Tour de France 2010

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Etrusco
00giovedì 15 ottobre 2009 00:40


Presentato il Tour

- È stato presentato il percorso del Tour de France 2010
che gira in senso orario, cioè le tappe alpine vengono prima di quelle pirenaiche.
Partenza il 3 luglio da Rotterdam, due tappe in Belgio e classico arrivo a Parigi il 25 dello stesso mese.
In totale nella 97ma edizione della Grande Boucle i corridori percorrreranno 3.596 km.
La terza tappa prevede alcuni tratti di pavé della Roubaix con 11 km negli ultimi 30 della frazione.
Arrivo sul Tournalet alla 17ma tappa per il centenario del primo passaggio in bici.
L'edizione 2010 ha in programma in tutto quattro arrivi in salita e una sola crono di 51 km, cui si aggiungono gli 8 km del prologo (Ap)
radcla
00giovedì 15 ottobre 2009 01:02
Mi sembra di notare 4-5 tappe davvero [SM=x44486] e chissà se quella che arriva a Spa fa il giro nell'autodromo, sarebbe interessante. Anche due anni fa, al giro d'italia, vi fu una tappa che si completò con alcuni giri dentro l'autodromo del mugello.
Anche il prossimo anno, come gia nel 2009, terminerà molto lontano da Parigi, costringendo tutta la carovana ad un rapido trasferimento di molti km per poter fare poi la passerella finale ai Campi Elisi.
radcla
00sabato 3 luglio 2010 12:32
oggi parte il Tour! [SM=x44520]
Un prologo a cronometro di poco meno di 9 km.

In tv dovrebbe esserci il collegamento alle 16.40 su Rai Sport 1 per poi passare su Rai 3 alle 17.

Contador il campione da battere, Ivan Basso la punta italiana.
radcla
00domenica 4 luglio 2010 01:08
Come previsto, la prima maglia gialla va sulle spalle di Fabian Cancellara, che percorre in 10 minuti esatti gli 8,9 km del prologo a Rotterdam.
Domani tappa che in gran parte corre sulle stesse strade dove si è disputata la seconda tappa del Giro d'Italia. Strade che corrono lungo il mare e sulle dighe olandesi, molto vento.
In teoria dovrebbe essere tappa per sprinter, ma le insidie del percorso potrebbero aprire altri scenari.
L'arrivo è previsto a Bruxelles.
radcla
00lunedì 5 luglio 2010 01:48
E' tornato "Ale-Jet" Alessandro Petacchi, che a Bruxelles ha bruciato tutti con uno sprint partito da molto lontano.
La volata finale è stata però condizionata da una serie di cadute nell'ultimo km, che hanno fatto fuori i principali antagonisti, Cavendish e Farrar.

Comunque grande vittoria, ed uno sprint favoloso, e lungo, di Petacchi, che torna vincente al Tour dopo sette anni! [SM=x44462]
radcla
00martedì 13 luglio 2010 00:33
Come si prevedeva, il traguardo di Morzine non ha detto chi vincerà, ma chi non vincerà il Tour: Lance Armostrong
Lance crolla con dignità
"Tour finito, ma non mi ritiro"


L'americano non cerca scuse dopo il tracollo di Morzine: "Ho avuto una giornataccia e tutti mi hanno corso contro. Non ho nessuna possibilità di ottenere un buon risultato, però resto per mettermi a disposizione della squadra"


Armstrong al traguardo di Morzine. Reuters


MORZINE-AVORIAZ (Francia), 11 luglio 2010 - Un campione è tale anche nel giorno della disfatta. E Lance Armstrong, sette volte re del Tour a Parigi, affronta con dignità la delusione di Morzine, dove ha accusato più di 11 minuti di ritardo all'arrivo dal vincitore Andy Schleck. Un distacco pesante, provocato in parte dalle cadute, e che di fatto lo estromette dal gruppo di pretendenti all'ultima maglia gialla di Parigi in quello che sarà il suo ultimo Tour.

GIORNATACCIA — "Oggi ho vissuto - ammette Lance - la classica giornata no. Una bruttissima giornata no, dove tutto è andato di male in peggio. Il mio Tour finisce qui. Peccato perché alla partenza mi sentivo bene. Poi tutto è andato malissimi, sono caduto ed è sempre complicato riprendersi dopo. Un'altra volta ho dovuto sganciare il piede per evitare un corridore dell'Euskaltel. Poi quando mi hanno visto in difficoltà tutti si sono messi a tirare alla morte. Ma non mi ritiro. Resto per onorare la corsa e per mettermi a disposizione della squadra".

www.gazzetta.it/Speciali/Tourdefrance/11-07-2010/lance-crolla-dignita-714079886...
radcla
00martedì 20 luglio 2010 00:34
"L'incidente di Andy?
Non me ne ero accorto"


Alberto Contador ha conquistato la maglia gialla attaccando con Schleck appiedato da un salto di catena. La 15/a tappa del Tour vive di questi 20 secondi. E ne vivrà a lungo, negli anni, per sempre. Qui si vive di certezze assolute ma anche di concetti relativi: la sportività, il fair play. Un episodio destinato a segnare non solo questo Tour, ma anche a esaltare un nuovo dualismo.

