonte: Repubblica
Etrusco
00martedì 23 novembre 2010 14:48

La cricca campana: né con i casalesi, né con la Carfagna

pubblicata da Luigi de Magistris il giorno martedì 23 novembre 2010 alle ore 12.17

Guardando questa foto Totò direbbe: ho detto tutto.

A destra il senatore Di Girolamo, costretto a dimettersi da senatore perché ritenuto legato all´´Ndrangheta;

l´ex senatore Sergio De Gregorio per il quale ogni parola é superflua;

il magistrato, nonchè sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio, in veste di garante;

Mara Carfagna, l´amichetta del caimano folgorata anche lei sulla via di Damasco (o di Bocchino);

Luigi Cesaro, alias Gigino a`purpetta, presidente della provincia di Napoli, sospettato di legami con la criminalità organizzata, colui il quale dovrebbe gestire l´emergenza rifiuti nel napolertano;

dulcis in fundo, Nicola Cosentino, alias Nick o´mericano, già sottosegretario allo sviluppo economico con delega al CIPE, componente della P3, coordinatore campano del PDL, inseguito da un´ordinanza di custodia cautelare per concorso esterno in associazione camorristica (e salvato dal Parlamento).

Una fotografia é più di un editoriale.

 

Luigi de Magistris

Cosentino, Cesaro, Mara Carfagna, Bobbio, Sergio De Gregorio, De Nicola
Etrusco
00martedì 23 novembre 2010 15:29
Raccolta differenziata ai tempi dei Borboni.
pubblicata da Roberto Saviano il giorno martedì 23 novembre 2010 alle ore 14.34


Roberto Saviano parla dell'emergenza rifiuti © Tam Tam foto

Il monte più alto d’Europa è il Monte Bianco: 4810 metri. Il monte più alto del mondo è l’Everest, con i suoi 8848 metri. Ma se noi immaginassimo una montagna fatta con i rifiuti illegali supererebbe la somma dei due, e di molto: qualcuno ha calcolato che avrebbe una base di tre ettari e sarebbe alta più di 15mila metri. Quest’immensa mole è una preziosa fonte di reddito per la criminalità organizzata e questo spiega perché in Campania la storia dell’immondizia lasciata a marcire per strada è, purtroppo, una storia infinita.

Gli ispettori europei sono arrivati a Napoli e ci hanno detto quello che i napoletani sapevano già:
e cioè che nulla è cambiato rispetto a due anni fa. In realtà è peggio. L’emergenza dura dal 1994.
E’ moltissimo tempo. Vuol dire che un ragazzo che oggi ha 16 anni è cresciuto con l’idea che i sacchetti di plastica abbandonati sui marciapiedi sono la normalità, come lo è il caldo d’estate e il freddo d’inverno. I cassonetti regolarmente svuotati, invece, sono un’eccezione.

In questa terra la raccolta differenziata è un sogno. Tranne che in piccole isole felici, non viene fatta mai. Quella non differenziata dovrebbe essere - per legge - al massimo il 35%. Qui arriviamo all’84%.

E pensare che erano stati per primi i Borbone a lanciare la diversificazione dei rifiuti.
Sembra incredibile, ma così recita un editto di Ferdinando II: "Gli abitanti devono tenere pulita la strada davanti alla casa usando l’avvertenza di ammonticchiarsi le immondezze al lato delle rispettive abitazioni e di separarne tutt’i frantumi di cristallo o di vetro che si troveranno riponendoli in un cumulo a parte".

Quello che i Borbone sapevano, le giunte di centrosinistra e di centrodestra, i commissari straordinari, da Rastrelli, a Bassolino, da Bertolaso a De Gennaro, non hanno più saputo. Tutti hanno provato a risolvere il problema, ma nessuno ci è riuscito. A Napoli sembra impossibile ciò che riesce a Milano, Bologna e Genova perché la regione è prigioniera di un gigantesco circolo vizioso. Il ciclo è basato sull’occupazione del territorio: si mettono i rifiuti in una discarica, la discarica si riempie, viene chiusa o sequestrata per versamenti di materiali tossici, i camion si fermano, si cerca l’ennesima discarica, la popolazione protesta, la spazzatura resta a terra e spesso viene addirittura bruciata, con pericoli serissimi per la salute. Tra Giugliano, Villaricca e Qualiano c’è una terra dei fuochi, dove i clan pagavano 50 euro per ogni cumulo di immondizia messo al rogo.

