Tra PdL e Pd è l'ora del grande scaricabarile

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Arjuna
00martedì 10 luglio 2012 12:31
Legge elettorale sempre ferma...

E nei due partiti c'è chi accusa: è stallo perché i leader non ci hanno messo la faccia
UGO MAGRI
roma

Napolitano, al quale non mancano le informazioni, vede che le trattative sulla legge elettorale non approdano
da nessuna parte. Per cui denuncia lo stallo nella speranza di smuovere le acque.

è come se l'uomo del Colle dicesse ai partiti: «Vi siete impantanati, ce ne siamo accorti, inutile che continuiate a fingere di negoziare, almeno abbiate il coraggio di litigare davanti a tutti...».

Le prime reazioni non autorizzano alcun ottimismo. Tanto il Pd quanto il Pdl si giustificano dando ciascuno la colpa all'altro. Tra i presidenti di Senato e Camera divampa una polemica sotterranea sulla responsabilità dei ritardi. Quel che è peggio, nei cassetti della Commissione affari costituzionali giacciono ben 35 proposte, tutte però a titolo individuale.

La colpa, punta l'indice il referendario Parisi, è tutta di «A-B-C» (Alfano, Bersani, Casini) che non hanno fin qui avuto il coraggio di metterci la faccia, affidando la trattativa ai cosiddetti «sherpa».

In verità, qualche mezza intesa era stata raggiunta prima delle scorse Amministrative sulla cosiddetta bozza Violante-Quagliariello, un mix di sistema tedesco e spagnolo, un po' proporzionale e un po' maggioritario, che favoriva i grandi partiti senza troppo umiliare i piccoli. Poi però il fenomeno Grillo ha spiazzato tutti, seminando il panico negli stati maggiori di Pd e Pdl.

Al sistema messo a punto da Violante e Quagliariello è stata rivolta l'accusa di non garantire maggioranza sicure, quando si apriranno le urne nell'aprile 2013. è spuntata così una nuova coppia di negoziatori, Migliavacca e Verdini. Stessa base di partenza (un sistema di tipo proporzionale) con premio di maggioranza. Quasi due mesi di tira-e-molla sulla misura del premio, su chi ne dovrebbe godere e sul modo di restituire agli elettori la scelta dei propri rappresentanti.

Nessun passo avanti, semmai indietro, perché ciascuna nuova proposta è stata volta ad avvantaggiare la propria parte politica con motivazioni più o meno nobili.

Il Pd vorrebbe un «premione» alla coalizione vincente perché con la foto di Vasto, oppure in alleanza con Casini, non ci sarebbe partita. Preferisce, come ovvia conseguenza, il metodo dei collegi uninominali, dove viene eletto chi arriva primo. Il Pdl gradirebbe l'esatto rovescio: un premio non grande ma piccino, attribuito non alla coalizione ma al partito vincente; e preferenze anziché collegi, ma senza chiudere la porta alla seconda ipotesi. Alfano le tiene vive entrambe, quasi a suggerire uno scambio: noi vi concediamo i collegi abbandonando le preferenze, voi rinunciate al premio di coalizione e inghiottite il premio al partito vincente... Può essere che Bersani ci stia, nel qual caso l'intesa sarebbe fatta.

Conosceremo la risposta entro pochi giorni. In caso il Pd non fosse d'accordo, si comincerebbe
a votare sulle varie proposte, in modo palese in Senato e a scrutinio segreto a Montecitorio. Un ruolo decisivo lo avrebbero Casini e Di Pietro. Pure la Lega tornerebbe a dire la sua.

Può essere che, per non correre rischi, i due maggiori partiti alla fine ritornino sui loro passi, e recuperino dal cestino la bozza Violante-Quagliariello. Napolitano pare volesse capire, nei giorni scorsi, come mai era stata accartocciata così in fretta.

Al momento il governo non intende entrare nella partita, ma col ministro Riccardi si dichiara «interessato». E in fondo, cosa possono pensare di noi i mercati senza una legge elettorale che garantisca stabilità politica? Anche questa è materia di spread.

Fonte
Etrusco
00martedì 10 luglio 2012 13:25
Re: Legge elettorale sempre ferma...
Arjuna, 10/07/2012 12.31:

...