BAGNERES-DE-LUCHON (Francia), 19 luglio 2010 - Tutto in 20 secondi. Stavolta succede a 3 chilometri dal Port de Balès, e a 24,5 dall’arrivo. Andy Schleck e Alberto Contador pedalano a metà gruppo, forse più indietro. Andy all’esterno, Alberto seduto. Andy va: sui pedali, a doppia velocità sfila gli avversari e decolla. Alberto non reagisce, non subito. A reagire è Alexandre Vinokourov, compagno nonché padrone di Contador. Ma a Schleck salta la catena, che si blocca, incastrata fra corone e deragliatore. Mentre Schleck pedala a vuota, lo superano prima "Vino" e poi Contador. E mentre Schleck si ferma, scende dalla bici e tenta di sistemare la catena, lo superano tutti. Contador raggiunge Vinokourov e attacca. Al gran premio della montagna ha una trentina di secondi su Schleck, all’arrivo - guidato dal migliore discesista del mondo, Samuel Sanchez - ne ha accumulati altri 9, e così strappa al rivale la maglia gialla per 8 secondi.

QUEI 20 SECONDI — La quindicesima tappa del Tour vive di questi 20 secondi. E ne vivrà a lungo, negli anni, per sempre. Qui si vive di certezze assolute: il Tour è il Tour, la corsa è la corsa. Ma si vive anche di concetti relativi: la sportività, il fair play. Lo sciopero di Spa, la guerra del pavè, il surplace di Ax-3-Domaines, la catena del Port de Balès. Situazioni differenti, tra cadute, incidenti, infortuni, magari l’abilità di un discesista e l’errore di uno scalatore. Un episodio destinato a segnare non solo questo Tour, ma anche a esaltare un nuovo dualismo storico, un nuovo duello epocale. Da una parte chi sta dalla parte di Contador, qui spietato, nel ruolo del cattivo, e chi dalla parte di Schleck, qui sfortunato, nel ruolo del buono. Tanto da rimpicciolire la valorosa vittoria di Thomas Voeckler, il campione di Francia, e anche il generoso secondo posto di Alessandro Ballan.

DISCESA DA BRIVIDI — Voeckler e Ballan facevano parte di una fuga di 10 corridori, nella quale navigava anche Francesco Reda. Quasi 11 minuti di vantaggio prima che dietro ci si desse da fare. A 8 chilometri dal Port de Balès, Voeckler ha attaccato, Ballan è stato l’unico capace di inseguirlo, ma a distanza. Sul gpm l’alsaziano vantava 1’30" sul rientrante spagnolo Perez Arrieta e su Ballan, 4’10" sul gruppetto di Contador, 4’40" su quello di Schleck. Discesa da brividi, distanze portate a 1’20", 2’50" e 3’29". Ottimo sesto Reda, davanti a Contador. Contador, inquieto: "Nel ciclismo c’è chi capisce e chi no, c’è chi sarà d’accordo su come mi sono comportato e chi non lo sarà. Non mi sono accorto che Andy avesse avuto un incidente meccanico, e quando l’ho saputo, ormai era tardi, la corsa era già lanciata. Ma non saranno questi 30 secondi a far vincere o a far perdere il Tour".

VOGLIA DI ATTACCARE — "Schleck, arrabbiato: "Tutti hanno visto quello che è successo. Oggi avevo gambe formidabili. E’ stato un salto di catena. Io non mi sarei mai preso la maglia gialla in questo modo. Adesso mi trovo nella stessa situazione di un anno fa, però sono molto più forte. Quello che è successo mi dà ancora più voglia di attaccare". Denis Menchov, cinico: "Tutto a posto, non sapevo che cosa fosse successo, abbiamo avuto una buona possibilità e ce la siamo ben giocata". Voeckler, orgoglioso: "Un anno fa avevo vinto la mia prima tappa al Tour, ma aveva un altro significato, era la fine di una lunga attesa. La vittoria di oggi, con la maglia tricolore, è dedicata a tutti i francesi. Le cinque vittorie francesi al Tour nascono da casi diversi, ma il ciclismo francese è il barometro della salute nel gruppo". Bjarne Riis, team manager di Schleck, triste: "Il fair play è un’idea vaga. Quello che è successo è un peccato per il Tour e per la corsa. La squadra aveva lavorato bene, Andy stava andando forte. Ma il Tour non è finito". Laurent Jalabert, qui opinionista, deciso: "Contador ha fatto bene ad attaccare. Perché nella tappa di Arenberg, quella del pavè, quando ha avuto un problema meccanico, nessuno si è fermato ad aspettarlo". Bernard Hinault, qui grande cerimoniere, lapidario: "E’ la corsa".

Marco Pastonesi per GAZZETTA.IT
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