Si è tentato di risolvere il problema con gli inceneritori, che dovrebbero per legge produrre energia, ma per funzionare al meglio devono essere alimentati da ecoballe che nascono dalla raccolta differenziata, in cui l’umido è eliminato. Non è così, naturalmente, e la Campania è invasa dalle ecoballe, che ne hanno addirittura modificato la geografia e che sono potenziali bombe ecologiche. Non si sa cosa contengano, l’umido fermenta, potrebbero sprigionare gas pericolosi. Bisognerebbe aprirle, smontarle e ricomporle, ma la verità è che ci vorranno 56 anni per smaltirle tutte. Sempre che sia possibile.

Tutta questa incapacità è costata ai cittadini 780 milioni di euro all’anno, in emolumenti, consulenze, affitti degli immobili: circa 8 miliardi di euro in 10 anni, quasi una finanziaria. Tutti hanno perso, ma qualcuno ha guadagnato, e parecchio. Nel 2009 le ecomafie hanno fatturato oltre 20 miliardi di euro: un quarto dell’intero fatturato della criminalità organizzata.

Il grande business dei clan è quello dei rifiuti tossici:
hanno trasformato la Campania nel secchio dell’immondizia delle imprese del Nord: la monnezza di Napoli è la monnezza di tutta l'Italia. Ricordiamocelo, ogni volta che il Nord chiude le porte come se fosse un problema del Sud. Smaltire un rifiuto speciale costa moltissimo, fino a 62 centesimi al chilo, i clan sono capaci di offrire un prezzo di 9/10 centesimi. Un risparmio dell’80 per cento che mette a tacere la coscienza di tanti imprenditori. Il trucco è nella bolla di accompagnamento che viene falsificata, per cui il rifiuto come per magia non è più tossico, o nel miscelare i veleni ai rifiuti ordinari, in modo da diluirne la concentrazione tossica. Il meccanismo è talmente malato che a volte il composto viene trasformato in fertilizzante: così la malavita incassa i soldi due volte con lo stesso veleno.

Decine di inchieste giudiziarie testimoniano l’avvelenamento delle terre del Sud. Ne elenco alcune: nel 2003 si scopre che ogni settimana 40 Tir ricolmi di rifiuti sversano cadmio, zinco, scarto di vernici, fanghi da depuratori, plastiche varie, arsenico e piombo nel napoletano e nel casertano; nel 2006 la Procura di Santa Maria Capua Vetere accerta che tra Villa Literno, Castelvolturno e San Tammaro, vengono scaricati i toner delle stampanti d’ufficio della Toscana e della Lombardia. Il terreno è pieno di cromo esavalente. L’inchiesta "Eldorado" del 2003 ferma un traffico illecito di rifiuti pericolosi, che da Sud sono spediti in Lombardia per essere "miscelati" con terre di spazzatura delle strade milanesi e altri materiali, per passare poi come rifiuti non pericolosi smaltiti in una discarica pugliese. La Procura di Napoli ordina nel 2007 il sequestro di 5 aziende del Nord per traffico illecito di residui di lavorazioni siderurgiche.

Così il sottosuolo della bella, dolce, fertile Campania è diventato un fango nauseabondo e pericoloso: a Giugliano della Campania, in località Schiavi e Tre Ponti, ci sono 590 mila tonnellate di fanghi e liquami contenenti amianto e tricloruro di etilene; a Pianura tra il 1988 e il 1991 sono stati sversati i seguenti rifiuti provenienti dall’Acna di Cengio:1 miliardo e 300 milioni di metri cubi di fanghi;300 mila metri cubi di sali sodici; 250 mila tonnellate di fanghi velenosi a base di cianuro; 3 milioni e mezzo di metri cubi di peci nocive contenti diossine, ammine, composti organici derivanti dall'ammoniaca e contenenti azoto; nelle campagne di Acerra tra il 1995-2004 sono stati nascosti 1 milione di tonnellate di fanghi industriali provenienti da Porto Marghera e 300 mila tonnellate di solventi clorurati.