è come se l'uomo del Colle dicesse ai partiti: «Vi siete impantanati, ce ne siamo accorti, inutile che continuiate a fingere di negoziare, almeno abbiate il coraggio di litigare davanti a tutti...».
....
Al momento il governo non intende entrare nella partita, ma col ministro Riccardi si dichiara «interessato». E in fondo, cosa possono pensare di noi i mercati senza una legge elettorale che garantisca stabilità politica? Anche questa è materia di spread.

Fonte




[SM=x44465]
fabius039
00martedì 10 luglio 2012 21:40
Il sentimento prevalente sembra quello di inventare una qualche forma di prosecuzione dell'attuale governo tecnico (o grande coalizione), per permettere ai vecchi partiti (PdL, Lega, UDC, e, tiè, pure PD) di restare al governo nel ventre di una grassa maggioranza pur perdendo le elezioni, ed alla faccia del Grillo!

Niente scatena la fantasia come il pericolo.
Arjuna
00mercoledì 11 luglio 2012 15:47
Legge elettorale, i partiti accelerano tra Pd e Pdl scontro sulle preferenze

I capigruppo convocati in Aula
dopo l'ultimatum di Napolitano:
"In 10 giorni pronto il testo base"
roma

Dopo il duro monito del Capo dello Stato, Camera e Senato accelerano sulle riforme e la capigruppo di palazzo Madama fissa il termine ultimo di 10 giorni entro il quale la commissione Affari costituzionali dovrà predisporre un testo base. Ma al di là delle scadenze istituzionali, tra le forze politiche restano le distanze su come modificare la legge elettorale e quale modello introdurre al posto del cosiddetto “Porcellum”.

La capigruppo del Senato, convocata quasi in contemporanea con quella della Camera, ha stabilito quindi che il testo base sulla legge elettorale sarà messo a punto da un comitato ristretto in commissione Affari Costituzionali e dovrà essere pronto in 10 giorni. Relatore del ddl sarà Lucio Malan (Pdl). Dopo i 10 giorni, il provvedimento approderà all'esame dell'aula. Dunque, la riforma del sistema di voto resta di competenza del Senato: proprio alla riunione dei capigruppo di Montecitorio tutti avrebbero concordato sul fatto che non c'è nessuna volontà «di un braccio di ferro tra Camera e Senato» in quanto si tratta di una questione prettamente politica. Fini avrebbe anche ricordato che la questione della riforma della legge elettorale è stata più volte posta alla Camera, in questa legislatura.

Ma sia la riforma elettorale che quelle istituzionali proseguiranno il loro iter a palazzo madama: l'obiettivo, spiega Maurizio Gasparri, è «di chiudere tra martedì e giovedì prossimo», 19 luglio, le modifiche alla Costituzione, perché «non bisogna arrestare l'iter del ddl delle riforme istituzionali, che contiene anche la riduzione dei parlamentari. Ostacolare adesso l'iter delle riforme, metterebbe un macigno anche sulla legge elettorale dal momento che c'è la riduzione dei parlamentari. Per noi - conclude Gasparri - accelerare sulle riforme significa favorire il chiarimento delle posizioni». Non è d'accordo la capogruppo dei senatori Pd Anna Finocchiaro: «Chiediamo di accantonare le riforme e di accelerare sulla legge elettorale».

Il Pdl proprio questa sera si riunirà a palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi per decidere la linea e trovare un intesa sulla proposta da sottoporre a Pd e Udc. Ma i segnali che arrivano dal Nazareno non lasciano ipotizzare un'intesa a breve: il segretario del Pd ha infatti specificato che il suo partito non dirà mai sì a una legge che «ci fa mettere tra Tangentopoli e la Grecia» e rilancia sul doppio turno. Il Pdl è pronto a discuterne, purché si leghi al semipresidenzialismo alla francese. Poi c'è la questione delle preferenze, sponsorizzate da Pdl e Udc ma osteggiate dal Pd, e del premio di maggioranza, quanto corposo e a chi attribuirlo. Tutti nodi ancora da sciogliere. Nel dibattito interviene anche Beppe Grillo, che accusa i partiti di voler modificare il “Porcellum” solo perché così l'attuale legge il Movimento 5 Stelle si aggiudicherebbe il premio di maggioranza. [SM=x44451]

Fonte
binariomorto
00venerdì 13 luglio 2012 00:22
Ma tanto torna Silvio ...
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:27.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com