E questo solo per citare alcuni esempi. Non c’è da meravigliarsi se l’agricoltura è crollata a picco, se i frutti spuntano malati, se le terre diventano infertili. Soprattutto non c’è da meravigliarsi se aumentano malattie e tumori. E’ quello che succede, nel silenzio generale.
Il cancro, in Campania, non è una sventura, una tragedia ineliminabile, ma il frutto di una scelta sciagurata dell’imprenditoria criminale.

Le malattie legate alla presenza di rifiuti tossici sono una piaga silenziosa, difficile da monitorare ma assolutamente evidente. Una ricerca del 2008 dell’Istituto superiore di Sanità nelle province di Napoli e Caserta certifica un aumento della mortalità per tumore del polmone, fegato, stomaco, rene e vescica e di malformazioni congenite. Questi sono più numerosi vicino ai siti di smaltimento illegale. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di un aumento vertiginoso delle patologie di cancro in questa zona: la percentuale è più alta del 12% rispetto alla media nazionale.

Ecco, questo è lo stato in cui 16 anni di emergenze irrisolte, di impotenza dello Stato e di potere criminale hanno ridotto la Campania.
Non ci si è mai davvero occupati della bonifica delle terre malate.
E il paradosso è che già ci sono pronte le mire della criminalità.
Coloro che hanno contribuito a inquinare la terra, ora intendono guadagnarci ancora bonificandola.

Eppure la fine dell’emergenza è stata annunciata per ben 7 volte dal nostro capo del Governo:
era già risolta nel luglio di 2 anni fa.


Dopo decenni di crisi dei rifiuti, di napoletani identificati con la spazzatura, della perdita di ogni speranza di veder cambiare la propria città, mi viene in mente Eduardo che recitava: "È cos’è niente. Ci siamo abituati a dire sempre è cos’è niente. Ci levano il diritto della vita, ci tolgono l’aria: è cos’e niente." Temo che a forza di sentircelo dire rischiamo di diventare anche noi cose ‘e niente.


© 2010 Roberto Saviano/ Agenzia Santachiara
Arjuna
00martedì 23 novembre 2010 16:21

16 anni di assoluta impotenza e disinteresse da parte dello Stato.

E ci si stupisce se poi i boss sono difesi dalla folla?

Che figura ci fà uno Stato che ogni tanto arriva ad arrestare qualcuno, ma che non è in grado di garantire i servizi essenziali?
Etrusco
00martedì 23 novembre 2010 16:46
Re:
Arjuna, 23/11/2010 16.21:


16 anni di assoluta impotenza e disinteresse da parte dello Stato.

E ci si stupisce se poi i boss sono difesi dalla folla?

Che figura ci fà uno Stato che ogni tanto arriva ad arrestare qualcuno, ma che non è in grado di garantire i servizi essenziali?




ma quale folla?!
La stessa che muore di cancro, per lasciar che la Camorra seppellisca sotto il loro naso i rifiuti tossici del nord Italia? [SM=x44467]
Arjuna
00martedì 23 novembre 2010 17:07
Re: Re:
Etrusco, 23/11/2010 16.46:




ma quale folla?!
La stessa che muore di cancro, per lasciar che la Camorra seppellisca sotto il loro naso i rifiuti tossici del nord Italia? [SM=x44467]




Mi sono confuso con i boss della Calabria.
Etrusco
00martedì 23 novembre 2010 17:15
Re: Re: Re:
Arjuna, 23/11/2010 17.07:




Mi sono confuso con i boss della Calabria.




beh, l'importante è non far confusione sul PdL quando presto si tornerà a votare. [SM=x44455]
Arjuna
00martedì 23 novembre 2010 17:36
Re: Re: Re: Re:
Etrusco, 23/11/2010 17.15:


beh, l'importante è non far confusione sul PdL quando presto si tornerà a votare. [SM=x44455]



Ammesso che ci sarà ancora il PDL. [SM=x44451]
binariomorto
00martedì 23 novembre 2010 23:59
Rifiuti, il Pd accusa: il dl è un bluff
Caldoro nominerà commissari straordinari

"Il dl? Chi lo ha visto?" gridano i parlamentari democratici campani, che dopo aver chiesto e ottenuto un incontro con il sottosegretario Letta per avere chiarimenti sul decreto arrivato solo oggi pomeriggio al Colle, ci rinunciano. Arrivani i 'complimenti' di Prodi a Berlusconi

ROMA - L'emergenza rifiuti di Napoli arriva davanti a Palazzo Chigi, dove un cospicuo numero di parlamentari campani del Pd ha protestato per manifestare ''lo sconcerto'' sul decreto legge approvato giovedì dal Consiglio dei ministri. Un decreto ''scomparso'' dopo le minacce del coordinatore Nicola Cosentino e degli altri parlamentari del Pdl della Regione Campania di non votare la finanziaria, nel caso in cui le competenze sulla realizzazione dei termovalorizzatori non vengano attribuite alle Province, e arrivato solo oggi pomeriggio al Quirinale, all'attenzione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Stando a quanto si apprende da fonti di maggioranza, nel dl si prevede che il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ''potrà nominare dei commissari straordinari'' per la realizzazione dei termovalorizzatori, ''in raccordo con le Province'' interessate. ''Al fine di garantire la realizzazione urgente'' dei
termovalorizzatori - viene spiegato - e ''ferme restando le procedure amministrative e gli atti già posti in essere'' il Governatore ''può procedere in raccordo con le Province alla nomina di commissari straordinari''. Tali commissari avranno ''funzioni di amministrazione aggiudicatrice'' nella gestione delle gare di appalto, svolgendo ''le funzioni del sottosegretario di Stato'' e ''avvalendosi degli uffici della Regione e delle Province
interessate''.

Sulla questione rifiuti e su quanto fatto dal governo interviene sarcastico l'ex premier Romano Prodi (in un'intervista che andrà in onda domani su Radio Popolare): "Mi complimento con il governo Berlusconi - dice - per come ha risolto il problema rifiuti a Napoli...''. E oggi il capogruppo Pd alla Camera, Dario Franceschini, intervenendo in Aula, aveva attaccato duramente il modo in cui il decreto è stato presentato: "È inaccettabile la prassi per cui il Consiglio dei ministri approva una traccia di un decreto legge che viene poi scritto nei giorni successivi in altre stanze'' (VIDEO).

La protesta. ''Il dl? Chi l'ha visto'', ''Con la Carfagna non se magna'', ''Basta ammuina per accontentare Cosentino''. Questi i cartelli che i parlamentari Pd hanno brandito di fronte alla sede del governo. La manifestazione si è svolta in mattinata, prima che il dl arrivasse al Colle. ''Il decreto fantasma sui rifiuti, ancora in attesa di essere inviato al presidente Napolitano, dimostra che a prevalere ancora una volta è la logica privatistica di Berlusconi'', aveva detto il senatore Vincenzo De Luca. I parlamentari campani avevano chiesto e ottenuto di incontrare il sottosegretario Letta, ma dopo che il testo del decreto nel pomeriggio è arrivato al Quirinale, vi hanno rinunciato: "La vergogna istituzionale della mancata definizione del decreto sui rifiuti in Campania - si legge in una nota dei deputati campani del Pd- si è chiusa, a quanto si apprende, con un colpevole e ingiustificabile ritardo.A questo punto è ovviamente superata la necessità dell'incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Speriamo di poter verificare al più presto il reale contenuto del provvedimento per esprimere la nostra valutazione sulla base di quello che in questi giorni abbiamo ripetuto con chiarezza". Ed è fissato per domani, invece, nella sala Colletti della Camera un incontro tra i deputati e senatori campani con il governatore della regione Stefano Caldoro, presente anche il coordinatore regionale del Pdl Nicola
Cosentino. Nel corso della riunione si parlerà dei nuovi termovalorizzatori.

La Russa: "Pronti a mandare esercito". Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa aveva rassicurato sul decreto, dicendo che era ormai pronto: "Gianni Letta sta collazionando il testo", aveva detto definendo "imminente" il suo arrivo al Quirinale. E aveva aggiunto che la situazione è sotto controllo e che lui tiene "i militari pronti a intervenire". In serata la conferma dell'arrivo del testo del decreto al Quirinale. Tutto questo mentre a Napoli il presidente dell'Ordine dei medici Michele Peperoni parla di rischio di infezioni 2.

Anci, Upi e Regioni: "Vogliamo vedere testo". Ma le garanzie che arrivano da La Russa e Letta non bastano ad allentare la tensione. Anci, l'Associazione dei comuni italiani, l'Upi, l'Unione delle Province d'Italia e la Conferenza delle Regioni hanno chiesto di poter prendere visione, anche in forma di bozza, del testo del decreto. La richiesta è stata presentata in vista di una serie di incontri convocati per mercoledì dal ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto: incontri che hanno, fra i temi all'ordine del giorno, anche la questione dei rifiuti in Campania.

Fonte: Repubblica
Etrusco
00giovedì 25 novembre 2010 14:33
Arjuna
00venerdì 26 novembre 2010 10:19
Rifiuti, il Colle boccia il decreto

«Mancanza di alternative idonee allo stop alle discariche»

ROMA
Una «situazione di elevata criticità» impone di definire «con urgenza misure» per assicurare «lo smaltimento dei rifiuti urbani senza soluzione di continuità». Questa la premessa che si legge nel testo del decreto legge sui rifiuti in Campania inviato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il decreto è composto da quattro articoli (in totale tredici commi). Tra i punti principali, i commissari per i termovalorizzatori, la possibilità di diffida da parte dei prefetti sulla differenziata, la promozione da parte del Governo di un accordo regionale per «lo smaltimento dei rifiuti campani anche in altre regioni», le misure finanziarie di sostegno, e la parte che riguarda i consorzi.

Ma il Colle boccia il decreto. Mancanza di alternative idonee alla cancellazione delle discariche inserite nella legge 123 e l'impossibilità di assegnare le funzioni, e i poteri, di sottosegretario ai commissari che dovranno occuparsi della realizzazione dei termovalorizzatori. Sarebbero questi alcuni dei rilievi mossi dal Quirinale sul decreto rifiuti approvato dal governo. Il Colle, sempre secondo le stesse fonti, nei chiarimenti richiesti avrebbe anche sottolineato che il provvedimento andrebbe a danneggiare le provincia di Napoli consentendo ai comuni di continuare a gestire il ciclo di raccolta e trasporto dei rifiuti.

Fonte
Arjuna
00venerdì 26 novembre 2010 10:20
Il governo riscrive il decreto

Accettati i rilievi del Colle: «Mancano alternative idonee allo stop delle discariche»
GUIDO RUOTOLO

E' stata come una rasoiata. Un taglio netto e il decreto non c'era più, fatto a pezzettini dalle «osservazioni» del Quirinale. Palazzo Chigi l'ha riscritto (per la terza volta) in fretta e furia e rispedito al Capo dello Stato. Che oggi dovrebbe dare il via libera.

Partiamo da quel passaggio al centro dello scontro furibondo nel Consiglio dei ministri tra la ministra Mara Carfagna e i Casalesi del Pdl campano. Il testo che non c'è più recitava: «Il presidente della Regione può procedere in raccordo con le Province e, sentiti gli enti locali...». Insomma, per i nuovi inceneritori il rischio paventato da Mara Carfagna era che interessi criminali si sposassero con quelli politici.

Adesso, dopo le obiezioni del Colle, il testo è stato molto semplificato: «Il presidente della Regione, sentite le Province e i comuni interessati». Sentite, senza nessun potere di veto o vincolante. Insomma, una vittoria per la ministra, una sconfessione per il presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, acerrimo avversario della ministra salernitana.

Anche se poi il Quirinale obietta anche che senza la dichiarazione di stato di emergenza, è complicato dare poteri di sottosegretario ai commissari che dovranno sovrintendere alla realizzazione degli inceneritori di Napoli Est e di Salerno. Una dichiarazione, quella dello stato d'emergenza, che il presidente del Consiglio non vuole fare, perché sarebbe il riconoscimento, appunto, che il «ghe pensi mi», anzi che «ho risolto il problema dei rifiuti», non è poi tanto vero.

Quell'irriconoscibile Silvio Berlusconi che aveva deciso, contro la stessa volontà di Guido Bertolaso, di cancellare dalla legge tre discariche (Cava Vitiello, Terzigno, Valle della Masseria, Serre, e Andretta, Avellino) per venire incontro alle proteste delle popolazioni, è stato sconfessato dal Quirinale: «Nel decreto c'è la mancanza di alternative idonee alla cancellazione delle discariche inserite nella legge 123». Come dire, nel testo del decreto non si spiega come si intende affrontare nell'immediato e in maniera adeguata la crisi. Se si eliminano le discariche, dove si smaltiscono i rifiuti, in attesa degli inceneritori?

Torniamo alle «osservazioni» del Quirinale che - ha sottolineato piccato il suo ufficio stampa - le fonti di palazzo Chigi hanno esposto «in modo improprio e incompleto». Un altro contenzioso da risolvere è stato quello sul potere dei comuni di avere ancora per un anno (fino al 31 dicembre del 2011) la gestione della raccolta, spazzamento e trasporto dei rifiuti. Il Colle ha obiettato che questa proroga di un anno nei fatti penalizza la Provincia di Napoli.

Oggi, Silvio Berlusconi sarà a Napoli. In pomeriggio. Dopo il Consiglio dei ministri che approverà i provvedimenti per il Sud. A Napoli, per ribadire che il «ghe pensi mi» risolverà la crisi. Che è tutta colpa del sindaco di Napoli che non fa la differenziata.

Fonte
fabius039
00lunedì 18 aprile 2011 21:48
Non se ne parla più, magari qualcuno pensa che l'"emergenza" rifiuti a Napoli sia stata risolta.

Purtroppo non è così, ce lo ricordano alcuni titoli:

Slalom tra i rifiuti per la maratona di Napoli
Gli atleti arrivati da tutto il mondo per partecipare alla corsa hanno trovato cumuli di spazzatura in diverse zone del percorso. E l'Asia, azienda cittadina che si occupa della raccolta, fa previsioni fosche per le vacanze di Pasqua.
17 aprile, 2011



Slalom tra i cumuli di rifiuti, almeno in alcune zone del percorso, per gli atleti di tutto il mondo che hanno partecipato stamane alla mezza maratona di Napoli. E' successo ad esempio in via Toledo, una delle strade principali del capoluogo, dove in più punti - come gli incroci con via Santa Brigida e via Stendhal - i cassonetti tracimavano di spazzatura non raccolta.
Stupore, da parte degli atleti non campani, e amarezza dei molti corridori napoletani per questa "cartolina" poco edificante esibita dalla città. La raccolta dei rifiuti procede da alcune settimane con difficoltà, e l'Azienda cittadina di igiene urbana, l'Asia, fa previsioni poco rassicuranti per le feste pasquali: in assenza di nuove opportunità di smaltimento, i siti oggi disponibili - avverte l'azienda - non consentono né di far fronte alla produzione ordinaria di spazzatura, neé tantomeno all'aumento dei rifiuti che si determinerà fisiologicamente prima e dopo la Pasqua.

Fonte
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